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Sanità, la Cisal contesta il Dg dell'Asp Angela Caligiuri

Di seguito l’intervento del segretario generale della Cisal Franco Cavallaro: 

È proprio vero che i cittadini vibonesi non sanno proprio a quale santo votarsi quando si parla di sanità e della sua pessima condizione di attività non soltanto in materia di scarso organico del personale e della erogazione di servizi quanto di quella strutturale.  

La nomina, “esterna alla realtà professionale vibonese”, del nuovo Direttore Generale che continua ad essere impegnato nella non facile opera di ricognizione dei servizi ospedalieri e di quelli sul territorio, non si è rivelata una scelta felice visto che la grave situazione esistente consigliava l’incarico ad un esperto conoscitore dei problemi della sanità a livello locale e questo vuol dire che il Presidente Mario Oliverio non ha tenuto affatto conto di questo importante aspetto.  

Il Dg Angela Caligiuri  avrebbe fatto bene, nel rimboccarsi le maniche, a preparare, tempestivamente, un faldone con dentro analisi e proposte per cercare di aiutare la sanità vibonese a recuperare almeno la “normalità” dell’attività. Ma se non è riuscita in tempo in questo essenziale obiettivo la responsabilità non è tutta sua.    

Le responsabilità di Angela Caligiuri sono notevoli e imperdonabili. Ci chiediamo, ad esempio,  se ha informato, ufficialmente e  debitamente, il Commissario straordinario Massimo Scura sulle gravi, inderogabili ed urgenti necessità di potenziare la pianta organica ed i motivi per cui non ha chiesto, immediatamente, all’indomani del suo insediamento, un incontro ufficiale con lo stesso ?

C’era un impedimento politico ?    

Perché non v’è dubbio che se il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria regionale non ha assunto adeguati provvedimenti è perché chi avrebbe dovuto portarlo a conoscenza della pesantezza della situazione vibonese non avrebbe dovuto dormire la notte pur di consegnargli in tempi brevi  una mappa dei possibili interventi nei punti critici del sistema sanitario vibonese.   

Una scarsa e inconcludente, oltre che intempestiva, collaborazione a Massimo Scura ? 

Forse è proprio così.  

A Massimo Scura non ci si può negare di avere “pensato” bene a come far funzionare il nuovo ospedale che verrà realizzato da qui al 2018 se è vero che sta predisponendo ogni iniziativa per farne una struttura competitiva e avanzata. Quello che da decenni si attendono i vibonesi. 

Quel che è certo è che lo stato di “salute” della sanità vibonese continua a rimanere critico e quel che più preoccupa e che non si intravedono, al momento, spiragli utili per rendere concreto, oltre che immediato, l’impegno concordato, nei giorni scorsi, in Prefettura, ad iniziativa del Prefetto Carmelo Casabona ed  in riferimento  alla nota e clamorosa iniziativa sanitaria assunta dai Primari dell’Azienda sanitaria provinciale. 

Stando alle cronache a Catanzaro campeggia sempre, lo si voglia o non si voglia, l’avvilente dualismo tra Massimo Scura e Mario Oliverio che nessuno sembra sia in grado di dirimere, e come dimostrano gli eventi, neanche lo stesso  Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. 

Questo perché la presa di posizione dei direttori delle unità operative seguita dall’incontro in Prefettura, dalla visita del Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria al presidio ospedaliero “G. Jazzolino” e dall’approccio a Catanzaro con una delegazione della stessa Asp con il Presidente della Regione a Catanzaro non ha sortito gli effetti sperati.

E’ chiaro che lo scontro di Scura con Oliverio continua a far leva sulla rivendicata presa di posizione del massimo esponente di governo della Cittadella che, mal tollerando la copertura politica assicurata a Massimo Scura da Roma, continua a mantenere la sua rigida posizione di netta contrarietà alle scelte operate fino ad oggi dal suo antagonista, lasciando sempre più atterrita l’opinione pubblica vibonese.

In questo contesto c’è chi ritiene che si stia tentando di alimentare il già esistente avvilimento della popolazione vibonese che sembra non sopportare più la carenza d’impegno della sua classe più rappresentativa, quella  politica, che pare avere serie e tangibili difficoltà ad inchiodare di fronte alle proprie responsabilità chi è chiamato a decidere sul futuro della sanità vibonese che da decenni chiede aiuto senza essere mai sostanzialmente ascoltata.

Le morti di Federica Monteleone ed Eva Ruscio, l’uccisione di Costanzo Catuogno non sembrano bastare a far capire che a Vibo Valentia la sanità sta morendo e con essa tutte le speranze dei suoi cittadini.

Per giovedì è stata convocata una seduta del Consiglio Regionale per discutere di sanità.

Le aspettative dei vibonesi ? Credo che anche in questa circostanza sarà fatto posto alla cultura dell’attendismo!   

Vibo, approvati al Comune i contratti decentrati dal 2012 al 2015

La Delegazione trattante del Comune di Vibo Valentia (Parte pubblica, Sindacale ed Rsu) ha approvato i contratti decentrati 2012, 2013, 2014 e 2015. "Per gli oltre 200 dipendenti in organico a Palazzo 'Luigi Razza' - è scritto in una nota trasmessa dalla Segreteria provinciale della Cisal - si chiude nel migliore dei modi una importante vertenza che si trascinava da alcuni anni. L’accordo raggiunto rappresenta un notevole traguardo per la Giunta presieduta da Elio Costa che può vantarsi di essere stata tra le prime, in Italia, ad incassare questo significativo risultato". Per Antonello Nusdeo, componente Rsu della Cisal CSA: "Interpretando le legittime e annose attese dei dipendenti comunali nel corso della passata gestione amministrativa – ha dichiarato al termine della trattativa -  non avevamo mancato di manifestare la nostra più viva preoccupazione per i notevoli e assurdi  ritardi registrati. Tra l’altro, successivamente all’insediamento del nuovo esecutivo di Palazzo 'Luigi Razza' avevamo ribadito  il pieno dissenso proprio in materia di contrattazione decentrata per l’impostazione,  opinabile e penalizzante per i lavoratori dell’Ente, data alle bozze degli accordi del quadriennio in questione, su proposta dell’ex presidente della delegazione trattante.  Oggi a risultato acquisito bisogna dare atto, al neo  segretario generale e presidente della Commissione, Michele Fratino, di aver propiziato, in sintonia con le altre componenti della delegazione, ai cui lavori ha partecipato intensamente anche l’assessore al ramo Loredana De Marco, le condizioni propizie ed essere stato determinato e ragionevole nell’interloquire con sindacati ed Rsu nel corso della trattativa, al punto da  consentire il  percorso più motivato e spedito per definire, e nella maniera più utile per il personale dipendente, l’approvazione della  contrattazione decentrata per gli anni che vanno dal 2012 al 2015". "Questo può anche significare che per il personale  del Comune – ha concluso l’esponente della Rsu Cisal - col 2016 si apre un nuovo capitolo che ci vedrà personalmente impegnati anche nel CUG, il Comitato Unico di Garanzia, il cui funzionamento è stato di recente avviato, con appositi corsi di formazione professionale". La positività della trattativa è stata anche sottolineata dal segretario provinciale della Cisal,  Filippo Curtosi e dal responsabile dell’Ufficio Comunicazione,  Giuseppe Sarlo, che ha partecipato alle fasi conclusive della trattativa in sostituzione dello stesso Curtosi. "L’approvazione dei contratti decentrati del quadriennio 2012/2015 al Comune di Vibo Valentia – è stato cil commento -  spiega come si sia fatta strada in seno alla Commissione un nuovo e più avanzato sistema di discutere e superare  anche ostacoli di un certo rilievo. La sinergia d’intenti scaturita sulla base di un più efficace modo di creare gli effetti per un confronto più ragionato e in linea con una interessante politica della condivisione ha favorito lo sviluppo degli esiti positivi di una importante vertenza che è stata superata col più pieno coinvolgimento ed il massimo segno di responsabilità e disponibilità. Questo risultato è la dimostrazione che quando vi è sinergia d’intenti tra forze sindacali e governi locali si creano le sufficienti  condizioni per gettare le basi della crescita sociale anche in territori del Mezzogiorno d’Italia dove ogni cosa si gestisce con enormi difficoltà. L’auspicio della Cisal, è che si continui sulla intrapresa strada della collaborazione per esperire la tanto urgente e decantata riorganizzazione burocratica utile, se non indispensabile, a fornire concretamente servizi di qualità alla collettività". "L’esito della trattativa è stato apprezzato infine dal Segretario Generale della Cisal, Franco Cavallaro, che ha "sempre sostenuto la necessità elevare la metodologia di confronto per dare risposte concrete ed immediate alle reali esigenze del personale del Comune di Vibo Valentia nella consapevolezza che una maggiore e adeguata  funzione professionale avrebbe garantito il più pieno e responsabile apporto, aiutando l’Ente a superare i suoi disagi organizzativi ed economici".

 

Intimidazioni a Vibo: Cavallaro chiede misure pesanti per frenare il fenomeno

"La seria e reiterata minaccia perpetrata nelle ultime ore ai danni dei colleghi Pietro Comito, direttore de 'La ctv' e Francesco Mobilio, della redazione del  Quotidiano del Sud di Vibo Valentia e che vede coinvolto anche l’avvocato Marco Talarico, ex consigliere comunale del Pd,  conferma - secondo Franco Cavallaro, Segretario Generale della Cisal e Consigliere della Federazione Nazionale della Stampa Italiana . quanto sia diventato difficile svolgere informazione in Calabria, terra dove dilaga la cultura della minaccia ai danni dei sempre più coraggiosi operatori dell’informazione. L’insano gesto mira a mettere a dura prova la capacità di reazione di una popolazione che non può non esprimere, ulteriormente, il suo più pieno sdegno contro chi persevera in una delle azioni più assurde e intollerabili se è vero che questo tipo di minaccia ha la pretesa di mettere a tacere chi quotidianamente spende la sua professione nella caparbia difesa e tutela di ogni diritto di libertà, ed in particolar modo quella legata alla necessità di fare fino in fondo il proprio dovere laddove c’è l’obbligo di formulare denunce ben precise contro lo strapotere della delinquenza organizzata. A Pietro Comito e Francesco Mobilio non basta più la solidarietà della società civile in tutte le sue articolazioni". L’intimidazione odierna - argomenta l'esponente sindacale - che sembra avere forse una precisa connotazione, tranne che non rappresenti un depistaggio considerato l’ennesimo verificarsi di una medesima circostanza,  invita tutti a riflettere seriamente e a individuare il più ideale sistema di ferma condanna  contro chi ha deciso che la minaccia clamorosa può apparire il metodo più adeguato per scoraggiare l’impegno professionale di chi continua ormai da anni a lottare contro l’illegalità e la diffusa criminalità garantendo la più libera informazione. Urgono misure pesanti per scoraggiare una volta per tutte il propagarsi di una minaccia che, se non stroncata, rischia di aumentare il livello del già preoccupante fenomeno di grande allarme sociale". "Questo vuol dire - a parere di Cavallaro - che lo Stato deve farsi carico dell’assurdo reiterare di questi gravi episodi intensificando il controllo sul territorio, garantendo al giornalista la propria libertà professionale, rassicurando la popolazione che chiede ormai da tempo e con forza il ripristino della normale condizione di vita".

 

Abolizione Prefettura Vibo, Cavallaro (Cisal) suona la carica: "Forte mobilitazione"

"L’idea del sindaco Elio Costa - rivela Franco Cavallaro, segretario generale della Cisal - mi ha trovato d’accordo sin dalla prima ora e l’ho espressa con piena convinzione.  Non può che partire dal Primo Cittadino  del comune capoluogo della Provincia la più ideale e determinata iniziativa per affrontare gli effetti  dell’allarme rosso che si è diffuso su tutto il territorio nelle immediatezze della notizia venuta fuori dalla circolare del Ministero dell’Interno e che mira all’abolizione della Prefettura di Vibo Valentia. La convocazione di mercoledì, alle ore 16,30 a Palazzo 'Luigi Razza' dei  50 sindaci della provincia e di quanti in un certo senso possono concorrere ad intavolare un confronto utile a concretizzare una forte mobilitazione in direzione della revoca della richiesta abolizione della Prefettura di Vibo Valentia, mi auguro venga articolata seguendo un preciso protocollo operativo, se si vuole la sua riuscita, che non può non essere suffragata da una forte e motivata condivisione. Il confronto promosso da Elio Costa deve, infatti, mirare a superare la vecchia logica di produrre una pletora di interventi che spesso sfiorano la polemica e l’area delle chiacchiere". "Questo vuol dire - secondo il leader sindacale - che ogni apprezzabile  diritto di primogenitura va messo da parte se si vuole spianare un percorso che permetta al coordinamento di pervenire ad una proposta capace di convincere il titolare del Viminale a ripensare la sua scelta sulla destinazione della Prefettura di Vibo Valentia, restituendo speranze ad una popolazione che ha assunto quasi una sorta di feeling con gli uffici della Prefettura.  Ritengo, infatti, che ogni azione isolata o di parti del sistema politico, istituzionale, sindacale, associativo e di altri livelli d’impegni, per come avvenuto spesso in passato, venga bandita per far posto  ad una sinergica iniziativa suffragata dal più pieno consenso di tutti.  Inutile andare a misurare i muscoli della politica, delle istituzioni e di chi ritiene che attraverso la propria personale spinta si possa pervenire ad un superamento della difficoltà perché quanto accaduto in passato ci insegna che per dare un effetto voluto ad una proposta occorre lottare nella più solida unità. Se bisogna rivolgersi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi  o al Ministro dell’interno Angelino Alfano è giusto che ciò accada nella più concreta condivisione, scegliendo la strada più percorribile.  Non credo esistano molti percorsi  per pensare di dare effetto ad una mobilitazione se non si mette in moto un meccanismo che va attuato in piena consapevolezza, unitario impegno e inedita volontà operativa. Ecco perché spetta ad Elio Costa, che ne ha le capacità, mettere in piedi un Comitato che riassuma nella sua proposta quanto verrà detto e discusso mercoledì prossimo in sede di assemblea.       L’abolizione della Prefettura di Vibo Valentia ha messo a soqquadro la politica, le istituzioni, i sindacati, le associazioni ed i cittadini tutti suonando la sveglia a chi fino ad oggi ha volutamente dormito o fatto finta di niente.  Ora bisogna correre ai ripari". "Le motivazioni per far retrocedere il Viminale dalla scelta - a parere di Franco Cavallaro - ci sono tutte per cui adesso bisogna avere la capacità di dimostrare che Vibo Valentia è in grado di promuovere una lotta con intelligenza per difendere e tutelare i legittimi interessi dei suoi cittadini".

 

Cavallaro deluso da Oliverio: "Calabria vittima delle divisioni nel Pd"

"L’avvilente dato Svimez del 2015, come previsto, ha lasciato, sostanzialmente, indifferente il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e la sua maggioranza".  Francesco Cavallaro, Segretario Generale della Cisal, entra nel vivo della batosta fornita alla Calabria e alle sue province con i postumi dei dati Svimez e punta alla ricerca di quelle che possono essere considerate le responsabilità più palesi del default della politica. "Gli effetti devastanti della politica governativa renziana che continuano ad abbattersi senza tregua sulla condizione della nostra regione spiegano – secondo il leader della Cisal -  quanto sia distante anche la reazione della classe politica e dirigente che insiste a livello parlamentare, regionale, provinciale e locale nella rete della maggioranza.  Chi pensava che questo ennesimo e grave allarme rosso non facesse dormire la notte Mario Oliverio e chi conta nella rete del potere calabrese,  è rimasto deluso. Lo stupore e la preoccupazione derivati dalla lettura dei dati Svimez sono durati soltanto l’alba di un giorno, poi è tornato il …sereno! Chi sperava che dal report di questa esasperante collana di insuccessi scattasse il fermo interesse e la massima attenzione di chi può analizzarne il contenuto e svilupparne una idea adeguata alla grave condizione che vive la regione si è dovuto ricredere, perché ci si è fermati, stando almeno alle prime deludenti reazioni, ad una semplice presa d’atto dello stato di sofferenza in cui è precipitata la Calabria". "Non è stata avviata neanche una severa riflessione – osserva Francesco Cavallaro -  verso la ricerca di quelle responsabilità che rappresentano la causa di questo persistente malessere per cui è parso subito chiaro che, alla fine, la Calabria paga la grave divisione che alimenta negativamente l’iniziativa del Pd, il partito della maggioranza,  incapace di mettere in un contenitore i bisogni di una regione che stenta a mantenere viva la speranza di una ripresa socio economica ed occupazionale utile a garantire soprattutto chi soffre per la mancanza di un posto di lavoro.  Mario Oliverio non è preoccupato più di tanto, neanche il grave rilievo mosso dall’Istat quando afferma che il tasso di disoccupazione è ai massimi storici, se è vero che tocca punte drammatiche, di oltre il 44%, per i giovani tra i 15 e i 24 anni".  "Questo vuol dire che la Calabria – sottolinea il numero uno della Cisal - resta vittima della indifferenza, incapacità e irresponsabilità di una classe politica e dirigente che fa fatica a capire quali sono i reali bisogni della gente e non riesce ad ipotizzare un progetto di recupero della normalità della condizione socio economica ed occupazionale". Francesco Cavallaro parla, poi della condizione che affligge il territorio a lui più caro.  "E’ il caso di Vibo Valentia dove la crisi economica ed occupazionale, certificata da quanto accade e, soprattutto, si profila da qui qualche tempo,  è devastante e nessuno sembra accorgersene più di tanto, salvo i pochi addetti ai lavori come il sindacato. Per una città che vive nella morsa dell’espandersi di una nuova povertà, diventa difficile sensibilizzare classe politica e dirigente che spesso non va oltre una presa d’atto di quel che accade. Ma diventa intollerabile non capire che la realtà imprenditoriale ed economica, sia pur soffrendo gli effetti della più complessa crisi, non può rimanere estranea a taluni stimoli capaci di rispolverare la voglia di mettere in piedi cantieri e riaprire le porte alla speranza per un lavoro". " Il blocco, che si protrae ormai da tantissimi anni, dell’imprenditoria edile – conclude -  ha tarpato le ali a operatori economici e lavoratori. I cantieri sono fermi, l’attività è spenta. Chi dovrebbe riflettere su queste situazioni continua a starsene in disparte. Non alletta neanche l’offerta turistica. Pensare alla realizzazione di una impresa per dare sviluppo alle attese del mondo dello sviluppo della cultura dell’accoglienza e dei beni culturali è oggi un’utopia. Questo vuol dire anche che è arrivato il momento di chiedersi se per questo territorio esiste un margine di speranza. Ad interrogarsi deve essere essenzialmente la politica, ma anche chi svolge un ruolo ed una funzione di interesse ed attenzione per una città che può anche partire dalle sue collaudate prerogative culturali per far rinascere nuovi momenti di riscatto. Né Vibo Valentia può accasciarsi di fronte alla denuncia della Corte dei Conti quando avverte che l’economia dei Comuni, tra tagli e tasse, ha toccato livelli insostenibili". 

 

Vibo, duro affondo di Cavallaro (Cisal) contro Oliverio e Renzi

Il Segretario Generale della Cisal, Franco Cavallaro, questa mattina, presso la sede di via Luigi Razza, a Vibo Valentia, ha riunito gli stati maggiori del sindacato per discutere ed affrontare i problemi legati alla strategia per il “Piano Calabria” presentato al Congresso di Rimini del maggio scorso.  Ordine del giorno che ha subito lasciato una corsia preferenziale agli intervenuti effetti prodotti nelle ultime ore dal rapporto Svimez 2015 e che vede la Calabria - secondo l'organizzazione sindacale - "in coda ai pensieri del Governo Oliverio ed il Vibonese territorio ad alto rischio sul fronte dell’occupazione. Duro, intenso e sostenuto l’attacco del leader della Cisal Cavallaro al premier Renzi ritenuto il principale artefice dello “sfascio Italia”, anche se non ha risparmiato severissime critiche ad Oliverio, reo di non aver messo in piedi ancora un progetto “salva Calabria”. “Per la Calabria, tra le regioni più derelitte, si profila la perdita di ogni possibile speranza di ripresa, il Vibonese nasconde una crisi economica che potrebbe diventare presto irreversibile.  Il rapporto Svimez 2015 – ha tuonato Franco Cavallaro -  è impietoso, fa salire i brividi alla schiena a tutti  se si pensa che dietro l’angolo c’è lo spettro di  un inesorabile fenomeno: la povertà e che già nel Vibonese incomincia a mietere vittime". Franco Cavallaro ha, poi, insistito sulla “nascosta” condizione che vive il territorio della provincia di Vibo Valentia dove “fanno testo e preoccupano non poco le vicende che stanno portando al collasso economico tantissime aziende locali, ivi comprese quelle che, pur essendo in piena attività, incominciano a denunciare il peso degli effetti della crisi che investe il territorio provinciale.  “E’ arrivato il momento di capire se, per Oliverio ma anche per tutte le istituzioni provinciali che insistono sul territorio – ha, poi spiegato il leader della Cisal -  e che da anni sopportano un assurdo e nascosto isolamento, esistono  seri motivi per richiamare l’attenzione sua e del Governo regionale guardando ad un’Agenda che contenga le soluzioni più adeguate per dare speranza ad una provincia che ha tutto il diritto di evitare un vero e proprio tsunami.  Pil, reddito, blocco del reddito e disoccupazione, quest’ultima ormai attestata oltre il 35% , sono il frutto della più fallimentare politica degli ultimi anni e che ha finito con lo spianare la strada verso la povertà". "In tutto questo continua a prevalere l’idea – ha, poi, osservato Franco Cavallaro – dal punto di  vista imprenditoriale, che i cittadini dell'area vibonese vengano accusato di continuare a vivere la più deprimente cultura dell’assistenzialismo e degli sprechi". "Ed in assenza di un adeguato  strumento di contrasto sul certificato collasso economico – ha concluso -  si spalanca soltanto la porta alla povertà, anticamera della fine di una fin troppo inseguita speranza che territori come la provincia vibonese  non meritano". Per Franco Cavallaro è auspicabile un tavolo comune sulla condizione dell’imprenditoria vibonese per una prima valutazione dello stato di salute dello sviluppo socio economico ed occupazionale, ma anche per portare alla luce la condizione che vivono moltissime aziende in uno stato di apparente tranquillità economica. I casi legati alla Provincia e a tutte quelle aziende che vivono il dramma della disperazione occupazionale invitano a lasciare da parte ogni tipo di tentennamento e ad affrontare con più determinazione i pericoli che stanno dietro l’angolo".  Numerosi e tutti  condivisi gli interventi sulla relazione di Franco Cavallaro. 

 

Mirabello al veleno su Cavallaro: “Basta ipocrisia nel Vibonese”

Un attacco forte, che trova le sue radici in una serie di avvenimenti del recente passato. Quello mosso da Michele Mirabello, in qualità di segretario provinciale del Pd, nei confronti di Franco Cavallaro assume così uno specifico significato, sicuramente più comprensibile ai diretti protagonisti della vicenda che non alla cittadinanza o ai semplici simpatizzanti dei partiti politici. “Ho seguito con una certa curiosità i resoconti stampa del Congresso nazionale della Cisal – afferma il presidente della commissione Sanità - che ha visto la rielezione a segretario del vibonese Francesco Cavallaro. L’ho seguito nel tentativo di comprendere e, da osservatore interessato, meglio interpretare le evoluzioni politiche di quest’ultimo. Fatico – affonda l’esponente democratico di fede censoriana - a seguire il filo logico e politico che conduce le posizioni politiche del leader sindacale che a Rimini si pone in posizione molto critica con il governo Renzi, che contesta alla radice in un’ottica evidentemente conservatrice a partire dall’impegno sulle riforme, che in Calabria con note stampa contesta il governatore Oliverio, a Vibo invece guida da vero e proprio regista quell’accorduni che tanto ha messo in difficoltà il Partito Democratico di tutti i livelli, compreso quello nazionale, e poi al contempo menar vanto della presenza a Rimini del vicepresidente della giunta Enzo Ciconte”. Qui sorge un velato interrogativo, forse legato a vicende interne alla compagine di centrosinistra, poichè Mirabello sostiene che “pur  volendo sorvolare sulla improvvida presenza di quest’ultimo al Congresso Cisal, resta però da dipanare per gli osservatori meno attenti, la matassa del tormentato  rapporto tra Cavallaro e il Pd. Non si può pensare – contesta  il consigliere regionale - di poter costruire e costituire contropoteri trasversali nell’ombra politica nella provincia e nella città di Vibo e poi sommessamente ammiccare in maniera ambigua al governo regionale. Cavallaro è stato in estrema sintesi e sino ad oggi un avversario agguerrito del Pd ad ogni livello istituzionale. Non poniamo limiti alla provvidenza, per amor del cielo, ma – è la conclusione al vetriolo - di ipocrisie questo territorio  penso non ne abbia proprio bisogno”

 

Congresso Cisal, Cavallaro attacca Renzi e propone un polo sindacale dell'autonomia

Con la relazione del segretario generale Francesco Cavallaro, si sono aperti oggi a Rimini, al Palacongressi, i lavori del IX Congresso della CISAL, la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori. Oltre mille delegati, provenienti dal congressi provinciali e regionali, si sono dati convegno del discutere attorno a un attuale e sempre più scottante tema “Il lavoro che non c’è”. Il leader della CISAL ha lanciato una sfida al Congresso, invitandolo a individuare le più opportune strategie per promuovere il lavoro uscendo, però, dal coro, dando un senso al modo di essere autonomi, propiziando una autentica svolta strategica, tanto attesa dai lavoratori quanto disattesa dalla politica. 

 

I numeri impietosi del sistema Renzi

 

Franco Cavallaro ha attaccato il Governo di Matteo Renzi motivando l’accusa, ribadendo l’assurdo atteggiamento del Premier che insiste nel promettere 12 riforme in due anni quando la realtà avverte che:

a. la spesa pubblica è aumentata di 8 miliardi; 

b. i tagli della spending review non ci sono stati, anzi, Cottarelli se n’è andato; 

c. le privatizzazioni continuano a slittare; 

d. l’abolizione delle province è, di fatto, in mezzo al guado; 

e. la drastica riduzione dei centri di spesa non si è vista; 

f. il famoso rientro dei capitali procede al rallentatore; 

g. le circa 9mila tra municipalizzate e partecipate continuano a drenare risorse a favore delle clientele politiche, scaricandone gli oneri sui cittadini (circa 1,2 miliardi annui di perdite); 

h. i fallimenti sono aumentati del 66%; 

i. i consumi ristagnano, ormai da tempo, mentre che incombe il rischio che scattino le clausole di salvaguardia (aumento di IVA e accise) per la copertura degli 80 euro e della riduzione IRAP 2015.

“Numeri impietosi – ha evidenziato il leader della più grande confederazione sindacale autonoma – specie per i giovani e le donne (con punte superiori al 40% e nel Mezzogiorno dove si raggiunge al 20,7%); la situazione si presenta drammatica rispetto alle stesse previsioni del Governo che sono tutt’altro che rassicuranti, se è vero che nell’arco dei prossimi 3 anni è prevista una diminuzione di pochi decimi di percentuale”. La CISAL è ben consapevole che il lavoro non si crea dal nulla, né tantomeno per decreto, proprio perché manca il riconoscimento ufficiale e condiviso del ruolo centrale che il lavoro deve assumere nella vita economica e sociale del Paese. Per Francesco Cavallaro la Riforma del mercato del lavoro è un’opportunità mancata perché la CISAL, prima che il provvedimento vedesse la luce, e sempre che il Governo volesse cogliere l’opportunità di una vera Riforma e affermare l’imprescindibile primato del lavoro e dell’economia reale su ogni velleitaria alternativa, aveva richiamato la sua attenzione anche sulla grave omissione che il legislatore si accingeva a perpetuare: la totale ignoranza dell’art. 39 della Costituzione e, per logica connessione, dell’art. 46 sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Abbiamo invece assistito a un dibattito unidirezionale, a volte stucchevole, su art 18 sì e art 18 no.  Proseguendo nell’analisi delle proposte di Riforma più attuali, Francesco Cavallaro ha evidenziato la necessità di tirare le fila per riprendere il tema che domina lo scenario del Congresso, ovvero “Il lavoro che non c’è”, rilevando che, in una siffatta realtà, tutte le riforme, per quanto necessarie, stentano a decollare per le solite e ricorrenti ragioni: la mancanza di risorse economiche e la presa d’atto di un debito pubblico pari al 132% del PIL, senza dimenticare che siamo costretti, annualmente, a sottrarre dalle entrate una parte rilevante (circa 80 miliardi) per pagare i relativi interessi. La verità è anche che il nostro paese non può sopportare l’espandersi di uno dei fenomeni più odiosi, che avvilisce la società democratica fondata sul lavoro. Il riferimento è all’evasione fiscale e contributiva, ovvero ai 170 miliardi che sottraggono annualmente all’erario dai 130 ai 170 miliardi di euro, che – secondo Cavallaro – potrebbero essere invece impiegati a sostegno delle riforme per favorire una nuova strada all’occupazione.

 

Riforma della Previdenza

 

Cavallaro si è poi chiesto perché ancora oggi manca una Riforma della Previdenza e avverte che sono due le posizioni in discussione: una finalizzata a riparare i danni della Fornero, l’altra che fa capo al neo Presidente dell’Inps Boeri, che ha preannunciato per il prossimo giugno un’articolata proposta capace di garantire un reddito di sostegno ai lavoratori tra i 55 e i 65 anni in attesa di pensione. 

 

Riforma  della “Buona scuola”

 

C’è poi un problema legato alla Riforma per una “Buona Scuola”. Qui Francesco Cavallaro ha definito l’odierna situazione un caos di idee. Tutto l’impianto del documento è fortemente centralistico e l’autonomia delle scuole rischia di essere assorbita da una regolazione interamente affidata a scelte governative. A cominciare dall’assunzione dei 150 mila docenti e dalla gestione dei concorsi. La CISAL è a favore di una vera cultura manageriale nella scuola per promuovere un vero sistema di valutazione delle performance, del merito e delle qualità, da affidare a organismi assolutamente indipendenti e da utilizzare per la progressione di carriera.

 

Riforma della Pubblica Amministrazione

 

Sulla Riforma della PA c’è un mancato mea culpa da parte della politica per avere fino a oggi interferito nella gestione della cosa pubblica a soli fini clientelari. Resta il dubbio che tutte le riforme, compresa l’attuale, siano servite esclusivamente al ministro di turno per dare lustro alla propria immagine. 

Per la CISAL un pubblico impiego gestito con criteri improntati al massimo di efficienza, efficacia ed economicità presupporrebbe attribuzioni di incarichi strettamente collegati a obiettivi chiari, misurabili e raggiungibili. Noi invitiamo il governo a parlare di Pubblica Amministrazione e non di un grande moloch.

Riforma della Giustizia

 

Un giustizia che funziona rappresenta uno dei più efficaci deterrenti contro  il malaffare e la corruzione in particolare. Anche qui occorre un vero e proprio piano strategico che consenta di avere quel minimo di certezze che possano aiutare verso la voglia di fare, di intraprendere e di operare nella legalità. La Riforma della Giustizia resta ad avviso dela CISal una delle condizioni indispensabili per attrarre capitali di investimento nel Paese. 

 

Rilancio dell’autonomia

 

Avviandosi verso la conclusione, Franco Cavallaro ha dichiarato che negli ultimi anni la CISAL ha iniziato un rinnovamento della propria cultura organizzativa e del modo di fare sindacato, elevando lo spessore progettuale della propria proposta e aumentando gli spazi di partecipazione. Ecco perché da questo Congresso parte la conferma che la CISAL è punto di riferimento, quale promotore, quale potenziale polo aggregante di quanti, nel variegato mondo sindacale, si riconoscono nell’unica matrice ideale dell’Autonomia. La proposta non mira a contrapporsi alle atre confederazioni, anzi è volta a semplificare il quadro stesso della Rappresentanza e della Rappresentatività.

 

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