Magno (Gruppo Misto) su Centro Protesi di Lamezia

 

“Chiedo al Sindaco Avv. Paolo Mascaro di convocare nel più breve tempo possibile un Consiglio Comunale aperto per far conoscere alla città il futuro del Centro Protesi Inail o Polo riabilitativo sanitario”.

E’ quanto afferma il consigliere regionale Mario Magno (Misto) che in tempi recenti era già intervenuto nel merito della questione. “Appena mi sono insediato sui banchi del Consiglio regionale - osserva - ho sollecitato le istituzioni competenti e la Regione Calabria a fornire chiarimenti sul futuro del Centro Protesi Inail di Lamezia Terme. Numerosi, infatti, erano stati nel passato gli annunci non rispettati sulla sua apertura. Basti ricordare le ultime dichiarazioni del Presidente Oliverio che, in un incontro avvenuto a ottobre 2015 nei locali della Fondazione Mediterranea Terina, alla presenza del rappresentante dell’Inail Giovanni Soluri e di autorità istituzionali, aveva comunicato, entro un anno, l’apertura del Centro Protesi Inail di Lamezia. Circostanza che puntualmente è stata disattesa”.

“Oggi - continua Magno - apprendo che in un tavolo di confronto a Roma, convocato dalla Commissione Parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, il direttore generale Inail, Giuseppe Lucibello, ha assicurato che ‘la filiale di Lamezia Terme del Centro protesi aprirà e le attività in essa svolte saranno quelle individuate originariamente’. Non posso che recepire favorevolmente quanto dichiarato dall’esponente dell’Inail e dal direttore generale dell’Asp di Catanzaro Giuseppe Perri il quale ha parlato di ‘interventi strutturali che saranno conclusi ad agosto 2017’, ma in virtù delle esperienze pregresse e per una maggiore chiarezza verso la città ed i cittadini, reputo che, dopo tante attese e promesse mancate, la convocazione di un Consiglio Comunale aperto ai parlamentari lametini, ai consiglieri regionali, all’Inail, all'Asp e al Presidente della Giunta Regionale sia doverosa e opportuna”.

“Dovranno, infatti, essere comunicati all’interno della massima assemblea cittadina, sia allo scopo di coinvolgere la città che per un’assunzione precisa di responsabilità, i tempi esatti in cui il Centro Protesi Inail sarà operativo e le funzioni che andrà ad assolvere e, precisamente, se l’officina protesica e il servizio di riabilitazione e degenza - conclude Magno - saranno destinati entrambi nei locali Inail dell'area industriale o si vorrà usufruire dei locali e servizi già esistenti all’interno dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, consentendo una riduzione dei costi e una migliore gestione del personale”.

 

 

Falso invalido incassa 70 mila euro non dovuti, denunciato

I Finanzieri del Comando provinciale della guardia di finanza di Cosenza hanno scoperto una truffa ai danni dell’Inail perpetrata da un cittadino italiano che avrebbe ottenuto, indebitamente, oltre 70 mila euro a titolo di pensione d’invalidità, a seguito di un simulato “infortunio in itinere”.

L’ ”infortunio in itinere” è un istituto giuridico che, in caso d’incidente durante il viaggio tra l’abitazione ed il luogo di lavoro, riconosce alla vittima sia un’ indennità temporanea che una rendita vitalizia mensile.

Rimasto coinvolto in un incidente, il responsabile della presunta truffa avrebbe dichiarato falsamente che stava rientrando dal lavoro. Al fine di trarre in inganno l’Inail, l’uomo avrebbe comunicato orari di servizio non veritieri producendo autocertificazioni mendaci. A suffragare le dichiarazioni, un falso testimone che, ignaro di tutto, era stato falsamente indicato all’Inail.

Gli accertamenti eseguiti dalle fiamme gialle sia presso il datore di lavoro, che presso il presunto testimone oculare, hanno permesso di evidenziare che gli orari di servizio erano in realtà differenti, posto che non esisteva alcuna autorizzazione all’utilizzo del mezzo privato da parte del dipendente e, soprattutto, che il testimone oculare non era presente sul luogo dell’incidente.

L’intervento dei finanzieri ha permesso, quindi, di procedere alla sospensione dell’erogazione delle indennità ed avviare le procedure di recupero delle somme indebitamente percepite.

Il responsabile è stato, infine, denunciato alla Procura della Repubblica di Cosenza per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato (che prevede la sanzione massima della reclusione fino a cinque anni e la multa fino a 1.549 euro) e falsità ideologica in atti.

  • Published in Cronaca
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