Tredici colpi di pistola contro un negozio di frutta e verdura

Due sconosciuti in sella ad uno scooter hanno compiuto un'intimidazione ai danni di un esercizio commerciale che vende frutta e verdura a Reggio Calabria. Tredici i colpi di pistola che hanno centrato le due serrande del negozio "L'Angolo della frutta", di cui è proprietario Ficara. L'episodio si verificato poco prima delle 22 di giovedì sera a Tremulini, popoloso quartiere della città dello Stretto. Personale della Polizia Scientifica intervenuto sul luogo ha compiuto i rilievi del caso. Le indagini sono state avviate dai poliziotti della Squadra Volante. 

Testa di capretto davanti casa di un Vigile Urbano

Un'intimidazione in piena regola, quella di cui è stato vittima un agente della Polizia Municipale di Vibo Valentia, Francesco Russo, 50 anni. Ignoti hanno lasciato una sacca contenente una testa di capretto all'ingresso dell'abitazione in cui risiede a Ionadi. Fatta stamattina la macabra scoperta, si è rivolto a Filippo Nesci, Comandante dei Vigili Urbani del capoluogo che, a sua volta, ha avvisto i Carabinieri attivatisi per fare luce sull'episodio. Russo, nell'espletamento del suo servizio, si dedica quotidianamente a questioni ambientali ed agli impianti. I militari dell'Arma, nel frattempo, hanno posto sotto sequestro la testa di capretto.  

  • Published in Cronaca

Amministratori sotto tiro: una minaccia ogni giorno. I sindaci calabresi fra i più colpiti

Gli amministratori locali sono sempre più sotto tiro. Auto incendiate, lettere contenenti minacce e proiettili, spari alle abitazioni, uso di esplosivi, sempre più aggressioni verbali e fisiche. Tentati omicidi. Alcuni sindaci, anche del Nord, costretti a vivere sotto scorta. Altri che si sono dimessi per paura o pensano di farlo perché avvertono un profondo senso di solitudine e la lontananza delle istituzioni. Il rapporto 2014 di “Avviso Pubblico” presenta dati agghiaccianti relativamente alle intimidazioni e alle minacce a cui sono soggetti tante donne e uomini che ricoprono un incarico pubblico su mandato dei cittadini.

Sono 361 gli atti di intimidazione e di minaccia nei confronti di amministratori locali e funzionari pubblici censiti da “Avviso Pubblico” per l’anno 2014, il 3% in più rispetto al 2013. Un numero impressionante. Una media di 30 intimidazioni al mese. Praticamente una ogni 24 ore. E questi, sono soltanto i fatti di cui si è venuti a conoscenza consultando una molteplicità di fonti di stampa, sia nazionale che locale. Il fenomeno, per l’anno 2014, ha interessato 18 regioni, 69 province e 227 comuni, a dimostrazione di come, seppur in modo quantitativamente differenziato, quello delle minacce e delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali e del personale della PA sia un fenomeno che ha assunto un carattere nazionale.

È ancora una volta il Sud d’Italia con il 74% dei casi – sommando anche il dato delle isole – l’area geografica dove gli amministratori locali e il personale della PA risultano maggiormente esposti. Segue l’area del Nord Italia con il 14% dei casi – ottenuto sommando Nord Est e Nord Ovest – e il Centro Italia con il 12% dei casi. A livello regionale, il primato degli atti intimidatori e minacciosi nei confronti degli amministratori locali e del personale di PA per il 2014 spetta alla Sicilia – 70 casi, pari al 20% del totale – seguita dalla Puglia – che l’anno scorso aveva il primato della classifica e che nel 2014 ha fatto registrare 54 casi, pari al 14% del totale – dalla Calabria e dalla Campania, entrambe con 52 casi, pari al 14% del totale. Seguono le regioni del Centro-Nord, tra cui: il Lazio (8%), la Lombardia (4%), il Veneto e la Liguria (3%). La Sardegna si colloca al sesto posto della classifica nazionale con il 6% del totale dei casi censiti, rispetto al quarto posto registrato nel 2013. A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta ad una provincia campana, quella di Napoli (29 casi), seguita da quella di Palermo (28 casi), Cosenza e Roma (19 casi), per concludere con quella di Foggia (15 casi). 

In relazione alle tipologie di minacce e intimidazioni, come avvenuto per le passate edizioni del Rapporto, si è operato una distinzione tra minacce dirette e indirette. Le prime sono da intendersi come rivolte direttamente alle persone che in un determinato periodo storico della loro vita ricoprono un incarico politico o amministrativo. Le seconde, invece, sono riferite a mezzi e strutture pubbliche ovvero a parenti e collaboratori di persone colpite direttamente. 

Dall’analisi degli episodi riportati nella cronologia del Rapporto è risultato che la maggior parte delle minacce e delle intimidazioni sono soprattutto dirette – 83% dei casi – ed hanno come bersaglio gli amministratori locali – 73% dei casi – e, tra questi, in particolare: i Sindaci (47% dei casi), seguiti dagli assessori (25%) dai consiglieri (19%) – in particolare, capigruppo di forze politiche – per finire con i vice Sindaci (5%) e i presidenti/vice Presidenti dei consigli comunali. Nell’analisi dei dati, si è potuto constatare come ad essere oggetto di atti intimidatori siano stati non solo amministratori locali di città di medio-piccole dimensioni, ma anche Sindaci di città capoluogo come: Catania (Enzo Bianco), Livorno (Alessandro Cosimini), Lucca (Alessandro Tambellini), Monza (Roberto Scanagatti), Palermo (Leoluca Orlando). A Firenze, è stato colpito l’allora Vicesindaco e attuale primo cittadino Dario Nardella; a Venezia il Vicesindaco, Sandro Simionato. Un atto intimidatorio è stato compiuto anche nei confronti del Presidente della Provincia di Salerno, Antonio Iannone e di quello della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Francesco Spina. Tra il personale non politico minacciato direttamente, il 13% dei casi riguarda dirigenti, funzionari e impiegati della PA. Si tratta, in particolare, di comandanti e agenti di Polizia municipale; di responsabili degli uffici tecnici, del personale, dei servizi di fornitura dell’acqua e della raccolta e trattamento rifiuti; di assistenti sociali; di commissari prefettizi che amministrano comuni sciolti per mafia; di commissari straordinari e presidenti di enti; di responsabili degli uffici stampa.

Nel corso del 2014, la principale forma di intimidazione e di minaccia a cui si è ricorso contro gli amministratori locali e il personale della PA è stato l’incendio – 31% dei casi – così come nel 2013. Nella maggior parte dei fatti censiti, le fiamme sono state appiccate di notte ed hanno distrutto automobili di proprietà personale (64% dei casi), oltre che mezzi dell’amministrazione pubblica (17%), strutture e uffici pubblici (10%). A fuoco sono andate anche abitazioni di amministratori, attività commerciali e aziende di loro proprietà (9%). Gli incendi non solo hanno causato dei danni ingenti ma, in alcuni casi, hanno messo in pericolo la vita di persone che vivevano in abitazioni sotto le quali erano state parcheggiate le auto oggetto degli atti vandalici, generando paura e terrore non solo per i diretti interessati ma, altresì, per la popolazione che abita nelle vie o nei quartieri dove i fatti sono avvenuti. Insieme al fuoco, si è ricorsi a danneggiamenti delle auto di proprietà personale, mediante il taglio degli pneumatici, la rottura della carrozzeria oppure sono stati tagliati alberi da frutto situati in terreni di proprietà privata. Sono stati danneggiati e saccheggiati palazzi pubblici – com’è accaduto a Palagonia (Ct) – e sono state redatte delle scritte minacciose sui muri di palazzi pubblici. Un’altra modalità a cui si è ricorso per minacciare e intimidire amministratori locali e personale della PA è quella che abbiamo definito “minacce scritte”. In questa categoria, rientrano le lettere contenenti minacce, anche di morte (46% dei casi); lettere che, insieme ad uno scritto, contengono anche dei proiettili (calibro 7,65, 38, 357 magnum, pallottole di fucile, ecc.), o delle polveri – a ricordare il pericolo antrace durante gli attacchi terroristici dei primi anni 2000 – o una foto della persona che si vuole minacciare con segni (es. croci) e simboli (32% dei casi); lettere diffamatorie; messaggi minacciosi e intimidatori inviati via fax o postati sui profili Facebook. 

Rispetto al 2013, lo scorso anno sono quadruplicati i casi di aggressione fisica (12%), che si sono tradotti in agguati compiuti soprattutto da parte di singole persone che hanno dato schiaffi, tirato pugni, bastonate e spintoni agli amministratori locali, non solo in luoghi pubblici – lungo strade, vie o piazze, magari al termine di un comizio pubblico – ma anche all’interno degli uffici comunali. Raddoppiati rispetto al 2013, risultano i casi in cui si è fatto ricorso ad armi e ordigni (8% dei casi). Per quanto concerne le armi, queste sono state impiegate per sparare contro case e auto personali, contro mezzi e uffici pubblici (es. Municipi). Gli ordigni impiegati sono stati di vario tipo: bottiglie molotov, petardi, bombe carta, veri e propri esplosivi, come avvenuto nel caso di un assessore del Comune di S. Vito dei Normanni (Br). L’uso di ordigni si è registrato in Calabria (provincia di Cosenza), Campania (provincia di Napoli e Caserta, in particolare, in quest’ultimo territorio, contro la Sindaca di Recale) e Puglia (in provincia di Brindisi e di Taranto).

Nella maggior parte dei casi è da sottolineare come siano rimasti ignoti i soggetti che hanno messo in atto gesti di intimidazione e minaccia verso amministratori locali e personale della PA. Questa situazione testimonia, da una parte, come l’impunità sia tutt’oggi un tratto distintivo di questo fenomeno e, dall’altra, come le modalità di protezione di donne e uomini che in certi contesti operano in qualità di amministratori pubblici sia da ripensare nelle sue forme e modalità di attuazione. Un altro dato che merita di essere portato all’attenzione è la ripetitività degli atti di intimidazione e di minaccia. Nello specifico, si fa riferimento al fatto che, in determinati territori – in particolare al Sud – alcuni amministratori locali sono diventati dei bersagli in più situazioni, sia durante il 2014 che nel passato. Analizzando i fatti riportati nella cronologia del presente Rapporto, si può constatare che quando le autorità competenti sono riuscite a rintracciare dei responsabili, si è trattato per lo più di persone che vivevano condizioni di vita particolari. Trattasi, ad esempio, di disoccupati o persone che hanno perso il lavoro e non riescono a ricollocarsi, persone che chiedono sussidi pubblici, tossicodipendenti, persone sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio, pregiudicati, sorvegliati speciali, soggetti che nutrono un sentimento di odio verso migranti o nomadi. A minacciare, in certi casi, sono stati anche dipendenti pubblici – o di imprese che avevano appalti con i Comuni – nei confronti dei quali si stavano per prendere, o sono stati presi, dei provvedimenti disciplinari. Minoritarie sono risultate le situazioni in cui è stato accertato, o è possibile ipotizzare, l’intervento di personaggi legati al mondo mafioso.

 

TIPOLOGIA DI MINACCE E INTIMIDAZIONI

MINACCE VERBALI

 

• Minaccia telefonica

• Minaccia verbale con arma in pugno (es. coltello)

• Insulto verbale in luogo pubblico (strada, bar, uffici, ecc.)

 

MINACCE SCRITTE

 

• Biglietto con minacce su parabrezza di auto personali

• Lettera con minacce (anche uso di espressioni dialettali locali)

• Lettera con minacce e proiettili (calibro 22, 38, 357 Magnum, scacciacani, da carabina) 

• Lettera diffamatoria

• Lettera con minacce e foto

• Lettera con minacce e polvere

• Minaccia mediante invio di fax

• Minaccia attraverso social network

• Scritte minacciose sui muri di abitazioni personali o di uffici pubblici

 

AGGRESSIONE FISICA

 

• Aggressione fisica (da parte di singoli o di gruppi di persone): calci, pugni, schiaffi, spintoni, bastonate, uso di coltelli, tentato investimento con auto

• Tentato omicidio (Accoltellamento, tentativo di investimento con auto)

 

USO DI ARMI DA FUOCO

 

• Spari a case e auto personali

• Spari contro edifici pubblici

• Spari contro mezzi pubblici

 

USO ORDIGNI 

 

• Uso di ordini: bottiglie molotov, petardi, bombe carta, esplosivi

 

 

INCENDI

 

• Incendio abitazione, attività, proprietà e auto personali

• Incendio auto di congiunti/parenti

• Incendio ufficio pubblico

• Incendio mezzo pubblico

• Incendio oggetti davanti abitazioni personali

• Incendio oggetti davanti edifici pubblici

• Incendio discariche

 

DANNEGGIAMENTI

 

• Danni alla carrozzeria di auto di proprietà personale

• Danni a edifici pubblici

• Taglio pneumatici auto personali o dell’ente 

• Taglio di piante da frutto di proprietà personale

 

ALTRO

 

• Affissione manifesti funebri con nome di amministratori viventi

• Busta con proiettili spedita via posta

• Busta con polvere spedita via posta

• Collocazione di proiettili in uffici pubblici (davanti e dentro)

• Collocazione di proiettili in uffici elettorali

• Deposito di animali morti, o di parti del loro corpo, davanti  ad abitazioni personali o uffici pubblici

• Entrata in abitazione senza eseguire furto

• Escrementi nei pressi di uffici pubblici

• Falso allarme bomba comunicato a mass media in forma anonima

• Furto in uffici pubblici 

• Lumini cimiteriali lasciati davanti casa

• Manomissione di computer 

• Manomissione di mezzi pubblici (es. auto di rappresentanza del Sindaco) 

• Minaccia di utilizzare acido per sfigurare volto

• Pagine di giornale con disegnate bare e con scritti necrologi

• Scritta minacciosa su strisce pedonali

• Stalking

• Uso abusivo e illegale di microspie

  • Published in Cronaca

Incendiata l'auto di un docente di scuola media

Stamattina è stata incendiata la Fiat Punto di un insegnante 64enne di scuola media. L'autovettura, appartenente a T.R., era parcheggiata lungo una via di Vibo Marina. Alcune persone, di passaggio per caso nelle vicinanze, notata la presenza del fuoco, hanno avvertito i Vigili del Fuoco. I Carabinieri intervenuti sul luogo dell'incendio si sono prodigati nello svolgimento degli accertamenti che si spera possano rivelarsi utili ai fini delle indagini per risalire a responsabili e movente. Gli investigatori, tra le ipotesi che stanno vagliano, contemplano anche quella che conduce ad una vendetta da parte di uno studente nei confronti del docente. 

Intimidazioni in Calabria: ennesimo attentato ai danni di una cooperativa agricola

Settimo attentato dal 2008 ad oggi ai danni della cooperativa Goel. Ad essere preso di mira questa volta è stato il deposito in cui sono conservati gli attrezzi utilizzati per le attività aziendali. Sconosciuti vi hanno dato fuoco e si sono dileguati allontanandosi dall'agriturismo biologico "A Lanterna" a breve distanza dal faro Punta Stilo, all'inizio della strada provinciale che collega la Statale 106 alla zona superiore di Monasterace. Ciò che era custodito all'interno è stato devastato dalle fiamme, compreso un trattore indispensabile per raccogliere, a breve, gli agrumi di Goel Bio. 

Intimidazioni in Calabria: ennesimo attentato ai danni di una cooperativa agricola

Settimo attentato dal 2008 ad oggi ai danni della cooperativa Goel. Ad essere preso di mira questa volta è stato il deposito in cui sono conservati gli attrezzi utilizzati per le attività aziendali. Sconosciuti vi hanno dato fuoco e si sono dileguati allontanandosi dall'agriturismo biologico "A Lanterna" a breve distanza dal faro Punta Stilo, all'inizio della strada provinciale che collega la Statale 106 alla zona superiore di Monasterace. Ciò che era custodito all'interno è stato devastato dalle fiamme, compreso un trattore indispensabile per raccogliere, a breve, gli agrumi di Goel Bio. 

Intimidazione mafiosa ad un consigliere comunale, Tripodi (PdCI): "Episodio inquietante"

"A nome del Partito Comunista d'Italia e mio personale - scrive in una nota il segretario regionale Michelangelo Tripodi - esprimo la più piena e totale solidarietà e vicinanza all'avvocato Antonio Muscherà, Consigliere Comunale di Polistena della lista di maggioranza "Avanti Polistena", che è stato fatto oggetto di un attacco intimidatorio di chiaro stampo mafioso. Rivolgo, inoltre, la più ferma e netta condanna nei confronti di chi, vigliaccamente nell'ombra, ha recapitato un proiettile calibro 9 nello studio dell'avvocato Muscherà, compiendo un'azione delittuosa e criminale". "Mi auguro - auspica l'esponente comunista - che le forze delle ordine e le autorità preposte facciano subito piena luce su questo episodio così grave e d inquietante che provoca preoccupazione e allarme nella famiglia dell'avvocato Muscherà  e nell'intera comunità polistenese. Sono certo che l'avvocato Muscherà non si fermerà e continuerà con ancora più forza e determinazione nel suo impegno istituzionale e professionale senza arretrare di un millimetro". "Le forze criminali che puntano a scardinare l'ordine democratico e la convivenza civile non possono prevalere - conclude Michelangelo Tripodi - né a Polistena né altrove".

 

Intimidazioni, data alle fiamme l'auto di un imprenditore

Personale della Squadra Mobile ha avviato le indagini sull'intimidazione subita da un architetto, titolare di diversi night club in provincia di Cosenza. I malviventi hanno incendiato la sua Smart che era in sosta lungo viale Trieste, nel cuore di Cosenza. Il fuoco ha inghiottito una seconda vettura, un'Opel Agila, posteggiata a lato di quella finita nel mirino dei delinquenti. Il professionista, interpellato dagli investigatori, ha garantito di non aver ricevuto in passato minacce di alcun tipo. 

Subscribe to this RSS feed