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Intimidazioni a Vibo: Cavallaro chiede misure pesanti per frenare il fenomeno

"La seria e reiterata minaccia perpetrata nelle ultime ore ai danni dei colleghi Pietro Comito, direttore de 'La ctv' e Francesco Mobilio, della redazione del  Quotidiano del Sud di Vibo Valentia e che vede coinvolto anche l’avvocato Marco Talarico, ex consigliere comunale del Pd,  conferma - secondo Franco Cavallaro, Segretario Generale della Cisal e Consigliere della Federazione Nazionale della Stampa Italiana . quanto sia diventato difficile svolgere informazione in Calabria, terra dove dilaga la cultura della minaccia ai danni dei sempre più coraggiosi operatori dell’informazione. L’insano gesto mira a mettere a dura prova la capacità di reazione di una popolazione che non può non esprimere, ulteriormente, il suo più pieno sdegno contro chi persevera in una delle azioni più assurde e intollerabili se è vero che questo tipo di minaccia ha la pretesa di mettere a tacere chi quotidianamente spende la sua professione nella caparbia difesa e tutela di ogni diritto di libertà, ed in particolar modo quella legata alla necessità di fare fino in fondo il proprio dovere laddove c’è l’obbligo di formulare denunce ben precise contro lo strapotere della delinquenza organizzata. A Pietro Comito e Francesco Mobilio non basta più la solidarietà della società civile in tutte le sue articolazioni". L’intimidazione odierna - argomenta l'esponente sindacale - che sembra avere forse una precisa connotazione, tranne che non rappresenti un depistaggio considerato l’ennesimo verificarsi di una medesima circostanza,  invita tutti a riflettere seriamente e a individuare il più ideale sistema di ferma condanna  contro chi ha deciso che la minaccia clamorosa può apparire il metodo più adeguato per scoraggiare l’impegno professionale di chi continua ormai da anni a lottare contro l’illegalità e la diffusa criminalità garantendo la più libera informazione. Urgono misure pesanti per scoraggiare una volta per tutte il propagarsi di una minaccia che, se non stroncata, rischia di aumentare il livello del già preoccupante fenomeno di grande allarme sociale". "Questo vuol dire - a parere di Cavallaro - che lo Stato deve farsi carico dell’assurdo reiterare di questi gravi episodi intensificando il controllo sul territorio, garantendo al giornalista la propria libertà professionale, rassicurando la popolazione che chiede ormai da tempo e con forza il ripristino della normale condizione di vita".

 

Intimidazioni a Vibo: le riflessioni di Mangialavori (FI)

"Intimidazione grave e ignobile quella perpetrata nei confronti di tre professionisti vibonesi da tutti stimati per il loro impegno civile". La riflessione è di Giuseppe Mangialavori, consigliere regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia. "Pietro Comito, un vero e proprio fuoriclasse del giornalismo locale - afferma l'esponente 'azzurro' - che non ha lesinato energie e intelligenza per l’affermazione di una società migliore, fondata sulla legalità e su un’idea alta di giustizia sociale. Francesco Mobilio, giornalista garbato e generoso che ama la città di Vibo come pochi altri. Marco Talarico avvocato prestato per un determinato arco temporale alla politica locale con risultati più che apprezzabili. A loro va la mia personale solidarietà umana per il grave episodio registrato poche ore fa. L’auspicio è che i responsabili siano assicurati alla Giustizia nel più breve tempo possibile e ciò anche per restituire massima serenità alle loro rispettive famiglie. La Calabria, il Vibonese hanno bisogno di coraggio, ma anche di repliche concrete a ogni limitazione della libertà materiale e di pensiero. Fiducia incondizionata nelle istituzioni, nelle forze dell’ordine, nella magistratura che rappresentano i pilastri di ogni comunità civile organizzata". "Il tutto nella certezza che Pietro Comito, Francesco Mobilio e Marco Talarico avranno intorno a loro affetto, fiducia e ogni forma - è convinto Mangialavori - di tutela materiale e morale". I tre, rispettivamente direttore dell'emittente televisiva LaC, giornalista del Quotidiano del Sud" ed avvocato che in passato ha ricoperto incarichi politici locali, sono stati destinatati di una busta contenente parole minacciose, un bossolo ed un articolo pubblicato dallo stesso "Quotidiano del Sud". Sono in corso le indagini. 

Messaggi intimidatori: società femminile di calcio a 5 calabrese rinuncia a continuare

Carabinieri ed agenti della Digos stanno indagando per risalire ai responsabili delle pesanti minacce che sono state rivolte allo "Sporting Locri", una società femminile di calcio a 5. Iscritta al torneo di Serie A, rinuncerà a proseguire nelle sue attività, come annunciato da Ferdinando Armeni, presidente del sodalizio ionico. Le frasi intimidatorie hanno avuto come destinatari lo stesso  numero 1 del club, i suoi familiari ed altre persone che fanno parte dell'organigramma dirigenziale. 

   

Una storia diversa della Trasversale delle Serre: dove il lavoro supera le avversità

È spesso associata a rinvii, sprechi, problemi indefiniti. E, in effetti, la sua storia, lunga decenni, è un po' sinonimo di speranze deluse, di appuntamenti mancati, di territori rimasti “ingabbiati” mentre le occasioni passavano come treni che non ritornano. Le polemiche sul tratto Argusto-Gagliato sono solo le ultime in ordine temporale. Eppure c’è qualcosa di positivo da raccontare sulla Trasversale: è quanto sta avvenendo sul percorso vibonese, quello che dovrebbe congiungere le Serre con il relativo svincolo autostradale. Anche qui le premesse raccontano di avversità che, in questo caso, hanno assunto le sembianze di strane intimidazioni, su cui la perseverante attenzione delle forze dell’ordine ha permesso di fare luce. Passare con il buio su questo versante, uscendo da Serra San Bruno per dirigersi verso il capoluogo di provincia, e vedere i fari puntati sulla costruenda arteria stradale costantemente sorvegliata ha destato sensazioni contrastanti: da un lato la tristezza di una terra costretta a difendersi da se stessa, dall’altro la determinazione nel portare avanti un lavoro che potrà rappresentare l’embrione dello sviluppo. Lì, ancora oggi, gli operai dell’impresa Cavalleri sfidano il freddo e si muovono come formiche. Il ricordo di quella “mano invisibile”, che ha portato distruzione, ha lasciato il posto ad un presente fatto di una fatica che dà dignità. Quei mezzi carbonizzati sono quasi divenuti il simbolo della rinascita: lo scandire dei giorni e l’avanzare dei lavori sembrano quasi testimoniare una prima importante vittoria per la Calabria. Se si va avanti di questo passo, con questo spirito, ci sarà una nuova certezza. Quella secondo cui, quando ognuno fa la sua parte, l’isolamento – soprattutto culturale – può essere spezzato. E le paure, che hanno dominato quando a prevalere era la logica del tirarsi indietro, possono essere, seppur tra mille difficoltà, oltrepassate.

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Intimidazioni, frasi minatorie ed offensive davanti casa di un sindaco calabrese

Persone sconosciute, servendosi di bombolette spray, hanno scritto parole di chiaro stampo minatorio ed oltraggioso sui muri dei cancelli dell'abitazione di Giuseppe Geraci, sindaco di Corigliano Calabro, che risiede nella frazione Schiavonea. L'episodio è stato scoperto stamattina. Imbrattato anche il muretto che delimita la casa del Primo Cittadino. L'intera maggioranza, tra consiglieri ed assessori si è stretta attorno a Geraci stigmatizzando il "vile gesto". il sindaco ha denunciato l'accaduto sul quale sono state avviate le indagini del caso. 

 

Bova incontra il sacerdote vittima di intimidazione: "Nel mirino la diocesi di Mileto"

"L’allarme criminalità in Calabria  non accenna ad arretrare, ma al contrario, colpisce tutte le espressioni della società che s’impegnano a percorrere la strada della legalità, con coraggio e coerenza. L’ennesima riprova che il crimine organizzato è infastidito da quanti nei loro territori operano in difesa della legalità". E’ quanto afferma il consigliere regionale dei Democratici Progressisti Arturo Bova che aggiunge: "Oggi ho voluto incontrare don Giuseppe La Torre per esprimergli sincera solidarietà e ribadire che non sarà lasciato solo in questo momento di grande difficoltà personale e familiare". L’episodio desta particolare inquietudine anche perché - sostiene Bova - sembra innestarsi nel quadro di una strategia intimidatoria volta ad interrompere bruscamente la grande e meritoria opera di cambiamento avviata nella Diocesi di Mileto. Ne è conferma il lungo elenco di sacerdoti di questa realtà, già raggiunti da atti di intimidazione: Don Bruno Cannatelli (direttore della Caritas di Vibo), Don Rosario Badolato (Parroco di San Basilio Magno in Cessaniti), Don Salvatore Cugliari (parroco di San Benedetto di Mileto). Il dato che don La Torre non sia a capo di una comunità pastorale di riferimento, ma svolga il ruolo di cerimoniere del Vescovo di Mileto rafforzerebbe questa ipotesi di un messaggio mandato non solo al singolo, ma a tutta una Chiesa impegnata nella lotta alla 'Malapianta'".  Secondo Arturo Bova: "Suscitano sconcerto anche le modalità del vile gesto consumato sabato scorso in un parcheggio condominale e non piena notte, ma solo alle 23.00, in un orario quindi in cui sarebbe stato possibile coinvolgere persone inermi". "Alla luce di questi ulteriori gravissimi episodi - rilancia - è assolutamemte improrogabile la visita in Calabria del Vice Ministro dell’Interno, Bubbico, già programmata per questo mese e per la quale chiederò di allargare la partecipazione all’incontro a tutte le associazioni antimafia del territorio. Vista anche la gravità del danno economico causato alla famiglia di Don La Torre – conclude il consigliere regionale Arturo Bova - ritengo sia necessario approfondire la discussione già avviata con il collega Orlandino Greco in merito alla necessità di costituire un fondo di solidarietà che accompagni i fondi già previsti per le vittime della criminalità". 

 

Regione, Greco propone legge per amministratori vittime di intimidazioni

"I dati della relazione conclusiva della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali – si legge nella relazione - offrono un quadro allarmante: dal 1 gennaio 2015 i primi cittadini dei comuni calabresi di Motta Santa Lucia, Amaroni, Albidona, Zagarise, Tropea, Stefanaconi, Brancaleone e Monasterace hanno pagato in prima persona il prezzo, soprattutto in termini economici ma anche di perdita della serenità familiare e personale, del ruolo istituzionale che ricoprono, a causa di una serie di attentati, atti intimidatori e minacce che si sono ripetuti più volte anche a danno degli stessi amministratori". "Negli ultimi mesi del 2014 non sono stati pochi i casi all'attenzione della Commissione d'inchiesta per i quali sono stati individuati e arrestati i responsabili. E' un primo segnale positivo, in controtendenza, che aiuta a rompere la solitudine di chi combatte in trincea. Ma la Regione – sottolinea Orlandino Greco -  può e deve fare di più perché le perdite economiche che i sindaci sono costretti ad affrontare, pesano non poco sui bilanci familiari, compromettendo il proseguo dell'azione amministrativa all'insegna della legalità e dell'interesse collettivo. Alla luce di tutto ciò, ho presentato una proposta di legge con l'obiettivo di offrire una tutela ai sindaci (i più colpiti da atti intimidatori) dei comuni calabresi, nonché agli amministratori locali in genere, attraverso un indennizzo, al fine di non fare sentire gli amministratori locali abbandonati dalle istituzioni sovracomunali e, soprattutto, al fine di creare un deterrente a simili azioni criminali, colmando un vuoto legislativo regionale in tal senso. Solo la Regione Sardegna infatti – evidenzia Greco - ha una legge simile approvata nel 1998 e i dati statistici dimostrano come, proprio a seguito di quella data,  ci sia stata una drastica riduzione delle azioni intimidatorie nei confronti degli amministratori locali. L'istituzione di un nuovo di capitolo a copertura delle spese derivanti dall'attuazione della presente proposta di legge garantirebbe un risarcimento nei confronti di amministratori dei comuni calabresi purché presentino i requisiti di risarcibilità elencati nella proposta di legge. Sono previsti dei requisiti particolari per l'ottenimento dell'indennizzo dei danni causati da attentati subiti nell'espletamento del mandato o entro un anno dalla cessazione del medesimo, e comunque in relazione all'esercizio delle funzioni ricoperte. La Regione Calabria, inoltre, potrà esercitare azione di rivalsa nei confronti dei responsabili eventualmente individuati anche in seguito all'erogazione dell'indennizzo”. "Attraverso questa proposta di legge la Regione vuole stringersi intorno ai sindaci e agli amministratori locali che troppo spesso affrontano nella solitudine il dramma di chi subisce atti intimidatori nell'esercizio delle proprie funzioni. L'idea – conclude Orlandino Greco -  è quella di costruire una catena istituzionale e sociale che unisca amministratori locali, Regione, forze dell'ordine e magistratura a difesa della legalità e a sostegno di chi quotidianamente si impegna a svolgere il proprio compito con serietà, passione e sacrificio contro ogni forma di violenza". 

 

Spari contro il palazzo in cui abita ex presidente Field

La Polizia ha avviato le indagini su un episodio inquietante avvenuto ieri sera: otto colpi di pistola sono stati esplosi in direzione del portone d'ingresso di un palazzo ubicato in via Amantea, a Cosenza. un gesto che ha provocato tanto spavento, ma fortunatamente nessuno è stato colpito dai proiettili. L'edificio è abitato, fra gli altri, da Mimmo Barile, già a capo della Fondazione Field e candidatosi in passato, per la coalizione di centrodestra, alla guida dell'Amministrazione Provinciale di Cosenza. Nello stabile sono ospitati anche gli uffici di un'azienda che opera nel settore edilizio e di cui è titolare la moglie di Barile. In un altro appartamento risiede, invece, un soggetto che è stato implicato in vicende giudiziarie. Gli investigatori stanno lavorando in queste ore per dare un movente ed un volto ai responsabili dell'atto intimidatorio. 

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