Giannetta (FI): "Navigator, ennesimo pasticcio dei 5 Stelle”

“Navigator, ennesimo pasticcio dei 5 Stelle”.

Lo dichiara Domenico Giannetta, Consigliere regionale di Forza Italia.

“Ricordate quando il Ministro Di Maio annunciava in pompa magna la rivoluzione del Reddito di Cittadinanza e la grande scommessa dei Navigator, assunti per aiutare i percettori a trovare lavoro?”

“Bene - dichiara Giannetta - come volevasi dimostrare, il reddito di cittadinanza è stato un fallimento totale, da ben 180 milioni di euro: l’85% dei percettori non ha trovato lavoro stabile e, come se non bastasse, i navigator rischiano di perdere il lavoro dal 30 Aprile”.

“Con i navigator - continua Giannetta - il M5S ha creato un nuovo esercito di tremila precari, tutti laureati con 107, in media di 35 anni, per metà donne, in prevalenza laureati in Giurisprudenza, Economia o Psicologia, assunti per navigare su internet, sulla banca dati web, alla ricerca di lavoro per i percettori del reddito di cittadinanza, pena la perdita del beneficio”.

“Peccato però - incalza il consigliere forzista - che il Ministero del Lavoro non abbia attivato la banca dati nazionale integrata cui attingere le offerte di lavoro; che i percettori di reddito di cittadinanza (se ne contano 1 milione e trecento mila) non abbiano avuto remore a rinunciare alle offerte, perché, in caso di rifiuto, non perdono il beneficio. Il Ministero del Lavoro si è infatti “dimenticato” di emanare i decreti attuativi rendendo evidentemente inutile la misura e, in alcuni casi, più comodo percepire reddito piuttosto che lavorare”.

“Per non parlare poi - continua ancora Giannetta - delle distorsioni che si sono riscontrate nella erogazione del reddito, intascato da famiglie che non ne avevano bisogno, lasciando scoperte intere sacche di povertà. Una misura che ha creato iniquità sociale e un mercato nero dei beni acquistati con la carta prepagata, volendo sorvolare sui soldi finiti nelle mani di soggetti affiliati alle famiglie criminali. Il che è grave, soprattutto adesso, se si considera che dallo sblocco dei licenziamenti il numero dei disoccupati italiani potrebbe raddoppiare”.

“Una cosa è certa - dichiara Giannetta - il Movimento 5 Stelle non ammetterà mai il proprio flop colossale”.

“Per i navigator, con la stampella del PD, pare voglia mettere una toppa fino a fine anno, per poi scaricare sulle regioni il problema della loro stabilizzazione. Tattiche con cui il Movimento 5Stelle gioca a nascondino orientando il Governo più a salvare la faccia, o la poltrona, che a risolvere problemi reali”.

“In Calabria i navigator sono 163 - conclude Giannetta - e il Governo si deve assumere le responsabilità del futuro di questi giovani, illusi sulle vie di Damasco”.

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Reddito di cittadinanza ad esponenti della 'ndrangheta, Wanda Ferro:"scenario scandaloso"

«Una nuova operazione di polizia giudiziaria, questa volta condotta dai carabinieri di Gioia Tauro con nome in codice “Jobless Money”, ha portato alla luce l’assegnazione del reddito di cittadinanza a 37 persone senza requisiti, in gran parte appartenenti alla potente cosca di ‘ndrangheta Piromalli-Molè. Secondo quanto emerso dalle indagini, alcuni dei percettori avevano già subito condanne per associazione mafiosa.  Abbiamo denunciato più volte i tantissimi casi in cui le risorse destinate a dare sostegno economico alle famiglie davvero bisognose finiscono nelle tasche di mafiosi, spacciatori e delinquenti. E’ incredibile che in questo scenario scandaloso, confermato da numerose inchieste delle forze dell’ordine e della magistratura, anziché puntare a rafforzare il sistema dei controlli, come proposto da Fratelli d’Italia,  il capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi sostenga che il reddito di cittadinanza ha strumenti di sorveglianza e vigilanza straordinari. Tanto straordinari che rendono possibile finanziare, di fatto, gli appartenenti ad organizzazioni criminali, sottraendo risorse che andrebbero destinate a chi ha davvero bisogno, soprattutto in un momento di grave crisi per il mondo del lavoro, con tante famiglie a rischio di nuova povertà anche a causa dei ritardi del governo nell’erogazione degli ammortizzatori sociali». 

E’ quanto afferma il segretario della Commissione parlamentare antimafia Wanda Ferro, di Fratelli d’Italia.

Reddito di cittadinanza a esponenti di spicco della 'ndrangheta, denunciate 37 persone

Sono 37 i nuovi “furbetti” del reddito di cittadinanza coinvolti nell’operazione dei carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro denominata “Jobless Money”.

Le indagini, condotte dai militari di Gioia Tauro col supporto specialistico del Nucleo ispettorato del lavoro, sono il frutto di un’attenta attività di analisi delle istanze presentate dai percettori del reddito di cittadinanza dalle cui verifiche, effettuate anche attraverso un esame incrociato dei dati acquisiti con le informazioni presenti nelle banche dati in uso alle forze di polizia e con riscontri sul terreno, è stato possibile appurare numerose irregolarità nelle procedure di attestazione e del possesso dei requisiti previsti.

Diverse le anomalie emerse nel corso degli accertamenti espletati sui percettori del sussidio, la gran parte dei quali ritenuti elementi di spicco della cosca di ‘ndrangheta Piromalli – Molè di Gioia Tauro.

Tra questi figurano non solo persone già condannate per associazione a delinquere di stampo mafioso (due dei quali allo stato sottoposti a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno) e figure considerate apicali della ‘ndrangheta del mandamento Tirrenico, ma anche donne che, intenzionalmente, avevano omesso di segnalare agli enti competenti all’erogazione del reddito di cittadinanza la presenza all’interno del proprio nucleo familiare di soggetti detenuti all’ergastolo in regime di cui all’articolo 41 bis, già elementi di spicco della locale consorteria di ‘ndrangheta, gravati da misure cautelari personali ovvero condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Inoltre, durante le indagini sarebbero emerse false attestazionattestazioni relative all'indicazione della reale residenza e dei componenti del nucleo familiare, atteso che la norma consente che l’elargizione debba essere effettuata tenendo conto anche dell’effettivo “reddito familiare” e non solo del singolo richiedente: dal caso della madre con i figli, entrambi percettori di reddito di cittadinanza, i quali avevano dichiarato di appartenere a due nuclei familiari distinti, benché nei fatti conviventi sotto lo stesso tetto; al giovane che aveva fittiziamente modificato l’indirizzo di residenza presso un’abitazione diversa, rivelatasi poi essere un vero e proprio rudere fatiscente e in stato di abbandono, privo di utenze e servizi.

Eclatanti, inoltre, i casi di altri soggetti che, nonostante fossero stati destinatari - a seguito di condanna passata in giudicato - della pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e quindi impossibilitati ad accedere a qualunque tipo di beneficio pubblico, erano riusciti ad ottenere comunque l’erogazione del reddito di cittadinanza ovvero quello di un cittadino che, pochi mesi prima di ottenere il reddito di cittadinanza, aveva acquistato un veicolo nuovo, a conferma di un tenore di vita normale e comunque di un profilo soggettivo non rientrante nelle categorie previste dalla legge come possibili destinatari del beneficio.

Le irregolarità riscontrate, a carico di 37 cittadini, di cui 33 italiani e 4 stranieri, hanno consentito di stimare il danno erariale complessivo arrecato alle casse dello Stato in circa 279 mila euro, scongiurando, per il il futuro, un ulteriore esborso di circa 134.500 euro, somme che i percettori avrebbero altrimenti incassato senza il tempestivo intervento dei militari dell’Arma.

Gli esiti delle indagini sono stati quindi immediatamente segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, che ha dato il nulla osta all’interruzione dell’elargizione del sussidio a favore delle 37 persone che i carabinieri hanno denunciato a piede libero.

Ai domiciliari, ma incassa il reddito di cittadinanza: denunciato

I carabinieri della Stazione di Scandale (KR) hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone un 41enne del luogo, ritenuto responsabile di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

In particolare i militari, al termine di specifici accertamenti, hanno appurato che l’uomo, al fine di ottenere il reddito di cittadinanza, avrebbe omesso di dichiarare la misura cautelare degli arresti domiciliari cui era sottoposto, elemento impeditivo al rilascio ed al mantenimento del beneficio.

Il danno arrecato alle casse erariali è stato stimato in circa 4 mila euro.

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Reddito di cittadinanza, tra i 18 furbetti anche la moglie del boss detenuto al 41 bis

Oltre che sui furbetti del cartellino, sui falsi invalidi e sui falsi braccianti, negli ultimi mesi l’attenzione dei carabinieri reggini si è concentrata anche sui “furbetti” del reddito di cittadinanza.

In particolare, i carabinieri della Compagnia di Taurianova, grazie alle Stazioni dislocate in vari comuni della Piana di Gioia Tauro, in particolare Varapodio, Giffone, Molochio, San Martino di Taurianova, Cittanova e Cinquefrondi, hanno svolto un'azione di controllo e verifica a carico dei percettori del reddito di cittadinanza, al fine di verificare la regolarità delle procedure e quindi dell’effettivo possesso dei requisiti previsti.

Dall'operazione, denominata “Dike”, sono emerse una serie d'irregolarità a carico di 18 persone, con un danno erariale stimato in circa 50 mila euro, che i carabinieri hanno segnalato all’autorità giudiziaria di Palmi e ai competenti uffici dell’Inps, che hanno immediatamente interrotto l’elargizione del sussidio.

Tra le irregolarità emerse dagli accertamenti figurano, non solo percettori del sussidio che lavoravano in nero, ma anche beneficiari che avevano presentato false attestazioni circa la residenza o il reddito familiare.

 Ancora più clamorosa la vicenda di una donna che, nella documentazione prodotta, aveva “dimenticato” di segnalare che nel nucleo famigliare non era più presente il marito, considerato un importante boss della ‘ndrangheta, ristretto in carcere da 6 anni per una condanna definitiva per associazione mafiosa e sottoposto al 41bis.

 

'Ndrangheta, scoperti 101 boss con il reddito di cittadinanza

Sono 101 gli ‘ndranghetisti o presunti tali, ritenuti organici alle maggiori cosche del Reggino, che avrebbero beneficiato del reddito di cittadinanza.

Tra di loro, figurerebbero esponenti, anche di spicco, delle più note famiglie di ‘ndrangheta operanti nella piana di Gioia Tauro o delle potenti ‘ndrine reggine.

Altri invece, sarebbero capibastone delle maggiori cosche della Locride.

È quanto è emerso dall'inchiesta "Mala civitas", condotta dai finanzieri di Reggio Calabria che hanno inizialmente interessato una platea di oltre 500 pregiudicati per reati riferibili ad associazione di stampo mafioso.

L'indagine si è conclusa con la denuncia all’autorità giudiziaria di Reggio Calabria, Locri, Palmi, Vibo Valentia e Verbania di 101 persone richiedenti la percezione delle pubbliche provvidenze e di ulteriori 15 sottoscrittori delle richieste irregolari.

Inoltre, tutti sono stati segnalati all’Inps per l’avvio del procedimento di revoca dei benefici ottenuti, con il conseguente recupero delle somme già elargite che ammontano a circa 516 mila euro.

Nel contempo, sarà interrotta l’erogazione del sussidio che avrebbe altrimenti comportato, fino al termine del periodo di erogazione della misura, un’ulteriore perdita di risorse pubbliche per oltre 470 mila di euro.

 

Reddito di cittadinanza ad ex br, Wanda Ferro (FdI): "Scandaloso, sia revocato il sussidio"

“È scandaloso che la brigatista rossa Federica Saraceni, condannata a 21 anni e mezzo di carcere per l’omicidio di Massimo D’Antona, e attualmente ai domiciliari, riceva il reddito di cittadinanza”.

È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, commentando le notizie riportate dalla stampa.

“La vicenda non ci sorprende, perché abbiamo più volte denunciato che il sussidio sarebbe finito anche nelle tasche di delinquenti. Come Fratelli d’Italia abbiamo presentato diversi emendamenti per scongiurare questo rischio, ma sono stati puntualmente bocciati dalla maggioranza. Oggi scopriamo che una terrorista condannata per un crimine orrendo riesce a prendere dalle tasche degli italiani perbene più di 600 euro al mese, solo perché la legge consente di assegnare il sussidio anche a feroci criminali se la loro condanna definitiva risale a più di dieci anni prima. Ma soprattutto non comprendiamo quale proposta di lavoro la Saraceni potrà accettare visto che si trova sottoposta alla misura degli arresti domiciliari. Si tratta di un fatto gravissimo, rispetto al quale interrogheremo il governo, chiedendo la revoca immediata del sussidio e la modifica della normativa”.

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Reddito di cittadinanza e quota 100, a Vibo doppio appuntamento per il M5s

Doppio appuntamento per il Movimento 5 stelle e per il Meetup “Vibonesi in movimento”, che sabato prossimo (2 febbraio), a Vibo Valentia incontreranno i cittadini per parlare di reddito di cittadinanza e quota 100.

In mattinata sarà allestito un gazebo informativo in piazza Santa Maria, per mettere al corrente i cittadini sulle opportunità previste dalle due leggi.

Dalle 18, invece, nel punto d’incontro del Movimento 5 stelle, su corso Vittorio Emanuele III (accanto la Prefettura), si terrà un incontro per spiegare nei dettagli i meccanismi del reddito di cittadinanza e di quota 100.

All'appuntamento parteciperà il deputato Riccardo Tucci.

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