Fabrizia, presentato il vocabolario dialettale "La Palora" di Franco Carè

E’ stato presentato presso l’aula consiliare del palazzo municipale di Fabrizia il libro “La Palora – Cenni di grammatica e fonetica con dizionario della parlata di Fabrizia” di Franco Carè, già autore di numerosi lavori sul mondo fabriziese, la cui dedizione al paese natio è stata già particolarmente profusa nella pionieristica opera “La Cavalera – 400 anni di storia di Fabrizia” del 1991. La cerimonia ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni socio-culturali, del mondo accademico, nonché di professionisti e cittadini, i quali sentono ormai profondo il bisogno di riscoprire una cultura popolare caparbiamente radicatasi nella memoria e nella coscienza collettiva. A fare gli onori di casa e a moderare la manifestazione è stata Maria Cirillo che ha sottolineato come «i progetti come questo volume nascono dal cuore e poi diventano fatica. Franco Carè, nel suo vocabolario, non ha lasciato nulla al caso ed è un’opera veramente completa». Raffaele Cirillo, presidente del comitato “Aurora di Fabrizia” ha per la presenza il sindaco, Antonio Minniti, il deputato del Partito democratico Bruno Censore, il comandante della stazione dei carabinieri, maresciallo Giuseppe Pelaia, e il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Fabrizia, Clelia Bruzzì, giunta alla manifestazione con una delegazione di alunni e alcune insegnanti.  A prendere la parola, Iolanda Tassone del gruppo facebook “Sei di Fabrizia se” che ha espresso il concetto del gruppo come luogo di ritrovo: «È un luogo d'incontro per tutti noi – ha detto la Tassone - dove si condivide tutto ciò che fa parte della nostra Fabrizia, da qui la proposta di Franco Carè di aiutarlo nel suo lavoro della ricostruzione della parlata del nostro paese». Vincenzo Costa dal canto suo ha analizzato il contenuto del libro: «È un libro per Fabrizia e i suoi ragazzi. Da qualche anno – illustrato Costa - il mondo ha riscoperto le peculiarità della cultura locale che si contrappone a quella della globalizzazione ed il libro va in questa direzione. La scuola è sicuramente un laboratorio dove s'imparano concetti ma anche un luogo dove s'insegna ad essere uomini. Il libro è una guida nel mondo dialettale fabriziese che è la prima cosa che s'impara nella prima struttura dell'apprendimento». Costa ha poi illustrato alcuni vocaboli che fungono da esempio di come il volume possa essere utilizzato a più strati. Per Franco Bava si tratta di «una grande opera per la quale mi compiaccio del fatto che l'autore si è avvalso anche della mia raccolta di vocaboli dialettali. La stesura di un dizionario – ha detto riferendosi all’autore - prevede la capacità organizzatrice dell'autore e la minuziosa ricerca dei vocaboli tra la nostra gente, di quel linguaggio a volte dolce a volte forte che esprime l'anima della nostra terra». Franco Carè, autore del corposo volume, ha rivelato quali sono state le origini del libro: «Avevo degli appunti dai tempi de “La Cavalera” su cui avevo scritto usi, costumi e vocaboli fabriziesi. La prima intenzione era quella di fare una sorta di saggio scientifico, poi Vincenzo Costa mi ha fatto cambiare idea optando per il vocabolario. Una idea alla quale – ha svelato - ha concorso anche un aspetto nostalgico dovuto alla morte di mia madre. Da qui sono andato a studiare l'ambito dialettale internazionale e meridionale, andando a scuola in altri paesi europei dove ho appreso la fonetica dialettale. Ho quindi scoperto la cultura paurosa del nostro dialetto del quale a volte ci vergogniamo. L'opera – ha detto in conclusione l’autore - è il frutto di tante cose messe insieme con il quale ho voluto raggiungere tre obiettivi: uno stimolo per le nuove generazioni, essere di aiuto per chi vuole leggere e scrivere il dialetto e un mezzo per mantenere in vita l'identità sociale e culturale del nostro paese». A chiudere la presentazione l’intervento del primo cittadino di Fabrizia, Antonio Minniti, che ha espresso apprezzamenti e ringraziamenti «per il lavoro di Franco Carè che fa seguito alle altre sue pubblicazioni su Fabrizia che hanno consentito al nostro paese di farsi conoscere in ambito nazionale. Il suo lavoro s'inserisce anche in tutta una serie di manifestazioni a cura dell’amministrazione comunale che hanno il ruolo di riscoprire la storia, le tradizioni e l'identità fabriziese».

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