Nicola Gratteri agli alunni di Serra: parola d'ordine "Arginare la mafia"

Mafia, cultura ed istruzione. Questi i temi affrontati nel corso dell’incontro che il Procuratore della Repubblica di Catanzaro e capo della DDA Nicola Gratteri, ha avuto con gli alunni e con gli insegnanti dell’Istituto comprensivo ‘A.Tedeschi’, diretto dal dirigente scolastico  Giovanni Valenzisi. La manifestazione, che si è svolta nell’ambito del progetto ‘Educare alla legalità e alla cittadinanza attiva’, curato dalla professoressa Rosaria Costantino, si è tenuta in un’affollata aula magna ‘V. Gambino’, del plesso scolastico. Ad aprire i lavori, oltre al dirigente scolastico che ha rivolto ai presenti i saluti di rito, il sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone e il giornalista Sergio Pelaia che ha introdotto e moderato appassionatamente il dibattito.  Il problema della criminalità organizzata è stato subito centrato dall’intervento del Procuratore Gratteri che si è rivolto soprattutto agli alunni, perché «parlare agli adulti è tempo perso» anche se i giovani di oggi «sono viziati e iperprotetti dai genitori». Una stoccata nei confronti della società odierna mentre successivamente ha ribadito il concetto che anche se la mafia non la si può sconfiggere «la si può certamente arginare». 

Gli alunni hanno quindi rivolto al Procuratore una serie di domande sul tema centrale che è quello della criminalità organizzata, ma anche su altri temi non meno interessanti come la droga, la corruzione della politica,  i problemi irrisolti, l’assenza dello Stato, l’abbandono del territorio, la disoccupazione e il sottosviluppo economico. A tutti il Procuratore ha dato delle risposte pregne di significative ed esaurienti argomentazioni che sono servite per dare ai giovani vere e proprie lezioni di vita. «La mafia non è l’anti-stato –ha evidenziato Gratteri – è sempre a braccetto con le istituzioni e con chi sta al potere e ha sempre bisogno del consenso popolare. E’ un fenomeno che si può arginare, questo sì, ma personalmente non ho mai parlato di sconfiggerla del tutto». Poi sul problema della droga che tanto interessa ai giovani da parte del magistrato antimafia è giunto un secco ‘no’ alla liberalizzazione delle droghe leggere: «Sono contrario a tutto ciò che crea dipendenza. Uno Stato democratico non può permettersi il lusso di legalizzare ciò che fa male». Qualche risposta anche alle domande che di più hanno stimolato la curiosità dei ragazzi: «Perché ho deciso di combattere la mafia? L’ho fatto perché sono cresciuto con genitori che mi hanno insegnato il valore dell’onestà». Non sono mancati riferimenti al suo ultimo libro “Padrini e Padroni, scritto a quattro mani insieme ad Antonio Nicaso, un libro pregno di valori educativi che, come il dirigente Valenzisi ha ben sottolineato, fa emergere la figura di Gratteri come «un maestro, un professore, uno di noi, impegnato ogni giorno a combattere un mondo nel quale non vorremmo né padrini né padroni».

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