Paesi di Calabria: Nicotera

Alle falde meridionali del Monte Poro, sul versante sinistro del Capo Vaticano, tra mare e collina, a 210 mt (s.l.m.) troviamo Nicotera, antico paese, oggi rigogliosa e vivace città del territorio vibonese. È antico centro urbano che si divide tra il vecchio agglomerato sul cocuzzolo e la Marina. Le sue origini risalgono al periodo magnogreco perché “fu questa città edificata dai Locresi con nome Madama per detto di Strabone, Madama Locrorum aedificium come pensa Ecateo, riferito da Stefano, dal vicino fiume della medesima dominanza; se non piuttosto giusta il rapporto di Marafioti, dal vicino fiume dell’oggidì Mesima, ed in qual tempo cambiata si volle in Nicotera, non già in Nicodro, come lo scrisse Fra’ Leandro, egli non è troppo chiaro”(P. G. Fiore). Il toponimo di Nicotera appare per la prima volta sugli Itinerari dell’imperatore Antonino 3° sec. d.C.) e secondo l’Ughelli, in “Italia Sacra”, il nome pare sia stato imposto da una flotta romana che approdata sulle coste, dopo una battaglia vittoriosa, trovatele disabitate, vi lasciò dei soldati. Per questo il Barrio, nel “De Antiquitate et Situ Calabriae”, sostiene  che l’etimo di Nicotera potrebbe derivare dal bizantino Nikoteras che significa “Astro della Vittoria”. La vecchia Nicotera di oggi, dopo quella greca e romana e quella bizantina distrutta dalle incursioni saracene, è stata rifondata e fortificata dai Normanni e precisamente da Roberto il Guiscardo nel 1065 e ricostruita ancora dal Conte Ruggero II dopo altri assalti saraceni. Le ricostruzioni normanne diedero al centro urbano le tipiche regole artistico-architettoniche ambientali dei barbari della Normandia: quindi Castello e Cattedrale dai quali si diramano le strade che costituiscono l’ossatura dei quartieri circostanti. Nel tempo Nicotera fu tenuta da tanti feudatari e con alterne vicende. Dopo l’estinzione di Normanni e Svevi, s’insediarono gli Angioini e gli Aragonesi, protagonisti di infinite e reciproche lotte. Nel frattempo non mancarono di infierire ancora i Saraceni che l’assalirono nel 1638 ed un secolo dopo fu anche distrutta dal terribile sisma del 1738. In periodo feudale la possedettero prima i Ruffo di Catanzaro, poi i Sanseverino; proprio Enrico, di questa Casata, chiese e ottenne da papa Bonifacio IX che Nicotera fosse eretta per la seconda volta sede vescovile: era già stata centro episcopale sino al 950 ed un suo vescovo, Sergio, partecipò al Concilio di Nicea II sotto il papato di Adriano nel 787. Dopo i Sanseverino, il feudo nicoterese ritornò ai Ruffo per mano di Novella e, alla morte di questa, lo ebbero i Marzano ed infine ancora i Ruffo fino all’eversione feudale. Visitando Nicotera, nel suo centro storico, incontriamo il quartiere della Giudecca, testimonianza dell’attiva presenza di numerosi nuclei di Ebrei che, nonostante le ricostruzioni operate nel tempo, conserva un fascino particolare. All’interno del suo territorio, Nicotera offre importanti beni culturali che sono, appunto, la testimonianza della sua plurimillenaria storia. Tra la Marina sino alla foce del Mesima vi troviamo resti della prima età del ferro, poi i ruderi di una necropoli romana e quelli di edifici dell’età classica con un pozzo di età imperiale in località Badia. Poco fuori del centro storico, la torre di Capo San Pietro del XVI sec., la chiesa della Madonna della Scala fatta edificare per volontà di Gioacchino Murat ed il Convento cinquecentesco di San Francesco di Paola. Nella parte più antica dell’abitato emerge la maggiore attrazione per i visitatori: il castello normanno la cui costruzione risale al 1065 e voluta da Roberto il Guiscardo. Distrutto dai Saraceni nel 1074 e nel 1085, fu ricostruito da Ruggero II e l’ultima sua ricostruzione si ebbe nel 1763 su progetto dell’ing. Ermenegildo Sintes, voluta dal Conte Falcone Antonio Ruffo e da questa famiglia abitato fino al 1889. Detto castello è imponente e caratterizzato da una purezza di linee architettoniche. Del maniero resta la Portagrande che fungeva da ingresso e si impernia su tre torri ubicate ai vertici di una struttura di forma rettangolare con cortile centrale. Oltre al castello, Nicotera offre anche la Cattedrale che, stante la tradizione, sorge sulle rovine di un antico tempio greco dedicato a Diana. Secondo P. Fiore, la costruzione risale al 596 quando era primo vescovo della Chiesa di Nicotera un tal Procolo. La Cattedrale non ebbe sempre vita facile e più volte fu saccheggiata dai Saraceni con la devastazione finale del 1086. Proseguendo nelle alterne vicende della Chiesa nicoterese, notiamo che, durante le contese tra Angioini ed Aragonesi, nel 1034 la Cattedrale fu soppressa e ridotta a Collegiata aggregata alla Chiesa di Mileto. Tale soppressione durò 90 anni, fin quando insomma, il feudatario Enrico Sanseverino ottenne da Bonifacio IX nel 1392 la reintegrazione del Seggio episcopale. Tra le tante altre traversie, ricordiamo che nel 1638, a seguito di un saccheggio turco, la Cattedrale fu gravemente danneggiata e soprattutto il bel Crocifisso, ivi custodito ed oggi ben visibile, fu colpito da arma da fuoco. Oggi la Cattedrale presenta una facciata improntata ad un classicismo seicentesco con influenze barocche. All’interno, a tre navate con soffitto a volte, vi troviamo l’altare maggiore in marmi policromi con al centro la nicchia in cui è custodito il gruppo dell’Assunzione con la Madonna sostenuta da un gruppo di angeli che poggiano su un tronetto. L’intera opera lignea dipinta al naturale risale al 1857 ed eseguita dai Fratelli Scrivo di Serra San Bruno. Nella navata sinistra è ubicata l’egregia cappella della Madonna delle Grazie con decorazioni in marmo grigio e l’altare in marmo verde di Calabria; sulla sovrastante nicchia è collocata l’omonima statua marmorea attribuita al Gagini del XV sec. e proveniente dalla distrutta chiesa conventuale dei Francescani Osservanti. Ancora, una lapide sepolcrale di Fra’ Paolo da Sinopoli e frammenti del sepolcro quattrocentesco del Vescovo G. de Ursa morto nel 1405. Oggi la Nicotera di un tempo si conurba, anche egregiamente e senza disfunzioni di sorta, con la Marina dove di antico vi rimane la settecentesca chiesa dell’Immacolata, detta anche dei Pescatori. All’interno di questa vi sono conservati pregevoli affreschi e soprattutto l’artistica facciata con l’antica torre campanaria e nello spazio antistante una bella statua marmorea della Vergine. Il quartiere marinaro ormai è entrato a pieno titolo nel circuito turistico mondiale. Insomma grazie anche alla presenza del grande complesso alberghiero Club Mediterranè, Nicotera è divenuta, negli ultimi anni, un accogliente centro balneare che ben si sposa con gli elementi storici ed architettonici presenti nel quartiere antico. Sulla sua costa vi sorgono tante e belle ville, alberghi ed altre strutture ed infrastrutture ricettivo – ricreative che richiamano turisti da ogni dove. Infine a nord della costa nicoterese la scogliera detta della Preicciola molto frequentata dai pescatori subacquei. Chi viene da lontano a Nicotera non si fermerà di sicuro soltanto sulla sua bella costa ma avrà l’opportunità di entrare oltre che tra i palazzi alti della nobiltà di un tempo e nelle sue chiese, anche nei suoi Musei: quello dell’Arte Sacra ed al suo interno la Pinacoteca, il Palazzo vescovile ed il Museo Archeologico nel Castello.

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