Riti e tradizioni serresi: il Pecorello di San Giovanni Battista

E’ l’oggetto sacro che più di ogni altro attira l’attenzione, una volta entrati nella sagrestia della chiesa dell’Assunta di Terravecchia. Si tratta dell’Agnus Dei, ai serresi più noto e caro con il nome di Piecuriedhu di San Gianni. Nella memoria dei più anziani è vivo ancora il ricordo di una processione particolarissima: la processione, appunto, di questo simulacro ligneo che veniva ricoperto dai fedeli di monili. Il 24 giugno, Solennità della Nascita di San Giovanni Battista, dopo la Curunedha (cioè la messa con il canto dell’Ufficio) il Pecorello veniva portato in processione dal Seggio Priorale dell’Assunta, tra l’allegro suono degli zampognari. I monili erano affissi alla statuetta per devozione dalle ragazze in procinto di sposarsi: il Pecorello, infatti, sostava nelle case delle promesse spose per benedirne la dote. Questa tradizione, però, fu abolita da monsignor Armando Fares sotto il priorato del dottor Luciano Cordiano, nel 1964, in quanto ritenuta tradizione pagana. La statua del Pecorello, opera dell’artista serrese Michele Amato, fu realizzata nel 1850 e donata dallo stesso Amato alla congregazione dell’Assunta in segno di devozione al Santo Precursore. Michele Amato, ci informano i libri contabili della congregazione, nel 1864 restaurava inoltre la Statua del Santo venerata nella stessa chiesa, anch’essa un tempo portata in processione durante una festa molto sentita dai confratelli dell’Assunta di Terravecchia. A San Giovanni Battista era, infatti, dedicato l’edificio ecclesiastico, prima che nel 1694 divenisse Titolare Maria SS. Assunta in Cielo, in seguito all’erezione dell’omonima confraternita. La piazza antistante la chiesa reca nel suo nome il ricordo di un culto sempre vivo a Serra San Bruno, quello appunto di San Giovanni Battista, protettore degli eremiti e scelto dai Certosini quale celeste patrono, poiché San Bruno avrebbe fatto il suo ingresso in Chartreuse proprio un 24 giugno della seconda metà dell’XI secolo. La chiesa dell’Assunta, per la cronaca, può considerarsi la prima chiesa sorta nel centro abitato di Serra San Bruno. I Certosini, “lontani da tutto e da tutti”, la eressero per espletare le loro opere di carità nei confronti dei più bisognosi: da qui il nome originario di “chiesa della Panella”, proprio perché ai poveri veniva distribuito gratuitamente il pane dai Certosini. Ecco, così, spiegato, lo stretto legame tra il culto del Battista e la chiesa dell’Assunta di Terravecchia, da qualcuno ancora chiamata la chiesa di San Giovanni.  

 

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