"Le vie del riformismo" di Drosi passano per il Pd di Renzi

Ex democristiani, ex socialisti ed ex comunisti seduti intorno ad un tavolo ma con lo stesso minimo comune denominatore: oggi il riformismo può essere attuato esclusivamente attraverso l’impegno politico nel Partito democratico. L’occasione per “ritrovarsi insieme” dopo tante battaglie in comune ma divisi l’ha fornita la manifestazione organizzata dall'associazione "Partecipazione e Democrazia" durante la quale è stato presentato il libro dal titolo "Le vie del riformismo", di Michele Drosi, sindaco di Satriano e coordinatore regionale dei piccoli Comuni calabresi. A fare gli onori di casa il segretario locale del circolo cittadino del Partito democratico, Paolo Reitano, che ha sottolineato come «il governo Renzi sta facendo uno sforzo per riformare il nostro paese è uno degli esempi di riformismo del libro. Un'altro è quello dei sindaci quali promotori di riforme che partano dal territorio. La vera idea di riformismo deve ripartire dalla base. La nuova idea di agricoltura nel libro è vita e benessere di tutti. Il nuovo Psr – facendo un esplicito riferimento alla Regione - è un valido strumento di sviluppo e occupazione». Per Salvatore Luciani, docente all'istituto superiore "L.Einaudi" di Serra San Bruno il merito del libro è quello di aver riportato «la discussione del riformismo al terreno che è proprio dei partiti riformisti mentre per un ventennio è stato usurpato da quelli che in realtà sono conservatori. Certa parte del Pd – ha detto stigmatizzando alcune correnti interne - deve rivedere la sua posizione quando antepone il premierato al parlamentarismo. Il riformismo di Papa Francesco è un altro esempio di riformismo». A seguire il sempre puntuale Domenico Dominelli, dirigente provinciale del Pd secondo cui «il riformismo ha l'obbiettivo di tutelare i ceti più deboli e assicurare una maggiore coesione sociale ed imprenditoriale. Ma le classi più deboli in Italia sono sempre di più e la forbice tra nord e sud è diventata più ampia. Renzi parte da queste debolezze e questi sono i problemi che le riforme devono risolvere. Il processo riformatore deve essere condiviso e deve riguardare tutti». Enzo Iorfida socialista lo è ancora ma ha trovato nel Pd, anche se non senza accenni polemici, un punto di riferimento chiaro per le sue idee riformatrici: «è un libro che va letto perché oltre a tutta una serie di battaglie riporta molti esempi di riformismo. Il riformismo di Drosi non è quello di Alfano. Le grandi riforme del passato sono state smantellate. Il libro mette a fuoco l'idea di riformismo». Cesare Staropoli è un altro storico socialista serrese, ha preso parte alla presentazione del libro condividendone pienamente il senso ed il contenuto. Il deputato, Bruno Cesnore, è partito da un piano locale, evidenziando come «da tanti anni qui si è perso il gusto di parlare di libri e cultura. Vogliamo mandare un messaggio ai giovani e su chi vuole investire su di noi, ci piace parlare di cultura e di libri anche quando i libri scompaiono». Per poi entrare nel merito del volume: «Questo libro ci offre un elemento fondamentale di discussione sulla nostra storia e sulla prospettiva che può dare il riformismo. Essere di sinistra ed essere riformisti – ha detto il parlamentare - significa anche saper utilizzare i fondi comunitari che in passato sono stati utilizzati in maniera improduttiva. Invece di fare strutture si sono fatte serate. L'Italia ha leggi vecchie che non sono al passo coi tempi, infatti alcune cose che in altri paesi sono possibili nel nostro non lo sono. Il Governo Renzi si sta distinguendo per la forza riformista con la quale stava modernizzando l'Italia». In conclusione l’intervento dell’autore secondo il quale «viviamo una stagione in cui bisogna capire quali iniziative la politica e i partiti possono mettere in campo tenendo conto dell'avanzata dei partiti populisti e dell'astensionismo. Nella prima Repubblica non c'è mai stato un partito col nome del leader, questo particolare rappresenta la crisi della politica. C'è bisogno di partecipazione ed inclusione altrimenti la politica perde credibilità. La missione è del Partito democratico che deve essere forza di governo e assumersi la responsabilità di essere un partito riformista che dia risposte alle domande che vengono dai territori».

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