L'Epifania cattolica ed il Natale ortodosso

Oggi, che per noi è l’Epifania, per le Chiese ortodosse è Natale. Per la storia, è andata così. Nel 1582 il papa Gregorio XII, avvalendosi degli studi di Luigi Giglio da Cirò e con l’autorità del parimenti calabrese cardinale Guglielmo Sirleto, riformò il calendario, che risaliva alle riforme di Giulio Cesare. Il calcolo degli astronomi del dittatore era infatti leggermente impreciso, difettando di sei minuti l’anno, che, in un millennio e mezzo, avevano accumulato dieci giorni. Il papa ordinò che la decina si saltasse, e che si seguisse il calendario corretto, che noi chiamiamo appunto Gregoriano. Adottato subito dagli Stati cattolici, si fece strada anche in quelli protestanti, giungendo in Gran Bretagna con il nuovo Regno Unito, ai primi del XVIII secolo. Le Chiese orientali rimasero pervicacemente fedeli a Cesare, e con esse gli Stati: non c’è infatti alcuna distinzione tra Stato e Chiesa, ma entrambe procedono dal Padre, come procedono dal Padre entrame le Persone del Figlio e dello Spirito Santo. Le Chiese no, non possono: esse, dal 1054 in scisma da Roma, non riconoscono dogmi nuovi e, detto in generale, modifiche della dottrina tradizionale, e tanto meno bolle e decreti del vescovo di Roma, che per loro ha un primato d’onore ma non d’autorità. E poi, come si opporrebbero niente di meno che a Cesare? Fu così che la rivoluzione d’ottobre 1918 avvenne a ottobre per noi, ma per i Russi era novembre. Il regime comunista adottò il Gregoriano, e, con orwelliano retroattivo provvedimento, celebrò l’Ottobre Rosso invece del Novembre. Ora seguono il Gregoriano anche tutti gli Stati popolati da cristiani ortodossi; ma non le Chiese. Le Chiese, non la Chiesa. Per quanto accumunate dalla dottrina, ci sono molte Chiese ortodosse autocefale, governate ciascuna “dalla” sinodo dei vescovi, che eleggono un capo. I vescovi sono una sorta di aristocrazia ecclesiastico; vengono educati al compito, e non si sposano, a differenza dei papài, che non possono mai divenire vescovi. Insomma, per gli ortodossi, buon Natale. 

 

 

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