Bruno Vellone

Bruno Vellone

Inps di Serra, LiberaMente: "Dall'amministrazione comunale solo fumo"

Il movimento politico LiberaMente ha tenuto una conferenza stampa per stigmatizzare l’operato politico ed il «mancato intervento» dell’amministrazione comunale in seguito «al ridimensionamento da Agenzia Inps a Punto Inps» della struttura periferica dell’ente pubblico sita a Serra San Bruno. A prendere la parola è stata il consigliere comunale di minoranza Rosanna Federico che ha voluto sottolineare in primis come «l'amministrazione ci sta abituando a note stampa che riguardano la gestione dell'ordinario ma di cose straordinarie non ne abbiamo sentite». Poi il vero tema affrontato innanzi ai giornalisti: «A noi importa sottolineare ciò che sta avvenendo con l'Agenzia Inps trasformata in un Punto Inps , si sta replicando tutto quanto è avvenuto con l’Ufficio del Giudice di Pace».

Una cosa è certa per la Federico: «Sul sito dell'Inps l'Agenzia di Serra non esiste più. Le pratiche vengono gestite a Vibo Valentia mentre a Serra rimane solo l'attività di passacarte». Poi una presa di posizione che ha il sapore di un messaggio politico: «Non comprendiamo perché l'Agenzia di Tropea è rimasta tale nonostante il carico di lavoro fosse minore rispetto a quella di Serra e continui a pagare un canone di locazione mentre a Serra tale canone non c'era». Il resoconto di quanto sta avvenendo sarebbe chiaro: «Proclami senza risultati e pregiudizio per tutti i cittadini».

L’ex candidato a sindaco e consigliere comunale di minoranza, Alfredo Barillari, è intervenuto nel merito del funzionamento dell’ormai ex Agenzia di Serra: «Avevamo un'Agenzia Inps con un direttore e sei funzionari e molti servizi, ora non rimane che un semplice punto informativo, il tutto comprovato da una delibera ufficiale nazionale e circolari interne». Poi l’affondo nei confronti del Partito democratico e dell’amministrazione comunale: «Con un deputato, con un consigliere regionale di riferimento i risultati dell'amministrazione sono questi. Tutto il fumo sparso da chi amministra Serra rimane fumo. Abbiamo un sindaco che dice quello che il suo capo e cioè l'on Censore suggerisce, mentre invece dovrebbe protestare e alzare la voce affinché i servizi del proprio territorio non vengano smantellati. Questo – ha sottolineato Barillari - è l'ennesimo scippo ai danni dei cittadini, qui si vede la politica con la P maiuscola». Poi anche Barillari ha voluto ritornare sulla questione dei servizi «che vengono mantenuti a Tropea e smantellati a Serra.  Si doveva potenziare Serra – ha ribadito - ma tutto si potenzia su Tropea così come è avvenuto anche per l'ospedale, la conseguenza è il depotenziamento di tutto il territorio montano».

La serrese Annamaria Vallelunga prima ricercatrice italiana a vincere un bando negli Stati Uniti

Il successo della 34enne Annamaria Vallelunga, giovane ricercatrice di Serra San Bruno, è soltanto l’ultima perla di una collana di riconoscimenti che la vede protagonista nella sua brillante carriera. La giovane donna, infatti, ha vinto un Grant messo in campo dalla MSA Coalition, la più importante fondazione statunitense che si occupa di reperire fondi per lo studio della MSA (atrofia multisistemica). La ricercatrice serrese è stata la prima italiana a vincere il bando americano a carattere internazionale che dava la possibilità a chiunque si occupasse di questa patologia di ottenere un finanziamento di 50mila dollari per sviluppare un progetto che consenta di identificare delle molecole utili a fare una diagnosi precoce della MSA attraverso un semplice prelievo di sangue. Un progetto innovativo, che nasce in collaborazione con l’università di Bordeaux e l’Inghilterra, dove entusiasmo e creatività sono le parole d’ordine e nel quale la capacità di vedere la dove nessuno prima aveva pensato di fare l’ha fatta da padrone.

Annamaria Vallelunga, dopo lo scientifico a Serra San Bruno, si è laureata in biologia molecolare presso l’Università di Padova, specializzandosi poi per altri 5 anni a Siena in biochimica e biologia molecolare. Attualmente sta svolgendo presso l’Università di Salerno un dottorato di ricerca in medicina traslazionanale, disciplina il cui compito è quello di studiare le malattie complesse cercando nuove strategie per la scoperta e la terapia. Lavora all’interno del gruppo diretto dal Prof. Paolo Barone che dirige il centro CEMAND dell’Univeristà di Salerno che si occupa di studiare il morbo di Parkinson e parkinsonismi atipici come appunto l’atrofia multisitemica.

La giovane ricercatrice ha scoperto il suo amore per la biologia e la ricerca frequentando l’università a Padova dove ha avuto la fortuna d’incontrare delle persone cariche di entusiasmo e comprendo come in questo tipo di mestiere c’è un obbligo morale e che la ricerca non si può fare senza metodo. «Ci sono persone – ha detto la giovane serrese – a cui va il mio ringraziamento, innanzitutto alla mia famiglia e a mio padre in particolare, poi a coloro che con i loro insegnamenti mi hanno consentito di crescere: il dott. Mauro Marchetti, il Prof. Luigi Francesco Agnati che crede fermamente nei giovani e la Prof.ssa Maria Teresa Pellecchia». Tra le tante storie di cervelli in fuga quella di Annamaria è una esperienza che vuole come rappresentare come l’assoluto principio di meritocrazia con cui è stato selezionato il progetto deve essere l’unico metodo per determinare ciò che è valido e che può costituire un passo in avanti nella ricerca scientifica per la scoperta di nuove cure nel campo delle malattie complesse che ogni hanno mietono migliaia e migliaia di vittime.

L'associazione "Condivisioni" presenta il "Festival dei popoli delle Serre"

«Tutti insieme per dare le gambe a questa associazione e al “Festival dei popoli”, la giornata di oggi è una giornata storica e rimarrà come segno distintivo di un territorio. Abbiamo pensato ad un evento culturale e ludico chiamando a raccolta le migliori energie». Lo ha detto il parlamentare del Partito democratico, Bruno Censore, presidente dell’associazione “Condivisioni” di cui ha presentato la struttura, alla conferenza stampa d’introduzione – moderata dalla scrittrice Daniela Rabia - del “Festival dei popoli delle Serre”. Si tratta di una manifestazione che sarà indetta annualmente nella stagione estiva, avrà il peculiare compito di lanciare messaggi e valorizzare il territorio, in particolare quello delle Serre, terra ricca di opportunità e possibilità, terra che ospita una popolazione aperta al confronto e già testimone di importanti esperienze negli anni passati. Censore, che ha fortemente voluto questa kermesse la cui idea è nata per riscattare un territorio troppe volte considerato marginale e per costruire sinergicamente un momento di solidarietà e di opportunità, ha sottolineato come l’obiettivo sia notevolmente ambizioso.

La manifestazione sponsorizzata ufficialmente da “Acqua Fabrizia”, si muoverà su quattro assi fondamentali: il confronto, i suoni, le immagini i sapori. Avrà l’obiettivo infatti di creare dibattito, avviare esperienze di solidarietà e discutere altresì di idee e religione. Ma il Festival dei popoli delle Serre non sarà solo riflessione ma anche socialità e attività ludica. Ampio spazio dunque avrà la musica etnica e locale. Censore che ha evidenziato come «la nostra ambizione è comunque far sì che questa manifestazione venga finanziata dalla regione» ha ringraziato il neo Commissario straordinario del Parco delle Serre, Mimmo Sodaro, e i sindaci e le associazioni che hanno creduto in questa manifestazione. Dino vitale, direttore artistico del “Festival dei popoli” ha ringraziato Censore per aver immaginato che «si possa fare insieme un percorso importante, una esperienza ambiziosa e di orgoglio per il comprensorio delle serre. Per un progetto simile ci vuole un intero popolo. Ci sono esperienze simili in Italia che possono innescare dei volani di sviluppo quali il festival di Mantova o quello di sarzana. Un momento di crescita morale e materiale perché – ha sottolineato Vitale - sono le persone che fanno i luoghi e la parola chiava deve essere sinergia tra tutte le forze del territorio. Suoni, sapori, musica, immagini, solidarietà e ospitalità, queste saranno le caratteristiche del festival».

 Maria Rosaria Franzè, ideatrice del festival ha ribadito come si tratti di «un progetto che vuole coinvolgere tutte le presenze del territorio per dare spazio al territorio ricco di storia e cultura e alle persone». Il sindaco di Serra San Bruno,Luigi Tassone, ha ringraziato l'onorevole Censore «per aver avuto questa grande idea di mettere in campo questo importante festival e sono contento che alcune delle forze migliori del territorio hanno voluto fare sinergia per riscattare il comprensorio in cui viviamo attraverso uno sforzo comune facendo rete tra amministrazioni, associazioni e realtà private». Il Commissario del Parco delle Serre, Domenico Sodaro, ha ringraziato Censore sottolineando come lavorerà «in sinergia con tutti i protagonisti e gli attori di questo territorio, ma al centro ci deve essere l'iniziativa culturale come questa brillante iniziativa». Tonino Ceravolo del comitato scientifico ha espresso un concetto fondamentale: «Dobbiamo liberarci dall'idea della marginalità di questo territorio, i territori non sono marginali. Un festival pensato così come viene presentato ci da questa possibilità. Queste sono terre universali perché sono territori protagonisti d'incroci e di scambi, basti pensare a Bruno di Colonia».

Vitaliano Papilo, sindaco di Gerocarne, ha considerato l’evento quale opportunità di rilancio e riscatto, «abbiamo – ha detto - un patrimonio enorme e dobbiamo metterlo in rete». Per Luigi Vavalà si tratta di «una iniziativa di grande orizzonte, la sfida è alta in un momento in cui lo spopolamento delle zone interne sta avanzando. Censore ha chiamato a raccolta energie positive come intellettuali e maestranze, una grande impresa con una bella impostazione». L’assessore comunale Valeria Giancotti ha considerato il tutto come «un progetto vantaggioso e strategico, la mission è quello di mettere in evidenza tutto quello che possiamo valorizzare». Ha concluso il sindaco di Mongiana , Bruno Iorfida, sostenendo come «l'associazione parte da un principio fondamentale di cui ho fatto la mia bandiera, la cultura, che insieme allo sviluppo sono due facce della stessa medaglia». Il “Festival dei popoli delle Serre” ha iniziato i primi passi, importanti, che si concretizzeranno in un tutta una serie di manifestazioni estive dal respiro non soltanto locale ma regionale e nazionale.

 

 

Nella Calabria del mare la ricchezza può giungere dalla montagna

Bisogna giornalmente lavorare per il cambiamento. Un lento ma necessario lavoro che ci indirizzi verso una società evoluta, che abbia al centro le persone e non il denaro, che ci consenta di liberarci dalle nostre catene mentali e ci faccia ricercare la ricchezza della vita negli angoli di poesia che risiedono tra i luoghi di montagna. “Il senso dei luoghi” è un celebre libro di dell’Antropologo Vito Teti attraverso il quale ha dato “vita letteraria” ai paesi abbandonati. E nella Calabria del mare la ricchezza può giungere dalla montagna. Ancora del tutto inesplorata, e cosi bella da avere il fascino diabolico delle cose sconosciute.

Rocce, bellezze paesaggistiche, qualità naturalistiche semisconosciute agli studiosi mentre completamente ignorate dagli stessi abitanti dei luoghi che hanno la fortuna di vedere le radici tra i propri piedi. E poi nobili alberi secolari e altre formazioni vegetali monumentali che sono testimoni dell’unione e dell’equilibrio del lavoro umano con la natura. Un patto antico, con la gente di montagna, un’alleanza tra uomo e natura capace di produrre buoni frutti e di tracciare armonie ancora viventi. Come diceva Khalil Gibran: “Se un albero scrivesse l’autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo”.

La montagna calabrese e le “Serre” in particolare, sono una forte attrattiva turistica a cui si affiancano, non secondarie, la storia e la gastronomia, la spiritualità e l’archeologia industriale, nelle cui viscere risiedono contemporaneamente l’acqua benedetta e quella piovana. Le “Serre” dunque come meta del viaggio, quei monti seghettati scelti da Bruno di Colonia per fare palestra nell’attesa dell’incontro con Dio, ma già noti nell’antichità della Magna Grecia, che vennero successivamente sfruttati dai Borbone e dai francesi per la produzione bellica. Ma che negli anni 50, 60 e 70 erano punto di riferimento di chi voleva respirare l’aria buona e le case si fittavano senza sosta.

Forse, oggi più che mai, la tenaglia della crisi ci sta portando alla volta della necessaria riscoperta della montagna, delle nostre origini e delle prospettive di uno sviluppo sostenibile che faccia da traino alla crescita economica locale. Ne è esempio in questi giorni la sinergia nata tra le varie forze economiche, amministrative e sociali di Serra San Bruno, diventata una volta tanto, meta di arrivo e non di partenza grazie alle numerose iniziative natalizie che hanno portato visitatori ma più che altro scopritori di ritorno, gente che di questo angolo di Calabria se ne era dimenticata e che ora l’ha riscoperta insieme ai propri concittadini.

 

 

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