Nella Calabria del mare la ricchezza può giungere dalla montagna

Bisogna giornalmente lavorare per il cambiamento. Un lento ma necessario lavoro che ci indirizzi verso una società evoluta, che abbia al centro le persone e non il denaro, che ci consenta di liberarci dalle nostre catene mentali e ci faccia ricercare la ricchezza della vita negli angoli di poesia che risiedono tra i luoghi di montagna. “Il senso dei luoghi” è un celebre libro di dell’Antropologo Vito Teti attraverso il quale ha dato “vita letteraria” ai paesi abbandonati. E nella Calabria del mare la ricchezza può giungere dalla montagna. Ancora del tutto inesplorata, e cosi bella da avere il fascino diabolico delle cose sconosciute.

Rocce, bellezze paesaggistiche, qualità naturalistiche semisconosciute agli studiosi mentre completamente ignorate dagli stessi abitanti dei luoghi che hanno la fortuna di vedere le radici tra i propri piedi. E poi nobili alberi secolari e altre formazioni vegetali monumentali che sono testimoni dell’unione e dell’equilibrio del lavoro umano con la natura. Un patto antico, con la gente di montagna, un’alleanza tra uomo e natura capace di produrre buoni frutti e di tracciare armonie ancora viventi. Come diceva Khalil Gibran: “Se un albero scrivesse l’autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo”.

La montagna calabrese e le “Serre” in particolare, sono una forte attrattiva turistica a cui si affiancano, non secondarie, la storia e la gastronomia, la spiritualità e l’archeologia industriale, nelle cui viscere risiedono contemporaneamente l’acqua benedetta e quella piovana. Le “Serre” dunque come meta del viaggio, quei monti seghettati scelti da Bruno di Colonia per fare palestra nell’attesa dell’incontro con Dio, ma già noti nell’antichità della Magna Grecia, che vennero successivamente sfruttati dai Borbone e dai francesi per la produzione bellica. Ma che negli anni 50, 60 e 70 erano punto di riferimento di chi voleva respirare l’aria buona e le case si fittavano senza sosta.

Forse, oggi più che mai, la tenaglia della crisi ci sta portando alla volta della necessaria riscoperta della montagna, delle nostre origini e delle prospettive di uno sviluppo sostenibile che faccia da traino alla crescita economica locale. Ne è esempio in questi giorni la sinergia nata tra le varie forze economiche, amministrative e sociali di Serra San Bruno, diventata una volta tanto, meta di arrivo e non di partenza grazie alle numerose iniziative natalizie che hanno portato visitatori ma più che altro scopritori di ritorno, gente che di questo angolo di Calabria se ne era dimenticata e che ora l’ha riscoperta insieme ai propri concittadini.

 

 

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