Chiaravalle Centrale, al via il primo concorso teatrale regionale

Presentato in conferenza stampa il primo concorso teatrale regionale “Città di Chiaravalle Centrale”. Un evento che reca il marchio organizzativo della Uilt (Unione italiana libero teatro) con il patrocinio del Comune di Chiaravalle Centrale. Al tavolo dei relatori il direttore artistico del concorso, Luciano Falvo, l'assessore comunale alla Cultura, Pina Rizzo, il presidente della Uilt-Calabria, Gino Capolupo, il direttore organizzativo, Giuseppe Grande, Francesco Passafaro di Teatro Incanto.

Gli spettacoli inizieranno domenica 19 marzo, presso il cinema-teatro Impero, con uno speciale fuori concorso: l'ospite d'onore sarà Pierluigi Tortora, regista e autore de “La cantata dei giorni Pari” che verrà messa in scena a partire dalle ore 19.00 da “La Bottega del Teatro” di Caserta. Si prosegue il 26 marzo con il concorso vero e proprio. Toccherà alla “Riunione e gurpe, mort'e gaddine” della compagnia “Codex 8 e 9” di Rossano, testo e regia di Gianpiero Garofalo. Il 2 aprile sarà la volta degli attori del “Teatro Incanto” di Catanzaro con “Ditegli sempre di sì” di E. De Filippo, per la regia di Francesco Passafaro. Il 23 aprile “I Commedianti” di Soveria Mannelli presenteranno un grande classico, “Natale in casa Cupiello” di E. De Filippo, per la regia di Gino Capolupo. Il 30 aprile il sipario si alzerà su “U compleannu da mammà”, testo e regia di Massimiliano Riccio, della compagnia “88100” di Catanzaro. Il 7 maggio, Chiaravalle ospiterà il “Teatro Hercules” di Catanzaro con “Comu vò Diu” (testo e regia di Piero Procopio). La compagnia “Il Sorriso” di Isola Capo Rizzuto chiuderà la serie, il 21 maggio, con “Tra moglie e marito”, per la regia di Franco Sacco, tratto da “O Scarfalietto”.

Il 4 giugno ci sarà ancora spazio per un fuori concorso conclusivo: “Champagne e Bon Bon” della compagnia “Finché palco non ci separi” di Montepaone (testo e regia di Giuseppe Grande).

Per garantire un'ampia partecipazione di pubblico, il costo del singolo biglietto è stato fissato a soli 5 euro, mentre è di soli 30 euro il costo dell'intero abbonamento. Ingresso gratuito, infine, per tutti i disabili. Una decisione che ha riscosso il plauso della Uildm (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare).

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Chiaravalle: la nuova Consulta della cultura e i vecchi fasti della Frama

" La prima volta non si scorda mai", leggiamo nei Salmi. E' ciò che ho provato nell'apprendere l'iniziativa avviata in questi giorni a Chiaravalle con l'istituzione della Consulta della cultura, quale strumento di crescita per la comunità.

Era la primavera del 1974, quando invitato dal grande studioso e storico crotonese Gustavo Valente, che ha dedicato tutta la sua vita a illustrare la Calabria, lo accompagnai conducendolo in macchina tra le vie tortuose ma incantevoli, alla Frama Sud, la casa editrice che con il suo marchio ha diffuso tantissime opere in Italia, in Europa e nel mondo.

Avevo conosciuto il Valente all'Università di Ferrara, nel giorno in cui suo figlio conseguì la laurea, prima di scendere in Calabria dalla Alma Mater di Bologna, su proposta del Beneamino Andreatta per insegnare nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Unical, avviata nell'anno accademico 1973/4.

Fu così che i nostri incontri e scambi culturali si consolidarono, e per me si stabilirono anche a Chiaravalle con altri studiosi, che qui salivano per la stampa delle loro opere.

Incontri memorabili, non solo nella stanza per gli autori della Frama, ma specialmente - a pausa pranzo - nei gradevoli ristoranti di città e dintorni, e spesso visitando anche un rinomato negozio di antiquariato, che consentiva facili acquisti di pregevoli opere. Un andirivieni che durò sino al 1990, quando la casa editrice purtroppo chiuse le porte, mentre a Soveria Mannelli si consolidava la Rubbettino, che mi offrì la direzione di una Collana

A Chiaravalle venne anche il grande filologo tedesco Gherard Rolhfs, che dopo aver ricevuto prima Laurea honoris causa nel 1981 all' Università di Arcavacara, diede alle stampe da Frama il volume: "Latinità ed Ellenismo nel Mezzogiorno d'Italia".

Come non ricordare i personaggi qui incontrati? Tra di loro: Enzo D'Agostino, Vicenzo Nadile, Carmelo Pujia, Gino Bloise, Augusto Placanica, Giovanni Mastroianni, Salvatore Gemelli, Savatore Filocamo, Silvano Onda, Emilio Barillaro, Emilia Zinzi, Maria Mariotti, Carmelina Sicari, Lorenzo Viscido, Mario Squillace,Giovanni Laviola, Sharo Gambino, Giuseppe Santagata, Orlando Vitale, P. Remigio Le Pera, Franz von Lobestein, Cesare Mulè, Domenico Teti, Armando Lucifero, Franco Mosino, Rosario D' Alessandro, Mario Pellicano Castagna, Ilario Principe, Gregorio Collistra, Giuseppe Brasacchio, ed altri ancora.

Ma credo sia interessante ricordare che tra le prime pubblicazioni della casa editrice si notano :

"Itinerari turistici archeologi di Magna Grecia in Calabria "; "Dall'Aspromonte alle Serre:  un territorio proiettato nel futuro"; " Calabria vecchia e nuova".

Un vero impegno per la Calabria anche per far conoscere sia gli "Inni sacri ", come "A  mamma calabrisi: poesie in vernacolo", senza dimenticare i "Periodici calabresi dal 1811 al 1974" ( opera oggi rarissima) e "Studi e ricerche sui trasporti in Calabria (1986)" e prima di smettere l'attività:" XV anni al servizio  degli emigrati: diario di una manifestazione Mongiana - 1970-1985".

C'è davvero da auspicare che la Consulta appena costituita inietti stabilmente nuova vita a queste terre bellissime, percorso che non ebbe seguito dopo la mostra "Ex reconditis Claravallis relucet ". Buon viaggio! e tantissimi auguri.

 

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Reggio, Filocamo (FdI-An): "L'amministrazione comunale mortifica la storia e la cultura della città"

"Vi siete mai chiesti cosa accadrebbe se in un’area, ad esempio il Vercellese, l’amministrazione locale smettesse di seguire il settore della coltivazione del riso, o se nel Biellese non ci si prendesse più cura di seguire il tessile, ed ancora nel senese si abbandonasse il vitivinicolo? Certamente l’economia di quei luoghi crollerebbe, perché stiamo parlando di eccellenze. L’elenco delle aree geografiche caratteristiche potrebbe continuare, la nostra Penisola è un crogiolo di eccellenze e peculiarità, e il nostro Sud ne fa parte integrante. Ma restringiamo il campo d’azione al nostro territorio comunale, non per bieco campanilismo, ma per organicità di trattazione, puntando l’attenzione sulle nostre  eccellenze. La città, oggi metropolitana, di Reggio Calabria non annovera industrie, di alcun genere, ed anche il commercio, spicciolo, diviene ogni giorno più asfittico, su cosa, quindi, possiamo contare quale settore trainante del nostro territorio? La risposta è nell’ordine naturale delle cose, basta guardarsi attorno per capire quali sono, o meglio, dovrebbero essere i punti di forza dell’economia Reggina, il turismo. Abbiamo la fortuna di un clima estremamente mite che consentirebbe una stagione balneare di cinque e forse sei mesi all’anno, il che significa cha dovremmo vedere già dal mese di aprile, nugoli di comitive, magari dai paesi del nord Europa, invadere le nostre spiagge, ma il mare e la possibilità di una tintarella già in primavera,  non può certo essere elemento sufficiente ad attrarre eventuali turisti, ed ecco subentrare l’altra nostra ricchezza che forma col turismo un binomio inscindibile nella nostra realtà, la storia, la nostra storia di terra attiva ancor prima della fondazione di Roma, ad opera dei  progenitori Greci. Testimonianze di un passato glorioso, che si ritrovano in diversi punti della città,  come le mura greche, le terme romane, il parco archeologico  in via torrione andrebbero mantenuti con particolare riguardo, ed invece sono abbandonate all’ingiuria del tempo e della natura, l’altezza delle erbacce lo testimonia. E che dire degli scavi a piazza Garibaldi che hanno portato, in maniera del tutto casuale, alla luce qualcosa di ancora non definito ma certamente degno di nota. Ecco, a distanza di mesi, quegli scavi che avevano calamitato l’attenzione del pur distratto Reggino, sono diventati discarica a cielo aperto, nulla si è potuto sapere in ordine alla valutazione dei reperti, allo stato dei lavori e su cosa e come ci si muoverà, se ci si muoverà, per valorizzare questa parte di patrimonio storico che la sorte ci ha voluto donare. Il nulla, l’oblio più assoluto, nel dispregio del diritto di conoscere le sorti di qualcosa che appartiene alla collettività, segno della carenza di una strategia per la città. D’altro canto, come avevamo nel passato stigmatizzato, altri segnali indicano la mancanza di sensibilità verso la ricchezza culturale che dovrebbe permeare l’azione di governo di questa giunta, come la mancata recinzione delle statue, in piazza Italia, dell’Atena all’anfiteatro, di quella in memoria dell’avvocato Camagna e delle nuove forme d’arte come le sculture di Rabarama, opere esposte alla mercè degli incivili che le adoperano come se fossero attrazioni da  parco giochi, su cui lasciare i memory con data e firma,  o deposito di sacchetti vuoti di patatine e lattine di birra. E’ vero che tutto ciò è opera dei singoli, ma è anche vero che manufatti, peraltro non dispendiosi ed armonizzati con lo stile dell’opera da proteggere, renderebbero la vita del “facinoroso del selfie in groppa alla statua”, molto meno agevole e probabilmente lo farebbero desistere dalla bravata. In ogni caso, la preservazione dei monumenti non è cosa di oggi, già nel passato le statue, almeno quelle più in vista, erano cintate e protette, ne sono testimoni le cartoline d’epoca. Cosa dire della struttura Miramare, potrebbe accogliere mostre e manifestazioni culturali di vario genere, è invece desolatamente chiuso, visto che per il momento non lo si può affidare ad “amici”. Il teatro comunale, piccolo gioiello nel cuore della città, avremmo voluto leggere un cartellone ad alto contenuto culturale, ed anche qui siamo al livello minimo. Vorremmo suggerire a questa amministrazione, una rilettura del c.d. metodo Augustus, cioè di come ci si può muovere in considerazione delle risorse esistenti e realmente fruibili. Noi riteniamo che  Reggio Calabria abbia notevoli potenzialità, che adeguatamente sfruttate, porterebbero risultati eccezionali, ma per far ciò è necessario che chi governa abbia la capacità di ascoltare i suggerimenti che, se pur provenienti da posizioni politiche opposte, possono indirizzare un’azione efficace nell’interesse comune, in alternativa non ci resta che sperare nel tempo che passa e che ci porterà a designare alla guida della città metropolitana, soggetti con adeguate capacità manageriali. Noi, nel frattempo, restiamo vigili e pronti a denunciare disfunzioni e proporre soluzioni, cosa che Fratelli d’Italia, per bocca del consigliere Massimo Ripepi, inascoltata voce,  ha egregiamente fatto in occasione della nota vicenda dell’aeroporto". 

Mimmo Filocamo - Responsabile dipartimento cultura Fratelli d’Italia Reggio Calabria

 

Calabria, sulla cultura è necessario cambiare rotta

" Quello della cultura e dei beni culturali è il motore di rilancio e della crescita della nostra regione", ricordava giustamente il presidente della Regione Mario Oliverio il 12 ottobre 2015, dieci mesi dopo il suo insediamento.

" È sul piano culturale - egli aggiunse - che si vince la sfida che i prossimi anni ci propongono;  l'investimento sulla cultura deve tendere ad un nuovo approccio, ad un senso comune  che consenta di costruire un futuro libero da atteggiamenti negativi. Un investimento al quale non possiamo e non dobbiamo rinunciare per affermare una nuova consapevolezza, libera da tare ataviche e lontana da ogni vittimismo. Sosterremo questo percorso [....]".  

Parole al vento? Mi auguro di no, anche per aver direttamente vissuto in questa Regione tale "sfida" con non poche delusioni, ma anche con qualche indimenticabile risultato. Ne cito uno: quello ottenni come incaricato per il Giubileo  del 2000 dall'allora presidente Giuseppe Nisticò.

Di fronte alle scarsissime risorse previste per Calabria in base alla legge del 23 dicembre 1996 n* 551 dal Ministero dei lavori pubblici, mi lamentai con il ministro Paolo Costa, il quale rispose: " La Calabria non è sulla via Francigena,  e non ha nulla da spartire con il Giubileo". 

Lo contraddissi subito, ricordando che era stato proprio Gioacchino da Fíore a perorare il ripristino del Giubileo, avviato poi nel 1300 da papa Bonifacio VIII . 

Si passò di conseguenza dai previsti 9 miliardi di lire a 39! con stupore dal funzionario della Regione, che ignorava tale circostanza . 

Le tare ataviche della cultura vanno - a mio avviso - individuate sopratutto nella pressoché impreparata burocrazia dell' assessorato alla Cultura, arroccata/ o costretta solo per far quadrare i conti, e  pertanto spesso incapace di individuare e risolvere i problemi connessi alla cultura, come ebbi a far presente da Presidente della Commissione Stato- Regione.

Come si può pretendere per esempio di finanziare un progetto di pubblicazione di un interessante opera mettendo a disposizione un contributo nel mese di settembre e pretendere che essa venga edita entro il mese di dicembre ( in base al bilancio annuale) pena la non erogazione del medesimo ? 

Non parlo di ipotesi, ma di evento successo davvero con buona ( anzi mala) sorte dell'autore.

Guardando sul sito della Regione da più di un anno non si notano bandi adeguati per interessanti iniziative ( come ad es. quella  che anni fa prevedeva l'inventario  dei beni culturali presenti in Calabria o trasferiti sopratutto in Europa da Dresda a S. Pietroburgo, da Roma a Berlino, da Parigi a Bruxelles ecc.). 

Mi auguro che davvero si cambi rotta, sopratutto per offrire opportunità alle giovani generazioni di lavorare e conoscere la propria terra, guidati da collaudati esperti.

La speranza è l'ultima a morire.

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Digitalizzare l'archivio di Emilia Zinzi per renderlo fruibile agli studiosi

Emilia Zinzi è stata molto ammirata in vita; ma credo che pochi sapessero perché, nella nobile città di Catanzaro. Alla fine, ammirare è la cosa più facile del mondo! Poi la città le dedicò una strada che, per qual è e per com’è tenuta, non mi pare un grande onore.

 Emilia era una cosa rara, per le cattive abitudini dei dotti meridionali sempre un po’ fantasiosi: era sistematica, scientifica, animata da senso critico; e per questo godeva della meritata considerazione della comunità accademica internazionale. I suoi studi sui luoghi cassiodorei e, in genere, sul territorio storico di Stalettì e Squillace; e sull’arte calabrese, rivestono il genuino crisma dell’autorevolezza.

 Lasciandoci, il 9 settembre 2004, ha lasciato anche un importante patrimonio di studi e documenti, a proposito del quale sto sentendo e leggendo delle cose, direi troppe cose, da troppe persone e senza coordinamento. Ora dico la mia:

-          Un patrimonio di documenti appartiene moralmente alla comunità; il lavoro di una persona che non c’è più dovrebbe essere continuato da degni epigoni, che hanno bisogno di quelle carte.

-          Se ciò in linea di principio è vero e sacrosanto, è vero altresì che, come tutte le proprietà, le carte sono soggette al diritto ereditario, e qualcuno ne ha la proprietà, e sono contenute in un luogo fisico non pubblico.

-          L’erede non può essere costretto ad assumersi da solo quelli che dovrebbero essere doveri della comunità e delle istituzioni. Se ha voglia o bisogno di vendere una casa ereditata, si pone il problema del contenuto: chiaro?

-          Fu così che l’archivio Capialbi passò da Vibo a Roma. Conosco due archivi, io, che faranno l’uno la stessa fine cambiata città; e l’altro, temo, quella dei cassonetti.

-          L’archivio Zinzi deve restare a Catanzaro per un fatto di sentimento; ma quello che conta, è che dev’essere accessibile e consultabile. Non basta perciò trasferirlo materialmente in qualche edificio pubblico, dove resterebbe in preda alla polvere e dimenticato. Si aggiunga che l’Università cittadina non ha facoltà di Lettere o Arte o Architettura.

-          La destinazione naturale di quelle carte è, penso, la Biblioteca Comunale, che ha spazi e personale. Chi le vuole consultare, si accomodi.

-          Sì, vero; ma è cosa arcaica, nel quasi 2017. Oggi delle carte possono stare materialmente dovunque e nello stesso tempo trovarsi sopra uno o mille schermi di computer. Ecco la soluzione: digitalizzare l’archivio di Emilia Zinzi, e renderlo disponibile in internet, previa iscrizione a un gruppo e obbligo di citazione della fonte.

-          Si diano da fare dunque il Comune di Catanzaro e le associazioni e realtà culturali cittadine.

-          I soldi? Ci sarebbero, se la Regione Calabria avesse un minimo di politica culturale, che invece non sa nemmeno cosa sia.

 Ecco, ho detto la mia nel ricordo di una seria studiosa e buona amica.

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Bisogna insegnare agli ignoranti, puché ammettano di essere ignoranti

 Ai miei tempi, molto tempo fa, queste cose venivano insegnate al Catechismo; oggi non tanto o per niente, e perciò ha fatto bene il papa a ricordare che esistono, codificate, le Opere di misericordia spirituale e corporale.

 Una di queste è “Insegnare agli ignoranti”. Ha ricordato, opportunamente, don Bosco; ma sarebbe lunghissimo l’elenco degli Ordini e Congregazioni che si dedicarono all’insegnamento; e comunque ogni parroco insegnava a tutti almeno la Dottrina.

 Mi permetto però qualche considerazione:

-          Io ho studiato dai Salesiani, i quali non prestavano attenzione a vere o presunte condizioni sociali o ambientali o familiari o personali; ma solo badavano a che l’allievo uscisse sapendo tutto quello che si doveva sapere in un Liceo Classico. Altrimenti, l’effetto sarebbe stato che il suddetto allievo sarebbe stato promosso a scuola e stroncato e dall’università e dalla vita.

-          Don Bosco insegnava la religione, le buone maniere, un mestiere o professione: in quest’ordine.

-          Logica elementare: se io vado a farmi insegnare qualcosa, vuol dire che non la so, e ammetto che non la so. E invece da mezzo secolo si sta spargendo la voce che tutti sanno tutto e possono parlare di tutto: e tutti sanno di letteratura, e fin qui poco male; ma anche di medicina. Ritenendosi istruiti, anzi filosofi, tutti restano nella loro presuntuosa ignoranza; e guai se tenti di farglielo notare: se ti va bene, ti ammoniscono ad essere umile, cioè a bersi sorridendo ogni bufala e fantasticheria.

-          “Cave hominem unius libri”, affermò s. Tommaso d’Aquino. Chi ha letto un libro solo (o un solo giornale o sentita una sola tv), è come gli Esquimesi di un tempo, i quali pensavano che il mondo fosse tutto ghiaccio!

 E allora, è misericordia insegnare agli ignoranti; ma prima, bisogna che agli ignoranti si renda noto che ignorano; e perciò, se qualcuno insegna qualcosa loro, dovrebbero essere grati. Se no, è tempo sprecato.

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Al Tropea festival "La scrittura delle donne...con un'eccezione"

Angelo Calvisi, autore di Adieu mon coeur” si aggiudicato il concorso “Quel libro nel cassetto”, promosso dalla fondazione “Liotti” di Monterosso Calabro. La proclamazione del vincitore è stata fatta nell’ambito del Tropea Festival “Leggere&scrivere”, nel corso di un appuntamento cui hanno preso parte le scrittrici: Maria Concetta Preta, autrice de “L’Ombra di Diana”; Giusy Staropoli Calafati vincitore del premio regionale Rai “La Giara” con “La terra del ritorno”; Daniela Rabia  autrice di “Matilde non aspettare la vita non aspetta” ; Milea Mattia, “Dalla Calabria alle Langhe” e Anna Pascuzzo, “Pari, dispari e donne”. L’eccezione dell’incontro “rosa” è stata rappresentata da Marco Truzzolillo, autore di “In Marocco”. A discutere con loro, due blogger Ippolita Luzzo e Stefania Mangiardi. Non sono mancati i contributi dal pubblico, con gli interventi della scrittrice Patricia Dao e Vincenzina Perciavalle, consigliere pari opportunità alla Regione Calabria,

 

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Tutto pronto per la V edizione del Tropea Festival

Prenderà il via domani la quinta edizione del Tropea Festival Leggere&Scrivere. La manifestazione si svilipperà nell'arco di sei giornate e si concluderà sabato prossimo. Rispetto alle precedenti edizioni, sono state riiconfermate le 4 sezioni: "Una Regione per leggere", per implementare la lettura in Calabria e "Calabria, fabbrica di cultura", dedicata all'imprenditoria e all'editoria, alle biblioteche, ai siti e ai luoghi dove la cultura si produce, si veicola e diventa fruibile. A queste, ne sono state aggiunte altre due: "Carta-Canta", riservata allo straordinario mondo musicale, in grado di veicolare con le note messaggi importanti e "Nutri-Menti", percorso nel cibo e nel gusto inteso come elemento caratterizzante di un popolo. Il Festival è andato incontro alle esigenze del grande pubblico, promuovendo presentazioni di libri per ragazzi, letture ad alta voce, laboratori, incontri con professionisti come psicologi, esperti dell'educazione, operatori sanitari, nutrizionisti. E non ha trascurato i territori dal momento che iniziative collaterali si terranno a Serra San Bruno, Soriano, Pizzo Calabro, Marina di Gioiosa Ionica, Tropea e presso la Casa circondariale di Vibo Valentia.  Alla cerimonia inaugurale, che si svolgerà alle 9,30 di domani, nella sala A di palazzo Gagliardi, interverranno: il sindaco di Vibo Valentia Elio Costa; il presidente del Sistema bibliotecario vibonese, Giuseppe Condello; Antonio Viscomi, vice presidente della Giunta regionale; l'onorevole Anna Rossomando, segretario Ufficio di Presidenza alla Camera dei Deputati; l'assessore regionale Federica Roccisano e i direttori artistici del Festival Gilberto Floriani e Maria Teresa Marzano. Saranno presenti, inoltre, Rosanna Barbieri, Usr ambito di Vibo Valentia; Pasquale Anastasi, dirigente dipartimento 10 Regione Calabria, Romano Montroni, presidente del Centro per il libro e la lettura, Raffaele Suppa, dirigente scolastico del liceo "Morelli", Antonio Cavallaro, per Rubbettino editore e Domenico Maduli, presidente Pubbliemme. Il programma della rassegna è consultabile sul sito www.tropeafestival.it.

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