Cercano di rubare i binari, ma finiscono in manette

Tre uomini, Angelo Bucchino, 42 anni, sorvegliato speciale, Donato Berlingieri, 42 anni e Massimo Berlingieri, 40 anni, già conosciuti alle forze dell’ordine, sono stati arrestati dai carabinieri di Lamezia Terme con l'accusa di furto. Durante un normale servizio di controllo, i militari hanno scoperto i tre, intenti a tagliare, con la fiamma ossidrica, un tratto di binari ferroviari. Dopo l'arresto ed il rito per direttissima, Donato e Massimo Berligieri sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione, mentre, ad Angelo Bucchino è stata applicata la misura degli arresti domiciliari.

Salerno: “Urgono provvedimenti per la Pediatria di Lamezia”

“Costituisce un fatto grave il blocco dei ricoveri nel reparto di Pediatria di Lamezia e lo spostamento dei piccoli pazienti altrove. Circostanze che si traducono nella chiusura, per mancanza di personale, del reparto e nella cessazione di un servizio divenuto fondamentale per l’ambito lametino e per l’intero territorio regionale”. Lo dichiara il consigliere regionale Nazzareno Salerno che spiega le conseguenze della vicenda. “Le ripercussioni – afferma l’esponente di Forza Italia - si riverseranno su tutto il nosocomio costringendo i medici a decisioni non facili quando si troveranno di fronte ad una nuova nascita. È chiaro infatti il legame esistente fra la Ginecologia e la Pediatria e reciderlo può costituire un colpo mortale per la Sanità lametina. Vanno dunque adottati provvedimenti urgenti atti alla risoluzione di una problematica che genera disagi impensabili per la popolazione. L’effettivo sblocco del turnover -  conclude l’ex presidente della III Commissione ed ex assessore regionale alle Politiche sociali - deve avvenire in tempi rapidissimi, perché mentre i ragionamenti e gli equilibri politici fanno il loro corso la gente si vede privata di servizi essenziali e deve compiere sacrifici indicibili. È pertanto indifferibile la nomina del nuovo commissario ad acta perché la Sanità non può e non deve subire le conseguenze delle indecisioni della politica”.

Salerno: “Opportuno riaprire il carcere di Lamezia”

“Di fronte alla grave situazione carceraria italiana e calabrese, ritengo opportuno che il Governo proceda con la riapertura della struttura di Lamezia che consentirebbe di alleggerire le altre carceri calabresi e riparare ad un errore precedentemente compiuto”. Lo dichiara il consigliere regionale Nazzareno Salerno. “Nello svolgimento del mandato di assessore regionale alle Politiche sociali – spiega l’esponente forzista - ho avuto modo di visitare diverse strutture calabresi notando condizioni non sempre sostenibili dovute proprio al sovraffollamento. La detenzione non costituisce semplicemente una pena da scontare, ma ha una sua funzione educativa che viene esplicata attraverso l’avvio di diverse attività. Vi è dunque l’esigenza di consentire che le strutture siano effettivamente funzionali e che rispettino i parametri previsti e segnatamente che siano disponibili 3 mq per detenuto”. Proprio in quest’ottica, ad avviso di Salerno, “pare ragionevole rivedere la decisione della chiusura adottata in passato e porre in essere quanto necessario per riaprire la Casa circondariale lametina, la quale non solo rispetta i requisiti previsti dalla cosiddetta sentenza Torreggiani, ma, diversamente da altre strutture presenti ed operative sul territorio nazionale, può raggiungere la capienza dei 100 detenuti. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di riservare la struttura lametina ad una o più categorie di detenuti anche all’interno di un più generale processo di riorganizzazione delle carceri della nostra regione. È pertanto doveroso - conclude Salerno -  promuovere ogni azione utile presso il Governo al fine di facilitare un provvedimento che va nell’interesse dei detenuti, di tutti gli operatori che lavorano nelle carceri e dei cittadini”.

Salerno: “Sostengo Ruberto come candidato a sindaco di Lamezia”

“La mia posizione è chiara e non è mai cambiata: sostengo Pasqualino Ruberto come candidato a sindaco di Lamezia Terme perché lo ritengo una persona capace di amministrare con efficienza e lungimiranza una delle principali città della Calabria e perché conosco le sue doti e i suoi valori di politico, di amministratore e di uomo”. Lo afferma il consigliere regionale Nazzareno Salerno. “Domani – aggiunge l’esponente azzurro - sarò presente alla sua manifestazione elettorale per sostenerlo con forza e per aiutarlo a diventare il primo cittadino. La coordinatrice regionale di Forza Italia Jole Santelli conosce il mio pensiero che, peraltro, ho avuto modo di ribadirle fino a ieri sera. Non vi è pertanto nessun dubbio su quale sia la mia posizione ufficiale. Chiederò – conclude l’ex assessore regionale al Lavoro - al presidente Silvio Berlusconi di rivalutare la posizione del coordinamento regionale di Forza Italia per una scelta oggettiva nell’interesse del partito”.

Bova (Democratici progressisti) presenta una mozione per riaprire la casa circondariale di Lamezia Terme

“Il Consiglio regionale della Calabria, per il tramite del Presidente della Giunta ponga in essere ogni iniziativa, azione e provvedimento utile affinché il Governo nazionale disponga l’immediata riapertura della casa circondariale di Lamezia Terme/Nicastro assicurandole piena e migliore funzionalità”.E’ quanto chiede il consigliere regionale Arturo Bova (Democratici Progressisti) che, sulla questione ha presentato un’apposita mozione. “Inspiegabile - commenta Bova - il provvedimento di chiusura dentro la cornice storica di un’emergenza carceraria insostenibile che fotografa condizioni di vita impietose e che testimonia il grave disagio umano della popolazione carceraria. Dinanzi alle condanne ad ai richiami della Corte europea di Strasburgo, il nostro Paese è chiamato a dare risposte sociali ed organizzative concrete nel rispetto della dignità della persona”. Nel documento, il consigliere regionale “richiama il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13.1.2010 con cui è stato approvato il  ‘Piano Carceri’ per risolvere l’annoso problema del sovraffollamento degli Istituti Penitenziari italiani. Successivamente, con sentenza dell’8 gennaio 2013 (c.d. sentenza Torreggiani) - ricorda Bova - la Corte Europea dei Diritti Umani, adita da Torreggiani e da altri 4.000 detenuti, ha condannato lo Stato Italiano per violazione dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (trattamento disumano dei detenuti). Assegnandogli contestualmente - in quanto sentenza pilota - il termine di un anno per adeguarsi alla normativa internazionale e agli standard richiesti da Strasburgo (che prevedono il criterio base di mq. 3 per ogni detenuto ospitato in ciascuna struttura carceraria). Dopo il monitoraggio effettuato nel maggio del 2014 - dunque a distanza di un anno dalla sentenza sopra citata - i detenuti italiani risultavano 59.683, a fronte di una capienza regolamentare dell’intero panorama carcerario italiano di 49.091 posti”. L’esponente politico ricorda che “è stata disposta la chiusura di tutte le strutture carcerarie nella quali non veniva rispettato il suddetto requisito di 3 mq/detenuto, facendo inopinatamente rientrare tra queste strutture anche la Casa Circondariale di Lamezia Terme / Nicastro”. “Dopo un incontro avuto il 15 maggio 2014 con il Segretario Particolare del Ministro di Giustizia e con una delegazione degli Agenti di Polizia Penitenziaria di Lamezia - del quale venne dato ampio risalto dai mass-media locali - fu dimostrato che la Casa Circondariale di Lamezia Terme, contrariamente ai dati forniti al Ministero, rispettava pienamente il requisito della Sentenza Torreggiani per almeno 90 detenuti - stante la superficie della struttura di 302 mq. Dato, questo, che si può ricavare dalla sezione ‘monitoraggi’ del sito ‘dap.giustizia.it’ oppure dalla planimetria dell’Istituto. La delegazione aveva indicato altresì, la possibilità concreta e a quasi costo zero, di ricavare ulteriore disponibilità di accoglienza e, pertanto, di superare il numero di 100 detenuti ospitabili secondo e nel pieno rispetto dei parametri europei. Sul sito del Ministero della Giustizia, inoltre, è stato pubblicato un documento ufficiale in cui sono elencati oltre 30 Istituti Penitenziari, molti dei quali a tutt'oggi aperti, che hanno una capienza di molto inferiore ai 100 detenuti (vedi la casa Circondariale di Lauro in Campania, con capienza regolamentare di 38 detenuti e presenza effettiva di soli 11 detenuti o Empoli, in Toscana, con capienza regolamentare di 18 detenuti e presenza effettiva di 24 detenuti)”. “La questione dell’affollamento delle carceri, che vede la Calabria tra le Regioni con il più alto tasso - afferma Bova -  è di attualità sempre più drammatica, segnata da lentezze processuali e da strutture fatiscenti. Alla luce di questi motivi, la struttura carceraria di Lamezia, potrebbe essere eventualmente riconvertita in una casa circondariale a custodia attenuata, oppure destinata ad ospitare i detenuti cd. ‘promiscui’ (ex collaboratori di giustizia; appartenenti a forze di polizia; familiari di ex collaboratori di giustizia e familiari di personale della Polizia Penitenziaria) e/o detenuti cd. ‘protetti’ ( sex offender, imputati e/o condannati per violenza sessuale). Si potrebbe immaginare di collocare in una sezione i detenuti cd. promiscui, in un’altra, i detenuti cd. ‘protetti’ e nell’ultima sezione allocare i detenuti associati dalla libertà a disposizione del locale Tribunale. In Calabria le sezioni inframurarie destinate alle suddette particolari tipologie di detenuti, sono presenti solo presso le Case Circondariali di Castrovillari e di Vibo Valentia. Strutture queste ultime che, in caso di chiusura del Carcere di Lamezia, si vedrebbero aumentare i posti disponibili al regime ordinario, con conseguente aggravamento del problema del sovraffollamento. La chiusura del carcere di Lamezia comporterebbe, o comunque potrebbe essere percepito infine - conclude Arturo Bova - come un palese e inammissibile, oltre che inopportuno, abbassamento della guardia nella lotta alla criminalità organizzata in un territorio martoriato dalla presenza di potentissime e spregiudicate cosche mafiose”.

Droga: Ventottenne arrestato a Lamezia Terme

Un ventottenne, Giovanni Serratore, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme al termine di una perquisizione domiciliare condotta con l'ausilio delle unità cinofile del Gruppo operativo "Calabria" di Vibo Valentia. L'uomo, già noto alle forze dell'ordine, è stato trovato in possesso di 15 grammi di marjiuna occultata in diversi nascondigli (nel camino, in uno dei pensili della cucina, in una scatola di scarpe in soffitta). Al termine dell'operazione, una volta espletate le formalità di rito, i militari dell'Arma, come disposto dall'Autorità Giudiziaria, hanno sottoposto l'uomo agli arresti domiciliari, in attesa del rito per direttissima, a seguito del quale è stato convalidato l’arresto.

Campo rom: Trovate cinque auto rubate

LAMEZIA TERME - Cinque automobili, tre Fiat Panda, una Fiat Punto ed un Fiorino, sono state ritrovate dagli uomini del Commissariato di Polizia di Lamezia, nel campo rom di "Scordovillo". Le auto, rubate nelle ultime 24 ore, sono state rinvenute in un capannone all'interno del quale gli investigatori hanno trovato, anche, una borsetta di provenienza furtiva con all'interno i documenti ed un mazzo di chiavi. L'operazione, scattata in seguito ad una lunga serie di denunce per furto presentate negli ultimi giorni, ha portato alla denuncia di un cinquataquattrenne trovato in possesso di colttelli di genere proibito.

 

 

Centro Trasfusionale di Lamezia Terme: Interrogazione di Mangialavori (CdL)

“Il depotenziamento del centro trasfusionale di Lamezia Terme” è al centro di una interrogazione depositata stamani dal consigliere regionale Giuseppe Mangialavori (CdL). “Necessaria una ricostruzione dei fatti. Nell’ambito del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario - ricorda il consigliere - è stata decisa la riorganizzazione del sistema trasfusionale. A delineare i nuovi assetti, il decreto del presidente della giunta regionale numero 58 del 26 giugno 2014 con il quale il servizio trasfusionale di Lamezia Terme è stato ridotto ad appena sei ore e così trasformato in mera emoteca”. “Una decisione, questa - sottolinea Mangialavori - destinata ad avere ripercussioni gravissime sia per l’utenza ordinaria che per i vari reparti dell’ospedale lametino”. Secondo l’esponente della Casa delle Libertà: “Il centro trasfusionale di Lamezia Terme, infatti, non soltanto è presidio sanitario fondamentale per i malati di talassemia, anemia e delle altre patologie ematiche dell’area di riferimento, ma assolve anche ad una indispensabile funzione per le urgenze mediche. Mediante la disposta gestione di tale servizio da parte dell’ospedale ‘Pugliese’ di Catanzaro, l’attività inerente il centro trasfusionale è destinata ad un’inevitabile compressione. Alla luce della nuova organizzazione del servizio, infatti, il centro sarebbe depotenziato di una delle sue componenti essenziali: la capacità di fronteggiare le emergenze mediche”. “Il decreto - sostiene il consigliere regionale - risulta inoltre carente nella parte motivazionale di almeno due elementi di prioritaria importanza: presenza di adeguate linee di collegamento (importante snodo ferroviario, aeroporto e svincolo autostradale); utenza interessata a tale servizio. Ben 150 mila - sottolinea - i cittadini potenzialmente coinvolti nei servizi del centro trasfusionale lametino. Per tali ragioni - conclude Mangialavori - urge una modifica di questo provvedimento nella direzione auspicata che è quella di garantire l’apertura del centro trasfusionale di Lamezia Terme 24 ore su 24, presupposto essenziale per il mantenimento dei servizi già erogati, da tutti riconosciuti come un’eccellenza regionale”.

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