Lezione di Luciano Violante al master in intelligence dell'Unical

"I servizi sono come il magazzino delle scope, in ombra e a volte con un pò di cattivo odore, ma che è indispensabile per tenere pulita la casa".

Riportando questo aneddoto Luciano Violante, Presidente della Camera dei Deputati dal 2001 al 2006 e relatore della legge di riforma dell'intelligence del 2007, ha introdotto la sua lezione al Master in Intelligence dell'Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Violante ha precisato che la politica della sicurezza è fondamentale per il Paese ribadendo che in tali attività è fondamentale la reputazione. Ha poi ricordato che fino al 1977, anno della prima legge che ha regolamentato i Servizi, l'Autorità nazionale per la sicurezza era l'autorità militare che dirigeva i Servizi e non l'autorità politica del Presidente del Consiglio. Violante ha messo in risalto che entrambe le normative sui Servizi, le leggi 801/1977 e 124/2007, sono state approvate per definire i rapporti con la magistratura, che rappresentano un problema endemico per il nostro Paese, dove esiste il regime dell'obbligatorietà dell'azione penale. Violante ha poi spiegato entrambi i passaggi parlamentari. Nel 1977, epoca di guerra fredda e di terrorismo politico, furono creati due distinti Servizi, il primo per le attività estere per tenere i contatti nell'ambito dell'Alleanza Atlantica e il secondo per le questioni interne. Nell'occasione si era previsto il controllo parlamentare mentre non vennero individuati limiti temporali al segreto di Stato. La riforma del 2007, ha spiegato Violante, è stata resa necessaria per ridare credibilità ai Servizi dopo alcune indagini giudiziarie. È stata modificata l'architettura dell'intelligence, individuando un unico responsabile nella figura del Presidente del Consiglio dei Ministri, assegnando poteri e funzioni di coordinamento al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza e meglio definendo i controlli dei parlamentari, che esprimono pareri su bilanci e regolamenti e svolgono un'azione più penetrante rispetto al passato. Le funzioni da assegnare oggi ai Servizi devono riguardare non solo l'aspetto economico ma anche la disinformazione, a cominciare dalle "false notizie" che diventano virali attraverso la Rete. Infine, Violante si è soffermato sui rapporti tra intelligence e magistratura, ricordando che si tratta di una tensione storica e precisando i contorni del segreto di Stato, dove non solo si sono individuate precise scadenze ma non si può in ogni caso invocare per episodi relativi a terrorismo, eversione e criminalità. Le perquisizioni dei locali dei Servizi avvengono attraverso "ordini di esibizione" che consentono di mettere a disposizione secondo precise procedure i documenti richiesti, mentre le garanzie funzionali per gli operatori dei Servizi, che in altri Paesi sono più ampie, escludono in ogni caso violazioni fisiche e morali alle persone. Occorre in definitiva - ha detto - una continua ricerca di equilibrio tra i poteri dello Stato per garantirne la legalità Costituzionale.

Successivamente, Violante ha osservato che la legislazione sull'intelligence richiede una flessibilità permanente. Ha infine risposto alle domande di tutti gli studenti, invitandoli ad acquisire un quadro generale sull'intelligence, poiché i dettagli sono destinati a mutare rapidamente e costantemente. La lezione è stata conclusa dal Direttore del Master Mario Caligiuri che ha riassunto e commentato la giornata di studi.

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Chiaravalle Centrale, approvate le linee programmatiche della Consulta comunale della Cultura

Mercoledì 29 marzo, presso la sala consiliare, si è riunita l'assemblea della Consulta comunale della Cultura di Chiaravalle Centrale. Il presidente, Francesco Pungitore, ha illustrato le linee programmatiche generali per l'annualità 2017. Un primo schema di lavoro, frutto delle indicazioni emerse nella precedente assemblea e alla luce di un successivo approfondimento in seno al direttivo della Consulta. I presenti, dopo un dibattito aperto, vivace e costruttivo, hanno approvato l'idea di istituire delle commissioni di lavoro per specifici rami di competenza, che vadano ad affiancare e arricchire l'attività del direttivo.

All'auspicio di ampliare ulteriormente le adesioni (26 gli iscritti al momento) si è accompagnata l'ipotesi di dare una visione più ampia alla Consulta, nei termini di un confronto con tutte le realtà più interessanti già esistenti sul territorio. A breve, pertanto, si intende organizzare un primo incontro conoscitivo con altri enti e associazioni che si distinguono per la qualità delle loro iniziative in ambito comprensoriale.

Due i convegni mirati in cantiere: il primo, con il direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, in vista di un possibile rilancio degli spazi pubblici di lettura che anche la Consulta dei Giovani ha inserito tra i propri obiettivi; il secondo, con il prof. Mario Caligiuri, docente Unical, per capire come poter inserire le attività della Consulta in un percorso di collaborazione con le università calabresi. Tra le ulteriori proposte: 1) un docufilm su Chiaravalle, la cui trama possa valorizzare i luoghi, i personaggi, la storia della città; 2) una campagna di promozione sociale dal tema “Abbi cura del tuo paese”; 3) l'istituzione di  premi, con manifestazioni annesse di respiro non solo regionale, per assegnare riconoscimenti a personaggi illustri, benemeriti o che si siano particolarmente distinti nella cultura e nel sociale.

Il prof. Ulderico Nisticò ha suggerito di intervenire, dov'è possibile, sulla toponomastica cittadina per rendere onore e merito ai protagonisti della storia più recente di Chiaravalle. E, in tal senso, sono emerse le figure di Franco Candiloro e Ciccio Maida. In un'ottica di partecipazione e trasparenza, è già attiva la pagina Facebook della Consulta comunale della Cultura di Chiaravalle Centrale.

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Unical, lezione di Mimmo Gangemi agli studenti di pedagogia

Mimmo Gangemi, uno dei più famosi scrittori italiani nato in Calabria, ha tenuto una lezione all'Università della Calabria. L’incontro è stato introdotto dal professore di Pedagogia della comunicazione Mario Caligiuri,  che insegna nel corso di laurea magistrale in Scienze pedagogiche. Le opere dello scrittore narrano vicende e personaggi di questa terra di ‘ndrangheta, malapianta dalla quale lui è riuscito ad allontanarsi anche grazie alla cultura che lo ha orientato verso  una mentalità diversa fatta di idee e pensieri di civiltà. “Non è impossibile distruggere la ‘ndrangheta, né si può chiedere ai cittadini di trasformarsi in eroi - ben vengano, comunque - basta che si compiano gesti di ordinaria legalità, che saranno esempi per altri, fino a costruire una mentalità dentro cui non ci sarà più spazio per la mafia. Tempi lunghi, però”. Le sue storie sono di fantasia ma molto  verosimili. Una delle componenti strutturali di parte dei suoi romanzi è la ndrangheta, e questo gli porta critiche da parte di chi ritiene che sia sbagliato parlarne, perché bisognerebbe non  autodenunciarsi. Mimmo Gangemi è invece dell'idea che sia importante prendere coscienza del degrado a cui siamo giunti, per trovare motivazione per cambiare le cose.
Ma perché la Calabria è terra di ‘ndrangheta? Gangemi ha proposto due possibili risposte . Una vede una Calabria fatta di piccoli paesi sperduti dove, fino ai primi anni '70, lo Stato di fatto era assente, spingendo la gente ad affidarsi a una specie di "Stato parallelo" malavitoso per risolvere le piccole e meno piccole problematiche che oggi
noi affideremmo ad un tribunale civile. Dove lo Stato non c’era, l’”Onorata Società” riuscì a sostituirlo e a raccogliere così il consenso della popolazione. Non fosse così, sostiene Gangemi, per giustificare il largo consenso che la cosiddetta "Onorata società" ebbe, non resterebbe che Lombroso con le sue teorie, secondo le quali i meridionali, i calabresi in particolare, sarebbero criminali atavici a causa di malformazioni nella scatola cranica che li porterebbero inevitabilmente a delinquere. Gangemi rifiuta la posizione di Lombroso, bollata pure dalla scienza ufficiale e più realisticamente ritiene che la piaga della ‘ndrangheta sia da attribuire agli anni di assenza dello Stato in questi territori. Il messaggio che ha rivolto agli studenti sostiene che non è la presenza della mafia che crea arretratezza ma sono gli orizzonti ristretti che, condividendone la mentalità, alimentano e fanno arricchire la ‘ndrangheta. “Da noi c’è un’arretratezza sociale, culturale, economica e di idee che ancora produce 'ndrangheta, non è il contrario". A conclusione della sua lezione, due frasi racchiudono il suo pensiero etico ed artistico: “Senza diventare un eroe, per quello che posso collaboro, anche nelle scuole, per costruire idee nuove che concorrano a sconfiggere l’idea malata della 'ndrangheta. La mafia non si distrugge soltanto con i molti successi investigativi e i molti arresti ma anche incidendo per costruire una mentalità nuova, fatta di idee, pensieri e parole di legalità e civiltà”.

La Calabria non è solo 'ndrangheta, è anche cultura (dimenticata)

Martedì 21 marzo, primo giorno di primavera, si celebra - promossa da " Libera"  - la giornata della Memoria per ricordare le vittime innocenti della mafia. 

Per ridestare le variegate memorie su tali efferati delitti che affliggono sopra tutto il Mezzogiorno d'Italia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è andato a Locri nel giorno in cui la Chiesa celebra S. Giuseppe per testimoniare - con la saggezza e l'equilibrio che lo distinguono - la vicinanza dello Stato al dolore di tante famiglie colpite profondamente nei loro affetti più stretti, come Egli ben sa per aver di persona vissuto tale triste esperienza.

Un momento fulgido che tutti ricorderanno, anche se come spesso avviene, non è mancata qualche voce fuori coro che ha notato come la Regione per far "scopare" e rassettare le strade ha erogato subito €150.000: "un goffo tentativo da parte del padrone di casa ( = Presidente della Regione) per nascondere frettolosamente la polvere sotto il tappeto in previsione dell'arrivo di un ospite inatteso", che tanta gente ha accolto con rispetto e amore.

Pochi intanto forse ricordano, almeno che non siano di Cirò, che proprio il 21 marzo ricorre quest'anno la V Giornata Regionale del Calendario in memoria di Aloysius Lilius, il cirotano astronomo riformatore del calendario su  incarico di papa Gregorio XIII, coadiuvato dal calabrese card. Guglielmo Sirleto. 

Tale celebrazione, istituita con voto unanime del Consiglio Regionale il 20 maggio 2011, divenne effettiva il 21 marzo 2012, quando l'allora assessore regionale alla Cultura  Mario Caligiuri avviò i lavori di un convegno scientifico, patrocinato anche dalla Provincia e dalla Società Astronomica Italiana, che illustrò la Riforma del Calendario e il suo principale protagonista. 

I relatori invitati, consapevoli che "carmina non dant panem", si sarebbero accontentati almeno del rimborso promesso delle spese di viaggio...ma non fu così per difetto di risorse....

Proprio l'anno scorso, in occasione della IV Celebrazione il sindaco di Cirò Mario Caruso scrivendo al Presidente della Repubblica e al Ministro dei Beni culturali affermava testualmente: " a quattro anni dall'istituzione della legge regionale non è stato mai effettuato alcun previsto finanziamento per l'organizzazione e promozione dell'evento", aggiungendo: "in questi anni abbiamo fatto salti mortali attingendo alle sole e scarsissime risorse, previste nel bilancio comunale".

Era stato proprio il Sindaco di Cirò che salutando i numerosi partecipanti alla prima Celebrazione aveva affermato: " Oggi è un momento storico,un forte stimolo perché questa ricorrenza divenga nazionale, per dare gloria alla città del Vino, ma in primo luogo di Lilio".

Vien fatto di chiedersi - "salvo sapientiori judicio" come una volta si diceva - se sia utile non solo moltiplicare, ma anche sovrapporre tante celebrazioni. 

In questi giorni ci sono anche le giornate del F.A.I, che intendono promuovere la conoscenza di tanti luoghi bellissimi del nostro Paese, spesso sconosciuti e abbandonati.

Forse una calendarizzazione più attenta e una migliore regia, che metta a disposizione adeguate risorse potrebbero rendere efficaci e durature le aspettative connesse. 

Ma la classe politica che ci governa ha tanto altro a cui pensare e non sta certo a pensare che la Riforma del Calendario e il suo artefice, Luigi Lio, siano quasi sempre ignorati dai testi scolastici e sconosciuti persino da alcuni docenti della nostra Regione.

La Calabria per fortuna non è solo mafia, ma sopratutto è stata sempre anche una solida fucina di cultura. È indispensabile che le giovani generazioni ne siano informate e sopratutto consapevoli.

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Mario Caligiuri per il New York Times è stato il sindaco più lungimirante del Sud

Mario Caligiuri, professore universitario, per il New York Times è stato uno dei sindaci più lungimiranti tra quelli che hanno amministrato città italiane. «Mr. Caligiuri, 56 anni, cinque mandati consecutivi come sindaco» per il celebre giornale americano è l’uomo simbolo dell’era digitale calabrese e del Sud poichè, in una piccola realtà come Soveria Mannelli, ha fatto «rivivere le imprese a conduzione familiare trasformando la città in un modello di innovazione per il Sud sottosviluppato d'Italia».

 «Era la notte di Capodanno a cavallo del millennio – racconta il giornale newyorchese -  e come sindaco inviò  una e-mail alle autorità di Roma alla ricerca di un interlocutore cui spiegare la sua iniziativa volta a  collegare i 3.000 abitanti della sua città montana a internet». Per generazioni Soveria Mannelli era stata un avamposto vivace, situato in posizione strategica lungo la strada principale per Napoli. Ma dopo la costruzione dell'autostrada Salerno Reggio Calabria, Soveria Mannelli era stata lasciata tagliato fuori dalla grande via di collegamento.

«Mr. Caligiuri, come molti altri quì - continua il New York Times- si era rifiutato di accettare l'idea che il suo paese cadesse vittima dell'abbandono ed era deciso a superare gli ostacoli logistici che stavano condannando il suo paese all'isolamento». "Avevo capito – spiega Caligiuri - che le nuove tecnologie potevano generare sviluppo economico. Ma è stato solo quando il governo mi ha convocato a Roma che ho avuto la certezza che stavo facendo qualcosa di buono".

Soveria Mannelli ha ora una fiorente "industria" rappresentata da una casa editrice di medie dimensioni, da un produttore di mobili e da un'azienda che lavora i tessuti in lana. Imprese gestiti da famiglie che sono state in grado di mantenere le loro radici nella loro cittadina e che hanno saputo aggiornare le loro attività per rispondere alle sfide poste dall'era digitale. «La combinazione di una pluralità difattori come: stabilità amministrativa, un sindaco lungimirante ed un vivace spirito imprenditoriale hanno fatto della città  un modello per l'intera regione».

 "È un caso di studio che mostra chiaramente come un'amministrazione funzionale e stabile sia in grado di aiutare le aziende a crescere e che una piccola comunità può nutrire una vera e propria cultura d'impresa, anche nel sud d'Italia", ha detto Pier Luigi Sacco, docente di economia presso l'Università IULM a Milano. Allo stesso tempo, ha osservato, per un posto così piccolo, Soveria Mannelli ha una gamma insolita e la concentrazione di competenze che rendono il suo successo difficile da replicare altrove. "Temo che sarebbe difficile da scalare in su," ha aggiunto il professor Sacco. "La polifonia di talenti in un piccolo villaggio del genere sarebbe insolito quasi ovunque nel mondo."

 

 

A Crotone convegno su "Carlo di Borbone e le riforme nel Regno delle Due Sicilie"

Anche la città di Crotone ospiterà i Borbone. Si tratta dell’incontro di studi sul tema “Carlo di Borbone e le riforme nel Regno delle Due Sicilie” voluto e organizzato dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e patrocinato dal Comune di Crotone. 

Il convegno, moderato dal giornalista Antonio Oliverio, vedrà gli interventi di rito del vicesindaco e assessore comunale alla Cultura Antonella Cosentino e di Aurelio Badolati, Delegato vicario per la Calabria del Sacro Ordine Costantiniano di San Giorno.

Il tema, come annunciato, sarà ampiamente trattato dalle relazione di Antonio Savaglio, Deputato di Storia Patria per la Calabria e da Mario Caligiuri, docente di Pedagogia della comunicazione presso l’Università della Calabria.

Appuntamento, presso la sala consiliare del Municipio di Crotone in piazza della Resistenza il prossimo 5 novembre alle ore 18

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"Cyber Intelligence. Tra libertà e sicurezza", presentato alla Camera il nuovo libro di Mario Caligiuri

"Un libro scritto per essere letto". In questo modo Paolo Messa, Direttore del Centro studi americano e coordinatore dell'incontro, ha introdotto la presentazione del libro di Mario Caligiuri "Cyber Intelligence. Tra libertà e sicurezza", edito da Donzelli, che si è svolta a Roma nella Sala "Aldo Moro" della Camera dei Deputati.

L'editore Carmine Donzelli ha sostenuto che quello trattato nel volume è "un tema civilmente importante", in un libro non esoterico scritto per addetti ai lavori, che invita al preventivo controllo democratico in un settore così delicato come quello dell'intelligence e delle tecnologie.

Ha preso poi la parola Roberto Baldoni, direttore del Centro di ricerca su Cyber intelligence e information security dell'Università 'La Sapienza' di Roma e direttore del Laboratorio nazionale di cyber security del CINI, che ha ribadito la necessità di creare luoghi dove sviluppare capacità per comprendere  la tecnologia che è uno spazio che occorre capire e che richiede capacità umana per comprendere quello che sta succedendo, poiché sono in atto dei fenomeni di autentica ibridazione tra uomo e macchina. "Non può esserci - ha sostenuto - un mondo tecnologico dove nessuno, o un ristretto nucleo di persone, sarà in grado di controllare la tecnica. In questo modo si profilerebbe la fine della democrazia". 

"Per gestire un campo come la cyber intelligence", ha poi proseguito Baldoni, "la tecnologia ha la sua importanza, ma il fattore umano è fondamentale. Investire solo in tecnologia è sbagliato, poiché ha dei limiti. Ci vogliono anni per dispiegare correttamente alcuni strumenti, che vanno costantemente aggiornati, perché non è detto che siano ancora sicuri In secondo luogo, quando si acquista tecnologia per lungo tempo. Per questo bisogna lavorare, come stiamo facendo, per aumentare il numero degli esperti di cyber security sia con la creazione di nuovi corsi di studio sparsi sul territorio, sia portando investimenti in Italia per creare laboratori di ricerca pubblici e privati".

È quindi intervenuto Giuseppe Esposito, Vice Presidente del Comitato parlamentare sulla sicurezza della Repubblica, che ha evidenziato le politiche nazionali sulla sicurezza informatica. 

Sul tema del terrorismo di matrice islamica,  ha sottolineato Esposito che " alcuni dicono che il cyber spazio non esista e che sia una cosa virtuale. Non è affatto vero: il cyber spazio produce terra e Stati, seppur non riconosciuti dalla comunità internazionale, come il Daesh. Abu Bakr al-Baghdadi per prima cosa ha creato l'Isis nella Rete e tanti giovani da tutto il mondo sono andati a combattere per uno stato che non c'era e che si è materializzato solo dopo. Prima c'è stato il Cyber Califfato e poi lo Stato Islamico con i suoi confini e le sue città. Tutto questo dimostra che siamo in un mondo nuovo, nel sesto continente di internet reale come gli altri cinque". Ha poi ricordato che questo nuovo continente "ha una sola regola: quella di non avere regole poiché non sempre  gli amici sono nostri alleati e non sempre gli alleati sono nostri amici".

Ha quindi concluso l'autore Mario Caligiuri che ha evidenziato che quello trattato nel libro è un tema di grande attualità, discutere del quale è oggi necessario se non addirittura indispensabile. "Il volume - ha ricordato - affronta due temi indissolubilmente collegati, l'Intelligence e le tecnologie, che sembrano descrivere quanti altri mai lo spirito del nostro tempo". "L'Intelligence - ha proseguito - è fondamentale per selezionare le informazioni davvero rilevanti, così come internet determina gran parte dell'economia dei paesi avanzati".  "In Italia convive un doppio ritardo culturale, che incide pesantemente anche sull'economia e che riguarda appunto sia l'intelligence, per anni non compresa o demonizzata, che l'utilizzo  delle nuove tecnologie, dove una batteria composita di conservatori ne rallentano l'utilizzo dichiarando "guerra ai nostri figli". 

In relazione ai recenti attacchi informatici che hanno bloccato per ore il funzionamento di Amazon, e-bay  ed altri siti provocando danni economici ingenti, Caligiuri ha citato il Direttore della National intelligence James Clapper: "Paesi come gli Stati Uniti, totalmente dipendenti dall'informatica, devono pensarci due volte prima di adottare rappresaglie su questo terreno...si può perdere il controllo della situazione ".

Infatti, secondo Caligiuri, le guerre presenti e future, che saranno economiche e culturali, saranno combattute prevalentemente attraverso l'informazione e avranno internet come campo di battaglia .

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L'identità meridionale come crescita per l'Italia: binomio Università di Napoli - Comune di Mongiana

È stato il rettore Gaetano Manfredi ad accogliere all’Università Federico II di Napoli il sindaco di Mongiana Bruno Iorfida, Mario Caligiuri, professore dell’Università della Calabria, e Domenico Iannantuoni, ingegnere e storico. Insieme a Manfredi, che è anche il presidente della Conferenza dei rettori delle Università Italiane (CRUI), c’erano Edoardo Cosenza, ordinario di Tecnica delle Costruzioni e Alfredo Buccaro, associato di Storia dell’Architettura. L’argomento dell’incontro è stato la valorizzazione del patrimonio ingegneristico, storico e culturale delle Reali Ferriere Borboniche di Mongiana. Durante la riunione sono stati affrontati diversi argomenti per definire i contenuti e le modalità della collaborazione tra l’Università Federico II di Napoli e il Comune di Mongiana. Un prossimo incontro è stato previsto a breve. Come si ricorderà, la Fabbrica siderurgica di Mongiana, situata nelle serre vibonesi in Calabria, è stata una delle prime strutture industriali italiane (1756), dalla quale sono pervenuti componenti e binari per realizzare le prime tratte delle ferrovie italiane come la Napoli-Portici nonché i primi ponti sospesi in ferro come quello del Garigliano e del Calore.

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