All'università Mediterranea, il convegno dal titolo “Arduino conference”

Si è svolto questa mattina, presso il Dipartimento di Ingegneria-Diies dell’Università Mediterranea, il convegno dal titolo “Arduino conference” organizzato dall’associazione universitaria New Deal.

Presente il direttore del Dipartimento prof. Giacomo Messina che ha aperto i lavori, successivamente coordinati e moderati da Marco Picone.

Entusiasta il presidente dell’associazione universitaria New Deal, Giuseppe Vacalebre che ha ringraziato l’Università e gli studenti per la fiducia ed il sostegno.

Ma cos’è Arduino? A spiegarlo è stato il prof. Francesco Della Corte:” Arduino è una piattaforma hardware, un circuito programmabile, cioè in grado di svolgere operazioni semplici che svolte in opportune sequenze realizza funzioni molto complesse”.

Della Corte ha ripercorso alcuni passaggi storici importanti (e curiosità: il nome della scheda deriva da quello del bar di Ivrea frequentato dai fondatori del progetto, nome che richiama a sua volta quello di Arduino d'Ivrea, Re d'Italia nel 1002) che negli ultimi anni hanno portato ad una diffusione notevole di Arduino e dei suoi impieghi tanto che “Se cerchiamo “Arduino” su google ci sono 36.200.000 risultati”.

A spiegare gli usi più pratici, il prof. Giuseppe Ruggeri, il quale si è soffermato sul primo prototipo che ha connesso i social alla vita reale o al monitoraggio delle auto tramite smartphone.

Ci sono, poi, i “lavori in corso”  che riguardano progetti di domus sicurezza ed il controllo e monitoraggio di persone anziane o con disabilità.

Partner dell’iniziativa è stato il Fab-Lab, un gruppo che condivide la politica dell'open source ed open hardware, condivide esperienze, sperimenta nuovi percorsi e "crea cose".

  • Published in Cultura

Associazione New Deal: secondo Eurostat 2016 la Calabria è la regione d'Europa con il più alto tasso di disoccupazione

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa da parte dell'Associazione di Volontariato New Deal

Secondo i dati dell’Eurostat 2016, apparsi in questi giorni, sui giornali la Calabria è la regione d’Europa con il  maggior tasso di disoccupazione giovanile (58,7%), ovviamente piuttosto che accendere i riflettori, la notizia, è passata passata in secondo piano, dalle istituzioni, non abbiamo letto un comunicato, una dichiarazione o una qualsiasi presa di posizione, neppure un semplice accenno di discussione come se la cosa rappresentasse la normalità.

In una terra che giorno dopo giorno si svuota dei suoi figli costretti ad emigrare per trovare lavoro altrove, nessuno dice nulla, tutto tace.

La Calabria una regione ancora alla ricerca di una vocazione e priva di un indirizzo strategico cerca ancora di capire quali siano i settori d’investimento da prediligere, gli obbiettivi di sviluppo che si intendo perseguire nel medio e lungo periodo, tutto viene lasciato al caso ed a singoli interventi slegati da una complessiva visione d’insieme omogenea e strategico.

E’ noto che il lavoro dipendente non genera altro lavoro dipendente, ma è l’attività d’impresa che genera posti di lavoro e occupazione e se non si definisco prioralmente gli obbiettivi che si intendono perseguire nel medio lungo termine, obbiettivi che rimangano immutati ai continui segni di discontinuità politici (finalizzati esclusivamente a fini elettorali) saremo destinati a rimanere il fanalino di coda del paese e dell’Europa.

Stavolta non basterà qualche sgravio legato alle assunzioni per far scendere momentaneamente la percentuale a risolvere il problema, a nostro avviso è giunto il momento che le forze politiche e sociali della nostra terra identifichino dei fattori di coesione definendo gli obbiettivi e i settori di sviluppo sui quali investire, su quelli cominciare ad attrare investimenti, costruirci attorno infrastrutture e servizi ed organizzando confronti con gli attori locali al fine di incentivare lo sviluppo in maniera condivisa, strutturata, organizzata e con una prospettiva di tempo tale da giustificare degli investimenti importanti.

Sarebbe opportuno è importante che gli attori istituzionali e sociali comincino ad avviare un dialogo con il chiaro obbiettivo di incentivare gli investimenti in settori chiave, a vocazione naturale per il nostro territorio come il turismo e l’agricoltura per poi concentrassi anche sul mondo digitale e nel medio e lungo periodo puntare a ridurre in maniera strutturale la disoccupazione. 

Ovviamente quando ci riferiamo a incentivi per la nascita di nuove imprese non ci riferiamo nella maniera più totale a contributi a fondo perduto corredati da autofinanziamenti per l’avvio di nuove attività, questa politica nel tempo si è rivelata chiaramente fallimentare, preferiremmo, invece, ipotizzare la realizzazione di bandi dove viene prestato anche l’intero capitale necessario però corredato da sistemi fiscali e previdenziali di, reale vantaggio per le aziende che si andrebbero a creare ed una restituzione del capitale a tasso zero ed in un medio periodo.

Nell’assordante silenzio generale, non possiamo più tergiversare, c’è in ballo il nostro futuro!

Subscribe to this RSS feed