Serra e il Referendum, LiberaMente contro il "Sì". I dubbi della piazza

Parte la campagna referendaria con il movimento LiberaMente che nell’assise cittadina conta tre consiglieri comunali si schiera apertamente per il “no”. Ma nonostante la mobilitazione qualcosa non è andato per il verso giusto se, piuttosto delle piazze gremite a cui eravamo stati abituati durante la campagna elettorale per le comunali dello scorso giugno, Piazza San Giovanni si è dimostrata al di fuori delle aspettative degli organizzatori. Cerchiamo di capire i motivi. Innanzitutto c’è stata una strana commistione. Nella medesima manifestazione sono stata trattati il bilancio dei primi 100 giorni dell’esecutivo cittadino e la conseguente attività di opposizione, e naturalmente il “No” al Referendum confermativo della modifica costituzionale. A non comprendere questo binomio sono stati per primi alcuni simpatizzanti di LiberaMente soprattutto nel momento in cui hanno notato tra i relatori contrari al Referendum, Antonio Lo Schiavo, notaio vibonese, già candidato alla carica di sindaco nella città capoluogo di provincia con una lista del Partito democratico che però lo ha portato sui banchi dell’opposizione. Un intervento che, come abbiamo già sottolineato, ha lasciato perplessi alcuni sostenitori che potrebbero chiedersi dove sta andando il movimento che ha “rischiato” di vincere le comunali serresi. Ma vediamo alle critiche sul bilancio dei primi cento giorni dell’amministrazione comunale. Appare fuori dubbio che l’amministrazione capitanata dal sindaco Tassone ha dovuto confrontarsi con delle emergenze lasciate dalla vecchia gestione amministrativa che ha interrotto traumaticamente il proprio mandato a pochi giorni dalle elezioni. Un’amministrazione che ha avuto gioco facile di dimostrare il proprio approccio se rapportato all’inerzia della precedente. Ma l’opposizione non ha avuto modo di svolgere il proprio compito o se lo ha fatto non ha sortito effetti alcuni se l’esecutivo comunale sembra godere di buona salute. Due sono gli elementi su cui bisogna soffermarci: il primo avvenuto in uno dei primissimi consigli comunali quando la maggioranza ha votato, approvandole, le linee programmatiche e l’opposizione, anziché votare contro, si è astenuta. Un errore politico che ai più è passato inosservato ma che a chi scrive appare necessario rilevare per non offrire analisi a buon mercato. Scontro sui propri grammi in campagna elettorale, dunque, ma poi in consiglio ci sia astiene nei confronti del programma avversario, qualcosa non convince dell’amalgama di minoranza. Il secondo dato che salta subito agli occhi è la totale subordinazione della burocrazia comunale alla nuova amministrazione, quasi ne fosse un’appendice. Laddove, durante l’amministrazione dell’ex sindaco Rosi, proprio il rapporto quasi burrascoso con la burocrazia comunale ha impedito all’ex primo cittadino di riuscire a mettere in campo non soltanto un’amministrazione straordinaria per affrontare le emergenze, ma anche quella ordinaria. Cosa che poi ha trascinato il Comune verso il baratro amministrativo. Giusta la mobilitazione referendaria, giusta l’opposizione all’amministrazione ma le cose vanno distinte altrimenti LiberaMente rischia di confondere i propri sostenitori.

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