La strada della morte e la negligenza degli automobilisti

Quando avviene, e spesso, un incidente sulla vecchia sede della 106, tutti i giornalisti locali che funzionano automaticamente tirano fuori “la strada della morte”, e se ne vanno a cena felici. Mai che raccontino le dinamiche degli incidenti, mai che c’informino di chi è la colpa: “la strada della morte”, e fine dell’articolo.

 L’ultimo incidente mortale non si è verificato lungo la gloriosa arteria degli anni 1930, ma su quella nuova, la tangenziale di Soverato. Essa strada ha una linea continua, anzi a volte una tripla linea continua; e un limite di velocità da strada extraurbana. Se qualcuno viola limiti e linee e subisce un incidente, la colpa non è dei vicini invidiosi o della iettatura o del Fato o della strada, è di chi guida male; tanto più se causa il danno di altri. La “la strada della morte” bis?

 I giornalisti locali smettano dunque di mandare corrispondenze buoniste ipocrite e di parlare di “vittime” quando i morti e feriti sono colpevoli. Il quasi quotidiano mascalzone da sorpassi folli tra S. Sostene e Davoli, se ci resta, la colpa è solo sua.

 Lo stesso, e qui parlo in veste ufficiale di presidente onorario del Comitato, per la Trasversale delle Serre. Ce l’abbiamo, abbiamo lottato, siamo felici e superbi della vittoria: ma è una strada progettata negli anni 1960 e realizzata mezzo secolo dopo; perciò, del tutto inadeguata. Il criminale che sorpassa in galleria, e ciò avviene ogni mattina, è tuttavia colpevole, se causa un incidente. La “la strada della morte” ter?

 È, infatti, l’automobilista che deve adeguarsi alla strada, non la strada all’automobilista. Mi pare una nozione elementare.

 Ora io rivolgerei un appello a Carabinieri, Polizia, Vigili e Sindaci: beccatene uno, toglietegli una marea di punti più multa, e pubblicate la foto sui giornali; sia che sopravviva multato, sia che lasci, per colpa sua, questa valle di lacrime.

 Colpirle uno per educarne cento. L’alternativa è una raffica di incidenti e morti, e conseguenti articoli ipocriti sulla “la strada della morte” semel, bis e ter.

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