La festa nella Repubblica del caos

Nel giorno in cui si ricelebra l'avvento della Repubblica in Italia, dopo il Referendum tra Monarchia e Repubblica (non del tutto solare, e storicamente opaco) a cui parteciparono uomini e donne il 2 giugno 1946, notando i contenziosi duelli di questi giorni, interni ed esterni ai non più decifrabili partiti, torna alla mente l'annotazione in senso figurato del termine "repubblica " .

Esso - come è noto - espressamente significa: "luogo dove tutti comandano e nessuno ubbidisce"  o se volete: " disordine", "confusione" e chi più ne ha più ne metta, ascoltando TV o leggendo i Giornali in questi giorni, tra altanelanti previsioni economiche e soprattutto politiche, connotate specialmente dai variegati modelli elettorali declinati in "ellum" (dal porcellum al mattarellum, dal fianellum all ' entrante nullelmum).

Le celebrazioni avviate  il 2 giugno 1948 con la corposa parata militare dopo la deposizione della corona d'alloro al Milite ignoto da parte del presidente Luigi Einaudi, nel corso di 69 anni hanno avuto diverse forme.

Nel 1977 fu infatti rinviata la data alla domenica successiva, considerata la pesante recessione economica che gravava sul Paese, per poi essere ripristinata e riformata nel 2001 dal presidente Carlo Azeglio Ciampi. 

Una bella festa della Repubblica in tutta Italia, come tutte le feste di compleanno.

Tuttavia specialmente oggi resta pesante il dubbio: di quale " repubblica" si tratta ? e forse anche di quale Costituzione ?

Senza dimenticare che nel Referendum del 1946 i calabresi (con il 69,28%) analogamente a tutto il Mezzogiorno, votarono  in favore della Monarchia. Forse memori del classico motto: "Rex a regendo dicitur" : è difficile dirlo!  Lungimiranti  - verrebbe da aggiungere ironicamente - considerato il degrado ( metaforico di repubblica) in cui siamo scivolati negli ultimi anni, specialmente da quando il Paese è retto da governi denominati  (udite! udite !) "napolitani", senza dubbio non eletti democraticamente dal popolo.

L'augurio che ora è doveroso fare è certamente quello che la Repubblica risorga come i suoi sostenitori l'avevano sognata, guardando alla Patria come comunità e non consorteria : alla autentica Res Publica.

Speriamo al più presto, con o senza parate militari e aulici concerti.

 

Leave a comment

Make sure you enter all the required information, indicated by an asterisk (*). HTML code is not allowed.