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Gli sciacalli della salute

Inutile girarci intorno: la società di oggi è questa. Si inseguono profitti, ad ogni costo. E chi la pensa diversamente resta indietro. I valori non sembrano nemmeno esistere in un mondo in cui l’obiettivo è fare soldi, poco importa sulle spalle di chi. Emblematica è una strategia di mercato che sta prendendo piede negli USA. Si acquisiscono i diritti relativi a vecchi farmaci divenuti essenziali per curare una specifica malattia e, d’un tratto, si fa schizzare il prezzo alle stelle associando questa operazione ad una modifica. Ad esempio, la Turing Pharmaceuticals (che lo scorso agosto ha comprato il brevetto dalla Impax per 55 milioni di dollari) ha, da un giorno all’altro, cambiato il prezzo del Daraprim da 13,50 dollari a compressa a 750. Si tratta di un farmaco utilizzato non solo per far fronte alle infezioni determinate da parassiti (soprattutto toxoplasmosi e malaria) ma anche per tentare di combattere l’Aids o alcune forme di tumore. Facile immaginare chi ci guadagna e chi ci perde in queste situazioni. In uno schema in cui i deboli diventano sempre più deboli e i forti amplificano il loro potere (solo economico?) non c’è sistema di regolamentazione che tiene: tutto sembra piegarsi alla logica perversa del denaro e chi cerca di sovvertire questo sistema è destinato a soccombere. Ed il settore della Sanità, inteso nel suo senso più ampio, si presta più di tutti gli altri alla perpetuazione di questo canovaccio, semplicemente perchè chi è disperato è disposto a tutto e non ha alternative. Il malato o paga o muore. Di nuovo torna l’impostazione ingiusta e innaturale di prima: chi ha i soldi si cura e si salva, chi non li possiede scompare. Tutto ciò spiega perchè nell’epoca della secolarizzazione imperante sta tornando - in chi, anche per effetto di determinati episodi, riesce a guardare oltre le esigenze materiali -  l’attaccamento alla fede. Se non c’è giustizia nella vita terrena, si spera almeno che ci sia in quella in cui a contare non è il corpo ma l’anima.

 

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