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La Calabria, Riace ed il culto dei Santi Medici

Secondo le diverse tradizioni, Cosma (Cosimo) e Damiano, gemelli e medici entrambi, erano siriani o arabi, comunque orientali, e furono martirizzati sotto Diocleziano. Avevano esercitato la medicina a vantaggio dei poveri, senza mai chiedere compenso, e sono perciò chiamati Anargiri (ἀν-αργύριοι, senza denaro). All’arte terapeutica umana accompagnarono miracoli. Sono venerati da sempre, ma sembra che il loro culto si diffonda in Occidente attorno al XIV-XV secolo, per andare crescendo nei secoli successivi. Un frequentatissimo santuario è a Bitonto, proprio di fronte all’Obelisco Carolino della battaglia del 1734; è oggi in forme moderne, ma conserva le Reliquie delle braccia dei santi, sicuramente molto anteriori al XVIII secolo. La venerazione è prevalentemente meridionale, con importanti luoghi di culto in Puglia, Campania, Abruzzo, Sicilia; e diremo della Calabria. Una curiosità che meriterebbe di essere approfondita è però la devozione familiare della dinastia fiorentina dei Medici, suggerita forse dall’omonimia. Questa casata, così determinante nella storia toscana, italiana ed europea, compare però tardi, e non è compresa nel lungo elenco di nobili fiorentini del XV del Paradiso. Il primo notevole già porta significativamente il nome di Cosimo, detto poi il Vecchio, nonno di Lorenzo il Magnifico; Cosimo il Grande è il primo granduca di Toscana dopo la conquista di Siena; seguono i granduchi Cosimo II e Cosimo III; e se ne ricordano altri. I Medici diffusero la venerazione dei santi ritenuti loro omonimi. Come accade spesso nella mitopoiesi dei gemelli divini o sacri (Castore e Polluce, Ercole e Ificle, Romolo e Remo… ), c’è anche tra i santi la prevalenza di uno, Cosimo, su Damiano; e anche nella devozione, con la maggiore diffusione tradizionale del nome proprio Cosimo, anche in versione Cosma. In Calabria il luogo di culto per eccellenza è Riace, dove avveniva, e ancora avviene, un grande concorso di popolo. Di un certo popolo parliamo un’altra volta, perché l’argomento, delicato, distrarrebbe il lettore. Si radunano a Riace con il loro re o regina gli Zingari, devoti ai santi Medici, e celebrano la festa con riti particolari e danze. Qualcuno, con ipotesi ingegnosa che però vale la pena qui ricordare, ha messo in una qualche misteriosa connessione i due Anargiri con i Bronzi. Beh, ci sono sant’Apollo, san Mercurio e persino santa Venere (chi lo crederebbe mai?), e non sarebbe nemmeno la prima volta che un sincretismo accade. Il patrono di Satriano è san Teodoro, ma la festa è quella dei Santi Medici, e magari qualcuno pensa che i patroni siano loro. Un tempo Teodoro, importantissimo santo bizantino e patrono dell’esercito imperiale, era così venerato che la sua festa si celebrava il giorno della Pentecoste; oggi è un po’ in ombra. Ma anche di questo, un’altra volta. 

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