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Droga, violenza e noia, il triste declino di un capoluogo

 Due ragazzi si accoltellano, e uno muore: uno sporco fatto di droga. La settimana scorsa, un branco di ragazze ne aggrediscono una non si sa perché. Che succede tra i giovani di Catanzaro? E, più in generale, che ne è della città capoluogo di Regione? La città ospita un adeguato numero di scuole, dagli asili all’università; perciò non si può dire che manchi l’istruzione. Posso domandare se le scuole, a parte l’istruzione, danno qualche altra cosa ai loro allievi? E i ragazzi, dopo la scuola, che fanno?  Dopo la scuola, quando restano in balia delle due situazioni peggiori: la famiglia e la strada. E dove sono, a Catanzaro, le occasioni di sano sport, di frequentazioni pulite? Dove c’è cultura? E se c’è, qualche volta, è pedante, bacchettona, stupidamente buonista, pesante. Che fanno, i pubblici poteri? Che fa, la Chiesa? Cosa offrono, a parte chiacchiere antimafia lautamente retribuite? Che fa, la famiglia, a parte comprare telefonini e vestiti firmati? Si annoiano, i ragazzi, ed è il pascolo per gli spacciatori. E cosa si sta facendo per stroncare lo spaccio? È tanto difficile beccare quello schifo umano, e distruggerlo? Che fanno, magistratura e polizie? E chi le controlla? La verità è che a Catanzaro non governa nessuno. Abbiamo un assassino e un morto, ed entrambi, ancora quasi adolescenti, segnati dalla droga e da una vita sbagliata. Tra un paio di giorni non ne parleranno più, fino al prossimo fatto di cronaca nera.

 

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