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Referendum costituzionale: Marco Minniti a Serra San Bruno per sostenere le ragioni del "Si"

 

 Ci sarà anche Marco Minniti domani sera a Serra San Bruno a sostenere le ragioni del “Si” al referendum costituzionale. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, prenderà parte alla manifestazione che si svolgerà a partire dalle ore 18 nel salone di Palazzo Chimirri.

Nel corso della serata interverranno, tra gli altri, i deputati Bruno Censore ed Ernesto Magorno, il consigliere regionale Michele Mirabello ed il Sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone.

 

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Interrogazione dei Deputati PD: “Si riporti la legalità alla Provincia di Cosenza”

I deputati del Partito Democratico Ernesto Magorno, Ferdinando Aiello, Demetrio Battaglia, Enza Bruno Bossio, Bruno Censore, Stefania Covello, Nicodemo Oliverio, Nico Stumpo e Giuseppe Fioroni hanno presentato una interrogazione ai Ministri dell’Interno e degli Affari Regionali per conoscere “quali iniziative il Governo nell’ambito delle proprie prerogative intenda assumere affinché presso la Provincia di Cosenza venga ripristinato il principio di legalità e il corretto funzionamento dell’ente garantendone regolarità e correttezza nonché del legittimo decoro dell’immagine di suddetta istituzione diventata ostaggio di atteggiamenti palesemente illegali”. Nell’interrogazione viene richiamata “tutta la vicenda amministrativa e giudiziaria con i diversi pronunciamenti del Tar e del Consiglio di Stato che hanno inteso affermare senza ombra di dubbio la decadenza del sindaco Mario Occhiuto dalla carica di Presidente della Provincia per effetto dello scioglimento del Consiglio comunale di Cosenza del febbraio scorso e la necessità di pervenire a nuove elezioni. Nelle more – spiegano gli esponenti democratici - l’ente deve essere retto dal consigliere anziano, nella fattispecie il consigliere Graziano Di Natale. Ciò è quanto stabiliscono la legge e le diverse sentenze dei tribunali amministrativi. Nonostante ciò – continuano - Mario Occhiuto continua illegittimamente ad occupare la carica di presidente della Provincia di Cosenza sulla base di un articolo dello Statuto dell’Ente che, com’è richiamato nella interrogazione ‘nell’ambito della gerarchia delle fonti normative, come fonte subprimaria’ è ‘incapace di derogare o di modificare una legge’. Nell’interrogazione – specificano i rappresentanti del partito di Renzi - si fa inoltre riferimento ‘al gravissimo corto circuito istituzionale che si è venuto a creare con atteggiamenti irresponsabili considerata la permanenza in servizio, ancorché illegittima, del direttore generale, dei dirigenti e dei collaboratori chiamati dal presidente decaduto, così come i comportamenti di costoro che si sottraggono all’obbligo giuridico di conformarsi alle decisioni assunte dai giudici amministrativi’”. L’interrogazione dei parlamentari democratici giunge al culmine di “una paradossale diatriba istituzionale ed amministrativa che sta interessando da mesi l’Ente e dopo la notifica di ieri al segretario generale dell’Ente della nota del sottosegretario agli affari regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri che impone l’indizione di nuove elezioni alla Provincia di Cosenza”.

Direzione regionale PD, Magorno si difende e contrattacca: “Fra noi chi tutela lobby”

Ha riservato qualche passaggio pesante la relazione del segretario Ernesto Magorno alla direzione regionale del PD. In riferimento alle ultime elezioni amministrative, Magorno, dopo aver fatto cenno a fattori prettamente locali, ha spiegato che “tra le principali cause della sconfitta, ci sono anche le divisioni interne tra il gruppo dirigente e soprattutto tra i rappresentanti delle istituzioni, che si sono preoccupati di tutelare lobby e interessi di potere, quando, invece, bisognava fare ben altro per dare pieno e concreto sostegno al progetto di cambiamento che il PD avrebbe potuto avviare con successo in molti comuni”. “Un gruppo dirigente degno di tale nome, però - ha aggiunto - invece di ricorrere al triste e gretto espediente dello scaricabarile, rimpallando ad altri negligenze che sono proprie, va in profondità e coglie le criticità. Cerca di capire cosa non è andato per il verso giusto e come si possa rilanciare la propria azione politico-amministrativa e, soprattutto, per quanto ci riguarda, la nostra azione di partito”. Non è mancata una proposta di ricetta: “dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente, dobbiamo ripartire proprio parlando a coloro che sono tradizionalmente distanti da noi, che hanno scelto di non votarci, a coloro che hanno perso la speranza nella politica, ai delusi, a quanti non seguono più il centrodestra, temono Grillo ma che non hanno ragione di svoltare a sinistra e scegliere il Partito Democratico. Abbiamo bisogno di esserci, non abbiamo bisogno di una resa dei conti, abbiamo bisogno di riorganizzare il nostro partito e di rilanciarne immediatamente la sua azione politica. Innanzitutto – ha sottolineato- abbiamo bisogno di meno correnti e più partito, abbiamo bisogno di una discussione tra di noi che sappia essere una discussione di collettivo, che sappia mettere al centro la nostra comunità politica. C’è bisogno, soprattutto, di un confronto continuo e costante con i cittadini. Ce lo dicono in molti che dobbiamo essere più presenti, più vicini alla gente e non solo in campagna elettorale, quando andiamo a chiedere il voto e l’ennesimo atto di fiducia per il PD”. Quindi una conclusione volta all’attacco: “il problema non è il segretario regionale ma le lotte fratricide di corrente e i giochi di potere di una classe politica, conservatrice e preoccupata di difendere lo ‘status quo’ piuttosto di trovare unità e sintonia”.

“Il Governo ha accreditato 2,3 milioni alla Provincia di Vibo”: ossigeno per i dipendenti

“Un primo importante passo verso la risoluzione di una vertenza drammatica che coinvolge centinaia di persone e il futuro della qualità dei servizi di un ampio territorio. Arriva l’accredito dei primi 2,3 milioni di euro per la Provincia di Vibo. A nome di tutto il Partito democratico, e mio in particolare, ringrazio il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti per l’impegno profuso”. È quanto afferma il segretario regionale del Partito democratico calabrese Ernesto Magorno nell’apprendere la notizia e i ringraziamenti della dottoressa Gambino a nome dei dipendenti tutti per impegno profuso ringrazia il sottosegretario Lotti. “Per quanto concerne gli stipendi dei dipendenti – specifica Magorno - le risorse sono state sufficienti a pagare la mensilità di dicembre e le tredicesime. Devono ancora essere liquidati gli stipendi di gennaio, febbraio e marzo 2016. Serve, quindi, un ulteriore sforzo da parte del Governo e della deputazione calabrese democratica che segue con apprensione la vicenda dei dipendenti delle Province. Siamo certi – conclude Magorno – che il governo ed in particolare il sottosegretario Lotti che ha già dimostrato in maniera concreta la propria vicinanza alla nostra regione, sapranno attuare ulteriori interventi concreti a sostegno di questa problematica vertenza”.

Arrivano le risorse per i forestali. Magorno: “Il loro ruolo è fondamentale”

“I lavoratori forestali sono da considerare una risorsa per la difesa del territorio soprattutto in una realtà fragile come quella della nostra regione”. È quanto afferma il segretario regionale del PD Ernesto Magorno che, a nome di tutti i parlamentari democratici calabresi esprime, “apprezzamento e ringraziamento al Governo e al gruppo parlamentare del Partito Democratico per aver anche quest'anno contribuito in maniera significativa all’erogazione delle risorse necessarie per assicurare i livelli occupazionali degli operatori idraulici forestali”. Le riflessioni di Magorno, pronunciate a seguito dell’approvazione dell’emendamento alla Legge di stabilità che assicura risorse importanti per i forestali calabresi, sottolineano “una misura importante che arriva dopo i 50 milioni stanziati per la stabilizzazione di Lpu ed Lsu calabresi. Siamo certi – aggiunge Magorno - che il governo non farà mancare il necessario ulteriore sostegno per questo lavoratori che svolgono un ruolo importante nel contrasto al dissesto idrogeologico e nella tutela del nostro imponente patrimonio ambientale. Questa – è la conclusione - è l’ulteriore dimostrazione di come il Governo nazionale è vicino alla nostra regione”.

Assemblea PD, Magorno: “Renzi è dalla nostra parte”

L’assemblea regionale del PD ha visto la conferma del sostegno del partito al segretario Ernesto Magorno. Ma è servita soprattutto per fare il punto della situazione sugli argomenti politici ed amministrativi che in questo momento sono centrali. Di seguito, proponiamo la relazione, illustrata dallo stesso Magorno, nella versione integrale:

“Questa assemblea si colloca in un momento storico particolare mentre ancora riecheggiano nei nostri animi il dolore e l’orrore per gli attentati terroristici di Parigi che rappresentano un vile attacco al cuore dell’umanità, alla pace, alla democrazia e alla libertà del mondo intero. Pertanto invito a ricordarne le vittime con un minuto di silenzio. Prima di affrontare i principali temi di discussione ringrazio il sottosegretario Minniti per essere presente e per la sua disponibilità nonostante i tanti e delicati impegni legati al suo importante ruolo istituzionale. Voglio aprire questa assemblea invitando a non perdere mai di vista il filo conduttore di tutto il nostro dire e agire. Questo filo è la Calabria, sempre e prima di tutto! Quella Calabria che in questo anno di governo regionale grazie al presidente Oliverio, alla giunta, ai consiglieri, all’intera macchina governativa, sta rinascendo e rivedendo la luce dopo essere stata condannata all’oblio a causa dell'inettitudine e dell'incompetenza della precedente amministrazione che ha causato più macerie e distruzioni della Bomba di Hiroshima. Il presidente della Regione Calabria sta operando bene e la sua squadra di governo con una giunta tecnica di profondo rinnovamento, di alto profilo e libera da vincoli, con competenza e determinazione, saprà lavorare per risollevare e far ripartire la nostra Regione. L’assemblea regionale del PD, quindi, non può che valutare positivamente l’attività amministrativa svolta del presidente Oliverio che come un moderno Solone è riuscito a cambiare le cose indirizzandole nel verso giusto non a parole ma con i fatti. E lo testimonia innanzitutto il significativo risultato ottenuto sottraendo alla revoca UE la quota di circa 1,4 miliardi di euro del programma 2007/2013. Il presidente Oliverio è riuscito nella difficile impresa di ottenere, in tempi rapidi, l’approvazione da Bruxelles del nuovo programma ed ha evitato che alla Calabria venisse revocata la prima annualità dell’Agenda 2014/2020. La riforma della Carta Statutaria regionale, l’avvio del riordino burocratico- amministrativo, l’applicazione del piano regionale anticorruzione, il commissariamento quasi generalizzato del sistema degli enti e delle aziende sub- regionali si iscrivono coerentemente nell’alveo riformista e sono finalizzati ad una intensa opera di risanamento e trasparenza. Le stesse emergenze sono state fronteggiate, in maniera coerente a tale profilo, a partire dallo straordinario impegno manifestatosi in occasione degli eventi alluvionali registrati a Rossano-Corigliano e in provincia di Reggio Calabria. Inoltre, la vicinanza e l’attenzione dimostrata dal Governo che è prontamente intervenuto, hanno dato ulteriore conferma della sinergia che c’è tra governo centrale e quello regionale. E va sfatato una volta per tutte il mito giornalistico di una forte incomprensione tra il Governo Renzi e la Regione Calabria . Perché non è così e il Governo lo ha dimostrato in più occasioni: basti pensare alla Direzione Regionale di agosto o alla Festa Nazionale dell’unità in cui si è discusso del Mezzogiorno e quindi anche di Calabria. Il Governo, con Renzi e con il Pd, ha riportato la Calabria nell’agenda politica nazionale ed è ritornato finalmente a parlare delle cose da fare, agendo con lo spirito costruttivo di cui l’Italia ha assolutamente bisogno e dando prova di serietà, una serietà che ha permesso al nostro Paese di ripartire. Un programma ambizioso e lungimirante, quello di Matteo Renzi, in grado di dare una scossa definitiva al pantano della politica e risollevare l’economia reale del Paese, portando al centro i temi chiave delle riforme istituzionali e costituzionali : dal lavoro alla pubblica amministrazione, dalla scuola al terzo settore, dallo snellimento della burocrazia alla giustizia, dalla lotta alla mafia ed alla corruzione alla nuova legge elettorale. Sicuramente nessuna riforma, nessuna legge è perfetta ma credo che in politica, come nella vita, a volte si abbia una sola occasione e la si debba cogliere, avendo il coraggio di guardare avanti e di giocare fino in fondo la partita del rinnovamento. Un rinnovamento che può essere scomodo per qualcuno, che può non soddisfare pienamente le aspettative e le esigenze di tutti, ma che spesso è l'unico modo che abbiamo per ridare speranza al nostro Paese. L’ampio processo di riforma e di innovazione avviato dal Governo Renzi , sostenuto e condiviso dal Pd calabrese, dovrà essere un’opportunità per affermare la centralità di una Calabria che deve diventare sempre più protagonista nella p iena consapevolezza che l’Italia cresce solo se cresce il Sud! Pertanto, il PD condivide e sostiene l’intento della Giunta regionale di sottoscrivere un “Patto per lo Sviluppo e la Crescita” con il Governo nazionale. I contenuti del Patto saranno finalizzati a coniugare emergenze e prospettiva nell’intento di agganciare la Calabria alla ripresa economica nazionale. Bisogna invertire il trend storico di un’Italia che cresce e di una Calabria che arretra, garantendo innanzitutto la certezza di futuro e di lavoro per le nuove generazioni. Sappiamo benissimo che tante sono le criticità della Calabria: dalla crisi economica al dissesto del territorio, dalla sanità (che diviene malasanità e morte negli ospedali) all’incuria nella quale sono lasciati i bisogni dei soggetti più deboli, dal sistema sociale al fragile sistema industriale, dai nodi dei trasporti a quelli dell'edilizia, alla disoccupazione, al precariato, fino alla pessima gestione dei fondi comunitari che, non hanno costituito, per come avrebbero potuto e dovuto, la risposta al decollo economico e produttivo della Regione. A ciò si aggiungano la criminalità organizzata e i poteri forti che hanno consentito che il malaffare e la corruzione entrassero all’interno dei partiti politici e delle istituzioni, condizionando l’immagine, lo sviluppo economico, sociale e culturale della nostra regione. In Calabria il sistema di viabilità e di trasporto di merci e passeggeri risente di un'assenza di interventi, ritardi e inefficienze nei lavori di ammodernamento e di sviluppo della rete infrastrutturale regionale. Il pessimo stato della SS 18 tirrenica, Salerno - Reggio Calabria, il drammatico abbandono della SS 106 jonica, Taranto - Reggio Calabria, gli infiniti e mai ultimati lavori di manutenzione e messa in sicurezza, non garantiscono un collegamento efficiente e sicuro. E anche se gran parte dei lavori di ammodernamento dell' autostrada A3, Salerno - Reggio Calabria, sono in via di conclusione, non bisogna dimenticare che, purtroppo, sussiste ancora una condizione alquanto difficile , tra gli svincoli di Laino Borgo e Mormanno, a causa del crollo del «viadotto Italia» ed è del tutto indispensabile e urgente avviare i lavori di ammodernamento nella provincia di Cosenza e in altre zone. Inoltre, la fortissima carenza di collegamenti ferroviari, il drastico taglio delle corse ferroviarie, avvenuto negli ultimi anni, sta poco a poco condannando la Calabria ad un atavico isolamento. L’alta velocità si ferma a Salerno e esiste un solo servizio ferroviario al giorno classificato “Freccia Argento” che collega la Calabria con la Capitale. Per quanto riguarda il sistema aeroportuale , gli scali di Lamezia Terme (che è anche identificato come l'aeroporto strategico per il bacino della Calabria), di Reggio Calabria e di Crotone sono tra i 38 aeroporti di interesse nazionale. La Calabria, tra l’altro, è l’unica regione d’Italia che, con meno di 2 milioni d’abitanti, continua ad avere in funzione ben tre aeroporti nei quali sono in corso di realizzazione interventi di potenziamento strutturale ma che necessitano di ulteriori strategie gestionali e organizzative che ne incrementino la competitività e l'efficienza. Le gravi carenze infrastrutturali di cui soffre la Calabria rappresentano un ostacolo alla sua crescita e un rilancio del principale comparto economico della nostra regione, quale il turismo, non può prescindere dal potenziamento dei treni che ci collegano al resto d’Italia, dal ripristino delle corse ferroviarie drasticamente cancellate in questi ultimi anni e dalla realizzazione di una rete ad alta velocità così come dallo svilupparsi di nuovi collegamenti aerei. Va colmato l’ampio divario tra la straordinarietà delle risorse e la fragilità delle infrastrutture, quali viabilità e trasporti, che impediscono una completa fruizione del territorio. Una buona promozione e comunicazione del territorio è la risultante di complesse dinamiche sociali, culturali ed economiche e dipende fondamentalmente dalla consapevolezza che le eccellenze di cui è ricca la nostra regione, dalla storia, all’archeologia, all’arte, alle tradizioni e all’enogastronomia, rappresentano un formidabile valore aggiunto dell’offerta turistica. L’incanto, la suggestione, la bellezza che la natura ha regalato a questa terra, il suo patrimonio storico e culturale, sono sempre più da valorizzare, riscoprire e soprattutto amare. È evidente che c’è bisogno di un nuovo scenario economico che valorizzi e promuova la Calabria. Lo ha ben capito il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che è venuto personalmente e più volte nella nostra regione per programmare un piano di interventi volto a far fronte alle emergenze più gravi. Basti pensare al ruolo che è chiamata a svolgere la Calabria in quest'epoca di grandi migrazioni dal continente africano e dal Medio Oriente verso l'Europa. Ormai, anche in Calabria, Porta sul Mediterraneo e l’Oriente, gli immigrati sono una presenza organica e quotidiana, in continua espansione e che potrebbero rappresentare una preziosa risorsa favorendo la crescita economica e demografica dei nostri territori. Ma, la Calabria deve diventare, anche e soprattutto logisticamente, laPorta dell’Italia e dell’Europa. Penso al Porto di Gioia Tauro, al più grande terminal del Mediterraneo, sul cui rilancio è l'Italia intera che si gioca una partita importante, come del resto hanno immediatamente compreso il Governo e la Giunta Regionale della Calabria, che su questa infrastruttura intendono investire. Il porto di Gioia Tauro può essere, infatti, il vero “cancello d’ingresso” tra l’Europa e il Mediterraneo nel raccordo con le nuove rotte e con le grandi reti transnazionali europee. Per questo, vanno attuate adeguate politiche nazionali per le tasse di ancoraggio e le accise ma, soprattutto, va finalmente istituita una Zona Economica Speciale, sulla cui realizzazione il Governo Nazionale ha garantito il massimo impegno. Come del resto hanno immediatamente compreso il Governo e la Giunta Regionale della Calabria, che su questa infrastruttura intendono investire. Appare, dunque, sempre più chiaro che la Calabria ed il Sud possono assolvere ad una funzione strategica per la logistica, gli scambi, i flussi di merci e i trasporti all'interno diunquadrointernazionale. Negli ultimi anni il territorio è stato considerato come risorsa inesauribile ma , paradossalmente, è stata notevolmente ridotta l'attività di manutenzione dei boschi, dei corsi d'acqua, degli ambienti naturali. L'aggressione al territorio e la mancanza di controlli, sono sempre più la causa principale dei dissesti idrogeologici e delle alluvioni, com'è accaduto di recente, con incenti danni al patrimonio pubblico e privato. Ragion per cui, in un piano di interventi infrastrutturali per il Sud e per la Calabria, diventa prioritaria una politica di difesa e tutela delle risorse ambientali , di manutenzione e riassetto dei centri abitati e dei centri storici che si trovano in un profondo degrado. Sono necessarie misure urgenti per la messa in sicurezza delle scuole, degli ospedali, dei centri storici, delle aree interne e di tutte le strutture pubbliche. Ma, la Calabria ha, anche e soprattutto, bisogno di investimenti in cultura, formazione, scuola, università.La centralità della cultura deve essere intesa come valorizzazione della nostra identità e della nostra storia, ma anche come “produzione” di arte, letteratura, teatro, cinema, ricerca scientifica, innovazione. Ho sempre sostenuto che territorio e istituzioni, devono essere intese in un unicum inscindibile, in grado di operare insieme per la crescita della nostra regione partendo proprio dal valorizzarne e promuoverne le eccellenze in ogni campo. Prendiamo in considerazione le Università Calabresi. I nostri atenei sono importanti centri di ricerca e di studio e rappresentano per tutti gli studenti calabresi, un punto di riferimento a cui guardare con speranza, in una terra che ha voglia di liberarsi degli stereotipi che la attanagliano e nella quale i giovani hanno più che mai bisogno di spazi per formarsi e di prospettive sempre più ampie per il loro avvenire. Per questo, qui più che altrove, è necessario investire sul sistema universitario come strumento per rilanciare la competitività della regione e di conseguenza creare occasioni di sviluppo, produrre nuova economia e nuovi posti di lavoro. La nostra è una Regione esasperata dalla crisi economica, in perenne precariato e ancora troppo distante dal resto del Paese. Una Regione che, secondo gli ultimi dati Svimez, resta ancora la Cenerentola d’Italia, una terra “poverissima in un Sud sempre più povero”, dove si registra una costante discesa del Pil e un’impennata della disoccupazione con sempre più cittadini che neanche si iscrivono ai Centri per l’impiego e sempre più giovani che abbandonano la propria terra e dove, spesso e purtroppo, è la criminalità organizzata a creare le uniche "opportunità di lavoro". Il PD della Calabria ritiene che l’esame e l’approvazione in Parlamento della Legge di Stabilità sia un’occasione da non mancare per definire e risolvere annose emergenze sociali. Pertanto condivide e si impegna nelle sedi parlamentari affinché si assumano efficaci misure di riforma del welfare e del sistema degli ammortizzatori sociali portando a compimento la transizione dalla precarietà alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili e non abbandonando al proprio destino le migliaia di lavoratori in mobilità in deroga. La situazione attuale che sta vivendo la Calabria, deve spingere il Governo, che per la prima volta ha dimostrato grande interesse e attenzione per questa Terra , ad accelerare gli interventi già previsti e programmati, che non sono e non vogliono essere, in alcun modo, né un dannoso pietismo né un vuoto assistenzialismo che tanto danno hanno fatto in passato. Quello che noi chiediamo per il Sud e per la Calabria in particolare è un interesse concreto all'interno di un quadro di sviluppo e di crescita nazionale. La Calabria si trova in una condizione di enorme difficoltà e più di una responsabilità grava sulla sua classe politica, da sempre troppo preoccupata di difendere lo“status quo” piuttosto che far rispettare i diritti della propria gente. È fondamentale, quindi, che la classe politica e dirigenziale calabrese si occupi, a tutti i livelli, della propria Regione, ne rappresenti le istanze per far si che, finalmente, questa Terra possa riconquistare credibilità e centralità e conseguire quel definitivo sviluppo che, per le sue straordinarie potenzialità ed eccellenze, merita. Come più volte ci ha ricordato Renzi, dobbiamo essere noi, classe dirigente e politica, i primi a lavorare, utilizzando al meglio le nostre risorse e soprattutto ascoltando i territori perché è qui la Calabria vera, con le sue criticità, le sue aspettative ma anche con tanta voglia di riscatto.Un ulteriore banco di prova, alla luce dei risultati negativi registrati dalla gestione commissariale, è la capacità di qualificare il servizio sanitario regionale.Il rientro dai disavanzi pregressi e l’ottimizzazione della spesa non possono essere obiettivi che contrastano con la necessità di garantire il diritto alla sicurezza della cura del cittadino. Il PD si adopererà nelle sedi istituzionali preposte per una rinegoziazione del piano di rientro e per fare venire meno le ragioni della gestione commissariale. La Consulta sulla Sanità costituita dal Partito Democratico Calabrese è nata appunto per dare il proprio contributo all’azione di rilancio dell’attività di programmazione in uno dei settori nevralgici della vita politico-amministrativa della Calabria e su cui maggiormente di concentra l’attesa di cambiamento dei cittadini. Io sono certo che la Regione e il PD sapranno lavorare bene sulla Sanità, ma potremmo ritenerci totalmente soddisfatti solo quando riusciremo a garantire livelli di assistenza, di prevenzione e cura tali da restituire fiducia ai calabresi e debellare l’emigrazione sanitaria che li costringe a rivolgersi a strutture sanitarie del centro nord. Inoltre, mi preme sottolineare che quello delle Consulte, da estendere anche ad altri settori, è un strumento valido e indispensabile per programmare, confrontarsi ed esprimere tutte le potenzialità propositive del PD e non. Uno strumento in grado affrontare e le importanti problematiche che interessano il futuro della Calabria, unendo, pur nel difficile lavoro che l’attende, le forze politiche con le forze sociali, economiche con la cultura , con la Chiesa e con quanto di più moderno si muove nella società civile. Un altro elemento portante da non perdere mai di vista è l’unità. L’unità non è un decreto del segretario nazionale o del segretario regionale. L’unità si conquista giorno dopo giorno, con sacrificio, sapendo fare, se necessario, qualche passo indietro nella certezza che ne saranno fatti molti di più in avanti. Ciascuno di noi proviene da percorsi e storie diverse. Innalziamo le nostre bandiere ideologiche, giustamente orgogliosi della nostra identità. Possiamo piacerci o no ma ora ci troviamo a percorrere la stessa strada e dobbiamo alzare lo sguardo insieme verso un traguardo che deve essere quello del rilancio della Calabria. Insieme si cresce, insieme si raggiungono degli obiettivi, insieme si hanno le ambizioni ma solo in squadra e mai da soli. Un proverbio recita così: “Solo quando tutti contribuiscono con la loro legna da ardere è possibile creare un grande fuoco”. Le sfide, infatti, le possiamo vincere solo uniti, mettendo in prima linea il senso di partito, di comunità e soprattutto il bene della Calabria e dei Calabresi. Occorre far crescere la cultura del Partito Democratico come comunità che include e non esclude, che accoglie e non rifiuta, come comunità di donne e di uomini differenti, che hanno diverse appartenenze sociali, diverse sensibilità culturali, che vanno fatte convergere a partire dai territori, dai circoli, dalle federazioni dove tra l’altro operano sindaci e segretari di partito che quotidianamente mettono, a servizio del PD e al proprio paese, energie, intelligenze e professionalità. Ci sono posizioni differenti che non si risolvono cristallizzandole ma confrontandosi e se si continua a pensare solo a coltivare il proprio “orticello di voti”, ad alimentare divisioni, guerre di logoramento, battaglie di retroguardia e biechi tatticismi, verremo tutti sconfitti e anche di brutto. Responsabilità ed impegno unitario sono richiesti ancor più dall’imminenza dello svolgimento delle prossime elezioni amministrative. Il rinnovo dei consigli comunali di Cosenza e Crotone e di altri comuni costituisce una condizione indispensabile per contribuire al successo del PD e del centrosinistra in questa tornata elettorale. E dobbiamo partire proprio dal formare liste autenticamente pulite : il Partito Democratico non deve permettere che l’illegalità inquini il proprio progetto. Noi non vogliamo i voti della 'ndrangheta e continueremo a rifiutare l’arroganza e i freni inibitori di una cultura politica, frutto di affari illeciti e pericolose connivenze con la mafia. È questo l’impegno che fin dall’inizio ho preso come segretario regionale e che continuerò a mantenere, sicuro di poter interpretare anche il pensiero di tutti i democratici calabresi e la grande richiesta di trasparenza e di legalità dei cittadini. Lo dobbiamo, soprattutto, a quanti, come Francesco Fortugno, hanno dato la vita per affermare i valori dell’onestà e della legalità. Sempre in riferimento alle prossime elezioni amministrative, va precisato che la selezione dei candidati a sindaco, in assenza di designazioni condivise e unitarie, sarà affidata alle elezioni primarie che, anche in Calabria, si svolgeranno nella data di Election Day Nazionale. Invece, per quanto riguarda i congressi provinciali del PD, considerata la disponibilità da parte dei segretari provinciali di superare la propria condizione di incompatibilità, si propone di affidare, nelle federazioni di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro, la guida ad organismi unitari e collegiali per la preparazione della stessa fase congressuale e per la conduzione della campagna di tesseramento al Partito, a partire dalla commissione già insediata come disposto dalla Segreteria Nazionale. Inoltre, anche il Pd della Calabria aderisce all’ invito del Segretario Nazionale a scendere in piazza, il 5 e il 6 dicembre, con la manifestazione "Italia, coraggio!, per reagire con determinazione davanti a questioni di portata storica come l'attacco del terrorismo. Tutti fuori, con mille banchetti nelle piazze di tutta Italia, per ascoltare i commenti dei cittadini, raccogliere idee e mostrare i tanti risultati dell'azione di Governo. Saranno due mattinate di lavori con parlamentari, consiglieri regionali e sindaci che staranno in mezzo alla gente a parlare ma anche ad ascoltare. con coraggio, a testa alta, senza paura. In più, promuoveremo per il prossimo mese di gennaio, una Manifestazione per la pace e la cooperazione tra i popoli. In merito ho già contattato S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro e nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, che ha da subito accolto con entusiasmo l’iniziativa. Insieme alla società civile, alla Chiesa, alle istituzioni ribadiremo la nostra ferma condanna al terrorismo, all’odio, alla violenza perché, come ha avuto modo di dire Papa Francesco : “Noi vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato”. Infine voglio rassicurare che il segretario regionale non si sente per nulla “sotto tutelato”, è sereno e consapevole del lavoro che sta svolgendo al servizio del Pd calabrese, ma soprattutto è confortato dall’idea di agire in piena sintonia e armonia con il segretario nazionale, Matteo Renzi e a sostegno del presidente, Mario Oliverio. Voglio ricordare che sono stato eletto dopo 4 anni di commissariamento del PD, un commissariamento che ha prodotto macerie simili a quelle che Scopelliti ha lasciato ad Oliverio e non, certamente, imputabile a chi come me e come tanti segretari di circolo si sono sempre occupati dei territori. Lo ripeto ancora una volta io sono un uomo che non appartiene agli apparati, né li ha mai condivisi. Io vengo dai territori e sono il primo segretario regionale del PD calabrese che è partito dalla realtà quotidiana che vivono i sindaci. Forte della mia storia personale, soddisfatto di quello che politicamente ho raggiunto, che è molto di quanto mi sarei aspettato, continuerò a tener fede all’impegno ricevuto nel momento in cui sono stato eletto e di cui ne sono responsabile di fronte a questa assemblea e ai miei elettori. Al contempo, chi mi conosce sa che, so attendere come una sentinella vigile che aspetta l'aurora e se necessario, da buon cristiano, sono pronto a lasciare, in qualsiasi momento, con l’unico rimpianto di aver corrisposto alla gente molto meno di quanto mi ha dato con il proprio consenso ma , soprattutto, con quel senso di responsabilità che appartiene alla mia cultura e coerenza di politico, di cittadino, di uomo libero e democratico che non si è mai inchinato di fronte al potere. L’importante è lavorare, insieme e uniti, senza azioni di pura demagogia e populismo o posizioni campanilistiche, ma sempre e comunque per il bene del partito, dei nostri territori, dei cittadini, di quelli di oggi e di quelli di domani a cui dobbiamo assicurare giorni sempre migliori nella speranza che la Calabria continui a crescere e possa camminare a testa alta e a schiena dritta in Italia, in Europa e nel Mondo.

O si fa la Calabria o si muore: ad Oliverio servono tre protettori

Il tempo è scaduto: manfrine a centrocampo e risse negli spogliatoi non sono più ammissibili. Un paragone calcistico che si attaglia alla perfezione allo stato dell'arte fotografato dalle infinite lotte interne al Partito Democratico in Calabria e che costituiscono una pesantissima zavorra per le speranze coltivate, con quel briciolo di incoscienza rimasta, da ogni singolo cittadino di questa terra. Come se non bastasse il fardello di ciò che è stato finora il percorso di questo primo scorcio di legislatura, invero assai poco battuto da Mario Oliverio e dalla maggioranza di centrosinistra che lo sostiene (almeno sulla carta), i mai sopiti scontri personali fra i big del PD hanno subito negli ultimi giorni un'ulteriore ritorno di fiamma che rischia di far implodere Palazzo Campanella e la nuova Cittadella. Un peggioramento dei rapporti umani e politici gravido di conseguenze deleterie, se non si ha la responsabilità di fermarsi un millimetro prima del baratro in cui precipiterebbe, questa volta senza possibilità alcuna di aprire il paracadute, il futuro della Calabria. Inutile girarci attorno: quella consegnata dalle urne apertesi alla fine dello scorso mese di novembre è una legislatura nata male, quasi con un destino negativo segnato dagli eventi anche antecedenti all'insediamento. L'interminabile baruffa attorno a quel paio di sezioni di Castrolibero dal cui risultato finale è spuntato Orlandino Greco è lo specchio fedele di quanto si sarebbe verificato nei mesi successivi. Incertezze, confusione, lentezze ingiustificabili, l'incapacità di arrivare alla sostanza dei problemi perché affaccendati nel regolare i conti tra caporali orfani di un Generale o anche solo di un Colonnello: un triste rosario da sgranare per i calabresi che avevano ritenuto di uscire dallo "scopellitismo" per affidarsi all'"uomo forte" di San Giovanni in Fiore. Immerso nel mare magnum della politica da prima che il Gianluca Callipo, suo competitor alle Primarie, venisse alla luce, era apparso ad una netta maggioranza di elettori come il personaggio capace di prendere in mano, con decisionismo e fermezza, il cavallo imbizzarrito dell'istituzione regionale. Nulla di più distante dalla prova dei fatti: prima la testardaggine, a dispetto delle emergenze che assediano la Calabria, nel voler attendere a tutti i costi l'approvazione del nuovo Statuto da parte del parlamentino calabrese, poi il parto, ricco di veleni sputati fuori dal misterioso caso "Lanzetta", della mini Giunta, con la cooptazione di Nino De Gaetano (già all'epoca al centro di un'inchiesta giudiziaria e successivamente arrestato nell'ambito della "Rimborsopoli" in salsa calabrese), anche in questo caso andando a sbattere contro l'evidenza del buonsenso. Inutile dire che l'uragano scatenato dalla magistratura reggina ha creato il caos, sebbene i fatti contestati fossero ascrivibili alla passata legislatura. Altra fermata, altro stop ad un cammino già assai accidentato. A quel punto, tra mille e più contrasti sull'asse Roma-Catanzaro, alimentati anche dal conflitto senza esclusione di colpi con il Commissario al Piano di rientro nella Sanità, Massimo Scura, davanti ad Oliverio non rimaneva altre vie d'uscita: per rimanere in sella ha azzerato, su input direttamente giunto dalla sede del Nazareno/Palazzo Chigi, quel poco che era stato concepito e ripartire con un Esecutivo nuovo di zecca, libero da ingombranti presenze politiche e zeppo di "esterni" d'area, del tutto a digiuno, tuttavia, delle insondabili alchimie che governano i Palazzi. Una novità fragorosa che, inevitabilmente, non ha fatto altro che esasperare la tensione fra i consiglieri, trattati da appestati e deprivati di ogni legittimazione. Tralasciando il cortocircuito che si è creato affiancando ad ogni assessore "tecnico" una struttura "politica" composta da staff afferenti ai detentori del consenso reale, l'inesorabile ostinazione dei fatti è approdata sulla sponda dello scontro aperto, esploso in tutta la sua potenza giovedì sera in occasione della riunione del Gruppo consiliare del Partito Democratico. Un autentico evento, stando alle parole di Mimmetto Battaglia che ha ricordato come questo non sia un genere di appuntamenti particolarmente frequente, per usare un eufemismo. Nessuno fra loro accetta di perseverare nella supina passività della ratifica notarile di atti e provvedimenti che hanno una genesi in luoghi distinti e distanti dall'Aula del Consiglio. La deriva, neanche a dirlo, ha messo in una posizione traballante Sebi Romeo, capogruppo del PD, rimasto l'ultimo dei mohicani a difesa del fortino eretto da Oliverio. Il pretoriano del presidente della Giunta, però, potrebbe presto pagare il ruolo di longa manus del capo dell'Esecutivo regionale perché ormai orfano della legittimazione necessaria per esercitare un incarico che deve necessariamente godere dell'adesione dei colleghi vicini di scranno. Quale che sia la soluzione, è impensabile insistere a scaricare sulle esigenze di una popolazione martoriata l'irresponsabile ed infinito balletto di botta e risposta che stanno facendo del PD un vero e proprio Vietnam. Se ne esce soltanto se i livelli sovraordinati, a partire dalla delegazione parlamentare calabrese del partito, si assumono l'onere di accompagnare ed avvolgere l'operato di Oliverio & Co. Scendendo nel dettaglio e, tanto per non lasciare spazio all'immaginazione, è bene completare il discorso facendo nomi e cognomi dei tre che, per motivi diversi tra loro, hanno l'obbligo di assolvere a questo compito: in rigoroso ordine alfabetico Brunello Censore, Ernesto Magorno e Marco Minniti. Il primo perché, recentemente avvicinatosi alla corrente renziana dopo aver sposato la causa della minoranza, può e deve fungere da elemento di raccordo tra le varie anime del PD; il secondo, in quanto segretario regionale, scrollandosi di dosso le timidezze che ne hanno fin qui contraddistinto il mandato,  prenda finalmente le redini fornendo una direzione precisa alla truppa; il terzo, per tutto quello che da decenni rappresenta negli equilibri interni al partito e per l'esperienza accumulata, metta a disposizione tutta la sua autorevolezza per rimarginare ferite antiche e nuove. E' in gioco il destino di tutti: o si fa la Calabria, qui ed ora, o si muore.

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Venerdì vertice del PD calabrese a Lamezia

Si vedranno tutti a Lamezia Terme tra quarantotto ore i big del Partito Democratico calabrese. Presenti, con l'intento di rendere compatta l'intera squadra e dare una sterzata all'operato della Giunta regionale, i parlamentari calabresi, i componenti dell'Esecutivo presieduto da Mario Oliverio, i consiglieri di Palazzo Campanella ed i sindaci PD dei capoluoghi provinciali. L'iniziativa è stata messa in piedi da Ernesto Magorno, segretario regionale dei democrat. 

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