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L'unione Sindacale di Base sulle frodi nella sanità in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa da parte dell'Unione Sindacale di Base su la sanità calabrese e le frodi che la riguardano.

L’azione del Commissario ad acta alla sanità in Calabria, Massimo Scura si è caratterizzata in questi anni, per le politiche basate sui tagli e sulla “eliminazioni degli sprechi”.

In nome di ciò, nella nostra regione, si sono chiusi presìdi ospedalieri, interi reparti e, soprattutto, si sono tagliate le prestazioni gratuite, introducendo dei ticket spesso insostenibili per i meno abbienti e non solo.

Tra i tanti interventi del commissario ad acta però, evidentemente, non rientrava quello di controllare che fine facessero i soldi destinati a progetti quali, ad esempio, la gestione dell’elisoccorso ed interventi nel settore dei servizi agli anziani dove ingenti somme sono state “distratte” e finite nelle tasche di dirigenti dell’ASP di Catanzaro, arrestati ieri.

Come sempre lasciamo che sia la magistratura a completare le indagine ed a fare le opportune verifiche, però va fatta una riflessione su come gli interventi di risparmio nel settore pubblico (e non solo nella sanità) si traducano esclusivamente in tagli di diritti per i cittadini e per i lavoratori, senza minimamente interessare gli sprechi reali e le azioni fraudolenti poste in atto da una dirigenza e da una politica sempre più cinica e spudorata.

I lavoratori hanno i contratti bloccati da nove anni e, grazie alla complicità di Cgil, Cisl e Uil, gli aumenti prospettati sono di soli 85 euro lordi medi e non tutti sullo stipendio, mentre i dirigenti, che godono di retribuzioni stratosferiche (secondo l’Ocse inferiori nel mondo solo all’Australia), non contenti di ciò, speculano sulla pelle dei cittadini, sottraendo, per ingordigia personale, soldi pubblici destinati a servizi fondamentali per la salute di tutti.

Che ci sia un meccanismo perverso in tutto ciò è sotto gli occhi di tutti, però l’unica soluzione che il governo sembra prospettare, non è quello di eliminare le disuguaglianze e le ingiustizie, bensì di cancellare le proteste attraverso una ulteriore limitazione al diritto di sciopero!

I tagli nella sanità calabrese non sono ancora finiti e, sempre nel nome della “razionalizzazione della spesa pubblica”, saranno chiuse altre strutture, malgrado già ora nella nostra regione, negli ospedali vi siano solo 3,5 posti letti ogni 1.000 abitanti! Gli altri, si arrangino...

Per non parlare dei circa 360 milioni di euro che la nostra regione spende per sostenere la “migrazione sanitaria” di nostri corregionali costretti ai cosiddetti viaggi della speranza, visto che le nostre strutture sono messe in condizione di non funzionare al meglio.

La USB PI. Calabria ritiene, invece, che sia indispensabile un rilancio della sanità pubblica nella regione, svincolandolo dai conti ragionieristici e di comodo, offrendo, invece, un servizio che sia davvero di in grado di dare risposte adeguate ed in tempi rapidi a tutti i calabresi.

Sanità, Magno: “Criticità irrisolte e contraddizioni targate Pd”

“Dopo più di due anni e mezzo di governo regionale il sistema sanitario calabrese presenta criticità rilevanti e problemi irrisolti: carenza di personale, mancato rispetto dei livelli essenziali di assistenza (LEA) e servizi insufficienti fotografano la realtà presente, oggi, nei nostri ospedali. La notizia della mancata nomina del Presidente Oliverio a commissario straordinario della sanità in Calabria, diversamente da quanto accaduto in Campania con De Luca, rappresenta solo la punta di un iceberg di un sistema ormai al collasso”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Mario Magno che aggiunge: “Il personale sanitario è numericamente insufficiente in quasi tutti gli ospedali calabresi e particolarmente critica è la situazione negli ospedali di Lamezia Terme e Soveria Mannelli all’interno dei quali l’Asp non ha provveduto a rinnovare i contratti in scadenza, creando disagi tra i pazienti”.

“La Calabria per superare questa fase stagnante e involutiva – precisa il consigliere regionale - deve essere messa nelle condizioni non solo di poter garantire le prestazioni sanitarie ai cittadini ma anche in tempi ragionevoli, attraverso l’abbattimento delle lunghe liste d’attesa. L’assunzione di nuovo personale è divenuta esigenza non più rinviabile. Il tanto discusso decreto 50, che prevede l’assunzione di circa 600 unità di operatori sanitari tra personale medico, infermieristico e amministrativi, può solo in parte rispondere al problema relativo alla cronica carenza di personale. Nonostante ciò rimane ancora oggi inapplicato a causa di contrasti sorti, per cavilli meramente burocratici, all’interno della struttura commissariale e tra la stessa struttura commissariale e la Regione Calabria. Quanto accaduto testimonia la presenza di una litigiosità perenne tra le parti, quasi considerata prioritaria rispetto alla salute dei cittadini. Alla stessa stregua sono sembrati i continui contrasti tra il presidente Oliverio ed il Commissario ad acta Massimo Scura che hanno caratterizzato questa prima metà di legislatura”.

“Il Partito Democratico - sottolinea Magno - si assuma la responsabilità di questa gestione dissennata del sistema sanitario calabrese. Massimo Scura, infatti, è stato nominato dal Governo Renzi e dal Partito Democratico, Mario Oliverio è il Presidente della Regione Calabria in quota Pd. Di cosa stiamo parlando se non di una querelle all’interno degli esponenti Dem? “Il Partito democratico che governa a Roma e in Calabria – conclude l’On. Magno - vive una stagione di perenni contraddizioni interne: da una parte attacca la gestione commissariale della sanità nominata da Renzi e dal governo, dall’altra difende a spada tratta l’esecutivo nazionale assumendo, così, una posizione ambigua e indecifrabile. A pagarne le spese sono i cittadini calabresi che subiscono inerti le prese di posizione di una classe dirigente litigiosa, priva di idee e di azioni concrete a tutela della nostra regione”.

Wanda Ferro (Gruppo misto): "La politica gioca con la salute dei calabresi"

"La mancata pubblicazione da parte del Dipartimento regionale Tutela della Salute del decreto 50 emanato il 14 marzo scorso dal Commissario alla Sanità Massimo Scura, è una ulteriore dimostrazione che la politica sta giocando una partita che ha interessi ben diversi da quelli che riguardano la salute dei calabresi. Il lungo e ormai fastidioso braccio di ferro tra il governatore Oliverio e il commissario Scura non può giustificare la decisione di ostacolare le quasi 600 assunzioni a tempo indeterminato previste dal decreto, che consentirebbero di dare una vitale boccata di ossigeno alle aziende ospedaliere e sanitarie calabresi ormai al limite del collasso per la mancanza di personale, così come ai tanti professionisti che ormai da tempo aspettano l’assunzione o la stabilizzazione. Inoltre l’assunzione di personale consentirà di attivare nuovi servizi previsti dal Dca 64/16 e quindi di migliorare i Lea, condizione fondamentale per uscire dal Piano di rientro e quindi dal commissariamento. La Regione deve fare tutto quanto è in suo potere per dare risposte adeguate alla domanda di salute dei calabresi, senza fare pagare ai cittadini il prezzo di battaglie politiche che nulla hanno a che vedere con i loro reali bisogni”.

E' quanto scrive in una nota il Consigliere regionale del Gruppo misto, Wanda Ferro

 

Scura, Oliverio e la sanità dei primari

La lettera aperta di Scura a Oliverio è di una chiarezza che non ammetterebbe repliche; ma figuratevi se Oliverio si zittisce, di fronte all’unico argomento che gli interessa: la sanità.

 Oliverio, penserebbe qualche forestiero, è un medico, un infermiere, o, in alternativa, un taumaturgo e mago, da essere così attento alla salute? No, e, ripeto, a lui non importa la salute, importa la sanità, che è tutt’altra roba: la sanità sono uscieri, guardarobieri, alabardieri, camerieri, giardinieri… e, se proprio avanza qualche spicciolo, anche medici. I medici, a Oliverio, poco interessano: se mai, i primari! Sì, è vero che, di solito e altrove, uno prima di diventare primario dev’essere medico: però, altrove; in Calabria, non è proprio indispensabile.

 Facciamo l’esempio dell’elicottero. L’elicottero, come tutti sanno e anche Oliverio, è un aggeggio che vola (-ttero, dal greco pteròn, ala); poco cambia se vola da qui oppure da lì, tanto ci mette quasi lo stesso tempo. È dunque meglio avere tre postazioni con, diciamo, tre elicotteri a testa, totale nove; che quattro postazioni con due, totale otto. Se ci sono altri interessi e comodi, pazienza.

 Lo stesso per un pronto soccorso. È meglio avere tre reparti con, diciamo, tre letti a testa, totale nove; che quattro reparti con due, totale otto. Se ci sono altri interessi e comodi, pazienza.

 Ma i primari… i primari, ragazzi? Intanto, vediamo se sono primari o degli scassatissimi “facenti funzioni”, cioè dei raccomandati senza titoli e senza meriti: non mi fate parlare. E poi, che mi serve, un primario, se non ci sono medici, o se i medici vanno ancora avanti a “posti letto” e a “degenze”, in un mondo dove le tecnologie permettono di operare e dimettere in mezza mattinata? Tecnologie banali, altrove, mica fantascienza; e qui ancora andiamo a primari come ai tempi del dottor Terzilli.

 Ma Oliverio si cura della sanità, parola che, avete capito, non è affatto sinonimo di salute, ma di stipendi. E Oliverio non si cura di altro. Siccome ognuno deve parlare di quello che sa, io parlo di cultura: e Oliverio è anche assessore alla cultura o qualcosa di simile. Ebbene, la Regione Calabria fa zero politica culturale. Già, la cultura ha bisogno di cultura, non di primari.

 La sola politica culturale di Oliverio è tenersi amici tv e giornali. Forza, Scura!

 A proposito, che dice, l’opposizione? Muta come la notte!

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Incontro Scura-Marziale: “Rianimazione pediatrica nei tre ospedali Hub della regione”

Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, ha partecipato ad un incontro organizzato e coordinato dal Commissario straordinario alla Sanità, Massimo Scura. Il Garante, motivando la richiesta di incontro con il commissario Scura, aveva evidenziato la mancanza in Calabria di reparti di rianimazione pediatrica nei principali ospedali Hub. Nel corso dell’incontro, “insieme si è addivenuti ad una soluzione che prevede l’istituzione dell’importante servizio”, individuando due posti di ricovero per ogni Hub. A margine della riunione, Marziale ha dichiarato: “Dal non avere alcun servizio ad avviarne tre è da considerarsi un passo significativo, verso un percorso che nel tempo mira ad organizzare in Calabria una Pediatria degna di questo nome. La rianimazione pediatrica nei tre Hub di Reggio, Catanzaro e Cosenza potrà contare sin da subito di personale qualificato in servizio, ma molto va fatto sul piano della formazione costante ed è per questo – continua Marziale – che ho deciso di investire metà del budget dato in dotazione al mio Ufficio destinandolo alla formazione del personale sanitario pediatrico”. Il Garante conclude: “Sono davvero grato al Commissario Scura per avere risposto positivamente, in un territorio dove finanche la richiesta di risposta scritta è da considerarsi una chimera, per avere colto la necessità impellente di fornire ai bambini e adolescenti la rianimazione pediatrica affrontando un problema che non è limitato alla salvaguardia della loro salute, ma anche ai disagi economici delle famiglie, molto spesso costrette ad andare fuori regione con aggravi di spesa insostenibili. Parlare di diritti dei minori non può essere un esercizio di mera retorica, perché ciò deve invece comportare azioni e le strutture sono da considerarsi le azioni da cui possono muoversi le politiche sociali e di sicurezza sociale, con in testa la sicurezza dei bambini”. All’incontro tra il commissario Scura e Marziale hanno partecipato pediatri e anestesisti delle tre Aziende provinciali calabresi ed esponenti dell‘Università Magna Graecia.

Ospedale di Serra: cambiata la “postilla”, Scura si ravvede?

Un semplice cambio di dicitura potrebbe significare tanto per i presidi ospedalieri del Vibonese ed in particolare per quello di Serra San Bruno. Il condizionale è d'obbligo perchè dietro le formule vaghe del linguaggio burocratico possono nascondersi mille scenari che cambiano, a seconda della concretizzazione dell’uno o dell’altro, il destino dei territori. Con la pubblicazione del decreto n. 64 del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario Massimo Scura (“P.O 2016-2018 – Intervento 2.1.1. – Riorganizzazione delle reti assistenziali – Modifica ed integrazione Dca n. 30 del 3/03/2016”), le interpretazioni si moltiplicano, ma ve n’è una che lascia un barlume di speranza. Nel “documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti” contenente la tabella n. 43 dedicata ai nuovi ospedali non si puó non notare la modifica dell’ormai celebre “postilla”, quella che per intenderci imponeva il trasferimento di tutti i posti letto per acuti del territorio a Vibo una volta completato il nuovo ospedale del capoluogo di provincia. Stavolta la previsione è, almeno nella forma, diversa: “La programmazione dei posti letto prevista per i nuovi ospedali risponde alla domanda di prestazioni attualmente programmata. La verifica del ruolo degli attuali presidi che insistono nell’area di riferimento, sarà rivalutata successivamente al completamento dei nuovi ospedali, anche in coerenza con le esigenze di riequilibrio dei posti letto tra le aree territoriali”. Massimo Scura si ravvede o è una variazione di locuzione volta a spegnere focolai, o meglio autentici incendi, di disapprovazione? Il tempo darà la giusta risposta.

La Regione impugnerà il decreto di Scura riguardante la convenzione con Age.na.s.

La Regione impugnerà, davanti al Tribunale Amministrativo per la Calabria, il decreto n. 46 del 6 maggio scorso, a firma del Commissario per il "Piano di rientro nella sanità" Massimo Scura, con il quale è stato approvato uno schema di convenzione onerosa con l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Age.na.s.), che prevede lo svolgimento di attività di supporto all'Autorità commissariale. Davanti al Tar, la Regione illustrerà “le illegittimità presenti nel Decreto”, sotto i diversi profili, in particolare, sotto quello dell'attribuzione al Bilancio regionale di una spesa indebita e dell'attribuzione ad Age.na.s. di attività già svolte dalla gestione commissariale, nonché per l'affidamento di attività che spettano, per legge, al Dipartimento regionale "Tutela della salute". In considerazione del fatto, quindi, che la spesa prevista in convenzione è indebita, il Dipartimento "Tutela della salute" non provvederà ad effettuare il relativo impegno di spesa al fine di evitare di cagionare un danno erariale. 

La fortezza di Oliverio espugnata da Scura con il metodo Vauban

Tranquilli, non è Vauban un primario genuino o fasullo, e nemmeno un immigrato felicemente accasatosi a Riace, bensì Sébastien Le Prestre de Vauban, maresciallo di Francia di Luigi XIV, e nato nel 1633. Dite voi: e che c’entra con Oliverio e Scura? Ora ve lo spiego.  Sébastien era un ingegnere militare, e, in questa veste, studiò scientificamente le tecniche dell’assedio di una fortezza; quindi con precisione aritmetica calcolò quanto potesse resistere ogni singolo edificio. In base a questa dottrina, al comandante del forte assalito toccava resistere, poniamo, tre mesi, e in quei tre mesi compiere il suo dovere agli occhi dei superiori e del re; dopo di che si poteva arrendere senza che tale atto suonasse disonore o macchiasse la sua carriera. Si chiamavano, perciò, gli assedi alla Vauban. Cominciate a capire? Scura è l’assediante, inviato da Renzi; Oliverio e la Regione Calabria sono la fortezza assediata. Scura ha un’immane superiorità di artiglierie, truppe, rifornimenti, munizioni eccetera; la fortezza Oliverio è piccola e povera, scarsa di mezzi, e, soprattutto, scarsissima di capacità. Peggio – ma questo Vauban, uomo serio, non lo valutava – ci sono all’interno diversi Antenore e Gano disposti per uno stipendio a vendere la mamma. Insomma, Vauban sarebbe stato chiaro: generale Oliverio, resisti quanto puoi, poi arrenditi e tanti saluti. Così è capitato in Consiglio regionale: Oliverio e dintorni hanno dichiarato guerra a Scura, chiedendone la testa, però solo dopo il 2018! A morte, a morte; però, con molta calma. Quanto al Governo, che è del PD, il PD calabrese gliele canta chiare: trattiamo sul piano di rientro, mica c’è fretta! Sempre dopo il 2018. Insomma, Oliverio ha resistito alla Vauban, poi, sempre alla Vauban, ha sventolato bandiera bianca spacciate per rossa. Ai suoi potrà far credere che ha combattuto e combatterà; e intanto Scura farà quello che deve, cominciando con l’occupare allegramente la fortezza caduta. Sébastien de Vauban, dal cielo dei guerrieri dove trionfa dal 1707, sorride soddisfatto di averne indovinata una anche nel 2016.

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