I massoni, l'antimafia e il fumo negli occhi

La commissione antimafia chiede gli elenchi dei massoni calabresi, e spera di beccarne qualcuno colluso con la mafia.

 Sappiate, orbene, che gli elenchi arriveranno, eccome; e saranno più o meno lunghi come l’elenco telefonico di Roma.

 Sono, infatti, ormai tre secoli che la Calabria è zeppa di massoni; e si dice che la loggia di Girifalco sia più antica di qualche mese della loggia di Firenze del 1725, quanto dire. Chi più chi meno, chi per famiglia, chi per convenienza, chi per gioco, chi sul serio, qualche rarissimo perché convinto, ma la Calabria è una terra ad altissima densità di cappucci e grembiuli.

 Troppi, per essere veri. Non si fa così, se si vuole che  viva e prosperi un’organizzazione, soprattutto un’organizzazione segreta o almeno riservata qual è la massoneria.  La massoneria? Veramente ce ne sono tante, e nemmeno d’accordo tra loro. Diciamo, le massonerie.

 Negli ultimi decenni, le affiliazioni pro posto fisso sono state a valanghe; i più, conquistato il salario, sono “entrati in sonno”, qualcuno è rimasto. Qualcuno si è fatto un bagaglio di informazioni, o almeno di linguaggio massonico; i più si contentano di un vago deismo, pur di non essere cattolici. Non mancano quelli che sono massoni a cena e cattolici la domenica; e in infantile buona fede. Del resto non so che fine abbiano fatto le secolari condanne della Chiesa.

 Per queste premesse, la commissione antimafia riceverà gli elenchi chilometrici, e avrà il suo da fare a districarsi tra omonimie e alla ricerca di chi mai sia ogni qualsiasi Pinco Palla, ogni mediconzolo o travetto o sfaccendato.

 Me non mi troveranno in alcun elenco, e grazie al Signore e a mio nonno che io mi chiamo Ulderico: il mio cognome è un po’ inflazionato!

 I massoni veri, quelli davvero potenti, non stanno scritti da nessuna parte. Le logge autentiche, come tutto ciò che è segreto e più o meno esoterico, trasmettono tutto e solo per via orale come l’aspirina.

 Infine è ben poco credibile che tutto quanto sia successo nel mondo e in Calabria, dai campionati di calcio alla pioggia alla mafia, sia sempre e in ogni caso deciso da qualche massoneria. Quelli che lo vanno ripetendo a ogni passo, poi dicono anche che non possono trovare le prove… perché la massoneria è segreta.

 Sapete come la penso? Che la commissione antimafia e la Bindi sono contenti di qualche titolone sul giornale, che fa dimenticare quella che, a tutt’oggi, posso definire a buon diritto la piena inutilità della loro esistenza.

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I mafiosi scarcerati ed il silenzio degli indecenti

C’erano due mafiosi in gattabuia: benissimo. Ora i due mafiosi sono a spasso. Hanno segato le sbarre? Hanno trovato un cunicolo come il futuro conte di Montecristo? Ma no, sono usciti dalla porta principale con tante scuse, perché il magistrato ha lasciato scadere i termini e non ha depositato la sentenza. Quali le cause? Beh, spero che gli ispettori le appurino e le rendano pubbliche. Certo che a me viene da ridere amaramente. Qui voglio però elencare coloro i quali, solitamente loquaci come un congresso mondiale di pappagalli, gazze e merli, sono stati colti da improvvisa afonia, e non hanno espresso il benché minimo commento:

-          Bindi Rosi, la commissione antimafia e i suoi consulenti, così facondi di parole sui gatti di Platì;

-          I deputati, senatori e consiglieri regionali e i sindaci, eccetera;

-          Bova Arturo e la commissione anti ‘ndrangheta;

-          Musella Adriana;

-          La sua università antimafia di Limbadi;

-          L’università di Cosenza, quella vera;

-          Il suo misterioso corso di laurea della resistenza;

-          Don Ciotti, don Mazzi eccetera;

-          I professori dei progettoni antimafia;

-          Gli scrittori antimafia, con particolare riferimento a Gangemi;

-          La magistratura: nobile eccezione, Nicola Gratteri che è andato giù pesante.

-          L’avvocatura;

-          Eccetera.

 Perché ho dimenticato la Giunta di Alto Profilo? Perché il suo unico pensiero è nominare primari nella sanità. Intanto i mafiosi, mentre passeggiano, esprimono sentimenti di sincera gratitudine.

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