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Nicolò (FI): "Un piano per la riconversione turistica dei terreni dell’ex Liquichimica di Saline Joniche"

“Un piano per la riconversione turistica dei terreni dell’ex Liquichimica di Saline Joniche, per la fruibilità ed il rilancio del porto e per la valorizzazione di un’area d’indubbio pregio ambientale e faunistico dove insiste un’oasi naturale inserita tra i siti di interesse comunitario”.

E’ quanto chiede il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione Alessandro Nicolò.

“Definitivamente superata la fallimentare esperienza della destinazione industriale di un’area a forte vocazione turistica e finalmente archiviato il progetto di costruzione della Centrale a carbone, grazie anche alla ferma presa di posizione del Gruppo di Forza Italia, alle mozioni e agli atti di indirizzo votati all’unanimità dal Consiglio regionale, occorre ora volgere lo sguardo al futuro” - sottolinea il Capogruppo Fi.

Regione, Città Metropolitana, Comuni ed associazioni che perseguono finalità pubblicistiche di salvaguardia e promozione del territorio, sono chiamati a ragionare su un progetto comune di rilancio. La vendita dei terreni di proprietà della società Sipi - prosegue Alessandro Nicolò - impone di giungere in tempi celeri all’acquisizione delle aree interessate. E’ questo lo step cruciale, propedeutico ad un disegno di sviluppo condiviso del comprensorio di Saline Joniche”.

“Allo stato - evidenzia l’esponente politico - non vi è ancora traccia del progetto di bonifica e sviluppo dell’intera area grecanica, passaggio contenuto nella mozione bipartisan approvata nel 2014 dal Consiglio regionale che impegnava la Giunta in tal senso. Riteniamo che non sia ulteriormente procrastinabile il processo di riqualificazione complessiva del sito, anche attraverso investimenti comunitari, bonificando i resti ferrosi dell’impianto industriale e debellando situazioni d’impatto ambientale e di pericolosità per la salute pubblica”.

“E’ tempo di raccogliere la domanda delle comunità interessate e di un territorio che ambisce a caratterizzarsi in una prospettiva turistica e di sviluppo eco-sostenibile. Per questo, serve la rimodulazione del Piano Regolatore di tutta l’area industriale di Saline Ioniche ed occorre investire sul porto per renderlo nuovamente operativo e trasformarlo in approdo turistico. Occorrerà dunque - conclude Alessandro Nicolò - elaborare un piano complessivo per la tutela e la valorizzazione di un’area dalle significative potenzialità paesaggistiche e culturali, scegliendo un modello di sviluppo economico che si attagli alla vocazione e peculiarità del territorio, privilegiando il turismo”.

In morte del centrodestra reggino: l'elezione del Consiglio Metropolitano ne ha constatato il decesso

Il voto di Palazzo Madama e, a stretto giro di posta, l'ingresso a Rebibbia di Antonio Caridi, oltre ad aver segnato una svolta sul piano squisitamente giudiziario, ha imposto lo stop alla scalata, ormai in fase avanzata, di un esponente del centrodestra reggino le cui mosse negli ultimi due anni erano state tutte volte alla conquista della supremazia in città e provincia. Fermo ai box Giuseppe Scopelliti, anch'egli per vicissitudini penali, il vice coordinatore regionale di Forza Italia aveva fatto man bassa di eletti sia a Palazzo San Giorgio che altrove, fino ai Consigli Comunali più piccoli dell'entroterra. Tutti sotto l'ala protettiva di colui che, agli occhi dei rappresentanti di un'area politica sconquassata come mai accaduto nella storia recente, sembrava essere il nuovo "uomo forte" da sostenere per mettere sotto vetro le proprie rispettive ambizioni. I piani, però, sono stati smantellati dalle recenti inchieste sulle quali sarà, come si recita in questi casi, la magistratura a doversi pronunciare. Al momento la chiave di lettura , dunque, non può che riguardare lo stato di salute del centrodestra a queste latitudini. Una prima conferma di questo assunto è piombata sulle macerie della coalizione con lo scrutinio del voto per il Consiglio Metropolitano. Le elezioni, celebratesi domenica, hanno sancito un ulteriore smottamento di credibilità e forza per coloro che, staccatosi il collante del potere e smarrita la guida dell'ex presidente della Regione, si sono mossi in ordine sparso e, perseverando nell'errore, continuano colpevolmente a farlo. Troppi i rancori, anche di natura personale, esplosi con il "liberi tutti", troppo ampie le distanze tra i vari movimenti e partiti che compongono, in linea puramente astratta, la sedicente alleanza. L'assenza di figure di peso in grado di esercitare una leadership autorevole si sta rivelando un ostacolo impossibile da sormontare proseguendo lungo la via fin qui percorsa con gli occhi bassi ed un diario povero di visioni o, al limite, anche di idee. A fronte di un centrosinistra più volte tacciato, anche da chi scrive, di inadeguatezza strutturale, gli avversari (per modo di dire) brillano per i loro incomprensibili silenzi. Iniziative estemporanee che non sono tenute assieme dal filo rosso della logica, recriminazioni sterili sui social network ed una velenosa nostalgia per un passato consegnato definitivamente agli archivi: è questo il mix diabolico che viene confuso con una linea politica coerente ed efficace. Tra i "Falcomatà boys" ed il centrodestra permane, a conti fatti, una condizione statica di equilibrio fra debolezze: due differenti fragilità che si tengono assieme l'una con l'altra regalando l'illusione ad entrambe le parti di godere di una solidità in realtà inesistente. I nodi sono venuti al pettine nella tarda serata di domenica. Il Partito Democratico che, sebbene gracile, gestisce l'intera filiera del potere, dal Governo nazionale all'Amministrazione Comunale, passando per la Giunta regionale, ha sfruttato l'inesistenza di competitori sull'altro fronte della barricata, stravincendo la consultazione ed accaparrandosi nove delle quattordici poltrone in lizza. Due sono state conquistate dai Socialisti, una dalla lista "Locride Metropolitana". Una vera e propria "Caporetto"  per il centrodestra che, portando a casa due seggi, ha messo la firma sul proprio certificato di morte. Eduardo Lamberti Castronuovo, che ha raccattato il maggior numero di preferenze ponderate nella compagine sconfitta, si è comunque fermato ad una soglia inferiore a quella raggiunta dall'ultimo degli eletti dei "Democratici insieme per Reggio Metropolitana". Una plastica rappresentazione dell'irrilevanza, sociale e culturale prima ancora che politica, di un mondo, quello del centrodestra di Reggio Calabria, ridotto ai minimi termini. Sarà, se mai dovesse iniziare, un processo di ricostruzione lungo ed accidentato perché, prima di tutto, non si è ancora fatta strada nemmeno la presa di coscienza di un fallimento che risiede nell'ostinazione di fatti e numeri. Operazioni di bassissimo cabotaggio che, nei pensieri di qualcuno, dovrebbero costituire le basi per una ripartenza ancora ben al di là da venire. All'orizzonte, tuttavia, non si scorgono, soggetti che abbiano le qualità necessarie per rimettere assieme i tasselli di un mosaico andato in frantumi. Già il 6 settembre dello scorso anno scrivemmo che "a Reggio  i fermenti dell'opposizione germogliano all'esterno del Palazzo". Da allora nulla è cambiato, anzi, tutt'altro. Il quadro clinico del centrodestra è diventato sempre più preoccupante e, al netto del perpetuo "movimentismo" messo in atto da Enzo Vacalebre, presidente di Alleanza Calabrese, si fa fatica ad individuare un impegno organico che abbia come obiettivo il concepimento e la crescita di un'alternativa al centrosinistra. Basta andare a guardare la catastrofe emersa dalle urne aperte per la costituzione del Consiglio Metropolitano. Deludente, oltre ogni pessimistica previsione, la performance dei consiglieri comunali che siedono sui banchi dell'opposizione a Palazzo San Giorgio. Un campanello d'allarme, l'ennesimo a dire la verità, che dovrebbe scuotere sia chi era candidato sia chi non ha direttamente partecipato alla competizione. Le carte, nella composizione della lista "Centrodestra metropolitano", sono state distribuite dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale, Alessandro Nicolò, e dal collega Francesco Cannizzaro. Il peso della sconfitta bruciante grava, dunque, sulle loro spalle, oltre che su quelle degli iscritti alla corsa. Un elemento di cui tutti i rappresentanti della coalizione dovrebbero tenere conto se sono davvero intenzionati a buttare in campo le energie migliori a disposizione ed a coinvolgere forze fresche da lanciare nella mischia. Insistere sui personaggi che da troppo occupano la scena sarebbe un errore irrimediabile. Non è il desiderio di "nuovismo" a tutti i costi che dovrebbe indirizzare le scelte, ma il coraggio di affidare le chiavi a chi sarebbe percepito dall'opinione pubblica come una reale opzione verso cui catalizzare il consenso in virtù di un disegno capace di tratteggiare i contorni della Città Metropolitana del futuro. Non rileva, ai fini del ragionamento, che tali soggetti siano pescati dalla società civile o appartengano già alla dimensione pubblica della politica propriamente detta. E' il momento che anche chi è già dentro i Palazzi si eserciti in uno scatto di coraggio per proporsi non ai livelli gerarchicamente più elevati della catena di comando, ma, senza filtri di alcun genere, all'intera comunità. Agendo in autonomia e slegati da vincoli di qualsivoglia natura, è l'ora, per chiunque ritenga di possedere idee forti e le caratteristiche necessarie per assolvere al ruolo, di lanciarsi in mare aperto. Solo a titolo esemplificativo e confinando il ragionamento all'attuale rappresentanza istituzionale, una donna come Mary Caracciolo, per come ha interpretato fin qui la funzione di rappresentante in Consiglio Comunale a Reggio Calabria, sarebbe una delle personalità su cui puntare, assieme ad altre da scovare nell'alveo della Città Metropolitana, per dare un nuovo volto ad un centrodestra che necessita, oggi più di ieri, di ricucire il rapporto quotidiano con i vari pezzi della società reggina sordi al richiamo della Politica e disposti, semmai, a lanciarsi fra le braccia del pigro disincanto. Tanti altri, nascosti e silenti, o attivi esclusivamente dietro un pc, hanno adesso l'obbligo, non più rinviabile, di fare dieci passi avanti per dimostrare, in modo visibile e non astrattamente autocompiacente, che un altro modo di condurre la macchina amministrativa è possibile.  

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Alleanza Calabrese: "Il pacco e la Città Metropolitana che non c’è"

"Leggendo le cronache del tutto esaurito del Cilea, scarne a dire la verità, probabilmente per i contenuti che gli artisti sul palcoscenico hanno saputo trasmettere, abbiamo passato un poco di tempo - afferma in una nota Enzo Vacalebre, presidente di Alleanza Calabrese ad interpretarle. Il prosieguo di una campagna elettorale  per Reggio e tutta la Calabria mai terminata, pur essendo i divi interessati ormai in sella ormai da quasi due anni, ha portato ieri i signori Minniti, Oliverio e Falcomatà ad esibirsi nella presentazione del trailer della riedizione de 'Il Padrino'. A Reggio è stato confermato l’intreccio mortale, per gli Italiani, i Calabresi ed i Reggini, tra Renzi e la 'famigghia locale' del PD. Ancora più supportato da Falcomatà che ha inserito tra i tre sindaci che hanno avuto l’onore di presenziare sul palco all’opera dei pupi, 'nientepopodimenochè' che il sindaco/ suocero/attenzioneobagghiolu Monorchio". "Alleanza Calabrese - è il giudizio del massimo rappresentante del movimento politico autonomista - crede che una Città Metropolitana così partorita non abbia motivo di nascere. Ancora nessuno di coloro che dovrebbe farla nascere ha capito il vero significato. I sindaci della provincia sono stati messi in disparte nella costruzione di un progetto che avrebbe potuto dare respiro ad un sud martoriato ma che i servi locali, sottomessi per una poltrona, hanno immolato al centralismo romano. Chiedo ai Sindaci, che continuano a mantenere le loro coscienze libere e che devono rispettare il mandato che i loro elettori hanno consegnato nelle loro mani, di ribellarsi a questa porcata di facciata, a questa trovata elettorale di Renzi in vista del referendum di ottobre. Farà la fine di tutte le progettualità che i governi succedutisi negli ultimi tre anni, e non eletti, hanno dato in pasto agli Italiani e che si sono risolti con una bolla di sapone od addirittura con danni grossissimi arrecati alle famiglie. Questo pacco ci ricorda il pacco del ‘70. Liquichimica, Centro Siderurgico, Officine Grandi Riparazioni. Lavoro, Benessere, Fumo. Lo stesso fumo di Colombo lo sta vendendo Renzi"."Il problema più grosso - secondo il leader di Alleanza Calabrese - è che il PD questo fumo lo sta raccogliendo in ampolle da distribuire a pagamento ai Calabresi. Nel frattempo le famiglie sono alla fame, l’immigrazione clandestina è  senza freno e continua a sottrarre risorse alle economie locali, le politiche sociali sono state azzerate, la città è allo sbando dominata dal degrado e dall’indifferenza, Reggio è bloccata, il sistema produttivo è fermo, immobile, le attività commerciali chiudono nel silenzio generale, i lavori che a Milano durerebbero tre mesi alle nostre latitudini durano tre anni. I simboli di legalità , trasparenza e democrazia avevano intenzione senza bando di regalare strutture pubbliche del valore di milioni di euro come il Miramare agli amici, lo hanno fatto con bando, vorrebbero acquistare ruderi come il Roof Garden per milioni di euro per i quali invece si dovrebbe intimare l’immediata demolizione o espropriarlo, mantengono cantieri da anni su corso Garibaldi senza curarsi di quanti operai lavorano ogni giorno, distribuiscono milioni di euro all’Avr, lasciando marcire gli automezzi della Leonia ad Archi, la cui proprietà è dei reggini al 51%, senza sapere quanti operai mette al giorno su strada la stessa, abbandonano la Città immersa tra crateri, incidenti quotidiani, degrado, sporcizia, chiedono di adottare il verde massacrato da loro. I simboli che la città ha scelto sono quelli che sono gli occhi di tutti". Alleanza Calabrese - conclude Vacalebre - dice NO a questa Città Metropolitana, dice No a Falcomatà perché incapace di gestire il suo condomino e dice NO al referendum per la riforma costituzionale che non farà altro che allargare a 'famigghia', senza donare agli Italiani alcun miglioramento di diritti, di giustizia e di vivere civile".

Costituzione della Città Metropolitana: la discussione in I Commissione

La costituenda Città Metropolitana di Reggio Calabria al centro dei lavori della prima Commissione consiliare “Affari istituzionali e affari generali” presieduta da Franco Sergio. L’organismo ha incardinato la proposta di legge n. 99/10 della Giunta regionale che introduce i primi interventi per favorire la costituzione della nuova realtà istituzionale con l’obiettivo di approvarla nella prossima seduta. Uno spirito costruttivo ha caratterizzato l’incontro nel corso del quale il vicepresidente della Giunta Antonio Viscomi, sottolineando la fattiva collaborazione con il Consiglio ed in particolare con la Commissione chiamata ad occuparsi di una questione rilevante per l’autonomia sociale ed istituzionale dei territori, ha fatto presente l’importanza di pervenire ad una approvazione rapida della proposta legislativa. “L’obiettivo, in prossimità della sua nascita, è garantire certezza normativa ed economica alla Città Metropolitana, tanto in termini di funzioni quanto di risorse”, ha detto il vicepresidente Viscomi che si è soffermato anche sui termini fondamentali dell’accordo con la Provincia di Reggio Calabria circa il trasferimento delle relative funzioni. Ha spiegato Viscomi: “Nella delibera di Giunta n. 403 del 13.10.2015 abbiamo messo nero su bianco questo percorso che, per le altre quattro Province calabresi, si caratterizza con un iniziale processo di trasferimento delle funzioni alla Regione insieme con una cospicua quota di personale: 484 dipendenti, tra cui 5 dirigenti, mentre il personale della Provincia di Reggio Calabria continuerà a restare in dotazione della Città Metropolitana, avendo la stessa Amministrazione provinciale assicurato che la riduzione del 30 per cento del fabbisogno del personale, (sempre secondo la legge 56, per le Città Metropolitane), avverrà senza toccare il personale stesso”. Interloquendo, in particolare con il capogruppo di “Oliverio Presidente” Orlandino Greco, firmatario della proposta di legge, anche questa all’ordine del giorno dei lavori odierni, relativa al riordino delle funzioni amministrative regionali, di area vasta e Città Metropolitana, in attuazione della legge n.56/2014 che disciplina le forme associative delle unioni dei Comuni e delle fusioni, il vicepresidente della Giunta regionale ha aggiunto: “La storia dell’Italia è fatta dai Comuni e dalle comunità locali, ma queste possono essere tutelate solo attraverso una riforma delle Amministrazioni locali. Pertanto - ha concluso Viscomi - la logica nella quale ci muoviamo può solo essere promozionale dei territori e mai punitiva”.

Città Metropolitana, Forza Italia approfondisce gli aspetti amministrativi con Marcello Fiori

“Forza Italia conferisce straordinaria importanza alla costruzione della Città Metropolitana di Reggio Calabria e in tal senso, con il convegno di venerdì 12 febbraio, alle ore 17,30 presso l’Auditorium Nicola Calipari di Palazzo Campanella, intende aprire una ampia discussione affinché una simile straordinaria occasione contribuisca al rilancio di tutto il territorio provinciale”. È quanto afferma in una nota il presidente del gruppo consiliare alla Regione Calabria, Alessandro Nicolò, responsabile nazionale di Forza Italia per le Aree Metropolitane. “Interverranno – continua Nicolò – studiosi, amministratori locali, professionisti, esponenti del mondo politico, personalità della società civile, delle associazioni e delle organizzazioni sindacali per analizzare e illustrare in maniera chiara, multidisciplinare e armonica, rispetto ai dettami della Costituzione, i profili fondamentali di questa nuova architettura istituzionale che dovranno essere responsabilmente ispirati a principi di valorizzazione e di crescita nel rispetto dell’omogeneità geografica e delle affinità socio-culturali, tutelando la conformazione e morfologia del territorio per individuare le aree omogenee e le loro vocazioni, depositarie di identità patrimoniali culturali, artistiche, paesaggistiche. I lavori si concluderanno con l'intervento di Marcello Fiori, responsabile nazionale degli Enti locali di Forza Italia”. “Il convegno vuole intendersi – ancora Nicolò - quale momento di confronto e di crescita per costruire insieme e dal basso i livelli di strutturazione del nuovo ente, foriero di straordinarie opportunità di sviluppo per l’intero territorio provinciale e calabrese. Una nuova geografia politica che parte da un ripensamento della geografia territoriale, questa è l'opportunità che offre la città metropolitana; non una sovrastruttura per rottamare la vecchia provincia, né un modello per frustare le autonomie locali, bensì uno strumento più duttile di coesione territoriale. Prendendo atto delle gravi criticità che distinguono e sottendono lo sviluppo del territorio, delle economie e dell'organizzazioni dei servizi dei nostri paesi, è necessario pensare a modelli di sviluppo che gestiscano politiche d'intervento razionali per aree omogenee, è qui le cd. zone omogenee”. “Al fine di fare diventare reale questa progettualità e soprattutto per calarla nel processo burocratico e amministrativo delle autonomie locali – conclude Nicolò - è necessario che la stessa venga supportata con l'Unione e il concentramento delle autonomie locali, secondo criteri legati ad identità storica, culturale e sociale”.

 

"Non ci sentiamo inferiori a Londra": Falcomatà fra propaganda e farneticazioni

Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ieri è stato sentito dai componenti della Commissione regionale "Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento". Oggetto dell'audizione l'istituenda Città Metropolitana che Falcomatà, dopo aver sbeffeggiato per anni forse perché materializzazione di un'idea partorita da Giuseppe Scopeliti, sta vendendo come una pozione magica dagli effetti sorprendenti. Qualche conseguenza collaterale derivante dall'assunzione di questo intruglio, tuttavia, è già ben evidente. Basta ascoltare il brevissimo filmato postato sulla sua pagina Facebook per capire che, anche a piccole dosi, i malefici possono risultare devastanti. Sono appena centosei secondi estrapolati dal comizietto che il Primo Cittadino ha riservato ai consiglieri regionali presenti. Un discorso senza né capo né coda, servo di una propaganda di bassissima lega in cui ha tovato spazio un'immaginazione senza limiti. Prendere anche solo in considerazione l'ipotesi di accostare nella stessa frase Madrid, Bilbao, Manchester, Londra a Reggio Calabria è un insulto insopportabile all'intelligenza di chi in questo frangente ha avuto in sorte di permanere in riva allo Stretto. Persone in carne ed ossa abituate, loro malgrado, ad una dura battaglia di sopravvivenza, in una trincea scavata per evitare i colpi, al cuore ed al corpo, inferti da immondizia, buche, traffico automobilistico totalmente fuori controllo, parcheggi selvaggi, inciviltà galoppante, rifiuti ovunque, strade lerce, acqua che non scende dai rubinetti delle abitazione (e qui è bene fermarsi per rispetto nei confronti del lettore). Un inferno caotico e schiavo dell'anarchia. Eppure, in un crescendo fuori controllo, Falcomatà ha avuto la ventura di superarsi e, sprezzante del senso del ridicolo, è andato oltre farfugliando di "pianificazione e programmazione" che, neanche a dirlo, non sono state fatte in passato. Per fortuna che Giuseppe (non Peppe) c'è: è notorio, infatti, (ma solo agli adepti), che una volta insediatasi, l'Amministrazione Falcomatà, ventre a terra, ha lavorato alacremente per arrivare agghindata all'appuntamento con la Storia. Certo, lo hanno fatto con discrezione, perché nessuno ne ha avuto contezza, ma tant'è. "Se Londra presenta un piano di pianificazione strategica da qui al 2050, noi non ci sentiamo al di sotto di Londra", ipse dixit. E perché mai, in fondo, dovremmo avvertire un complesso di inferiorità nei confronti della capitale inglese? Scherziamo? Cosa ci manca ai blocchi di partenza, a parte tutto quello che fa di una città un'organizzazione ordinata e mediamente adatta alla vita degli esseri umani? L'ubriacatura parolaia, prima della provvidenziale interruzione del video, ha poi subito un ulteriore salto di qualità e, quasi con l'intento dichiarato di apparire completamente staccato dalla realtà, il sindaco della imminente Città Metropolitana di Reggio Calabria si è inerpicato fino a toccare la vetta di un ardito paragone tra l'attuale momento storico e quello segnato dall'Assemblea Costituente che disegnò l'Italia repubblicana. E per cortesia, se qualcuno, in merito all'avventato confronto con le vere città sopra elencate, avesse la voglia di prendere le difese di Falcomatà, lo faccia avendo almeno la decenza di non nascondersi dietro la foglia di fico degli "esempi migliori da imitare": sarebbe soltanto un altro inganno, niente di più e niente di meno.

 

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"Regione immobile e inadempiente sul progetto della Città Metropolitana"

"In merito al progetto della Città metropolitana di Reggio, la Regione continua a rimanere immobile risultando inadempiente - accusa Alessandro Nicolò, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale - rispetto ad obblighi istituzionali sanciti dalla legge. Quanto sta accadendo testimonia la mancanza di attenzione e sensibilità verso una realtà potenziale dalla quale discendono decisive chances di sviluppo non solo per la città dello Stretto, ma per l'intera regione. Il presidente Oliverio ignora probabilmente la portata di un progetto dalle prospettive inedite in termini di progresso e di sviluppo, che riguarda sì la provincia di Reggio Calabria, ma interesserebbe tutto il territorio calabrese in un’ottica di rilancio dell’economia e di crescita sociale e culturale". "Spiace soprattutto - commenta l'esponente 'azzurro' - dover constatare l'inerzia dei consiglieri regionali di maggioranza della provincia reggina i quali a maggior ragione dovrebbero farsi interpreti e difensori di una realtà istituzionale dall'indubbia portata innovativa che rivoluziona in termini positivi l'architettura degli enti territoriali in Calabria e nell'intero Paese. E' la stessa Costituzione a sancire i principi di decentramento e  sussidiarietà che attribuiscono all'ente più prossimo al cittadino il compito di svolgere funzioni essenziali con ricadute importanti in termini di efficienza, efficacia e produttività delle scelte e dei provvedimenti. Alla luce di queste ragioni, si dovrà rivisitare senza indugio il progetto di legge inerente la Città Metropolitana arricchendolo di contenuti e di quei passaggi indispensabili per realizzare una riforma istituzionale degna di questo nome. Il rischio, altrimenti, sarebbe quello di dar vita ad un nuovo soggetto istituzionale non in grado di rivestire  la stessa dignità e importanza delle altre Città Metropolitane italiane". "Chiediamo con forza - è l'appello finale di Nicolò - che la legge per l'istituzione della Città Metropolitana non sia un semplice adempimento burocratico, ma si abbia contezza della grande, straordinaria occasione rispetto alla quale ci troviamo".

 

Costituzione Città Metropolitana, partono le audizioni in I Commissione

La Città Metropolitana di Reggio Calabria, il suo autonomo processo di costituzione e la valorizzazione delle funzioni per uno sviluppo integrato,  al centro dei lavori della prima Commissione “Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento” guidata da Franco Sergio. Lo stesso presidente, a nome dell’intero organismo, in apertura dei lavori, ha espresso “solidarietà al collega Arturo Bova (presente alla seduta insieme con i consiglieri Sinibaldo Esposito e Michelangelo Mirabello) per il vile attentato intimidatorio che lo ha colpito”. La Commissione ha ospitato una serie di audizioni in relazione alla proposta di legge n. 99/10^ di iniziativa della Giunta regionale che reca i primi interventi per favorire la costituzione della Città Metropolitana. Sono intervenuti per il Dipartimento organizzazione, Risorse Umane - Controlli, il dirigente generale Luigi Bulotta in rappresentanza della Giunta; per la Provincia di Reggio Calabria, il vicepresidente Giovanni Verduci ed il segretario generale Antonino Minicuci; per il Comune di Reggio Calabria, il consigliere Riccardo Mauro. Oltre a depositare documenti al tavolo della Commissione, gli auditi hanno espresso “l’opportunità di allargare il bacino delle funzione ordinarie ad altri ambiti, tra cui elettricità, gas, rifiuti, trasporti, anche in considerazione del risparmio economico che ne deriverebbe per la Regione”. Il disegno di legge, che prevede la clausola d’invarianza della spesa, si collega all’accordo stipulato il 1 ottobre del 2015  tra Regione, Provincia dì Reggio Calabria e il sindaco del Comune di Reggio Calabria, in qualità di sindaco metropolitano, volto a valorizzare la nuova realtà, con la decisione, nelle more dell’approvazione della legge regionale di riordino, che le funzioni del nuovo “Ente locale” restino temporaneamente in capo alla Provincia di Reggio Calabria che continuerà a svolgerle con  il relativo personale e con l’impegno della Regione di trasferire le risorse finanziarie stabilite in sede del tavolo tecnico. “La discussione odierna – ha spiegato il presidente Sergio - ha offerto una fotografia del nuovo modello istituzionale che si andrà a realizzare con  la costituzione della Città Metropolitana. Siamo di fronte ad una svolta decisiva nel contesto di una fase di riordino e di rilancio di una azione amministrativa forte ed innovativa, verso la quale siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo nello spirito di partecipazione condivisa ma anche e soprattutto di tutela delle singole specificità dei territori calabresi a vantaggio di una crescita complessiva dell’intera Regione. E se la Città Metropolitana avrà una propria identità, come è giusto che sia, al tempo stesso si renderà indispensabile per i Comuni sotto i 5000 abitanti l’obbligo di accorparsi e di fare unione tra di loro”. 

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