Confiscati beni alla cosca CREA per un valore di 500mila euro

Nella mattinata del 29 novembre scorso, la Polizia di Stato ha messo a segno un ulteriore attacco agli interessi criminali della cosca di ‘ndrangheta dei CREA, operante nella Piana di Gioia Tauro, attraverso l’aggressione ai patrimoni illeciti nella disponibilità dei suoi principali esponenti.

Ad esito di una complessa attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica - Ufficio Misure di Prevenzione di Reggio Calabria ed eseguita dal personale della locale Divisione Polizia Anticrimine, è stata data esecuzione a un Decreto di confisca beni, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di C. G., cl. ’56, esponente di spicco della citata cosca, operante nel Comune di Rizziconi ed in quelli limitrofi della Piana di Gioia Tauro.

L'uomo era stato arrestato dalla locale Squadra Mobile nel maggio 2014 in esecuzione di Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Deus”, coordinata dalla D.D.A. reggina, a carico di 16 esponenti della citata cosca di ‘ndrangheta, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni e truffa alla Comunità Europea. In particolare, l’attività investigativa aveva evidenziato l’assoluta egemonia della cosca CREA, esplicata sul territorio come una vera e propria “signoria”, sia nell’esercizio delle tradizionali attività criminali, che nel totale condizionamento della vita pubblica, tanto da determinare, nel 2011, lo scioglimento del Consiglio Comunale di Rizziconi.

Le indagini patrimoniali hanno dimostrato che i citati soggetti, in virtù della loro appartenenza al clan mafioso, erano riusciti, con il profitto derivante dalla gestione delle attività illecite e avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo, ad accumulare un ingente capitale, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, che reinvestivano nell’acquisto di terreni, società e beni immobili, intestati, al fine di eludere la normativa antimafia, ai familiari o a soggetti terzi.

Il Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, accogliendo le risultanze investigative della locale Divisione Polizia Anticrimine, con l’odierno provvedimento ha disposto la confisca di n.2 appezzamenti di terreno, n.1 appartamento e n.1 impresa individuale, aventi sede in Rizziconi.

Il valore dei beni confiscati ammonta complessivamente a circa 500mila euro.

'Ndrangheta, beni per oltre 6 milioni di euro confiscati ad esponenti della cosca Crea

La Polizia di Stato nell’ambito della lotta all’illecita accumulazione di ricchezze ha messo a segno un ulteriore attacco agli interessi criminali della ‘ndrangheta, attraverso l’aggressione ai patrimoni illeciti nella disponibilità dei principali esponenti della potente e pericolosa cosca “Crea”, operante nella piana di Gioia Tauro.

È stata, infatti, data esecuzione ad un provvedimento di confisca dei beni emesso dal locale Tribunale - Sezione Misure di prevenzione.

La misura rappresenta la naturale evoluzione delle indagini, condotte dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e coordinate dalla Dda reggina (c.d. Operazione “Deus”), a conclusione delle quali, nel giugno del 2014, è stata data esecuzione ad una’ordinanza, emessa dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, con la quale sono state disposte, nei confronti di 16 persone, le misure della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari per i delitti di associazione di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni e truffe alla Unione europea.

 In particolare, l’attività investigativa ha evidenziato l’assoluta egemonia della cosca Crea, esplicata sul territorio come una vera e propria “signoria”, sia nell’esercizio delle tradizionali attività criminali che nel totale condizionamento della vita pubblica, tanto da determinare, nel 2011, lo scioglimento del consiglio comunale di Rizziconi.

 Il provvedimento di sequestro ha interessato svariati beni riconducibili a Teodoro Crea di 78 anni, boss indiscusso dell’omonima cosca, allo stato sottoposto al regime del 41 bis, alla moglie, alla figlia Marinella e al di lei marito, Francesco Barone.

Il Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, accogliendo le risultanze investigative, ha disposto il sequestro dei seguenti beni:

  • un edifìcio di pregio, composto da tre appartamenti e 2 locali uso deposito;
  • un villa di pregio;
  • un'unità immobiliare composta da due abitazioni e un locale uso deposito;
  • un un'immobile in corso di costruzione;
  • un'unità immobiliare composta da tre appartamenti e un locale destinato all’esercizio di attività commerciale;
  • un appartamento;
  • un'unità immobiliare composta da due stabili adibiti, rispettivamente, a caseifìcio e abitazione;
  • 6 fabbricati adibiti a stalle;
  • 18 appezzamenti di terreno;
  • un' impresa agricola con sede a Rizziconi (RC);
  • titoli Agea.

Il valore del patrimonio confiscato ammonta complessivamente a circa 6 milioni di euro.

 

'Ndrangheta, beni per un milione di euro confiscati al figlio del boss Crea

Al termine di un’articolata attività investigativa di natura patrimoniale coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, la Polizia di Stato ha messo a segno un ulteriore attacco agli interessi criminali della ‘ndrangheta.

Su proposta del Questore della Provincia di Reggio Calabria, effettuata sulla scorta degli accertamenti di natura patrimoniale eseguiti dalla Divisione polizia anticrimine, il locale Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione, ha disposto la confisca dei beni immobili nella disponibilità di Giuseppe Crea di 39 anni, figlio di Teodoro, 78enne boss indiscusso dell’omonima cosca, arrestato il 29 gennaio 2016, dopo dieci anni di latitanza.

La misura rappresenta la naturale evoluzione delle indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e coordinate dalla Dda reggina nell’ambito dell’operazione “Deus”, a conclusione delle quali, nel 2014, era stata data esecuzione a un’ordinanza con cui erano state disposte, nei confronti di 16 persone, le misure della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari per i reati di associazione di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni e truffe all'Unione europea.

In particolare, l’attività investigativa aveva evidenziato l’assoluta egemonia della cosca Crea, esplicata sul territorio come una vera e propria “signoria”, sia nell’esercizio delle tradizionali attività criminali, che nel totale condizionamento della vita pubblica, tanto da determinare, nel 2011, lo scioglimento del consiglio comunale di Rizziconi.

Nel corso delle indagini, era emerso, inoltre, che nonostante fosse latitante dal 2006, attestando falsamente di essere un imprenditore agricolo, Giuseppe Crea era riuscito ad ottenere dall’Agea, contributi comunitari relativi al Piano di sviluppo rurale per, 180 mila.

Le indagini patrimoniali hanno dimostrato la sproporzione tra i redditi percepiti ed il patrimonio direttamente o indirettamente riconducibile a Crea.

Accogliendo le risultanze delle investigazioni patrimoniali, il Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Reggio Calabria, ha pertanto disposto la confisca dei seguenti beni ubicati nel Comune di Rizziconi:

  • 1 unità immobiliare adibita ad abitazione a piano terra con ampia corte;
  • 6 fabbricati adibiti a stalle;
  • 1 unità immobiliare adibita a caseificio, completo di attrezzature;
  • 5 appezzamenti di terreno di vaste dimensioni.

 Il valore dei beni confiscati ammonta complessivamente a circa 1 milione di euro.

'Ndrangheta. Sequestrati beni per un milione di euro

Nella mattinata di ieri la Polizia di Stato ha messo a segno un ulteriore attacco agli interessi criminali della cosca di 'ndrangheta dei Crea, operante nella Piana di Gioia Tauro, attraverso l’aggressione ai patrimoni illeciti nella disponibilità dei suoi principali esponenti  Stamane, ad esito di una complessa attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica - Ufficio Misure di Prevenzione - di Reggio Calabria ed eseguita dalla locale Divisione Polizia Anticrimine, è stata data esecuzione a un decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione - nei confronti di Girolamo Cutrì, 60enne di Rizziconi, in atto detenuto, considerato esponente di spicco della citata cosca, operante nel Comune di Rizziconi ed in quelli limitrofi della Piana di Gioia Tauro. Cutrì era stato arrestato nel maggio 2014 dalla locale Squadra Mobile in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione "Deus", coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, a carico di 6 esponenti della medesima cosca di ‘ndrangheta, ritenuti responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni e truffa alla Comunità Europea. In particolare, l’attività investigativa aveva evidenziato l’assoluta egemonia della cosca Crea, esplicata sul territorio, sostengono gli inquirenti, come una vera e propria "signoria", sia nell’esercizio delle tradizionali attività criminali che nel totale condizionamento della vita pubblica, tanto da determinare, nel 2011, lo scioglimento del Consiglio Comunale di Rizziconi. Le indagini patrimoniali hanno dimostrato che gli stessi soggetti, in virtù della loro presunta appartenenza al clan mafioso, erano riusciti, con il profitto derivante dalla gestione delle attività illecite e avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo, ad accumulare un ingente capitale, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, che reinvestivano nell’acquisto di terreni, società e beni immobili, intestati, al fine di eludere la normativa antimafia, ai propri familiari o a soggetti terzi. Il Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, accogliendo le risultanze investigative, ha disposto il sequestro dei seguenti beni riconducibili a Girolamo Cutrì: 2 appezzamenti di terreno di vaste dimensioni  nel comune di Rizziconi, intestati alla moglie;un appartamento a Rizziconi, abitazione del suo nucleo familiare; impresa individuale di Vincenzo Cutrì, 27enne, figlio di Girolamo, avente sede a Rizziconi ed esercente l’attività di coltivazione di frutti oleosi; impresa individuale di Alessandra Cutrì, 25enne, figlia di Girolamo, avente sede a Rizziconi ed esercente l’attività di coltivazione di frutti oleosi; conti correnti e libretti di deposito. L’operazione di carattere patrimoniale segue l’intervento che la Polizia di Stato realizzò nelle campagne di Rizziconi a gennaio, che comportò la cattura di due superlatitanti,  Giuseppe Crea, ritenuto il capo dell’omonima cosca, e Giuseppe Ferraro, ricercati da oltre 20 anni. Il valore dei beni sequestrati ammonta complessivamente a circa 1 milione di euro.

 

  • Published in Cronaca

'Ndrangheta, sequestrati a presunto boss beni per 3 milioni di euro

Beni per un valore complessivo di tre milioni di euro,  riconducibili a Teodoro Crea, sono stati sequestrati dalla Polizia. Considerato il boss dell'omonimo clan di 'ndrangheta con sede a Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, già in passato era stato destinatario di provvedimenti analoghi. Nel mirino degli inquirenti questa volta è finita un'azienda attiva nel comparto dell'allevamento di bovini ed ovini ed in quello della coltivazione di agrumi e frutti oleosi. 

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