Naufragio in Turchia, un neonato e 5 bambini morti

Un neonato e cinque bambini morti annegati. Questo il bilancio del naufragio di un barcone avvenuto la scorsa notte al largo di Cesme, nella provincia di Smirne, sulla costa egea della Turchia. Per i media locali, che hanno riportato la notizia, la Guardia costiera avrebbe tratto in salvo 8 persone. In un altro naufragio avvenuto giorni fa, nello stesso tratto di mare, ha perso la vita una bimba siriana di 5 anni. Il corpo della piccola è stato ritrovato, oggi,  sulla spiaggia di Pirlanta a Cesme.

"La Turchia e la famiglia Erdogan contrabbandano il petrolio dell'Isis". Le prove della Russia

Il presidente turco Erdogan "e la sua famiglia" nonché "le più alte autorità politiche" della Turchia "sono coinvolti" nel "business criminale" del traffico illecito di petrolio proveniente dai territori occupati dall'Isis in Siria e in Iraq. La dichiarazione, che corrisponde ad un vero e proprio atto d'accusa, e` stata formulata dal vice ministro della Difesa russo, Anatoli Antonov che ha rincarato la dose defininendo la Turchia "il consumatore principale di questo petrolio rubato ai proprietari legittimi della Siria e dell'Iraq". A sostegno delle dichiarazioni dell'esponente del governo russo, ci sarebbero le prove dell'esistenza di tre diversi percorsi attraverso i quali il petrolio dell'Isis giunge in Turchia. Secondo il vice capo di Stato maggiore Serghiei Rudskoi" sono state individuate tre rotte principali per il trasporto del petrolio verso il territorio turco dalle zone controllate dalle formazioni dei banditi in Siria e in Iraq".

 

"L'aereo russo è stato abbattutto perché la Turchia contrabbanda il petrolio dell'Isis"

"La Russia ha motivo di sospettare che il Su-24 sia stato abbattuto per assicurare forniture illegali di petrolio dall'Isis alla Turchia". E' quanto ha dichiarato, tramite l'agenzia Tass, il presidente Vladimir Putin in merito all'abbattimento dell'aereo russo da parte di un F16 di Ankara. Sul supporto finanziario ai terroristi il presidente russo ha ribadito "abbiamo recentemente ricevuto informazioni aggiuntive che confermano che il petrolio proveniente dalle zone controllate dall'Isis viene consegnato in Turchia su scala industriale". Rispondendo ad una domanda sulle intenzioni di Mosca di formare un'ampia coalizione anti-terrorismo, Putin ha proseguito che questo "è quanto sempre sostenuto". Ma, ha aggiunto secondo quanto riportato dalla Tass, "ciò non può essere fatto mentre qualcuno continua a utilizzare diverse organizzazioni terroristiche per raggiungere i propri obiettivi".

Luttwak: "A breve scoppierà una guerra"

L'abbattimento dell'aereo militare russo, da parte dall'aviazione turca, rappresenterebbe la premessa di una guerra destinata a deflagrare a breve. A sostenerlo, il politologo statunitente Edward Luttwak, che in un'intervista rilasciata ad affaritaliani.it, ha affermato che scoppierà un "conflitto tra la Turchia e l'Iran". "Teheran - sostiene il politologo - è l'autore della strategia di Assad. Per l'Iran il presidente della Siria è essenziale, esattamente come lo sono gli Hezbollah. E' l'asse sciita. I russi ora entrano in Siria per appoggiare Assad e i turchi abbattono un aeroplano russo. Tutto questo porterà alla guerra tra la Turchia e l'Iran, l'escalation militare è iniziata e il conflitto è ormai molto vicino. Il governo iraniano è diventato ancora più fanatico dopo l'accordo con gli Stati Uniti sul nucleare: hanno arrestato molta gente, lanciato un missile balistico e mandato forze militari in Siria che sostengono l'esercito di Assad. Il presidente della Siria vuole la morte di ogni sunnita e per vincere deve raggiungere questo obiettivo. La Turchia è sempre meno europea e sempre più musulmana con questo partito islamico al potere". In questa situazione, secondo Luttwak, Stati Uniti e Unione dovranno rimanere estranei al conflitto, poiché "ogni tentativo di cercare alleati in Medio Oriente sarebbe un errore. A questo punto in Medio Oriente non ci sono più alleati". Il giudizio nei confronti del Paese di Erdogan è netto: "la Turchia ha tradito la Nato negli ultimi tre anni quando si è rifiutata di cooperare e ha permesso allo Stato Islamico di diventare forte comprando il petrolio. Ankara ha reso lo Stato Islamico potente e mentre gli americani armano i curdi, che combattono l'Isis, i turchi li bombardano. E' peggio avere la Turchia alleata della Nato che nemica".

Siria: "la Turchia fa affari con l'Isis"

Dopo l'abbattimento di un suo aereo impegnato in Siria, la Russia non usa mezzi termini ed accusa direttamente la Turchia di aver "dimostrato di proteggere i militanti dell'Isis".  Per il premier russo Dmitry Medvedev "Questo non sorprende considerando le informazioni [in nostro possesso] sugli interessi finanziari diretti di certi dirigenti turchi nella fornitura di prodotti petroliferi realizzati dagli impianti dell'Isis" Per tale ragione, Mosca ha minacciato di essere pronta a "distruggere qualsiasi bersaglio aereo che rappresenti una minaccia" per i suoi aerei.

Aereo russo abbattuto dai turchi, Putin: " Ci saranno ripercussioni gravissime"

Tensione alle stelle tra Mosca ed Ankara dopo l'abbattimento, nella mattinata di oggi, di un Sukhoi 24 russo da parte di un F 16 turco. Dopo aver cancellato la visita a Istannbul del Ministro degli esteri Serghei Lavrov, Vladimir Putin ha tuonato: “Questa tragedia avrà gravissime ripercussioni sui nostri rapporti con Ankara”. Nel corso del colloquio avuto a Soci con il Re di Giordania Abdullah II, il presiodente russo ha affermato: “E’ evidente che i nostri piloti non rappresentavano una minaccia per la Turchia. E’ stata una pugnalata alla schiena. Il nostro velivolo è stato abbattuto da un missile lanciato da un F-16 turco”.

Aylan, la guerra in Siria ed il cinismo dell’Occidente

Hanno fatto il giro del mondo. Le immagini del corpicino senza vita del bambino siriano morto sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia sono rimbalzate ovunque. Come succede in questi casi, non sono mancate le prese di posizione e le manifestazioni di sdegno. Allo sdegno, però, secondo un collaudato canovaccio, seguirà il silenzio. Tra qualche giorno, quei fotogrammi saranno superati ed il nome di Aylan Kurdi finirà nel buco nero della memoria collettiva. Il peggior nemico dei siriani continuerà, quindi, ad essere l’indifferenza. Si, perché quella morte, quella della madre e del fratellino di cinque anni, insieme a quelle di migliaia di persone che hanno perso e continuano a perdere la vita a Kobane, a Damasco a Palmira, sono il frutto amaro dell’indifferenza, dell’ignavia, della viltà e del cinismo dell’Occidente. A cosa serve l’indignazione dei capi di Stato e di Governo se poi non hanno il coraggio di passare dalle parole ai fatti? A cosa serve lo sdegno se, poi, si lascia che la Siria continui ad essere un mattatoio a cielo aperto, se si permette all’Isis di uccidere il presente e distruggere il passato? Dopo quattro anni di guerra senza esclusione di colpi, con le città trasformate in cumuli di rovine, è del tutto ovvio che chi ne ha la possibilità cerchi di scappare. Chi, invece, non può scappare è costretto a rimanere prigioniero dell’inferno siriano ed a sperare che ogni giorno non sia l’ultimo. Eppure, in una situazione del genere, nessuno interviene per fermare il massacro. Lo stillicidio di morti va avanti, anche quando non lo vediamo, anche quando gli organi d’informazione non ce lo sbattono in faccia. Ma in tanti fanno finta di niente, preferiscono girarsi dall’altra parte o rifugiarsi nella retorica dell’accoglienza e della solidarietà pelosa. Aylan Kurdi è morto mentre cercava di scappare su un barcone. Ma è normale che un bimbo di due anni debba fuggire, con sua madre e suo fratello, come fosse un criminale? E’normale che i profughi siriani, profughi veri, che scappano da una guerra vera, siano costretti a sfidare il mare su imbarcazioni di fortuna? Viene da chiedersi cosa faccia l’Onu ed a cosa serva una pletora di funzionari lautamente pagati se poi l’organismo internazionale che, per statuto, dovrebbe mantenere la pace e la sicurezza internazionale, si guarda bene dall’intervenire. Che fine hanno fatto la Nato, l’Unione europea e gli Stati Uniti? Che fine hanno fatto i promotori delle “Primavere arabe”, ovvero i veri responsabili delle carneficine che insanguinano il Mediterraneo, dalla Libia alla Siria? Affinché le parole pronunciate in questi giorni non siano semplici esercizi di malferma retorica, i leader occidentali devono intervenire e cercare una soluzione per fermare il massacro. Limitarsi ad offrire ospitalità a qualche profugo, incalzati dall’onda emotiva, non può bastare. Per ogni siriano che riesce ad arrivare in Europa ce ne sono, infatti, migliaia che rimangono intrappolati dai bombardamenti. Uomini, donne e bambini che non possono scappare e che muoiono lo stesso, anche quando nessuno ce li fa vedere.

  • Published in Diorama
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