Redazione

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"Etnobotanica in Calabria - Viaggio alla scoperta di antichi saperi intorno al mondo delle piante", presentato a Sersale

«Il libro, al di là degli evidenti meriti scientifici, è importante in quanto prima pubblicazione della Riserva e prima pubblicazione della città di Sersale. Ringrazio gli autori che ci hanno regalato una ricerca interessantissima che contribuirà in maniera ancora maggiore a diffondere la conoscenza della straordinaria biodiversità di questa parte del territorio della provincia di Catanzaro che è balzata agli onori della cronaca regionale, nazionale e internazionale per le sue bellezze naturalistiche».

Così il sindaco di Sersale Salvatore Torchia, rappresentante legale dell’ente gestore della Riserva Naturale Valli Cupe, alla presentazione del libro “Etnobotanica in Calabria - Viaggio alla scoperta di antichi saperi intorno al mondo delle piante” (Rubbettino, pp. 341, euro 25), curato da Antonella, Raffaele e Carmine Lupia.

Raffaele Lupia, esperto di materie agrarie e forestali, ha sottolineato: «l’aspetto che più di ogni altro ci ha spinto e motivato nella realizzazione di quest’opera, che per noi rappresenta una grande soddisfazione, è stato il desiderio di dare un riconoscimento alla saggezza contadina, che l’uomo moderno ha liquidato con troppa superficialità in termini di credenze superstiziose. Invece, a distanza di decenni, ci accorgiamo che il sistema di saperi che proviene dalla civiltà rurale è qualcosa di straordinario. Per quanto riguarda le piante alimentari, per esempio, le donne delle famiglie contadine erano espertissime e avevano delle conoscenze che a giudicarle oggi, anche alla luce delle nuove scoperte scientifiche, sorprendono». 

Carmine Lupia, botanico e direttore della Riserva Valli Cupe, ha parlato di «un lavoro di ricerca durato 25 anni che oggi possiamo finalmente definire un’opera matura di etnobotanica, nonché tra le più complete del settore. Sono studi che si rivelano fondamentali nella prossima istituzione del Conservatorio botanico ed etnobotanico delle Valli Cupe, con annesso un erbario, che permetterà di far conoscere la flora calabrese e il rapporto uomo-piante non solo alle nostre popolazioni ma soprattutto ai ragazzi di università straniere, generando, inoltre, un consistente indotto culturale e socio-economico».

L’opera, attraverso l’analisi di 530 piante, racconta la storia del popolo calabrese: le sue tradizioni, i suoi usi e i suoi costumi, riportando alla luce gli antichi saperi della Calabria.

Uno studio condotto sia sul piano scientifico che sul piano culturale, reso possibile dalla nascita del centro studi di Etnobiologia nell’area Valli Cupe. Studi che si sono poi concretizzati nella realizzazione di una rete museale unica in Calabria e in gran parte del Sud Italia che conta musei di etnobotanica ed etnofauna calabrese.

L’obiettivo del libro è quello di sollecitare una maggiore sensibilità ecologica approfondendo il rapporto uomo-natura che, come le piante, affonda le radici in una tradizione euro-mediterranea millenaria. Il dibattito è stato coordinato dalla giornalista Chiara Fera.

Tragedia nel mare calabrese: si rovescia una barca, muore un avvocato

Un 55enne è morto nelle acque del mar Jonio antistanti Corigliano Calabro, in seguito al rovesciamento della sua barca.

L’uomo, N. G., un noto avvocato con la passione per il mare, era uscito con due amici per una battuta di pesca.

La tragedia ha avuto inizio quando, a causa del maltempo, l’imbarcazione si è rovesciata costringendo gli occupanti a guadagnare la riva a nuoto.

Durante il tragitto, il 55enne ha avuto un malore ed è morto.

Nessun problema per gli altri due “pescatori”, che hanno soccorso il loro amico portandolo a terra.

Oltre gli uomini della capitaneria di porto di Corigliano, sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del malcapitato 55enne.

Wanda Ferro (FdI) interviene ad Omnibus La7, per parlare di immigrazione e politiche per il Sud

Le ricette di Lega e Movimento cinque stelle per il Mezzogiorno, gli strumenti per portare investimenti e lavoro al sud, gli immigrati come risorsa o problema da gestire, sono stati gli argomenti al centro della puntata odierna di Omnibus trasmessa su La7, alla quale ha preso parte in collegamento da Catanzaro l’on. Wanda Ferro, eletta alla Camera con Fratelli d’Italia. 

Sulle “ricette” per il Sud, Wanda Ferro ha rivendicato la bontà di quella del centrodestra che punta alla defiscalizzazione, alla valorizzazione delle identità e delle eccellenze dei territori, all’investimento sulle famiglie.

“Il centrodestra garantisce più attenzione per il Mezzogiorno rispetto ad un Movimento cinque stelle che punta tutto sul reddito di cittadinanza in territori in cui cresce la disoccupazione, e ad un Pd che è crollato per la sua politica di soli annunci, che ha penalizzato soprattutto gli amministratori, che sono in prima linea nella difesa dei bisogni dei cittadini. I governi di centrosinistra si sono riempiti la bocca di Mezzogiorno, ma in realtà anche il Piano per il Sud si è rivelato per lo più un contenitore vuoto. Gli ultimi tre governi hanno dedicato al Nord il 70 per cento degli investimenti infrastrutturali, e solo il 30 per cento al Sud. Una situazione ancora più grave in una regione come la Calabria, dove il centrosinistra ha sprecato le opportunità offerte dai fondi comunitari, che non vengono spesi, e non è in grado di sfruttare le potenzialità offerte dal turismo e dai grandi bacini culturali. Senza contare il dramma di una sanità commissariata e sottoposta alle ristrettezze del piano di rientro”.

Per portare investimenti e lavoro al Sud, quindi, le priorità per Wanda Ferro sono rappresentate dallo sviluppo infrastrutturale e dalla semplificazione burocratica.

“La burocrazia farraginosa - ha detto - allontana gli imprenditori che vogliono investire, e ai quali non possono essere sufficienti gli sgravi fiscali previsti dalla nuova Zes. Soprattutto in un contesto di deficit di infrastrutture che aumenta i costi per le aziende che vogliono esportare”.

“Il Sud - ha proseguito la deputata di Fratelli d’Italia - non può essere terra di industrie e acciaierie, ma deve valorizzare le proprie identità, le proprie produzioni di qualità, mentre invece si rischia di svendere questo valore alle multinazionali. Così si può rilanciare l’occupazione, passando anche per la formazione e l’orientamento dei giovani”. 

Particolarmente acceso il dibattito sull’immigrazione, sul quale Wanda Ferro, dopo avere rimarcato l’appello del Viminale “che proprio oggi ha parlato di sistema a rischio collasso e lanciato l’allarme sull’insufficienza di uomini e risorse”,  ha contestato l’attuale modello di gestione “che non consente di uscire dall’emergenza né di garantire agli immigrati una reale possibilità di integrazione. Basti guardare alle condizioni della tendopoli di San Ferdinando: bisogna far entrare nel nostro Paese coloro che accettano le nostre regole, la nostra cultura, ma soprattutto coloro ai quali possiamo garantire diritti e dignità, non condizioni da nuovi schiavi”.

“Ciò che è impensabile - ha detto ancora Wanda Ferro - è l’idea di contrastare il calo demografico con l’immigrazione: bisogna piuttosto consentire ai nostri giovani di lavorare e di mettere su famiglia nel nostro Paese”.

Uno dei punti cruciali del programma di Fratelli d’Italia è infatti quello di investire su un grande piano per la natalità.

“Bisogna dare opportunità ai nostri giovani che vogliono diventare medici, abolendo i test per l’accesso a numero chiuso nelle Università, e trattenendo tutti coloro che sono costretti a cercare opportunità all’estero, dagli infermieri ai nostri ricercatori”.

 

Si oppone all'identificazione del marito e si scaglia contro i poliziotti, 28enne finisce ai domiciliari

Una 28enne di Crotone, B. R., è finita in manette con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

In particolare, la 28enne avrebbe aggredito i poliziotti che stavano accompagnano in Questura il marito, P.A. di 34anni.

Contrariata dall’attività degli agenti, avrebbe cercato d’impedire la regolare compilazione degli atti, scagliandosi contro  i poliziotti, costretti a ricorrere alle cure mediche con una prognosi di giorni cinque.

Dopo l’arresto e la successiva udienza di convalida, la donna è stata posta ai domiciliari.

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