La Nocciola Tonda di Calabria bio protagonista a Terra Madre Salone del Gusto di Torino

La nocciola biologica di Cardinale e Torre di Ruggiero, nell’entroterra catanzarese, in primo piano a Terra Madre, Salone del Gusto di Torino.

La vetrina nello spazio della Regione Calabria, dedicata ai Gal e nello specifico quale prodotto ambasciatore del gusto, insieme al Miele di Amaroni, del Gal Serre Calabresi.

A rappresentare la realtà della nocciola, Giuseppe Rotiroti, presidente dell’Associazione dei produttori della Tonda di Calabria bio e vicepresidente del Gal.

Un prodotto di qualità e di nicchia, che ha avuto la sua ribalta nel corso di un confronto con esperti di marketing del territorio, di rappresentanti di primo piano del settore della pasticceria e gelatiero.

Giacomo Giovinazzo, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari della Calabria si è soffermato: sulla dinamica realtà economica, rappresentata dalla produzione corilicola, evidenziando come essa sia di nicchia e punti molto sulla qualità. Una produzione che segue dal 2007, ancor prima della costituzione del Consorzio Valorizzazione Tutela Nocciola di Calabria, avvenuta nel 2008, e sulle caratteristiche di una nocciola che si distingue per proprietà e qualità organolettiche.

Il maestro pasticciere Paolo Caridi ha curato il laboratorio per la realizzazione di una gustosa barretta, azzeccato connubio tra nocciole e miele di Amaroni. Un’idea che ha coinvolto lo scorso anno i docenti e gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Soverato e presentata nel corso di una riuscita manifestazione, sostenuta in primo luogo dal Gal Serre Calabresi per promuovere due prodotti di punta del proprio ambito territoriale. Intanto si sta lavorando ad un disciplinare per la produzione di questo prodotto finito che sarà presentato a dicembre.

Giuseppe Rotiroti ha sottolineato la volontà dell’Associazione di produttori di Tonda di Calabria bio di incrementare la produzione, «cosa che sta avvenendo, grazie alla creazione di nuovi impianti realizzati con il sostegno dello stesso Gal Serre Calabresi e la misura 4.1 della Regione Calabria e che riguarda la frutta a guscio. I primi risultati si potranno vedere tra cinque anni».

Torino: dal 10 al 14 maggio, la Calabria al Salone Internazionale del Libro

La Regione Calabria parteciperà ,dal 10 al 14 maggio, al 31° Salone Internazionale del Libro di Torino, al Lingotto Fiere: sarà presente con uno stand istituzionale prorpio all'interno del quale gli editori , gli autori, gli enti locali, le istituzioni culturali e le scuole calabresi potranno esporre i loro libri più significativi ed organizzare iniziative culturali.

La Regione Calabria dedicherà la sua partecipazione al Salone ai Grandi pensatori calabresi del passato,  da Cassiodoro, Gioacchino da Fiore, Telesio e Campanella, entrati a far parte della dimnsione classica, le cui opere contribuiscono a fornire risposte utili ed a sciogliere i nodi posti dal tema del Salone di questa edizione: “Un giorno, tutto questo”.

Il tema in questione pone interrogativi sul presente ed il futuro della nostra attualità,del nostro mondo, sulla precarietà che contraddistingue la società attuale e le grandi questioni aperte della contemporaneità, dove nonostante gli innumerevoli aspetti problematici necessaria si rivela la ricerca delle positività e di possibili soluzioni.

Un occhio di riguardo verrà dato  alla narrativa calabrese contemporanea che sta conquistando,negli ultimi anni, interesse a livello nazionale e internazionale.

Presso lo stand saranno adibiti appositi corner autogestiti, a disposizione degli editori e degli autori, per esporre i propri prodotti, previo accordo con l’organizzazione regionale.

Per approfondimenti sul Salone del Libro si può consultare la pagina ufficiale all’indirizzo http://www.salonelibro.it/it/salone-2018.html . Per informazioni e adesioni è possibile contattare il Dipartimento 10 “Turismo, Beni Culturali, Istruzione, Cultura” della Regione Calabria

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Al Salone del libro di Torino, Caligiuri, Sgarbi e Rubbettino discutono di Intelligence e magistratura

Venerdì 19 maggio, alle ore 17, presso il Salone del Libro di Torino, nell’area dello stand della Regione Calabria, Vittorio Sgarbi e Florindo Rubbettino presenteranno il nuovo libro di Mario Caligiuri «Intelligence e Magistratura. Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria»

L’evento si svolge in un clima che rende il tema dell’intelligence ancora più attuale.

Il poderoso attacco del ransomware lanciato nelle ultime ore contro i sistemi informatici di mezza Europa ha infatti prepotentemente riportato al centro del dibattito pubblico il ruolo e l’importanza dell’intelligence sia in quanto strumento difensivo utile a sventare attentati alla vita democratica di un paese o, ancora peggio, attentati terroristici tout-court, sia come importante strumento conoscitivo e di vantaggio economico competitivo.


A spiegare ruoli, compiti e funzioni dell’intelligence giunge in aiuto questo nuovo libro di Mario Caligiuri, docente universitario, direttore del Master Universitario in Intelligence dell’Unical, intitolato “Intelligence e Magistratura”.


Caligiuri, già autore e curatore di numerosi saggi sul tema, ripercorre con un linguaggio chiaro adatto anche ai non addetti ai lavori, le tappe del rapporto tra questi due importanti istituzioni della vita pubblica di un Paese, i servizi e la magistratura, appunto. Rapporti per la verità, osserva Caligiuri, non sempre facili anche per via del diverso approccio alla soluzione dei problemi. Laddove infatti per la magistratura è fondamentale la pubblicità degli atti, per l’intelligence è cruciale la riservatezza. Questo ha fatto sì che si creasse una diffidenza reciproca che ha portato spesso l’intelligence ad essere vista dalla magistratura come un’attività potenzialmente illegittima ed eversiva, il classico lato oscuro del potere.


Dalle pagine del libro di Caligiuri emerge invece come l’intelligence sia un’attività necessaria più che mai, specie in una società come la nostra che vive in una perenne tempesta di informazioni.

L’intelligence diventa strumento per interpretare la realtà di fronte alla possibile manipolazione della stessa attraverso la manipolazione o il dominio dell’informazione. E per svolgere al meglio questo suo compito essa necessita sempre più delle scienze umane. Proprio di quelle discipline che molti oggi, in un mondo dominato dalla tecnica, considerano un feticcio da biblioteca o da museo.

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Processo "San Michele": delineata la struttura della 'ndrangheta

Delineare in modo preciso la forma assunta dalla 'ndrangheta. E' questo il tentativo compiuto dal giudice Francesco Maria Abenavoli che è partito dall'evoluzione del processo scaturito dall'operazione denominata "San Michele". Rito conclusosi sei mesi fa con la condanna di undici imputati. Al centro dell'inchiesta le attività criminali di cui sarebbero protagonisti nell'area di Torino gli affiliati del clan Greco, originario di San Mauro Marchesato, in provincia di Crotone. Al vertice della piramide si staglia "la mamma", così come è definita la "locale" di San Luca, alle pendici dell'Aspromonte. Dalla vetta si dipanano le propaggini tentacolari che si estendono nel resto della Penisola fino a raggiungere la Liguria, la Lombardia, il Piemonte. Interessi illeciti perseguiti anche all'estero, con cosche pervasive in particolare in Australia, Canada e Germania. Le conclusioni cui i magistrati torinesi sono arrivati al termine del dibattimento prendono spunto dalle rivelazioni di Francesco Oliverio, collaboratore di giustizia che ha "consentito di delineare con maggiore precisione rispetto ad altri collaboratori" le "linee costitutive dell'ordinamento 'ndranghetistico". "La 'ndrangheta - secondo lo stesso penitito - è una struttura verticistica" in cui la 'provincia' più importante, quella atta a coordinare le diverse "locali" dislocate nel mondo, ha sede a Reggio Calabria. 

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'Ndrangheta. Sei arresti per traffico internazionale di droga

Sono sei le persone finite in manette nell'ambito di un'operazione che ha sgominato una banda dagli inquirenti considerata attiva nella gestione del traffico internazionale di cocaina sull'asse Perù-Italia e con saldi legami con i clan della 'ndrangheta. L'inchiesta, condotta dai Carabinieri di Torino, è sfociata nella cattura di sei persone, arrestate fra Baldissero d'Alba, nel Cuneese, ed il capoluogo piemontese. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti in attuazione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice delle indagini preliminari che ha accolto favorevolmente l'istanza avanzata dalla Procura della Repubblica.  Nelle maglie dell'operazione è incappato pure il 67enne Giuseppe Trimboli, meglio noto come "Il vecchio" e ritenuto il personaggio apicale del presunto gruppo criminale smantellato dagli investigatori. Durante le indagini, compiute finora in più fasi, sono state poste sotto sequestro migliaia di confezioni di cocaina ed hashish ed erano stati tratti in arresto 14 individui. 

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Droga: i carabinieri controllano una scuola del Piemonte, gli studenti lanciano gli spinelli dalle finestre

Oltre 22 grammi di hashish, più di 4 grammi di marijuana e uno spinello. Questo il bilancio di un servizio di prevenzione antidroga condotto dai carabinieri in un istituto superiore di Orbassano, in provincia di Torino. All'arrivo dei militari dell'Arma e delle unità cinofile, gli studenti hanno precipitosamente abbandonato le sostanze stupefacenti che possedevano. La droga, infatti, è stata rinvenuta nei corridoi e nel cortile interno, a ridosso delle finestre delle aule.

Blitz contro la 'ndrangheta: 20 arresti

Durante la notte è scattata un'operazione dei Carabinieri, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, contro la 'ndrangheta a in Piemonte. I militari dell'Arma del Nucleo investigativo del capoluogo sabaudo hanno eseguito venti arresti e quarantuno ispezioni domiciliari, oltre ad aver sequestrato un consistente patrimonio. I soggetti destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Sospettati di essere organici ai clan, avrebbero trafficato sostanze stupefacenti, interessandosi, peraltro, alla conduzione di bische clandestine.  Attività criminali accompagnate da azioni estorsive. Gli inquirenti ipotizzano pure che abbiano praticato l'usura. I provvedimenti restrittivi sono stati effettuati, oltre che a Torino, anche a Reggio Calabria. In una circostanza, una vittima si sarebbe vista consegnare presso la propria abitazione una testa di maiale. In un secondo caso, un uomo finito nelle grinfie del "pizzo", aveva ricevuto una missiva minatoria accompagnata da cartucce. 

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Omicidio del Procuratore della Repubblica di Torino: arrestato panettiere calabrese

Sarebbe uno dei due autori materiali dell'omicidio di Bruno Caccia, all'epoca a capo della Procura della Repubblica di Torino. Un delitto, quello commesso il 26 giugno del 1983, che fece molto scalpore. Il magistrato stava conducendo diverse inchieste sulla 'ndrangheta, ma le indagini sul suo assassinio puntarono prima la pista del terrorismo, sia "rosso" che "nero". Oggi, trentadue anni più tardi, gli agenti della Squadra Mobile, eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Milano, hanno catturato Bruno Schirripa, reggino trapiantato a Torino dove svolgeva il mestiere di fornaio in una zona periferica del capoluogo piemontese. Quattordici gli spari che scossero il tranquillo quartiere precollinare in cui viveva Bruno Caccia. Fu sorpreso dai killer davanti alla sua abitazione, era in compagnia del suo cane. Ventidue anni fa a finire in manette era stato Domenico Belfiore, che avrebbe ordinato l'omicidio, oltre ad averlo eseguito materialmente con il supporto di Schirripa. A Belfiore, ritenuto uno dei personaggi di maggior spessore criminale della 'ndrangheta attiva in Piemonte, è stata inflitta successivamente la condanna del carcere a vita. Da poco più di sei mesi, ragioni legate alle sue condizioni fisiche gli hanno consentito il trasferimento agli arresti domiciliari. 

 

 

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