Omicidio di Brognaturo, convalidato l'arresto del giovane maliano

E' stato convalidato l'arresto di Moussa Traore, il 23enne maliano accusato di omicidio preterintenzionale. Il giovane è ritenuto responsabile della morte del connazionale Diarra Amadou, di 25 anni, avvenuta, martedì scorso, nel centro d'accoglienza gestito dalla cooperativa “Stella del Sud”, in località Lacina di Brognaturo.

Il 23enne è stato trattenuto in carcere in attesa che venga individuata una struttura in cui possa essere sottoposto agli arresti domiciliari.

Secondo la ricostruzione fatta dagli agenti del Commissariato di Ps di Serra San Bruno guidato dal dirigente Valerio La Pietra, i due giovani extracomunitari sarebbero stati protagonisti di una colluttazione, nel corso della quale, entrambi, sarebbero caduti su una vetrata provocandone la rottura. Ad avere la peggio è stato Diarra che, a causa delle gravi ferite da taglio riportate all’addome, è spirato all’ospedale civile di Serra San Bruno.

Nell'immediatezza dell'accaduto, tramite riscontri testimoniali, gli agenti, coordinati dal responsabile del Nucleo di polizia giudiziaria, Giovanni Catanzaro, sono risaliti all'identità del presunto responsabile della morte dello sfortunato 25enne.

 

 

 

Omicidio Lacina: i dettagli

BROGNATURO: E' morto intorno alle 6.30 di questa mattina, a causa di gravi ferite al torace, il 25enne maliano che stanotte è stato al centro di una lite al residence Lacina.

Da una prima ricostruzione pare che in piena notte sia scoppiata una violenta rissa tra due connazionali ogspiti della struttura ubicata sull'altopiano della Lacina, nel comune di Brognaturo.

Non sono ancora chiari i motivi che hanno acceso la miccia di quella che da li a poco si sarebbe trasformata nell'ennesima tragedia che ha al centro i migranti. Quel che appare chiaro è che uno dei ragazzi coinvolti nella lite sia stato spinto su una porta vetrata che, sotto il peso del giovane africano, ha ceduto e cadendo ha trafitto il petto del malcapitato con le centinaia di schegge del vetro in frantumi.

Soccorso dai sanitari del 118 è stato subito trasportato presso il San Bruno dove, nonostante il disperato tentativo da parte dei medici di salvargli la vita, non ce l'ha fatta ed alle 6.30 è stato dichiarato il decesso.

Fin da subito sul posto si sono recati gli agenti del commissariato di Serra San Bruno, che stanno interrogando i presenti per cercare di trovare il bandolo della matassa.

Cuscunà, il "vulcano" della Lacina

L’altipiano della Lacina, con una forma grosso modo ellittica comprende ampi tratti degli agri comunali da Brognaturo a Stilo. Si trova al centro una fortezza, detta Castello della baronessa, oggi in pessimo stato e di abbandono. Poco a che vedere con Era Lacinia, ma, in comune, la stessa radice di “laccu” in dialetto, e anche antico italiano lacca: pianura irrigua. Credenza popolare diffusa vuole che la Lacina presenti alcune aree di sabbie mobili, dette in dialetto “uocchi e mara”, perché si crede le loro voragini giungano fino alla spiaggia dello Ionio, e si raccontano storie. Da un punto di vista geologico, potrebbero essere indizio di quei fenomeni che vengono definiti di vulcanismo, detto in generale. E qui interviene una tradizione di Cardinale, giunta a noi con questa parole pure dialettali: “Eh, si si rivijjia u Cuscunà”; una frase che, intesa alla lettera, farebbe pensare a una memoria storica recente di fenomeni eruttivi da parte di un piccolo vulcano silente, ma il cui “risveglio” potrebbe essere non del tutto improbabile. Anche del Monte La Rosa di Petrizzi si dice sia di natura vulcanica. Resta da dire di un’altra voce popolare, che “A Davuli ennu i diavuli”, spiegata da qualche anziano con l’essere stati visti, nella montagna di Davoli, dei fuochi divampare dal sottosuolo. Siamo seduti sulla bocca dell’Inferno? Speriamo di no! 

  • Published in Cultura
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