Sanità. Acque agitate nella maggioranza regionale: Greco rimprovera il PD

“Mentre il medico cerca la cura, l’ammalato muore.  Uso una metafora semplice, ma abbastanza conosciuta, chiara ed efficace. Una metafora che ben personifica il lungo dibattito sulla sanità calabrese, che si protrae ormai da anni, senza però lasciare intravedere soluzioni efficaci per uno dei mali che più attanaglia e lentamente uccide il sistema Calabria”. E’ quanto afferma il presidente del gruppo “Oliverio presidente” Orlandino Grego che aggiunge: “Premetto che, questa, non vuol essere la solita nota stampa fine a sé stessa e racchiusa nell’emisfero dell’insipido e generico politichese (dire tanto per non dire nulla), che è tra l'altro un linguaggio che i cittadini fanno fatica a comprendere ed elaborare. Oggi, infatti, più che perdersi nei meandri dei tatticismi della politica, é bene accendere i riflettori sulla realtà dei fatti, sulla vita quotidiana, su ciò che succede nei nostri territori e sulle gravissime inefficienze e sugli inaccettabili disservizi che i nostri concittadini sono costretti, ingiustamente, a subire. La sanità, in Calabria, è un problema. Un enorme problema. E se un problema di questa portata non si arresta, ma prosegue la sua inarrestabile corsa distruttiva, è perché, diciamocelo chiaramente, ci sono precise responsabilità, che il Consiglio, ed anche la Giunta regionale in primis, hanno l’obbligo morale di affrontare.  C'è – sottolinea ancora Orlandino Greco-, la questione del riordino del sistema ospedaliero, che pesa come un macigno sulla funzionalità di un intero apparato e sulla tutela della salute. Personale non sufficiente, turni massacranti per gli operatori medici ed infermieristici e non dobbiamo dimenticarci, poi, dei cosiddetti ospedali di periferia, incautamente declassati e privi, in alcuni casi, finanche di postazione di primo soccorso e di emergenza-urgenza. Potremmo parlare anche, ad esempio, dell'ospedale di Praia a Mare, di Trebisacce, di San Giovanni in Fiore, di Cetraro e di tanti altri nosocomi della provincia di Cosenza, ma anche di tutta la regione, che dovrebbero rappresentare dei presidi e dei punti di riferimento per la tutela della salute, mentre oggi attraversano un tunnel senza uscita e senza futuro, manchevoli di una propria autonomia gestione e di indirizzo sanitario. E la non funzionalità delle nostre strutture ospedaliere, che si sappia, va a compromettere maggiormente il quadro economico della spesa sanitaria, aggravandolo”. Aggiunge Greco: “Insomma, appare oltremodo evidente come ognuno debba assumersi le proprie responsabilità e la massima assise calabrese non è, purtroppo, immune da questo immenso caos. Così come ci appare evidente un concetto basilare, che probabilmente stiamo involontariamente ignorando: le ragioni di un’alleanza politica, come quella che ha portato alla vittoria delle regionali del 2014, si intravedono sui temi concreti, come la sanità, appunto. Ed in virtù di quanto appena sottolineato, appare riduttivo evidenziare le cause ben precise di un disastro annunciato: i tanti, troppi commissariamenti, da parte dei governi centralisti, a discapito del Sud e della nostra regione. Ed ora l’anomalia di un commissario alla sanità e di un vice indicati e scelti da due partiti, il Pd di Matteo Renzi e l’Ncd di Angelino Alfano. Commissariamenti che non hanno prodotto nulla, se non addirittura hanno peggiorato e recato ancor più danno al sistema sanitario calabrese. Ed è quindi il Partito Democratico a dover risolvere, innanzitutto, questo paradosso e questa discrasia, anche per riacquisire la giusta credibilità ed anche per svestirsi dai panni di accusatore ed accusato”. Conclude così Orlandino Greco: “Insomma, c'è tanto su cui riflettere e molto su cui agire e per chi, come noi, è stato eletto, con un mandato popolare, in seno al Consiglio regionale, è maturo il tempo per una seria assunzione di responsabilità, che ci tocca e che non può più tardare ad arrivare. Sulla salute dei cittadini, lo ricordo a me stesso, non può esserci scaricabarile che tenga e né coscienza capace di voltar le spalle a questo dramma, che ci appartiene per intero”. 

 

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