Regione, nervi tesi in casa PD: chiesta l’urgente convocazione del gruppo consiliare

La guerra sotterranea, covata, celata, serpeggiante all’interno del PD comincia a manifestare apertamente i suoi sintomi. Con una stringata nota, che lascia spazio ad un’immaginazione che molto si avvicina alla realtà, i consiglieri regionali Giuseppe Aieta, Domenico Battaglia, Domenico Bevacqua, Carlo Guccione, Antonio Scalzo e Michele Mirabello hanno chiesto al presidente del gruppo consiliare Sebi Romeo “una urgente convocazione del gruppo consiliare con all’ordine del giorno la discussione sui seguenti punti: situazione politica attuale; seduta del Consiglio regionale prevista per il prossimo 3 dicembre”.  La firma di Guccione, poco tenero con il governatore dopo la sua estromissione dalla giunta è già un programma, ma la diffusione alla stampa di una notizia che solitamente è un’informazione interna di servizio fa presumere scossosi e mareggiate. Toccherà al presidente Mario Oliverio riportare la calma, ma non sarà semplice. Anche perchè intanto è sorta un’altra grana. “Apprendiamo dalla stampa – afferma infatti il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea (Democratici e Progressisti) - vicende inerenti la prorogatio di alcuni incarichi (si spera a titolo meramente gratuito, quantomeno) che la legge regionale demanda all'Ufficio di Presidenza del Consiglio, contro il parere scritto della Presidenza del Consiglio. Riteniamo che la vicenda sia tutta da racchiudere nello ‘smodato sentimento d'affetto’ verso gli uffici (per usare un eufemismo) da parte dell'interessata, sicuramente avallato più per inerzia ed interesse reale verso altre e più gravose vicende. É sotto gli occhi di tutti, però,  la necessità di procedere, ad un anno esatto dalle elezioni, ed all'esito di questa incresciosa vicenda, al rinnovo delle nomine politiche in capo alla Presidenza del Consiglio, oggi più che mai in netta discontinuità con il passato. Proprio per tali motivi, anche ad eliminare pesi e laccioli ulteriori per il governatore e la maggioranza di governo, riteniamo si debba procedere senza indugi e come da ordine del giorno, a tutte le nomine previste nel prossimo Consiglio del 3 dicembre. Ripetiamo -  è la precisazione finale -  nel segno della radicale discontinuità con il passato e finalmente garantendo almeno a quegli uffici il senso dell'appartenenza alla squadra che i calabresi hanno voluto premiare con la vittoria di Mario Oliverio e del centro sinistra del novembre 2014”. La matassa, dunque, si complica e non è escluso che le rivalità territoriali e di corrente, in questo trambusto, facciano la propria parte.

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