Comuni,Pisani (Pd): "No alla fusione, ben venga l'unione"

Riceviamo e pubblichiamo

"Da qualche giorno si fa un gran parlare sulla possibilità che Serra possa avviare con altri paesi limitrofi un discorso di fusione. Un argomento di cui si è sentito parlare in passato e che ora torna di nuovo di moda a seguito della mozione presentata dal sindaco di Torre di Ruggiero  per la fusione con i comuni di Chiaravalle Centrale e Cardinale. A quanto pare, questo è un discorso però che è destinato a morire sul nascere perché è a mio avviso sbagliata è la strada intrapresa. Incontri, accordi, consensi politici ma mai nessuno che si interessi di cosa effettivamente vuole la gente; quella gente a cui ci si rivolge però quando c’è bisogno del voto. Spesso si parla di fusione solo per sentito parlare ma basta usare un vocabolario per capirne il significato. Fusione di due o più comuni significa fondere, accorpare due o più comuni contigui. Significa quindi chiudere un comune con la sua storia e le sue tradizioni e a mio avviso sarebbe difficile ottenere il consenso degli amministrati. Un municipio, per quanto piccolo sia, con il proprio sindaco e consiglio, rappresenta comunque un presidio reale del territorio; a ciò si aggiunge il fatto che, se chiudi dovrai dedicare la tua attività amministrativa ad una porzione di terreno molto più ampia che in molti casi sarà destinata al totale abbandono creando a sua volta emergenze e dinnanzi alle emergenze lo Sato andrà a spendere di più. L’associazionismo ben venga! Ma credo che l’unico strumento attuabile nel nostro entroterra è l’Unione Comunale e non la fusione. Con l’Unione i comuni possono associarsi senza mettere in discussione la loro esistenza ed identità. L’Unione dei comuni è un ente locale, al pari del Comune, Provincia costituito da due o più comuni di norma confinanti, finalizzato all’esercizio associato di funzioni e servizi. Inoltre grazie alla Legge Napolitano-Vigneri (256/1999) non sussiste più il vincolo dell’obbligatorietà della fusione dopo 10 anni di unione e in linea con quanto previsto dalla normativa in tema di spending review, gli organi dell’Unione (Presidente, Giunta e Consiglio) sono formati da amministratori in carica dei Comuni associati. Quindi si parla di un Ente a costo zero. Alle unioni competono gli introiti derivanti da tasse, tariffe e dai contributi sui servizi ad esse affidati ed inoltre vi sono finanziamenti che tendono a favorire tale forma associativa che vanno ad incrementarsi all’aumentare del numero di cittadini e dei comuni che si uniscono . L’Unione ha molti punti di forza: basti pensare alla maggiore specializzazione delle risorse umane a disposizione, uniformità dei procedimenti amministrativi e tanto altro. Occorre, prima di fantasticare su una fusione, discutere con tutte le forze politiche presenti sul territorio e soprattutto con la gente, quella gente a cui si è fatto riferimento solo quando è servita una x su una scheda elettorale".

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