Vibo: Ferro (Fdi), Mangialavori e Daffinà (Fi) incontrano i sostenitori

Sostenitori e semplici cittadini hanno preso parte nel pomeriggio di ieri all'incontro svoltosi presso la segreteria elettorale di Fratelli d’Italia nel centro di Vibo Valentia, cui hanno preso parte: il candiato alla Camera di Fratelli d’Italia e della coalizione di centrodestra nel collegio, Wanda Ferro; il capolista al Senato di Forza Italia Giuseppe Mangialavori e ill candidato al Senato di Forza Italia Antonino Daffinà.

Presenti tra gli altri il consigliere regionale Vincenzo Pasqua e rappresentanti delle forze politiche della coalizione. 

Nel corso del suo saluto Wanda Ferro ha sottolineato la forza della coalizione di centrodestra, che “in maniera unitaria e coesa vuole affermare il valore della buona politica e della buona amministrazione in un territorio quale quello del Vibonese - ha detto -  in cui il centrosinistra non ha dato risposte ai cittadini. Basti vedere il degrado in cui versa il sistema viario, la situazione di insicurezza delle scuole, il mancato sostegno alle attività economiche. Sono i guasti di una politica di piccolo cabotaggio, autoreferenziale e dominata dalla logica dell’appartenenza, che si preoccupa di sbloccare le pratiche degli amici, ma che non ha una visione lungimirante di sviluppo organico del territorio”. “Vogliamo demolire il muro di quella politica clientelare - ha proseguito Wanda Ferro - che in queste settimane di campagna elettorale sta esprimendo il peggio di sé. Potrei citare il Parco delle Serre utilizzato come ufficio di collocamento, i finanziamenti attesi da anni per la depurazione e concessi solo a poche settimane dal voto e solo alle amministrazioni comunali amiche, e ancora i decreti fantasma per i lavori pubblici da finanziare con la legge 24, gli annunci dell’ultimo minuto di risorse per la viabilità, la sanità utilizzata non come fabbrica di salute ma come bacino di  consenso, con gli incarichi conferiti dall’Asp di Vibo secondo criteri tutt’altro che meritocratici o le nomine dirigenziali che arrivano per un certo reparto dell’ospedale e non per gli altri. Noi rappresentiamo l’alternativa a questo centrosinistra che scende tra la gente soltanto quando c’è da chiedere il voto.  Sono certa che i cittadini sapranno scegliere i loro rappresentanti guardando alla storia personale, politica e istituzionale dei candidati”. 

Giuseppe Mangialavori ha replicato agli attacchi che gli sono stati mossi dal candidato di centrosinistra: “Si alzano i toni della campagna elettorale e si abbassa il livello dei contenuti. Sarebbe sufficiente che l’on. Censore consultasse il sito della Regione Calabria per vedere cosa ho prodotto per il Vibonese: oltre cinquanta interrogazioni, innumerevoli emendamenti alla finanziaria per portare risorse a questo territorio che sono stati bocciati dalla sua maggioranza, tre progetti di legge a favore del territorio che ancora giacciono nelle commissioni”. Poi ha commentato “l’attenzione” che la maggioranza di centrosinistra nell’ultimo periodo ha riservato al Vibonese. “I tanti annunci - ha detto in maniera ironica  l’esponente azzurro  - mi hanno emozionato. Certo mi avrebbe fatto piacere se la stessa attenzione fosse stata riservata a questo territorio nei tre anni precedenti, probabilmente se la campagna elettorale fosse durata altri  15 giorni avrebbero annunciato l’intenzione di far diventare Vibo Capitale d’Italia”. 

 

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Catanzaro, Silvia Vono (5 Stelle): "L'astensionismo favorisce la malapolitica"

“L'astensionismo è chiaramente una forma di protesta contro la malapolitica, ma è una protesta che non serve a nulla. Anzi, fa il gioco del sistema”.

Lo ha dichiarato a Catanzaro Silvia Vono, candidata del Movimento 5 Stelle al Senato (uninominale), partecipando ad un incontro elettorale presso la sala convegni della biblioteca comunale “De Nobili”.

Il suo è stato un appello forte “affinché la partecipazione al voto sia ampia, piena e consapevole”. Consapevole, soprattutto, del fatto che “solo votando, e votando per il Movimento 5 Stelle, si potrà dare un contributo fattivo, reale e concreto alla lotta contro la corruzione e il malaffare: a Catanzaro, in Calabria e nell'intero Paese”.

Silvia Vono ha puntato l'indice contro “la vecchia politica che ricompare con i tanti impresentabili che riempiono le liste di centrodestra e centrosinistra”. “Se vogliamo chiudere le porte di casa ai ladri - ha utilizzato questa metafora - dobbiamo tutti andare a votare. Adottiamo un cittadino non votante e convinciamolo a non rinunciare al suo diritto-dovere di cambiare in meglio la terra in cui vive e che dovrà lasciare in eredità ai suoi figli”.

L'incontro pubblico di Catanzaro, partecipato da tanti simpatizzanti e attivisti della città capoluogo, ha avuto come focus di riflessione i temi della mobilità e dei trasporti.

Sono intervenuti, tra gli altri, Paolo Parentela, candidato del Movimento 5 Stelle nel listino plurinominale 2, e Giuseppe D'Ippolito, candidato alla Camera all'uninominale. Il primo ha ricordato i tanti risultati ottenuti dai pentastellati in Parlamento, nell'ultima legislatura.

Il secondo ha incentrato la sua relazione sul trasporto aeroportuale e la gestione Sacal.

Tante le testimonianze portate dalle associazioni e dai comitati presenti e attivi sul territorio. Il docente universitario e architetto Sante Foresta ha guardato con accento critico al bando  di Invitalia “Resto al Sud”, evidenziandone le troppe contraddizioni.

 

 

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Soverato, Silvia Vono si presenta agli elettori: un voto contro malaffare e corruzione

“In Italia e in Calabria è necessario un cambiamento radicale e l'unica forza politica in grado di rappresentare questo cambiamento è il Movimento 5 Stelle”.

Lo ha dichiarato la candidata pentastellata al Senato nel collegio uninominale di Catanzaro, Silvia Vono, nel giorno della sua presentazione ufficiale a Soverato.

Al suo fianco, i candidati alla Camera (proporzionale) Dalila Nesci e Paolo Parentela e la candidata al Senato (proporzionale) Bianca Laura Granato.

“Le sfide non mi spaventano - ha sottolineato Silvia Vono - e credo che in questo particolare momento storico sia importante essere un esempio di politica vera e seria sui territori, contro quel vortice di malaffare e corruzione che sta spazzando via ogni traccia di civiltà e di progresso nel nostro Paese, mentre i signori dei palazzi di destra e di sinistra pensano di poter continuare a governare a colpi di mancette e di false promesse”.

La candidata ha, quindi, ribadito che “il Movimento 5 Stelle vuole cambiare questa Italia insieme a tutti i cittadini e alla gente perbene che sogna uno Stato che si prenda finalmente cura della salute, dell'istruzione, della sicurezza, della qualità della vita”.

Con riferimento alla problematiche specifiche del collegio, Silvia Vono, ricordando con orgoglio il suo impegno come attivista del Comitato “Trasversale delle Serre”, ha focalizzato l'attenzione “sul potenziamento del sistema dei trasporti, sulla salvaguardia delle produzioni agroalimentari, sulla tutela del mare, sul riequilibrio del sistema fluviale, sulle azioni di contrasto allo spopolamento dei centri interni”. Un appello molto forte è stato lanciato contro l'astensionismo.

“Non votare - ha affermato Silvia Vono - significa consegnare i nostri figli alla mala politica. Non votare è come lasciare la porta di casa aperta per fare entrare i ladri”.

“Adotta uno scrutatore non votante” è lo slogan e l'invito che la candidata al Senato ha lanciato ai tanti presenti. Dalila Nesci è intervenuta a sostegno di Silvia Vono, definendola “una donna guerriera, scelta per quello che rappresenta, per il suo percorso lineare, per le sue battaglie”.

Paolo Parentela e Bianca Laura Granato hanno centrato l'attenzione sul programma del Movimento. Venti punti per cambiare l'Italia: dall'abolizione di 400 leggi inutili al reddito di cittadinanza, dai tagli agli sprechi alla green economy. Azioni concrete per un cambiamento reale. 

 

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Politiche 2018, il MoVimento 5 stelle presenta la lista

"Abbiamo appena presentato la lista dei candidati nei collegi plurinominali e uninominali calabresi. Conoscevate già i nomi dei candidati del Movimento 5 Stelle alla Camera ed al Senato nelle liste del proporzionale. Il MoVimento, infatti, al contrario degli altri partiti ha dato l'opportunità agli iscritti sulla piattaforma Rosseau di scegliere i propri rappresentanti. È stato applicato poi alle liste finali, come previsto dalla statuto che tutti i candidati hanno accettato, un ulteriore "filtro di qualità", così come lo ha definito il candidato premier Luigi Di Maio. Lo staff nazionale ha vagliato tutte le segnalazioni arrivate dai territori applicando ulteriori verifiche e controlli. Per quanto riguarda i candidati nei collegi uninominali sono stati tantissimi i curricula arrivati, così come i contatti con personalità di alto profilo, sia dal punto di vista dell'impegno sociale che per le competenze professionali. Alcuni hanno preferito sostenerci dall'esterno, altri invece hanno accettato con entusiasmo di partecipare attivamente alla campagna elettorale. L'apertura del MoVimento alla cosiddetta società civile dimostra che per governare c'è bisogno dell'apporto della parte sana e positiva di questo Paese, senza per questo abbandonare quelli che sono i principi fondanti del MoVimento 5 Stelle. Tutti i candidati infatti hanno sposato in pieno il Programma di Governo, i venti punti per la qualità della vita degli italiani. Dall'altra parte abbiamo assistito ancora una volta allo squallido teatrino delle candidature dei soliti noti, finalizzate alla collocazione strategica sulle poltrone dei capibastone o loro prestanome. In Calabria ci hanno calato dall'alto Marianna Madia che nulla ha a che fare con il nostro territorio e la nostra gente, dopo la Bindi e Scilipoti l'ennesimo parlamentare che utilizzerà i voti dei calabresi per essere eletta e scomparire il 5 marzo".

E' quanto scrive in una nota, la coordinatrice della campagna elettorale del M5s in Calabria Laura Ferrara

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Elezioni, Callipo: "Candidatura di Viscomi scelta di qualità e rinnovamento"

«La decisione della direzione nazionale del Partito democratico di candidare Antonio Viscomi è una bella notizia per Pizzo e per tutta la Calabria».

È quanto ha dichiarato il sindaco di Pizzo ed esponente del Pd, Gianluca Callipo, alla notizia ufficiale della candidatura del vice presidente della giunta regionale della Calabria, residente proprio nella città napitina.

«Fummo felici quando Viscomi fu chiamato ad affiancare il presidente della Regione – ha continuato Callipo - e lo siamo a maggior ragione adesso che il partito ha voluto premiare la sua competenza e il suo impegno. Si tratta di una scelta di grande qualità e di forte rinnovamento che, siamo certi, potrà dare un importante contributo innanzitutto per accrescere complessivamente la credibilità del Pd nei confronti dell’elettorato calabrese e poi per rappresentare al meglio le istanze del territorio a Roma».

 

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La Calabria senza sviluppo e le prossime elezioni politiche

Le statistiche ed i dati pubblicati dall'Istat e dalla Svimez pongono ancora una volta la Calabria agli ultimi posti  della classifica nazionale sulla qualità della vita, sugli investimenti e sui consumi energetici, domestici ed industriali.

La Calabria sconta mali endemici, ma anche e soprattutto l'assenza di  un progetto e  di un programma credibile di sviluppo organico e coerente con le peculiarità che la contraddistinguono.

L'unica proposta di sviluppo del territorio risale agli anni settanta. Quel progetto era imperniato su alcuni punti fondamentali: cultura, trasporti e viabilità, industrializzazione, agricoltura e turismo. La realizzazione di quel progetto fu ostacolata dalla grande industria del Nord e da alcune correnti interne ai partiti politici di allora da sempre antimeridionaliste ed avversarie di qualsiasi sviluppo del Sud.

Tra alti e bassi, tra tante difficoltà e ripensamenti, tra resistenze e battute d'arresto furono comunque realizzati l'aeroporto internazionale a Lamezia Terme, l’Università “Unical” a Cosenza, il porto industriale a Gioia Tauro.

Le ricadute economiche e culturali sono state inferiori per mille ragioni diverse (condizioni ambientali, preconcetti, assenza di una vera cultura imprenditoriale, una malcelata avversità verso il Sud) alle aspettative.

L'aeroporto, pur essendo per numero di passeggeri tra i primi in Italia, non è stato né ampliato, né ammodernato. Il porto per la sua posizione strategica nell'area del Mediterraneo e per le  capacità di attracco di navi di grande portata doveva sviluppare un grande traffico ed una grande quantità di merci e doveva essere affiancato ad un interporto per il trasporto su rotaia. Invece rischia la chiusura con drammatiche conseguenze occupazionali per i 1400 lavoratori portuali.

L’Università, tra le migliori soprattutto per le discipline tecniche scientifiche , ha  innalzato il livello culturale e tecnico dei giovani senza però definire  nuovi indirizzi formativi o professionali  finalizzati anche a nuovi sbocchi occupazionali. Ai giovani laureati sono mancati poi il confronto ed il rapporto con le grandi realtà imprenditoriali per completare la loro preparazione teorica.

Un altro intervento programmatico dalle grandi prospettive fu il consorzio Telcal che puntava allo sviluppo delle telecomunicazioni e dell’informatica. I partecipanti a quel consorzio si ritrassero quasi immediatamente  anche per colpa della classe politica di allora. Oggi la Calabria sconta gli errori di allora e vive uno dei tanti  momenti occupazionali peggiori della sua storia.

Il mancato sviluppo industriale, la recessione a livello mondiale ed una classe politica non sempre all’altezza del compito, cui era ed è demandata, hanno determinato lo spopolamento dei paesi e delle città con un nuovo flusso migratorio simile a quello degli anni sessanta. Le forze politiche presenti in parlamento  si sono limitate ad elencare le priorità di cui necessita la Calabria senza portare a soluzione nessuno dei problemi esistenti.

Ha prevalso la politica degli annunci, dei soliti piagnistei e lamentele  più di quella  del fare e dell’agire.

Oggi che i partiti si apprestano a formalizzare le candidature per le prossime elezioni, occorre chiedere, prima di accordare una nuova eventuale fiducia, ai parlamentari uscenti di tutte le province un resoconto della loro attività parlamentare e soprattutto chiedere cosa hanno fatto e quali sono le pastoie che hanno impedito ed impediscono da anni, ad esempio, la realizzazione dell’allargamento della statale 106 nota a tutti come la strada della morte per gli incidenti che puntualmente si verificano. Un’arteria fondamentale per il collegamento e lo scambio commerciale tra le regioni della Basilicata e  della  Puglia  con la nostra regione.

Chiedere ancora, cosa osta alla realizzazione della strada denominata “Trasversale delle Serre” di collegamento tra Soverato e Tropea, due delle più rinomate e conosciute zone turistiche d’Italia,di cui si parla da cinquant’anni, e a quanto ammonta il danno economico a causa della mancata realizzazione.

Cosa dire poi della linea ferrovia ionica non ancora elettrificata e di quella tirrenica senza alta velocità, o dell’autostrada a cui è stato cambiato il nome senza aver realizzato per l’intero percorso la corsia d’emergenza?

La “ bufala” che fosse completata è solo per gli allocchi.

A coloro che intendono candidarsi invece occorre chiedere un impegno preciso a risolvere non tutti, ma almeno alcuni dei problemi esistenti.

In questi giorni riecheggiano, per la formazione delle liste in Calabria, nomi calati dall’alto, estranei  al contesto e alla storia che dovrebbero rappresentare, promesse demagogiche, un’arcaica subalternità culturale e politica ai voleri dei vertici dei partiti, metodi e vecchie logiche spartitorie. E’ necessario invece  coinvolgere  i cittadini, gli ordini professionali, gli artigiani, gli imprenditori e gli operatori turistici in un grande dibattito culturale, prima che politico, che miri, facendo tesoro delle esperienze passate, alla stesura di un nuovo progetto riformista di sviluppo capace di attrarre risorse ed investimenti al Sud ed in Calabria.

Un cambiamento reale richiede prima di ogni cosa la sconfitta dei soliti riti stantii e di giaculatorie già sentite, l’autonomia decisionale ed il rinnovamento della classe politica colpevole dello stato di abbandono in cui versa ormai da anni la Calabria.

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Operazione Stige, M5S: “Emergenza elezioni”

«La politica calabrese deve raccogliere all'istante l'allarme lanciato dalla Dda di Catanzaro a commento dei 169 arresti dell'operazione “Stige”, tra cui amministratori locali vicini a Enzo Sculco, alleato politico di ferro del governatore Mario Oliverio, esponenti attuali e passati del Pd e un dirigente nazionale di Fratelli d'Italia».

Lo affermano in una nota i portavoce parlamentari e comunali calabresi del MoVimento 5 Stelle.

I pentastellati aggiungono: «Le ricostruzioni della Dda di Catanzaro confermano che in Calabria 'ndrangheta e politica camminano a braccetto, che esiste un sistema di controllo delle scelte e dei fondi pubblici per favorire la criminalità e fabbricare il consenso elettorale, anche attraverso lo sfruttamento illecito dei boschi della Sila così come stiamo denunciando da anni in Parlameto ed alle Procure».

«Un’inchiesta che mostra ancora una volta l’internazionalità della ‘ndrangheta che all'estero fa riciclaggio, crea basi logistiche locali, si impossessa del mercato della droga, sfrutta l'immigrazione clandestina, usa il traffico di esseri umani per fare business. La mafia agisce come una vera e propria impresa. La ‘ndrangheta fa affari anche sull'agroalimentare e sui rifiuti. Attualmente secondo la Dda nazionale sta riciclando denaro sporco in Canada dove è ben radicata. L'inchiesta in questione – proseguono i 5stelle – sconfessa i vecchi, immobili partiti e rivela il condizionamento del voto nei Comuni calabresi, negato ogni volta da 'soloni' e analisti di regime, che hanno accusato il Movimento 5stelle di non avere presa nei territori. Anche la politica nazionale – concludono i 5stelle – deve trarre le giuste conseguenze da questa ennesima vicenda sul connubio tra 'ndrangheta e politica, legame che determina l'emigrazione dalla Calabria, lo spopolamento dalla regione e l'aumento della povertà, dei disservizi, delle ingiustizie, dei disastri ambientali e delle diseguaglianze sociali».

Sulle elezioni spira il vento dell'inciucio

Stanno per essere sciolte le camere, però pare che Gentiloni non si dimetta, e quindi il governo resti non “per gli affari correnti”, ma nella pienezza dei suoi poteri; e ciò sarebbe negli intenti di Mattarella. Se io avessi la benché minima stima della costituzione del 1948, griderei che è anticostituzionale; ma è una costituzione dichiaratamente partitocratica, quindi decidono i partiti nel chiuso di qualche stanza.

 Berlusconi, che dice di essere il capo dell’opposizione di centro(destra), non solamente non si oppone, ma aggiunge del suo: se, andando a votare, non esce una maggioranza assoluta, Gentiloni resta al governo fino ad altre elezioni, ovverosia in autunno 2018: salvo neve, o andiamo al ’19. Alla faccia dell’opposizione!

 Sì, sento profumino d’inciucio, larghe intese, solidarietà nazionale e altre diavolerie; più, magari, la ciliegina sulla torta di “ce lo chiede l’Europa”. Fantasia? No, memoria: sono tutte cose già viste almeno dal 1978.

 A questo punto, che andiamo a votare, se Mattarella, Gentiloni, Berlusconi, Renzi eccetera, hanno già deciso? Perché io dovrei perdere un minuto del mio tempo a votare contro Gentiloni che poi deve restare al governo per grazia ricevuta? O perché mai uno di sinistra deve votare contro Berlusconi che ha già deciso di sostenere il governo di (si fa per dire) sinistra?

 Faremmo meglio a risparmiare i soldi delle urne.

 E gli altri? Che fanno, gli altri? I pentastellati chiedono la maggioranza assoluta, sapendo benissimo che non l’avranno mai. Le frange di sinistra dura e pura (ridete!) si assicurano qualche deputato e un presidente del senato. I postpostpostfascisti sono disposti, ovviamente per amore della Patria, a qualsiasi compromesso. La Lega… la Lega dovrebbe tirarsi fuori dal mercimonio; ma la legge elettorale…

 Intanto fioriscono come cardi le sigle e le coalizioni.

 Alternativa seria e credibile? Nessuna. Nessuna non perché manchino politicanti e liste; ma perché manca ciò che degnamente compone un fenomeno politico: una visione della vita e del mondo, da cui discenda una filosofia, da cui un’idea, da cui un’ideologia, da cui un’organizzazione. Ora, guardateli in faccia tutti, e ditemi che uno di loro può avere una visione della vita e del mondo, da cui discenda una filosofia, da cui un’idea, da cui un’ideologia. Neanche un’organizzazione: sono partiti finti, senza sedi e senza tessere; stanno solo nelle tv compiacenti.

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