Faida a Gerocarne: sequestrate dai Carabinieri armi trovate in casa di Rinaldo Loielo

E' incessante il lavoro investigativo dei Carabinieri impegnati sul fronte delle indagini portate avanti sui gravi fatti di sangue che nel breve arco di due settimane hanno scosso l'area delle Preserre Vibonesi.  I tentati omicidi di cui sono stati vittime i membri della famiglia Loielo rimangono sotto la lente d'ingrandimento dei militari dell'Arma della Compagnia di Serra San Bruno e della Stazione di Soriano che stamane sono entrati con decisione in casa del 24enne Rinaldo Loielo. Il giovane si trova ristretto ai domiciliari perché condannato nel processo che lo ha riconosciuto colpevole di detenere una bomba di tre chilogrammi rinvenuta due anni addietro. Un ordigno che, sulla scorta di quanto emerso nel corso dell'attività d'indagine, aveva esplicitamente richiesto Pantaleone Mancuso, soprannominato "Scarpuni" e personaggio considerato al vertice dell'omonimo clan di 'ndrangheta, per colpire pesantemente gli affiliati alla cosca Emanuele. Perquisendo l'abitazione di Rinaldo Loielo, ubicata in località Castania, ad Ariola di Gerocarne, sono stati trovati un fucile a pallettoni calibro 12, una pistola calibro 357 pronta all'uso e cinque munizioni. Presso l'appartamento oggetto di minuziosi controlli da parte dei Carabinieri guidati  dal tenente Mattia Ivano Losciale, si trovavano pure Valerio e Rinaldo Loielo, rispettivamente di 21 e 20 anni, tra loro cugini e sfuggiti alle fucilate esplose contro di loro e Walter Loielo, che ha riportato ferite varie. Gli uomini in divisa li hanno invitati a seguirli in caserma per compiere ulteriori verifiche così da appurare con precisione la loro posizione in merito al possesso dell'arsenale scoperto stamattina.  

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Agguato a Gerocarne: dettagli e nomi

Li hanno inseguiti e poi hanno fatto fuoco. E’ la modalità con la quale un nuovo agguato, avvenuto stasera alle 18,30 a Gerocarne in località “Castania” della frazione Ariola , ha insanguinato le strade delle Preserre vibonesi. Stesse modalità del precedente e destinatari simili, giovani membri della famiglia Loielo. Si tratta di Valerio, 21 anni, (figlio del boss Giuseppe ucciso nel 2002), Walter, 22 anni, (fratello di Rinaldo, recentemente condannato per possesso di una bomba) e Rinaldo, 20 anni (figlio dell'altro boss Vincenzo Loielo, ucciso sempre nel 2002 con il congiunto). Secondo una prima ricostruzione dei fatti i tre cugini si trovavano a bordo di una Fiat 500 di proprietà di Valerio, quando, inseguiti da un’altra auto, sarebbero stati raggiunti da alcuni colpi di fucile che hanno ferito il giovane Walter e il cugino Rinaldo. Valerio è rimasto invece illeso. I due feriti sono stati portati all'ospedale di Vibo, ma non sono in pericolo di vita. Sul posto i Carabinieri della Stazione di Soriano agli ordini del maresciallo Barbaro Sciacca e coordinati dal Comandante della Compagnia di Serra San Bruno, tenente Mattia Ivano Losciale.

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Nuovo agguato a Gerocarne: due feriti, uno illeso

Un nuovo agguato, che ormai è il preludio di una faida, ha insanguinato in serata le strade delle Preserre vibonesi. Intorno alle 18,30  sono stati esplosi dei colpi di arma da fuoco contro un'autovettura sulla quale viaggiavano tre giovani membri della famiglia Loielo di Gerocarne. Le modalità dell'agguato sono del tutto simili al precedente e nella stessa località: sulla strada di Ariola di Gerocarne. Due persone sono rimaste ferite, una è illesa. Sul posto i Carabinieri della Stazione di Soriano agli ordini del maresciallo Barbaro Sciacca e coordinati dal Comandante della Compagnia di Serra San Bruno, tenente Mattia Ivano Losciale.

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Agguato a Gerocarne: ecco i particolari

Le lancette segnavano le 17 quando, ieri pomeriggio, uno scoppio improvviso, che faceva esplodere il parabrezza dell’auto, avvisava i cinque componenti a bordo della vettura, che la mano di un uomo aveva premuto il grilletto proprio contro di loro. La famiglia Loielo stava viaggiando tranquillamente su una Fiat Panda in direzione Soriano quando, in località Ariola di Gerocarne, i componenti venivano raggiunti da alcuni colpi di fucile caricato a pallettoni che ferivano tre persone e ne lasciavano illese due. A sedere sul sedile anteriore c'erano Antonino e la compagna Sofia, al settimo mese di gravidanza, dietro erano seduti i tre figli. Tra loro c'era Alex, coinvolto e successivamente assolto nell’ambito del processo “Romanzo criminale” contro il clan Patania di Stefanacoli, per questo la DDA di Catanzaro vuole vederci chiaro. La località nella quale  è avvenuto l’agguato è nota alle forze dell’ordine per essere una di quelle che più si presta a questo tipo di azioni. Il copione è sempre lo stesso: un’ombra sbuca all’improvviso dall’oscurità e poi uno scoppio di sangue. Le ferite hanno richiesto l’intervento dei sanitari dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, dunque, il responsabile avrebbe sparato per uccidere. Le indagini sono scattate  immediatamente e i carabinieri di Soriano guidati dal maresciallo Barbaro Sciacca e coordinati dal tenente Mattia Ivano Losciale, comandante della Compagnia di Serra San Bruno, hanno compiuto una serie di perquisizioni e controlli in tutti i casolari e in alcune abitazioni delle Preserre vibonesi. Sono convinti di essere sulle tracce del responsabile del tentato omicidio e si dedicano anima e corpo ad assicurarlo alla giustizia nel minor tempo possibile.

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