Serra, il Comune minaccia di staccare dalla rete idrica gli utenti morosi

Il Comune di Serra San Bruno batte cassa nei confronti dei cittadini inadempienti rispetto al pagamento del canone per la fornitura idrica.

Con un avviso alla popolazione il sindaco Luigi Tassone fa sapere che "nei prossimi giorni" avverrà il "parziale distacco da Sorical".

Contestualmente, il primo cittadino informa che "l'Ente ha ricevuto diffida ad adempiere al pagamento dei corrispettivi per la fornitura idropotabile con preavviso che, persistendo lo stato di inadempimento verrà ridotta la portata idrica immessa dalla Società Sorical a monte delle reti di distribuzione alle utenze".

Ad indurre Sorical a formulare la diffida, sarebbe un credito di 800 mila euro vantanto nei confronti del Comune di Serra San Bruno.

Pertanto, il sindaco invita "gli utenti morosi a provvedere all’immediato pagamento di quanto dovuto, pena l’avvio delle procedure di distacco dalla rete comunale che verranno attivate immediatamente".

In particolare, Tassone "evidenzia che, alla data odierna, le somme da riscuotere relativamente al Servizio Idrico sono pari ad € 2.963.924,32". 

Assunzioni senza concorso a Sorical, Gallo (Cdl) invoca un chiarimento urgente

Il consigliere regionale Gianluca Gallo invoca un chiarimento urgente sulle procedure che sarebbero state avviate da Sorical, la società mista a prevalente capitale pubblico regionale che gestisce la rete idrica calabrese.

«Volutamente – dice il capogruppo della Cdl – ho lasciato che passasse un giorno intero dalla divulgazione della notizia secondo cui Sorical avrebbe avviato procedure di assunzione di circa 55 unità, senza bandire concorsi, ma attraverso semplici colloqui. Pensavo che in questo lasso di tempo la società sarebbe intervenuta quantomeno per provare a spiegare. Invece niente. Solo un disinteresse che non lascia presagire nulla di buono».

Prosegue Gallo: «Procedere ad assunzioni senza passare per l’indizione di concorsi, affidandosi a colloqui che inevitabilmente accendono dubbi sulla reale oggettività delle selezioni, è cosa inconcepibile per un ente sostanzialmente pubblico, che dovrebbe essere sempre al di sopra di ogni sospetto, specie di quelli che portano dritto all’ipotesi del becero clientelismo. Lo è ancor più in riferimento alle statistiche che attestano una ripresa del fenomeno migratorio e delle migliaia di giovani, in gran parte laureati e comunque professionalmente competenti, che ogni anno lasciano la Calabria per andare a cercare lavoro altrove».

Aggiunge l’esponente della Cdl: «Altrettanto grave è il silenzio della giunta regionale, che va a sommarsi a quello della Sorical. Un’indifferenza che suona come conferma del tradimento delle aspettative dei calabresi, a sostegno e copertura di iniziative che, se ufficialmente confermate, meriterebbero ulteriori approfondimenti quanto alla loro legittimità, in sede politica e non solo».

Da qui l’annuncio: «In considerazione del muro di gomma eretto a difesa della questione, nelle prossime presenterò un’interpellanza in Consiglio regionale, al fine di ottenere le risposte che sin qui sono mancate».

Un’altra occasione, sottolinea Gallo, «Anche per accendere i riflettori sull’operato, la missione e gli obiettivi della Sorical, da anni in sofferenza e con pesanti perdite, eppure prodiga in assunzioni colloquiali. È invece doveroso riflettere su tale stato di cose come sulle documentate critiche arrivate, appena ieri, per l’ennesima volta, anche dal mondo sindacale, con la Uil che senza mezzi termini ha denunciato lo scandalo delle assunzioni e lamentato il mancato raggiungimento degli obiettivi di riorganizzazione ed efficientamento del sistema e l’assenza di trasparenza, sollecitando la giunta regionale a convocare urgentemente un confronto pubblico. È il minimo che si possa fare. Dal canto suo il centrodestra porterà il caso all’attenzione del Consiglio Intanto, da subito, chiediamo lo stop delle procedure assunzionali: andare avanti come se nulla fosse sarebbe uno schiaffo ai calabresi».

 

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Codacons: “Per Sorical i calabresi sono solo mucche da mungere"

Cittadini costretti a pagare tariffe illegittime mentre la Regione finanzia Veolia. Mistero sui i 400miliardi di lire che avrebbe dovuto versare il socio privato. Il miracolo della moltiplicazione delle tariffe e la sentenza della Consulta ignorata

 Il Codacons replica alle dichiarazioni del commissario Sorical, Luigi Incarnato che, scagliandosi contro i ritardi dei pagamenti da parte dei Comuni, ipotizza il rischio default per il servizio idrico in Calabria.

“Se il sistema va in default ognuno si deve assumere le responsabilità. Non c’è più tempo per le polemiche”.

“Così termina la nota diffusa dal Commissario liquidatore, sulla situazione del servizio idrico regionale. Ed è proprio per capire di chi siano queste responsabilità che è necessario ristabilire la verità sulle dichiarazioni dell’attuale Commissario - afferma Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons. Partiamo dagli investimenti programmati dalla giunta Loiero. Incarnato, che all’epoca era assessore regionale ai lavori pubblici, parla di 100 milioni di euro e sostiene che 'chi è venuto dopo di noi non li ha spesi'.

Gli investimenti sono sempre stati l’argomento trainante di tutte le privatizzazioni perché, questa era ed è la giustificazione, il “pubblico” non ha i soldi necessari e, quindi, deve ricorrere al “privato”.

 E così –aggiunge Di Lieto - è avvenuto anche in Calabria. Si sono affidati gli acquedotti regionali a SoRiCal SpA e, nella convenzione, veniva previsto l’impegno del privato a rilasciare “formale garanzia fidejussoria entro un limite massimo di Euro 206.582.000,76” (400 miliardi di vecchie lire) e a realizzare, nei primi quattro anni, investimenti per euro 98.643.267,73 (191 miliardi di vecchie lire). Ma di quei 400 miliardi di lire si sono perse le tracce. “Mai ritrovati” affermò Luigi De Magistris - sostiene Di Lieto - in una delle sue ultime inchieste prima di dover lasciare Catanzaro. Chissà perché Incarnato, quando ricopriva il ruolo di assessore regionale ai lavori pubblici, non chiese lumi su quei 400 miliardi, che dovevano servire per gli investimenti sugli acquedotti e che di fatto si erano dissolti nel nulla. Chissà perché Incarnato non ha controllato, da assessore regionale, che nei primi 4 anni di gestione fossero realizzati gli investimenti previsti in Convenzione (98.643.267,73 di euro) e che dovevano essere effettuati con i fondi del socio privato, ovvero Veolia. Domande ancora oggi, tristemente prive di risposta. Anche se, forse, la verità sui danari che i francesi avrebbero dovuto investire per la gestione degli acquedotti è, drammaticamente emersa in un dibattito presso il Consiglio Regionale quando è venuto fuori che ”le risorse erogate da parte della Regione in questi anni sono state per 147 milioni di euro che erano soldi che dovevano essere versati da parte del socio privato Veolia e da parte del socio pubblico Regione. La Regione ha versato l’80 % di queste risorse mentre Veolia non ha mai versato nulla in questi anni”.

 “Vorremmo rammentare all’ex assessore Incarnato - incalza Di Lieto - che, proprio la sua giunta regionale, autorizzò la concessione di anticipazioni di denaro contante alla So.Ri.Cal. SpA “per la realizzazione degli investimenti previsti dal programma 2005/2009”. E, per facilitare la memoria, ricordiamo al Commissario che tanto avvenne con D.G.R. nr. 650 dell’8 ottobre 2007. In buona sostanza Veolia, che avrebbe dovuto avere la disponibilità di centinaia di milioni di euro per realizzare gli investimenti - sostiene Di Lieto - è stato finanziato dalla Regione Calabria ! Ed ora chi si lamenta ? … chi ha contribuito a realizzare questo paradosso. La Regione ha “donato” a So.Ri.Cal. SpA, fino al 2016, 24.375.000,00 euro e, di tale somma - prosegue la nota del Codacons - non siamo riusciti a rinvenire alcun rimborso effettuato da Sorical alla Regione Calabria. Praticamente la “Regione era una mucca da mungere per fare tutto quello che era possibile, per favorire il privato, che non era controllato né si faceva controllare”. Ma non finisce qui. Infatti, in attesa che il Commissario trovi il tempo per risponderci, ai Calabresi, trattati come “mucche da mungere”, viene regalata anche la beffa. Nella tariffa applicata ai comuni sono stati fatti pesare investimenti per complessivi 123.817.000,00 euro, a fronte di investimenti realizzati (stando a quanto dichiarato da So.Ri.Cal. SpA) di 54.948.000,00 euro. Quindi i Calabresi hanno visto sparire oltre 202 milioni di euro che dovevano servire a realizzare gli investimenti sui nostri acquedotti, concedere dalla Regione a SoRiCal decine di milioni di euro e infine pagare tariffe gravate di investimenti mai realizzati ! Confidando che l’on. Incarnato voglia prendere una posizione - prosegue Di Lieto - passiamo ad esaminare l’altro tema “caldo”: le tariffe. Piange miseria Sorical, per colpa del mancato pagamento dei comuni. E qui il nostro Commissario si supera. Per cui proviamo a far chiarezza. Quando la gestione era effettuata direttamente dalla Regione, il prezzo dell’acqua per i cittadini era stabilito (ovviamente senza utili di bilancio) considerando tutte le spese effettuate per la gestione degli acquedotti, comprese anche quelle relative alla manutenzione straordinaria di recupero e di adeguamento di opere ed impianti e quelle relative all’acquisto di materiali. La SoRiCal ha da sempre considerato tali spese come investimenti e pertanto da recuperare in tariffa con futuri aumenti, senza però avere depurato la tariffa iniziale dalla quota che incideva per questi stessi investimenti. Quindi, nell’interesse dei calabresi, la tariffa iniziale avrebbe dovuto essere diminuita della quota relativa alle attività che, con la gestione della SoRiCal, sono considerate investimenti. Pertanto la tariffa ha subìto un aumento iniziale “mascherato” valutabile nell’ordine del 15-20%. Ma l’aspetto più grave - continua Di Lieto - è l’illegittimità degli adeguamenti tariffari e, soprattutto, che Incarnato finga di non conoscere. Nel luglio del 2009 la Corte Costituzionale ritenne “non fondato” il ricorso della Regione Calabria che avocava a sé la competenza degli adeguamenti tariffari da applicare ai comuni, ed evidenziò che la competenza era “esclusiva dello Stato”.

“All’epoca, se non ricordo male - ironizza Di Lieto - Incarnato era assessore regionale ai lavori pubblici e non rammento abbia fatto nulla per riportare sui binari della legalità gli adeguamenti delle tariffe nonostante fosse in vigore la delibera CIPE 117/08 la cui applicazione avrebbe legittimato gli adeguamenti stessi. E così, grazie a “complicità diffuse” la sentenza della Consulta in Calabria è stata ignorata, per permettere il miracolo della moltiplicazione delle tariffe. Gli aumenti, infatti, in disprezzo ad ogni normativa, sono stati stabiliti dalla Regione o, addirittura, dalla stessa Sorical SpA. Per cui il Commissario sa perfettamente come i comuni - e quindi i Cittadini calabresi - abbiano pagato somme non dovute. L’esempio delle mucche da mungere (usato proprio in Consiglio regionale) mai fu più calzante. Una precisazione è poi d’obbligo riguardo la cifra anticipata dalla Regione per garantire il servizio idrico e che Incarnato ha indicato in 70 milioni di euro “negli anni 80, 90 e inizio 2000”. La cifra è falsa e per verificarlo basta scorrere le delibere regionali: per il 1999 (49,58 milioni di euro), per il 2000 (57 milioni di euro), per il 2001 (59,87 milioni di euro), per il 2002 (58,92 milioni di euro), per il 2003 (62,8 milioni di euro), per il 2004 (63,85 milioni di euro). Incarnato ha, poi, fatto bene a ricordare come la Regione al termine della sua gestione abbia lasciato un credito di oltre 450 milioni di euro da parte dei Comuni, ma ha omesso di precisare che a nessun Comune, e quindi alle famiglie calabresi, è stata mai ridotta o, peggio, interrotta la portata d’acqua … come è avvenuto sotto la sua gestione, per riscuotere tariffe illegittime. La soluzione, secondo il Commissario, sarebbe quella di far uscire di scena il privato (Veolia), magari con un applauso, dopo che, per tanti anni, ha vessato i calabresi con investimenti mai realizzati, tariffe illegittime ed aver intascato centinaia di milioni di euro. “Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità”.

“Si, ha proprio ragione on. Incarnato – chiosa Di Lierto - per questo attendiamo che Lei si assuma tutte le sue di responsabilità … e che in Calabria sia ripristinata la legalità tariffaria.

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Chiaravalle Centrale, guasto alle pompe Sorical risolto in mattinata

L'amministrazione comunale di Chiaravalle Centrale informa che a causa di un guasto improvviso alle pompe del serbatoio di esclusiva competenza della Sorical, nella mattinata odierna si è verificata una temporanea interruzione del servizio idrico. Una volta ricevuta la segnalazione, gli uffici comunali hanno immediatamente allertato la società di gestione che, a sua volta, ha prontamente inviato i propri tecnici sul posto. Sorical ha accertato il mancato funzionamento di due fusibili bruciati, subito sostituiti, con conseguente ripristino della portata d'acqua.

Gli uffici del Comune restano, come sempre, a disposizione per recepire eventuali istanze, suggerimenti e segnalazioni da parte dei cittadini.  

Serra: lavori sulla rete idrica, domani possibili disagi nell'erogazione dell'acqua

Disagi in vista per i cittadini serresi che, nella giornata di domani, dovranno fare i conti con le conseguenze derivanti dai lavori che Sorical effettuerà sulla condotta adduttrice dell’acquedotto “Alaco”.

A determinare la probabile sospensione della fornitura idrica, sarà un intervento di riparazione, in programma in località “Morrone” di Simbario.

Serra: interruzione fornitura idrica nella giornata odierna

Il Comune della cittadina montana informa la cittadinanza che, nella giornata odierna 23 aprile, la So.Ri.Cal. interrompe la fornitura idrica nel centro abitato di Serra San Bruno a causa di lavori di riparazione sulla condotta adduttrice: per i motivi esposti potrebbero verificarsi disagi sull'erogazione dell'acqua "potabile".

Gestione risorse idriche in Calabria, per la Cgil è necessario "fare i conti con gli errori del passato"

Riceviamo e pubblichiamo

"La Cgil Calabria accoglie con sconcerto, ma purtroppo non con stupore, la notizia dell’inchiesta sulle carenze idriche nel territorio di Lamezia Terme.
L’approvazione della proposta di legge regionale in materia di “Disposizioni per l’organizzazione del servizio idrico integrato” ha certamente rappresentato un primo passo per porre fine a un disastro nella gestione dell’acqua in Calabria, all’insegna dell’immobilismo e delle criticità. E soprattutto ha sancito il principio dell’acqua pubblica, da sempre sostenuto dalla Cgil. Ma, complice la lentezza della Regione nell’applicazione del nuovo dettato normativo, il nostro territorio è tuttora afflitto da ritardi ed inefficienze riguardo agli interventi per le reti idriche di distribuzione urbana, alla manutenzione ordinaria ed alla riduzione delle perdite delle cinque città capoluogo di provincia della nostra regione.
Come hanno dimostrato gli esiti delle indagini della Guardia di Finanzia e della magistratura lametine, non era possibile mettere una pietra tombale su quello che era stato fatto in Calabria negli ultimi anni in relazione al settore idrico ed al ruolo recitato dalla Sorical, che ha prodotto un grave e strutturale deficit economico per gli enti locali, leso il diritto dei cittadini alla costante erogazione idrica e prodotto un meccanismo infernale grazie al quale i privati hanno accumulato e il pubblico ha sostenuto i debiti. Evidentemente non si può fare partire il sistema idrico integrato senza fare i conti con gli errori del passato; e duole evidenziare come, anche questa volta, la magistratura sia arrivata prima della politica.
La Cgil chiede con forza che la Regione traghetti al più presto poteri e competenze, così come prescrive la legge, all’Autorità idrica calabrese, di cui fanno parte i Comuni e a cui spetta la funzione di organizzazione e controllo sulle attività di gestione del servizio idrico integrato e che ha la responsabilità di favorire il decollo della riforma".

Umberto Pisanti Segretario generale Filctem Cgil Calabria

Mimma Pacifici Segretaria regionale Cgil Calabria

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Calabria, indagine GdF su Sorical. Turtoro, Azione Identitaria: aperto il vaso di Pandora ed ora si condanni Sorical

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa da parte di Paola Turtoro, portavoce regionale di Azione identitaria Calabria, riguardo le perquisizioni in atto in queste ore nelle sedi di So.Ri.cal. S.p.a. e della Lamezia Multiservizi S.p.a..

Finalmente qualcosa si muove in Calabria riguardo all’emergenza ed alla gestione idrica: la GDF ha iniziato le perquisizioni negli uffici di Sorical S.p.A. (l’azienda che gestisce il sistema idrico calabrese) e della Lamezia Multiservizi spa (la società in house per la gestione idrica lametina) su mandato della Procura ed ha notificato 7 avvisi di garanzia.

E’ da anni che denunciamo i soprusi che la Sorical spa perpetra a danno di una intera regione mercificando l’acqua, abbiamo anche simbolicamente posto i sigilli presso la sede della stessa per sensibilizzare i cittadini calabresi a ribellarsi ed a pretendere il rispetto dell’esito referendario che, in aggiunta a quanto riportato nella carta dei diritti universali, ha sancito che l’acqua è bene pubblico.

Da tempo la Sorical spa, inoltre, agisce con modi estorsivi verso i comuni calabresi che non rispettano le tabelle di pagamento bloccando arbitrariamente (ed illegalmente) l’erogazione idrica ed usando lo stato emergenziale conseguente come ricatto.

Complimentandoci con la Procura non ci resta che augurarci che l’azione di oggi si attesti come l’apertura del vaso di Pandora e che i responsabili vengano garantiti alla giustizia e che i sindaci calabresi trovino finalmente il coraggio di rigettare e ribellarsi alle estorsioni iniziando a rimettere la gestione del servizio idrico presso il Comune, onde evitare astronomici emolumenti a mercificatori dirigenziali che hanno costruito la loro fortuna vendendo l’invendibile.

Approfittiamo altresì del clima elettorale per invitare i candidati di ogni fazione a prendere una posizione chiara riguardo la gestione idrica ed alla sottoscrizione del rispetto del programma politico affinché l’elettore non possa avere le solite amare sorprese alle quali anni di voltagabbana ci hanno infelicemente abituati.

 

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