Forza Italia. Maellare vicedelegato nazionale movimento giovanile territori: l'elogio di Wanda Ferro

"La necessità di invertire la rotta nella politica calabrese è grande ed i partiti dovranno operare tante scelte importanti per riuscire a coinvolgere i cittadini sempre più distanti e indifferenti: in quest’ottica esprimo la mia soddisfazione per la nomina di Andrea Maellare quale vice delegato nazionale del Movimento giovanile di Forza Italia nei territori". È quanto afferma la vice coordinatrice regionale di Forza Italia, Wanda Ferro, che prosegue: "La mia personale soddisfazione deriva anche dalla conoscenza personale di Andrea e dalla stima nei confronti di chi ha già dimostrato, da responsabile cittadino a Soverato prima e dopo da responsabile provinciale e coordinatore regionale di Azzurra Libertà, di avere le carte in regola per un compito così delicato, le capacità necessarie a proseguire nella personale crescita politica e ad aggregare intorno al movimento giovanile forze nuove in grado di scrivere il futuro del partito. Con la nomina di Maellare – conclude Wanda Ferro - si è seguita la strada del rinnovamento e del riconoscimento delle migliori potenzialità esistenti nei quadri giovanili del partito, premiando così anche l’impegno, il lavoro e la serietà". 

Assistenza sanitaria, Ferro: “Lo Stato assicuri il diritto alla salute dei cittadini”

“La notizia diffusa nelle scorse ore secondo la quale la Calabria è ultima nella classifica dei livelli essenziali di assistenza sanitaria, sebbene non ancora ufficialmente confermata, non può passare sotto silenzio o rimanere  nella sola cronaca giornalistica, magari soltanto per qualche giorno”. È quanto afferma la già candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria Wanda Ferro per la quale “il rischio, o meglio la certezza, che anche tale ennesimo drammatico ‘primato’ della Calabria percorra le coscienze di ciascuno di noi in modo troppo fugace, ci impone di ‘rimanere sulla notizia’ senza soluzione di continuità e senza alibi, evitando la tentazione che ogni parte politica addebiti all’altra le responsabilità di tale allarmante condizione: i calabresi non possono contare neanche su minimi livelli di assistenza sanitaria. Non mi interessa, in questa sede – spiega Ferro - indagare sugli errori di ciascuno o sugli effetti disastrosi riferibili al prolungato periodo di commissariamento della sanità calabrese. Mi preme, invece, soffermarmi sui vincoli stringenti imposti dalle regole del Commissariamento:  risparmio, riduzione della spesa, parsimonia nella erogazione dei servizi sanitari assistenziali, oculatezza nella gestione economica delle ‘aziende’ sanitarie. Nessuno pensa che non si debbano eliminare gli sprechi,  ma il taglio indiscriminato delle risorse finanziare, nel settore della sanità, conduce inevitabilmente ad una privazione del diritto alla salute dei cittadini. Non ricordo  come  e quando fu deciso  che la ‘sanità’ dovesse essere organizzata in ‘aziende’, ma solo il termine utilizzato la dice lunga sulla tutela del diritto alla salute garantito dalla Costituzione, quando i nostri ‘padri costituenti’ pensarono e scrissero l’art. 32: ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti’. L’istituzione delle ‘aziende’ sanitarie ed ospedaliere – puntualizza Ferro - che doveva riferirsi ad un modello di gestione imprenditoriale nel senso più virtuoso, cioè quello dell’efficienza e della eliminazione degli sprechi, è stato interpretato nel senso più deteriore, cioè limitato al rispetto di conti economici e di budget, senza alcuna reale attenzione alla qualità dell’assistenza fornita ai cittadini bisognosi di cure. Se l’azienda sfora i budget di previsione perché si è ammalato qualche cittadino in più, gli altri non si possono curare. Senza contare che il rispetto di bilanci sempre più poveri di risorse, uniti all’inefficienza, all’inappropriatezza, agli sprechi e al soddisfacimento di interessi particolari o clientelari, comprimono drammaticamente la possibilità di erogare servizi di qualità ai pazienti. In sostanza ci troviamo di fronte ad un vero e proprio paradosso, non solo nominale, ma di sostanza: le aziende sanitarie e quelle ospedaliere, pur di mantenere un equilibrio economico, o peggio ancora, di garantire risultati di bilancio positivi, riducono i servizi erogati al di sotto delle aspettative, o peggio ancora delle effettive esigenze, della collettività. È evidente che le aziende sanitarie, così strutturate e malgestite dalla politica locale, non sono in condizioni di raggiungere le finalità per le quali sono state istituite.  Lo Stato, dunque, la cui unica preoccupazione è oggi esclusivamente quella di tagliare risorse, si assuma la responsabilità e il dovere di tutelare la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, impegnandosi direttamente nella gestione, anche attraverso una modifica al titolo V della Costituzione, e sottraendola a quella mala-politica che si è dimostrata inefficiente e spesso clientelare. Una gestione diretta, quindi, che non può essere però confusa o assimilata con l’attuale commissariamento, il cui unico fine è stato quello di tagliare la spesa in maniera drastica e lineare, senza alcuna attenzione ai reali  bisogni del territorio e degli operatori, che da soli, con professionalità e sacrificio, hanno consentito che il sistema sanitario non collassasse completamente. Ricordando che al centro della sanità bisogna riportare il cittadino, debole e vulnerabile di fronte alla malattia – è la conclusione - e non dimenticando mai che chiunque può  aver bisogno di essere curato, e non sempre sarà avvertito per tempo, non sempre avrà il tempo di ‘volare’ a Roma o a Milano, e per questo non è giusto che paghi i guasti di una sanità gestita per soddisfare obiettivi clientelari ed elettoralistici anziché secondo il principio ineludibile della meritocrazia”.

Piano rifiuti: Wanda Ferro (FI) accusa Oliverio

"La proroga del  conferimento  dei rifiuti nelle discariche dei privati con un costo di oltre 35 milioni di euro per la Calabria, al di là delle valutazioni di merito sull’opportunità del provvedimento, rappresenta - secondo Wanda Ferro, vice coordinatrice regionale di Forza Italia - un’altra promessa non mantenuta da parte del presidente Oliverio, che oggi dovrebbe 'confessare' di avere sottovalutato tutti i  problemi  della nostra regione pur promettendone una tempestiva soluzione con atteggiamenti di propaganda capaci di suscitare persino l’invidia di Renzi. Tutti ricordano come in campagna elettorale il presidente Oliverio avesse promesso che il problema dei rifiuti avrebbe rappresentato una priorità della sua azione di governo che sarebbe stata risolta nel giro di brevissimo tempo. Nel gennaio del 2015 il governatore, da poco insediato, ottenne dal Consiglio Regionale  una prima proroga del  conferimento  dei rifiuti nelle discariche dei privati sul presupposto che essendo ancora in itinere le procedure per il completamento del sistema regionale di smaltimento dei rifiuti occorreva  prorogare la possibilità di fare ricorso agli impianti sino al 31 dicembre 2015 (così nella relazione di accompagnamento alla legge). Anzi la proposta di legge fu emendata con una richiesta di anticipazione della proroga  sino al 30 settembre 2015 (anziché 31 dicembre 2015),  intesa come una sfida per la classe politica e quindi una spinta a sanare in tempi rapidi il problema dei rifiuti (così testualmente nel resoconto sommario della seduta). In quella occasione il governatore non fece mancare la sua “eco” dichiarando che il significato della proroga era  quello di avere maggior tempo per studiare ed avviare una riforma organica in materia di gestione dei rifiuti  e che  negli ultimi cinque anni, nonostante la fine della gestione commissariale, il problema non era stato risolto tanto che  nelle vesti di presidente della Provincia di Cosenza si era proposto ai vertici regionali quale interlocutore per discutere della questione dell’emergenza rifiuti, inviando anche una proposta relativa al piano di gestione dei rifiuti, senza tuttavia essere mai stato convocato per un confronto (così si legge nel resoconto sommario della seduta)". Viene da chiedersi come mai - incalza la rappresentante 'azzurra' - il governatore non abbia adottato, da presidente della Regione, la proposta relativa al piano di gestione dei rifiuti inviata  alla Regione da se stesso quando era presidente della Provincia ed abbia invece approvato un disegno di legge che proroga il  conferimento  dei rifiuti nelle discariche dei privati con un costo di oltre 35 milioni di euro sino a tutto il 2017 con estensione sino a tutto il 2018 se sarà trovata la copertura finanziaria". Delle due l’una: o il presidente Oliverio, da presidente della Provincia di Cosenza, non ha mai presentato alla Regione una proposta relativa al piano di gestione dei rifiuti meritevole di valutazione (tanto da non essere  presa in considerazione neanche da se stesso) o la proposta inviata alla Regione da presidente della Provincia di Cosenza - sostiene la vice coordinatrice di Forza Italia - conteneva proprio la proroga di tre anni  del termine per conferire i rifiuti nelle discariche dei privati al costo di 35 milioni di euro. Accogliamo volentieri l’invito del presidente Oliverio ad evitare divisioni e strumentalizzazioni politiche sui grandi problemi che interessano la Regione, ma egli stesso dovrà respingere la tentazione della facile propaganda per poi dovere ammettere di non essere in possesso della bacchetta magica per risolvere i problemi e mantenere le promesse fatte ai calabresi. 

 

Wanda Ferro: “Via le logiche clientelari per lo sviluppo della Calabria”

“Il Rapporto Svimez 2015 sull’economia del Mezzogiorno presentato a Roma alla Camera dei Deputati fotografa per l’ennesima volta l’impietosa condizione in cui versano il  Mezzogiorno d’Italia e la Calabria in particolare dopo quasi otto anni di crisi”. Lo afferma la già candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria Wanda Ferro che spiega: “se nel complesso l’economia italiana sembra uscire, pur timidamente,  dalla crisi più lunga del dopoguerra, il Mezzogiorno ancora non vede alcun segno di  ripresa con la conseguenza che il Paese è ancora più diviso  e diseguale. Il dato che desta maggiore preoccupazione – puntualizza-  è che al Sud prosegue  inesorabilmente la riduzione della spesa per beni alimentari, un dato che più di tutti evidenzia il diffondersi di condizioni di povertà e che non può lasciare nessuno indifferente. L’anno in corso rappresenta una fase cruciale delle politiche di spesa dei Fondi Comunitari che vede la piena sovrapposizione dei due cicli di programmazione, quello del periodo 2007 – 2013 in fase di chiusura e quello 2014 – 2020 che non è ancora iniziato. Il rischio di non riuscire a spendere tutta la dotazione finanziaria assegnata è diventato certezza se si considera che la spesa certificata nella nostra regione è pari a poco meno del 60% e sarebbe assai arduo ritenere possibile che sia certificato quasi un miliardo di euro entro il prossimo 31 dicembre.  Certo – aggiunge l’esponente della coalizione azzurra - non era  necessaria  l’analisi Svimez per testimoniare quanto è nella percezione comune: la consapevolezza di vivere in un territorio nel quale lo stato di prostrazione prevale su tutto e su tutti  in una crisi che, come era prevedibile, ha superato i confini della crisi economica per abbracciare quelli della crisi sociale. I risultati dell’indagine presentata dalla Svimez daranno voce, come al solito, ai tanti ‘esperti’ che  si affretteranno ad offrire le consuete  analisi sociologiche, mentre occorre senza indugio analizzare perché non si riescono a spendere le tante risorse stanziate per la Calabria che sarebbero capaci di innescare un processo virtuoso in grado di invertire il ciclo negativo. Non si può continuare ad evocare il ‘eestino’ che affligge questa terra: siamo noi, con le nostre scelte, che determiniamo il nostro destino. E allora spezziamo tutti insieme le catene che limitano lo sviluppo della nostra meravigliosa terra abbandonando le logiche clientelari e del consenso elettorale che da troppo hanno caratterizzato l’azione e le scelte politiche: era proprio questa la sfida che avevo lanciato in campagna elettorale e che non è stata raccolta. Auspico che la sfida sia raccolta almeno ora che la campagna elettorale è terminata: concentriamoci sui programmi, sui contenuti e sulla riforma della burocrazia che, una volta per tutte, deve essere improntata sul vero merito e non essere utilizzata come il braccio armato della politica. Utilizzare concretamente le risorse finanziarie per investimenti in infrastrutture destinate alla Calabria per i prossimi anni – conclude Ferro - avrebbe l’effetto di imprimere una svolta eccezionale all’economia regionale, con effetti reali sul tenore e sulla qualità della vita dei calabresi, ma necessita di un grande senso di responsabilità dell’intera classe dirigente della Calabria che ancora (e me ne dolgo) non accenna a manifestarsi”.

Ferro: “Ascoltare l’appello del procuratore nazionale antimafia sulle carenze di organico alla Dda catanzarese”

"Proprio mentre il ministro della Giustizia Andrea Orlando iniziava il suo viaggio  nei tribunali italiani più  difficoltà  partendo dalla Calabria, il Procuratore Nazionale Antimafia Roberti, da Roma, lanciava l’ennesimo allarme che segna il dato più preoccupante per la Calabria: la direzione antimafia di Catanzaro dispone di soli sei magistrati che sono costretti addirittura a chiedere il rinvio dei processi perché non riescono a coprire le udienze”. È quanto afferma in una nota la già candidata alla presidenza della Regione per il centrodestra Wanda Ferro che aggiunge: “quello del Procuratore Nazionale Antimafia è un vero e proprio grido di aiuto che non può rimanere inascoltato, specie quando afferma che il gap tra Nord e Sud può essere superato solo attraverso una vera lotta alla criminalità organizzata che necessita di apparati e di organici giudiziari  adeguati e che buona parte  della questione meridionale è la questione criminale e la lotta alle mafie deve essere una priorità del governo. Senza alcuna vena polemica, viene da chiedersi se il Ministro della Giustizia farà tesoro delle parole ‘consegnategli’ dal Procuratore Nazionale Antimafia proprio durante la sua visita in Calabria  in un contesto che sembra aver sancito la ‘fine della  partita’ dei tagli dei Tribunali nonostante, nel corso degli ultimi anni, altri  autorevoli magistrati, seriamente impegnati nella lotta alla mafia, avessero espresso il proprio disappunto. Tutti – sostiene Ferro - ricordiamo che all’indomani del  decreto sulla spending review il  magistrato Nicola Gratteri, Procuratore aggiunto a Reggio Calabria, aveva puntato anch’egli il dito sul paradosso del sistema Giustizia. Vogliono tagliare i Tribunali in Calabria, aveva affermato Gratteri,  ma nessuno sa che in Piemonte ce ne sono 17 a venti chilometri l'uno dall'altro. Sono questi i veri sprechi. Nonostante tutto, la riforma della geografia giudiziaria è proseguita, senza un progetto serio, ed ha condotto alla  soppressione (o all’accorpamento) di molti Tribunali e  di molte Procure con risultati disastrosi sotto il profilo della efficienza della macchina della giustizia. È evidente – rileva Ferro - che la riduzione della spesa è uno degli obiettivi cui tendere, ma è altrettanto chiaro che tale risultato non può essere ottenuto a spese della lotta contro la criminalità organizzata, specie in una regione come la nostra dove non si può correre il rischio che la sovranità dello Stato sia una sovranità ‘limitata’. L’attuazione della cosiddetta spending review  - specifica - in materia di giustizia avrebbe potuto e dovuto essere portata avanti senza procedere alla soppressione dei Tribunali e delle Procure laddove, in un territorio come il nostro, anche la sola  presenza degli Uffici Giudiziari rappresenta un baluardo di legalità, un po’ come la diffusione capillare delle caserme rappresenta un deterrente verso gli atti di criminalità. Senza contare, poi, che le soppressioni dei Tribunali e delle Procure pare non abbiano sortito l’effetto reale di riduzione della spesa se si tiene conto dei costi sopportati per gli accorpamenti delle strutture e del passaggio del personale che sarebbero risultati superiori ai risparmi ipotizzati. Non mi sfugge che la macchina organizzativa della riforma è ormai in stato avanzato, ma  è necessario che il Governo intervenga con immediatezza anche attraverso provvedimenti legislativi che garantiscano la risposta di giustizia per i cittadini e il pieno contrasto alla criminalità organizzata. Occorre – é la conclusione - un’analisi, caso per caso, delle effettive esigenze di giustizia in relazione alle caratteristiche dei territori facendo tesoro delle esperienze dei magistrati e degli addetti ai lavori affinché non sia soppresso il diritto alla giustizia”. 

Maellare nuovo coordinatore regionale Azzurra Libertà: l'elogio di Wanda Ferro

“Esprimo viva soddisfazione per la nomina di Andrea Maellare a coordinatore regionale di Azzurra Libertà, il movimento giovanile di Forza Italia”. E’ quanto afferma la vice coordinatrice regionale di Forza Italia Wanda Ferro, che aggiunge: “La nomina di Maellare premia il lavoro di un movimento giovanile presente sul territorio, attento ai problemi e ai bisogni dei cittadini, e capace di coinvolgere i giovani in una vivace attività politica, sociale e culturale e di ottenere anche importanti consensi elettorali. Un movimento che soprattutto non deve rinunciare ad essere da stimolo per la classe dirigente del partito, e che deve affermare il protagonismo dei giovani anche nella vita politica e amministrativa. Non a caso il coinvolgimento delle nuove leve è tra i punti cardine della nuova stagione politica di Forza Italia. Ad Andrea Maellare e ai nuovi dirigenti di Azzurra Libertà rivolgo l’augurio di un proficuo lavoro per una sempre più significativa crescita del movimento”. 

Forza italia propone un referendum sul nuovo statuto regionale

Un referendum sul nuovo statuto regionale. E' quanto propone il Coordinamento regionale di Forza Italia che in comunicato stampa rende noto di ritenere "indispensabile una risposta politica ferma alla situazione di paralisi determinatasi in Regione. I vincitori - prosegue la nota - appaiono più interessati alla soluzione dei propri problemi che di quelli dei cittadini. Simbolo di ciò la revisione dello Statuto Regionale, uno strumento volto ad allargare le maglie tanto da comporre qualche dissidio attraverso la possibilità di nuove nomine ed accordi. Ciò è inaccettabile politicamente, ma consentendolo la legge è giusto che ad esprimere il proprio giudizio siano i calabresi. Il coordinatore regionale di Forza Italia Jole Santelli ed i vice-coordinatori Nino Foti, Wanda Ferro, Pino Galati e Roberto Occhiuto chiedono, pertanto, ai consiglieri eletti nelle proprie liste, di sottoscrivere il documento per la richiesta del Referendum che sarà redatto dal Partito".

Ferro: "Dalla Calabria parta la difesa del Corpo forestale dello Stato"

"Dalla Calabria deve partire un grido d'allarme in difesa del Corpo forestale dello Stato". Lo dichiara la vicecoordinatrice regionale di Forza Italia, Wanda Ferro. "Prendendo a prestito il pensiero di una mente illuminata del secolo scorso – afferma l’ex candidata del centrodestra alla presidenza della Regione - penso che in Italia sia giunto il momento di pensare ad una nuova cultura del 'progresso' piuttosto che a quella dello 'sviluppo', riproponendo l'idea di Pier Paolo Pasolini, profonda e dibattuta per decenni, che vedeva nel progresso la creazione delle cose necessarie e nello sviluppo la ricerca del superfluo. Questo concetto dovrebbe essere stampato nella mente di Matteo Renzi e del suo maldestro governo, adeguato poi alle emergenze che distinguono gli anni settanta dalla drammatica attualità' che stiamo, quindi estendendo i confini del progresso alla difesa di tutto quanto 'necessario' per assicurare e garantire normalità' al Paese. Allora se progresso è la costruzione di una scuola, la messa in sicurezza di un tracciato stradale, l'efficienza di un depuratore, l'apertura di un’attività' con nuova forza lavoro, la difesa del patrimonio culturale e dell'ambiente, progresso è anche la difesa del Corpo forestale dello Stato che non può' essere sacrificato in un progetto confuso e propagandistico di razionalizzazione della Pubblica Amministrazione. L'idea di un riordino delle funzioni di polizia di tutela dell'ambiente e del territorio con riorganizzazione di quelle del Corpo forestale dello Stato ed eventuale assorbimento delle medesime in quelle delle altre forze di polizia – aggiunge Ferro - rappresenta un autentico delirio del governo Renzi e crea ombre inquietanti sul futuro del Paese che nelle risorse paesaggistiche ed ambientali mantiene le sue più' importanti risorse anche per ogni ipotesi di sviluppo futuro. Sviluppo al quale si potrà' puntare esaurita la necessaria e nuova fase di progresso che passa per il mantenimento e la difesa di tutto quanto di buono l'Italia possiede nella sua identità' istituzionale, così' come geografica, storica e tradizionale. Un discorso che vale ancora di più per la Calabria, che deve proprio al Corpo forestale dello Stato la difesa del suo territorio e non può' pensare ad un futuro in cui funzioni così importanti siano assorbite da altri corpi di polizia, considerata una escalation criminale senza precedenti che dovrebbe indurre a potenziare tutte queste funzioni, piuttosto che a smembrarle con l'ennesimo 'camouflage'. Il progresso al quale dobbiamo aspirare passa anche dal mantenimento dei servizi essenziali, quelli che la riforma delle province ha già messo in ginocchio, quelli che un ridimensionamento delle funzioni per la sicurezza dei cittadini e dell'ambiente rischia di compromettere in via definitiva. Sono tante - conclude Ferro - le amministrazioni locali che alzano il coro di protesta e di vicinanza al Corpo forestale, ed a questo punto occorre che il governatore Oliverio, per la specificità' della nostra terra che al Corpo forestale deve la sua stessa esistenza, alzi pubblicamente la voce contro questo insano progetto, a meno che non pensi che tutto quanto si sta per cancellare appartenga al 'superfluo'".

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