Salvaguardia del mare, il Comune di Briatico richiama gli operatori turistici alle loro responsabilità

"La tutela e la preservazione dell’ambiente. I corretti allacci alla rete idrica e fognaria. La depurazione e la salvaguardia della qualità delle acque marine. La diffusione della cultura dell’accoglienza e della promozione turistica, rappresentano i capisaldi della nostra azione amministrativa, improntata sull’efficienza e sulla trasparenza. Ecco perché, in coerenza con i nostri programmi e in sintonia con le attività di stretta pertinenza comunale, abbiamo avviato delle verifiche a riguardo, chiamando ad un’assunzione di responsabilità anche le strutture turistiche operanti sul nostro territorio".

Questo quanto affermato dal sindaco di Briatico, Andrea Niglia, in seguito ad un apposito provvedimento comunale, attraverso il quale sono stati notificati a tutti i complessi turistico-ricettivi una serie di adempimenti da compiere, ai sensi delle normative vigenti nel settore.

Il primo cittadino del Comune di Briatico, con una comunicazione avente i caratteri dell’estrema urgenza, ha dunque richiesto agli operatori turistici le seguenti documentazioni: attestazione ed autorizzazione dell’allaccio alla rete idrica e fognaria comunale; consegna degli elaborati grafici di indicazione dei pozzetti comunali di allaccio alla rete idrica e fognaria pubblica; autorizzazione provinciale e regionale ed atti relativi ad eventuali pozzi di emungimento acqua per qualsiasi uso; indicazione della presenza di contatori di misura inerenti i consumi idrici dei pozzi o di scarichi verso la rete fognaria comunale; segnalazione della presenza di sistemi di depurazione e smaltimento di scarichi speciali.

Ai fini di un’azione amministrativa «improntata sulla trasparenza e sull’efficienza», il Comune di Briatico, in sintonia con le linee guida emanate dalla Prefettura a tutela dell’interesse pubblico, ha quindi richiesto agli operatori turistici tutto il necessario ad accertare anche le eccessive anomalie, riscontrate dall’impresa servizio di depurazione, relative all’immissione nella rete fognaria pubblica di sostanze anomale, nonché i relativi riscontri di natura tributaria per il pagamento del servizio di depurazione e consumo idrico.   

 

Pizzo, approvato dall'amministrazione Callipo il progetto preliminare per la bonifica della vecchia discarica.

La giunta comunale di Pizzo ha approvato il progetto preliminare per la bonifica della discarica della Marinella, dismessa negli anni ‘90. È quanto comunica il sindaco Gianluca Callipo, che rimarca l’importanza di questo ulteriore passo verso la realizzazione di un intervento di grande rilevanza per la salvaguardia ambientale del territorio napitino. 
La discarica, messa in funzione molti decenni fa e chiusa definitivamente nel 1997, è lunga 130 metri e larga 55. Per oltre 30 anni, qui sono stati sversati i rifiuti indifferenziati provenienti da tutto il territorio comunale, raggiungendo nel corso dei decenni un’altezza di 10 metri, per un totale di quasi 40mila tonnellate. Da sottolineare poi che la discarica si trova a circa 250 metri dalla foce del fiume Angitola e appena 50 metri di distanza dal mare. Sebbene oggi sia difficile scorgerla ad occhio nudo, a causa dei sedimenti che si sono accumulati e della vegetazione che l’ha ricoperta, questo vecchio sversatoio continua a rappresentare una minaccia per l’ambiente e per i cittadini, a causa delle possibili contaminazioni che può innescare. Da qui la decisione dell’Amministrazione Callipo di affrontare concretamente la situazione, progettando la bonifica e reperendo i fondi necessari.
Complessivamente, in base al progetto ormai approvato anche dalla conferenza dei servizi, occorrono 4 milioni di euro per ripulire il sito e ripristinare le condizioni di sicurezza. 
«Un milione di euro è già stato reperito dalla nostra amministrazione nel 2014 - spiega Callipo -. Per quanto riguarda gli ulteriori 3 milioni di euro necessari, sono già stati stanziati nell’ambito del Patto per la Calabria firmato con il Governo nazionale. Si tratta di somme considerevoli, soprattutto in tempi di scarsità di risorse come quelli attuali, ma noi abbiamo voluto concentrarli in un'opera che, nonostante abbia poca visibilità, è determinante per tutelare la salute dei cittadini e difendere l’ambiente».

Distrutto un bosco di castagno, deferito 41enne

Un bosco di castagno distrutto, un'enorme pista costruita con lo  sbancamento di terra e roccia per un volume di circa 3000 metri cubi, profondo in alcuni tratti più di due metri con la conseguente estirpazione di numerose ceppaie. Il tutto in una pregevole area sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico ambientale. Questo è lo scenario che si è presentato alla vista dei carabinieri forestali della Stazione di Reggio Calabria in località San Bruno, in agro della città capoluogo, durante una normale attività di controllo del territorio.

Le indagini avviate dai militari dell’Arma hanno permesso di risalire al proprietario  dell’area boschiva, L.G. di 41 anni, residente a Reggio Calabria, e di ricostruire l’iter amministrativo dei lavori, solo in apparenza provvisti di autorizzazione concessa dalla Regione Calabria. Dall’analisi documentale sarebbe emerso che il proprietario avrebbe presentato un progetto, approvato dagli Uffici Regionali competenti in materia di vincolo idrogeologico,  limitatamente alla realizzazione di una fascia tagliafuoco lunga circa 1100 metri lungo il perimetro del lotto boschivo di proprietà. L’autorizzazione prevedeva però solo il taglio della vegetazione su una fascia ben delimitata di territorio, senza alcun movimento di terra, tantomeno, lo sbancamento per l’apertura di nuove piste di esbosco, le cui autorizzazioni, concesse peraltro solo in caso di concreta necessità, richiedono un iter progettuale ed amministrativo più complesso.

Al fine di evitare l’ulteriore prosecuzione del danno ambientale, l’area dello sbancamento è stata posta sotto sequestro penale, già convalidato dall’Autorità giudiziaria, mentre L.B., che è stato deferito in stato di libertà, dovrà rispondere di abuso edilizio e di violazione delle normative in materia di vincolo idrogeologico ed ambientale.

Per prevenire e reprimere i continui danni al territorio ed alla erosione dei beni ambientali, perpetrati spesso con lavori surrettiziamente giustificati da iter autorizzativi, il Gruppo carabinieri forestale di Reggio Calabria ha predisposto l’intensificazione dei controlli su tutto il territorio provinciale, confidando anche nella collaborazione dei cittadini che possono concretamente diventare sentinelle del territorio segnalando al 1515, numero di emergenza ambientale, ogni potenziale abuso.

 

  • Published in Cronaca

Mappatura multiscala della Posidonia oceanica: la correlazione fra inquinamento e qualità dell’ambiente

Si è tenuto, nella Cittadella regionale di Catanzaro in località Germaneto, un incontro tecnico presieduto dall’assessore all’Ambiente della Regione Calabria Antonella Rizzo, sullo stato di avanzamento dei lavori del progetto di “Mappatura Multiscala in “Siti Pilota” di Praterie di Posidonia Oceanica e Cymodocea Nodosa” , denominato Musmap, che la stessa Regione ha affidato per la realizzazione all’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (Arpacal).

Il progetto prevede la rivisitazione cartografica, in chiave aggiornata, della precedente mappatura delle fanerogame marine, eseguita in Calabria, e risalente al periodo 2002 – 2004, quest’ultima realizzata nell’ambito del progetto “Mappatura delle praterie di Posidonia oceanica e di altre fanerogame marine lungo le coste della Campania e della Calabria e delle isole minori circostanti” finanziato dal Ministero dell’Ambiente.

Le fanerogame marine costituiscono un habitat di grande pregio negli ambienti marini e salmastri costieri, sia per quanto riguarda il paesaggio sommerso sia per il ruolo ecologico che rivestono. Le fanerogame marine, presenti nel Mare Mediterraneo, sono rappresentate da circa cinque specie, tra cui le più rappresentative, in termini di dominanza, sono la Posidonia oceanica e la Cymodocea nodosa. 

Per realizzare questo progetto la Regione, con a fianco l’Arpacal, ha chiamato a raccolta i principali attori della ricerca scientifica del settore, istituendo un tavolo di partenariato. Ne fanno parte l’Ispra (Istituto Superiore per la  Protezione e la Ricerca Ambientale), rappresentata nella riunione dal professor Sante Francesco Rende, dall’Area Marina Protetta di Isola Capo Rizzuto, rappresentata dal dottor Piero Cappa, dal Dipartimento di Ecologia Biologia e Scienze della Terra dell’Unical, guidato dalla professoressa Maria Beatrice Bitonti, affiancata dalla professoressa Radiana Cozza, dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale Unical, rappresentato dall’ingegner Antonio Lagudi, il Diving Center di Isola capo Rizzuto, guidato da Antonio Ranieri. L’Arpacal era rappresentata dal dottor Emilio Cellini, direttore dell’Unità Operativa Marine Strategy nonché responsabile unico del progetto, accompagnato dai tecnici Alfredo Amoruso, Salvatore Barresi e Giuseppe Mazza.          

La prateria a Posidonia oceanica rappresenta, quindi, un ecosistema delicato che risente molto delle variazioni della qualità dell’ambiente; essa scompare allorché l’inquinamento, inteso in senso lato, è troppo accentuato. Per questo motivo la Posidonia oceanica è ritenuta un eccellente indicatore della qualità dell’ambiente. Attualmente si assiste ad un crescente declino delle fanerogame marine a causa dell’aumento delle attività antropiche ed un generalizzato fenomeno di regressione delle praterie in atto in tutto il bacino Mediterraneo.

Le principali cause di regressione delle praterie sono comunque da collegare alla crescente pressione antropica sull’ambiente costiero. In particolare, l’aumento di torbidità e la conseguente riduzione della trasparenza delle acque riduce la capacità fotosintetica della pianta e risulta essere una delle cause più frequenti di regressione delle praterie. Sostanze chimiche di vario genere (es. tensioattivi, metalli pesanti ecc.) possono causare necrosi dei tessuti, alterazioni morfologiche e comunque interferire negativamente con i normali processi di sviluppo delle piante.

Al fine di proteggere e conservare le praterie è innanzitutto indispensabile stabilirne lo stato di salute e quindi avviare programmi di monitoraggio e/o di eventuale recupero. Da qui il progetto di mappatura multiscala in siti pilota delle Praterie di Posidonia Oceanica e Cymodocea Nodosa. 

A conclusione della riunione, nella quale ciascun rappresentante del partenariato ha potuto relazionare sulle attività di competenza svolte in questo 2016 e sulle prossime fasi da realizzare, l’assessore Rizzo ha sottolineato l’importanza di questa base dati e conoscenza ambientale così specifica, utile non solo alla realizzazione del progetto, ma soprattutto per dare nuovi strumenti conoscitivi dello stato di salute del mare provocato dall’impatto antropico sulle coste. Una tale mole di dati, spesso acquisita con metodologie altamente innovative – alcune di esse, infatti, sono in corso di brevetto – che dovranno essere “tradotte” in un linguaggio comprensibile, soprattutto per le giovani generazioni delle scuole medie e superiori alle quali sarà destinato un apposito convegno che si terrà, sul finire del prossimo gennaio 2017, nella stessa Cittadella regionale.

I parchi come strumento di sviluppo sostenibile: il convegno a Palazzo Campanella

"La montagna e il mare della Calabria/Il Sistema delle Aree protette” quali punti di forza della nostra regione da esaltare nelle politiche ambientali e di promozione del territorio assecondando una vocazione turistica fatta di eccellenze, risorse naturalistiche e tipicità.

Il tema, di sicuro interesse, è stato scelto dall’Associazione ex consiglieri regionali di concerto con Federparchi per il convegno che si svolgerà a Reggio Calabria nell’Aula Giuditta Levato di Palazzo Campanella mercoledì 14 (con inizio alle ore 15) e giovedì 15 dicembre (inizio  9.30). 

Parteciperanno all’iniziativa politici, rettori, docenti universitari, responsabili di Parchi e di associazioni di comuni, esperti di flora e fauna e di Aree marine.  

La prima giornata sarà dedicata al “Sistema delle aree protette nelle politiche di governo del territorio regionale”; introdurrà Stefano Arturo Priolo, presidente dell’Associazione ex consiglieri e concluderà il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio.  I saluti istituzionali dell’importante iniziativa presieduta da Rosario Chiriano, vicepresidente dell’Associazione ex consiglieri, sono affidati al presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, al rettore dell’Università “Mediterranea” di Reggio Pasquale Catanoso ed al rettore dell’Università per stranieri “Dante Alighieri” Salvatore Berlingò. 

Nella prima sezione (mercoledì 14) - che sarà moderata dal capo ufficio stampa del Consiglio regionale Romano Pitaro - relazioneranno: Giampiero Sammuri (Federparchi-Europarc), Giuseppe Bombino (Federparchi Calabria), Domenico Pappaterra (Parco nazionale del Pollino) e l’assessore all’Ambiente e Territorio della Regione Antonietta Rizzo. La tavola rotonda (con inizio alle ore 17.00) è intitolata“L’Appennino, l’Europa e il Mediterraneo: natura e cultura”. 

Moderata dalla giornalista Paola Militano, vi prenderanno parte: Sonia Ferrari (Parco nazionale della Sila), Francesco Pititto (Parco nazionale delle Serre), Simone Scalise (Area marina protetta di Isola Capo Rizzuto),  Agostino Brusco (Riserva Lago Tarsia-Foce Crati) e i rappresentanti di Legambiente, Cai e Wwf.

Giovedì 15 la seconda sezione su “Il Parco nazionale dell’Aspromonte nella città metropolitana di Reggio Calabria” con i contributi di Francesco Astone (Università di Messina), Giuseppe Fera e Francesco Saverio Nesci (Università Mediterranea), Battista Iacino (Associazione ex consiglieri).  Coordinerà i lavori Chiara Parisi del Parco nazionale dell’Aspromonte. L’introduzione è affidata al presidente del Parco Giuseppe Bombino; concluderà i lavori il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.

“Strategie di valorizzazione delle risorse naturali del territorio metropolitano” è il tema della seconda tavola rotonda prevista a partire dalle ore 11 che sarà moderata dal giornalista Giuseppe Meduri. Interverranno: Sergio Tralongo (direttore Parco nazionale dell’Aspromonte), Giuseppe Zampogna (presidente Comunità del Parco dell’Aspromonte), Roberto Vizzari (presidente Associazione comuni Area dello Stretto), Santo Monorchio (presidente Associazione comuni area grecanica), Giorgio Imperitura (presidente Associazione comuni della Locride) e Giovanni Piccolo (presidente Associazione città degli ulivi).

Valorizzazione delle aree di attrazione naturale: vertice Parchi - Assessorato all’Ambiente

Un incontro sul Programma di azione 2014-2020, specificatamente sull'attuazione delle azioni previste nei “Prioritized Action Framework” (PAF) e sugli interventi per la tutela e la valorizzazione di aree di attrazione naturale di rilevanza strategica, è stata presieduto oggi dall’assessore regionale all’Ambiente Antonella Rizzo.

Alla riunione hanno preso parte tutti i rappresentanti dei Parchi della Calabria, della Riserva Tarsia-Crati e dell'Area marina protetta di Isola Capo Rizzuto. “L'iniziativa – ha affermato l'assessore Rizzo - rappresenta l'inizio di un proficuo percorso di concertazione con i territori che la Regione Calabria, attraverso l'assessorato all'Ambiente, ha avviato al fine di realizzare gli obiettivi contemplati nella strategia regionale.

L'Osservatorio della biodiversità insieme ai Piani di gestione dei S.I.C. sono stati individuati quali strumenti per tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse”.

"In Calabria la depurazione fa acqua da tutte le parti, urge dibattito in Consiglio"

“Sulle questioni ambientali, che anche quest’estate hanno visto la Calabria in affanno, e della depurazione che fa acqua da tutte le parti, è necessario un dibattito urgente in Consiglio regionale. L’attenzione della Regione, sia dell’Esecutivo che de Legislativo, ognuno per la propria parte ma nella consapevolezza che non si può più ciurlare nel manico, deve essere all’altezza delle difficoltà che si trascinano irrisolte da alcuni anni e dare finalmente segnali di responsabilità”. E’ quanto afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò che sottolinea “Con 130 agglomerati calabresi che a causa delle lacune degli impianti di depurazione sono coinvolti nella procedura d’infrazione comminata dall’Unione europea, è ovvio che la Calabria aggiunge inaffidabilità su inaffidabilità, rispetto agli interlocutori nazionali ed europei, e manca ogni interessante occasione di sviluppo. Non a caso è l’unica regione del Mezzogiorno che non è stata capace nell’estate appena chiusa, di profittare dei flussi turistici internazionali. E le ragioni sono ascrivibili non solo all’inesistenza di una programmazione turistica, di cui occorre pure discutere, ma anche a condizioni strutturali che permangono incredibilmente deficitarie”. Spiega l’esponente di Forza Italia: “E’ assolutamente indispensabile che si risolvano i problemi delle piattaforme depurative, a maggior ragione dopo la condanna subita dalla Regione nel 2012 da parte della Commissione europea e visti, inoltre, i dati allarmanti proposti di recente da Legambiente Calabria, secondo cui su un totale di 548 impianti presenti in Calabria sono stati sottoposti a controllo solo 146 impianti risultando conformi 140”. Argomenta Nicolò (che ha presentato un’interrogazione rivolta al Presidente della Regione): “Non è più tempo, a due anni della X legislatura, di polemiche politiche su chi c’era prima e chi verrà dopo. Dinanzi ad una condizione così disastrosa ed anche per non subire ancora le conseguenze discendenti dalla procedura d’infrazione (2014/2059) per l’Italia che include anche la Calabria, ciò che è necessario è fare una discussione utile e concludente in Consiglio regionale. Dell’adeguamento degli impianti di depurazione, d’altronde, si parla dal 2011 e proprio in quest’anno l’Europa ha condannato la Calabria al pagamento di 60 milioni di euro per il mancato adeguamento degli impianti di trattamento dei reflui fognari. Resta che a fronte del fabbisogno finanziario necessario, stimato in 243 milioni di euro il Cipe ne ha stanziati 160 milioni a cui si aggiungevano altri 83 milioni da altri capitoli, ma la Calabria ha sbloccato opere solo per 104 milioni di euro (per un totale di 8 interventi) mentre risultano bloccate ancora 10 opere per ulteriori 140 milioni di euro. Ecco - conclude Nicolò – e non certo per amor di polemica, il dibattito in Aula sarà l’occasione per comprendere quali siano e dove si annidino le causa dei ritardi; se sono, come sembrerebbe, inadeguati i progetti per realizzare le opere o se c’è anche qui lo zampino della burocrazia. Fatto è che dinanzi ad una serie di emergenze irrisolte, la Calabria, e per essa doverosamente il Consiglio regionale che ne rappresenta tutte le istanze democratiche su mandato dei cittadini, ha bisogno che almeno se ne parli, si discuta. E che si faccia una ricognizione puntuale del quadro complessivo dei problemi e si cominci quantomeno ad affrontarli e a dare risposte. All’interno dell’esigenza ormai fortemente avvertita, di cui le forze politiche d’opposizione intendono farsi parte attiva, di promuovere delle vere e proprie ‘operazioni verità’ sulle più gravi problematiche (sanità, agricoltura, rischio sismico e dissesto idrogeologico,infrastrutture, trasporti…), la questione ambiente, e segnatamente la vicenda della depurazione delle acque, merita approfondimenti e soprattutto provvedimenti immediati”.

  • Published in Politica

Depurazione e ambiente, le preoccupazioni di Nicolò

“Non c'è da rallegrarsi - afferma il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione Alessandro Nicolò - per i dati sulla depurazione e sull'ambiente in Calabria, forniti dal ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti. Né ci conforta che egli si dichiari amareggiato per la distanza accumulata dalla nostra regione rispetto ad altre ormai quasi prossime agli standard europei per la raccolta differenziata. Sembra quasi un'ammissione di disagio da parte di un Governo nazionale che, in Calabria, non riesce ad interloquire e a collaborare con i livelli istituzionali locali. Discariche abusive (delle 155 in Italia, 43 si troverebbero in Calabria); depurazioni poste sotto la lente d'ingrandimento dell'Ue e a rischio commissariamento; assenza d'individuazione del servizio idrico integrato, ottomila edifici interessati da amianto: sono alcune delle emergenze snocciolate dal ministro Galletti al ramo nel corso di una conferenza stampa a Rosarno”. “Dunque – aggiunge - nuovo cartellino rosso alla Calabria per i dati ambientali che mettono alla berlina una politica incapace di recuperare terreno, colmando gap e inadeguatezze. È evidente che così la Calabria rimanga al palo, stretta tra asfissianti emergenze ed assenza di programmazione. Difetti infrastrutturali, gestionali e culturali sono la zavorra al sistema della depurazione ed al contempo proliferano forme di abusivismo e d'illegalità. Con la stagione estiva alle porte, ci ritroviamo alle solite”. “A che serve dunque parlare di turismo, rilancio del territorio e di economia, se poi nei fatti si tradiscono le reali vocazioni della nostra terra. Scoraggianti anche le altre cifre:  Reggio Calabria ha l'11.7% della differenziata, la regione complessivamente il 18.6% e Rosarno il 5,9%. Se ambiente vuol dire cultura, civiltà ed economia, riteniamo che lo Stato debba guardare alla Calabria senza reticenze con l’attenzione che esige una terra su cui non si è mai investito.  La salvaguardia ambientale costituisce una priorità irrinunciabile non solo per porre fine alle criticità esistenti ma soprattutto per realizzare occupazione e ricchezza. Solo attraverso una politica seria e lungimirante che, a partire dalla Regione, coinvolga tutti i livelli istituzionali, la Calabria - conclude Nicolò - potrà giocarsi la chance di divenire meta turistica appetibile”.

Subscribe to this RSS feed