Caso mezzi antincendio Calabria Verde, Guccione (PD): "Situazione di estrema gravità"

Nel corso del Consiglio regionale di ieri, 3 dicembre, è stata approvata la richiesta del consigliere Guccione (Pd) di inserimento all’ordine del giorno della discussione in aula, con una informativa della Giunta regionale, sulla vicenda della perdita di 33 milioni di euro di fondi comunitari assegnati ad azienda Calabria Verde per l’acquisto dei mezzi antincendio che coinvolge anche il dipartimento Agricoltura e Protezione civile e il dipartimento presidenza della giunta regionale. Dopo l’approvazione della richiesta, si è poi deciso di non procedere nella seduta di ieri all'informativa e alla discussione per dare la possibilità alla Giunta di predisporre, nel corso del prossimo Consiglio regionale, una accurata e dettagliata relazione da parte del presidente della Giunta per poi procedere al dibattito e alle decisioni in merito. "Una situazione - ha detto Guccione nel dare il suo assenso alla proposta - di estrema gravità per cui va fatta chiarezza senza omertà su chi ha determinato la perdita di 33 milioni di fondi comunitari 2007/2013 e la possibilità che la Regione si dotasse di una colonna di antincendio boschivo". A sollevare il caso, in tempi non sospetti, era stato, prima di altri, un articolo pubblicato dalla nostra testata, consultabile qui.

 

Scudisciata di Guccione in Consiglio Regionale: "La Calabria è su una montagna di debiti"

Dopo le schermaglie che hanno reso arroventate le ultime settimane nell'edificio, instabile, costruito a fatica dalla maggioranza di centrosinistra che regge le sorti della Regione, atteso è arrivato l'affondo di Carlo Guccione, il consigliere regionale del Partito Democratico che, mettendo al bando la prudenza, abito tipicamente sempre in voga negli armadi dei politici, ha utilizzato la sede deputata, l'aula di Palazzo Campanella, per rendere manifesta la sua posizione e dare una sferzante scudisciata all'arrancante cammino della Giunta presieduta da Mario Oliverio. La proposta di legge sul "Differimento dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche o private previsti da disposizioni di leggi regionali", è stato lo spunto che ha acceso l'esponente del PD. In modo diretto,  ha puntato l'indice contro ritardi e lentezze che stanno facendo segnare il passo all'azione dell'Esecutivo calabrese. L'incipit dell'analisi è da far tremare i polsi: "La Calabria è su una montagna di debiti, 1 miliardo e 500 milioni di debiti più 500 milioni di contenzioso". Un fardello che impone un cambio di passo perché, ha avvertito l'ex assessore, "sarebbe un suicidio politico non ammettere che non siamo riusciti ad attuare il cambiamento". All'orizzonte si profila un'unica via d'uscita, quella di "intraprendere la strada delle riforme". Niente più traccheggiamenti: "Abbiamo bisogno di un patto per le riforme con cronoprogramma e procedure certe". Per sgombrare il campo dagli equivoci, Guccione puntualizza alcuni concetti che servono a respingere le obiezioni: "Non ho risentimenti perché qualcuno mi ha cacciato dalla Giunta Forse è stato meglio così". Il prologo necessario per rivendicare la bontà degli ultimi passaggi di cui si è reso protagonista: "Ho parlato chiaro, senza infingimenti e senza ipocrisie Gli elettori non fanno di tutta l'erba un fascio. Io rispondo solo a chi mi ha votato per un mandato. L'unico impegno è con gli elettori a cui ho detto di voler portare avanti il cambiamento". Concetti che il consigliere regionale cosentino esterna con ancora maggiore precisione: "Non faccio opposizione a questo governo regionale. Ma lo incalzerò quando non percorrerà la strada del cambiamento. Plauderò nelle occasioni in cui invece sarà perseguito". Quel che è assolutamente indispensabile, alla luce delle drammatiche emergenze che investono la Calabria, è "evitare di perdere altro tempo". Tornando sulle cifre che, nella loro oggettività, costituiscono una camicia di forza di cui liberarsi, così si è espresso: "I commissariamenti di Arssa e Afor - ha ricordato - sono costati dal 2007 al 2013 1 miliardo e mezzo di euro e ancora si parla di rinvii", facendo riferimento ad una stagione commissariale che non ha prodotto i benefici auspicati e, di conseguenza, merita di essere interrotta. "Ad un anno dalle elezioni regionali, quando la stragrande maggioranza dei cittadini ha scelto chi doveva governare con una forte domanda di cambiamento, registriamo - è stato il suo grido d'allarme - una situazione di evidente difficoltà ad attuare e rendere concreto questo cambiamento. La modifica dello statuto ha comportato lunghi mesi di impegno che hanno rallentato l’attività e l’operatività  della Regione. Con oltre due anni di ritardo l’Europa ha approvato il Piano dei fondi strutturali Por Calabria. Oggi anche nelle parole dell’assessore Viscomi emergono con chiarezza le profonde criticità di un assestamento che, sostanzialmente, va a coprire debiti, pignoramenti e mancate coperture di spesa obbligatorie con 80 milioni di euro, con oltre 40 milioni di entrate regionali che non vanno a coprire il disavanzo sanitario relativo all’anno 2013 rendendosi disponibili per l’assestamento di bilancio. Una situazione che richiede una radicale riforma dell’istituzione regionale in direzione della modernizzazione, della trasparenza e della certezza delle risorse. Una riforma radicale degli enti strumentali, delle società in house, delle partecipate e delle fondazioni che hanno visto una proliferazione negli anni passati, che hanno sprecato risorse ed erogato clientele e che rappresentano la vera zavorra che impedisce alla nostra terra di camminare e di rialzarsi. Questa impostazione ha garantito privilegi per pochi e sprecato ingenti risorse. Anche questo assestamento di bilancio è gravato da milioni di euro destinati alla perdita di esercizio di società e aziende regionali. Una miriade di enti del sottobosco regionale come Fondazione etica, Field, Agenzia Calabria lavoro, Fincalabra, Arssa, Afor, Comac srl, Sial servizi spa, Somesa, Ara, Consorzio per le aree di sviluppo industriale, fondazione Terina, fondazione Calabresi nel mondo che, oggi, senza un processo di riforma e in un clima di indeterminatezza provocato da continui rinvii, appesantiranno ulteriormente la situazione debitoria della Regione. Oggi non c’è più tempo da perdere. La riuscita di questa esperienza di governo si giocherà sul terreno del cambiamento e delle riforme radicali. Dobbiamo abbandonare definitivamente il vecchio regionalismo per creare un nuovo assetto capace di interpretare e ridare slancio alle attività di programmazione, legislazione e controllo introducendo in tempi rapidi le riforme necessarie per evitare che la nuova programmazione europea faccia la fine di quella passata". "Occorre - è il pensiero di Carlo Guccione - ridurre drasticamente il numero di società partecipate, enti e fondazioni in house e creare poche agenzie specializzate al servizio dell’agroalimentare, della forestazione, del lavoro, della formazione, del turismo e dei servizi alle persone. E’ necessario fare pulizia anche delle tante leggi e regolamenti diventati inutili e anzi utili solo ad ostacolare le novità introdotte a livello nazionale ed europeo. Il rischio è di non riuscire a spezzare la catena dei debiti che paralizzano di fatto l’operatività del bilancio regionale costretto ogni anno a farsi carico di una parte dei debiti maturati negli anni precedenti. C’è bisogno di coraggio. Il tempo degli annunci e dei faremo è finito".

 

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Guccione (PD) incalza la Giunta Oliverio: "Spieghi subito la grave vicenda di Calabria Verde"

"La Giunta riferisca urgentemente nel Consiglio regionale di domani sulla grave situazione che si è verificata a causa dello scontro tra la presidenza della Giunta regionale e Calabria Verde sui fondi che erano stati destinati all’acquisto dei mezzi antincendio: 33 milioni di euro di risorse comunitarie della programmazione 2007/2013 che restituiremo sicuramente all’Europa poiché il bando di gara è stato revocato in autotutela". La richiesta, ferma e netta, nei toni e nella sostanza, arriva da Carlo Guccione, consigliere regionale del Partito Democratico sempre più in rotta con il capo dell'Esecutivo calabrese, Mario Oliverio, al quale imputa errori ed omissioni. Del caso abbiamo riportato i dettagli con dovizia di particolari in un articolo pubblicato il 27 novembre. "Un fatto grave  - lo giudica il battagliero esponente del PD - che la Giunta regionale non può far finta di ignorare e di cui vanno individuate subito le responsabilità. Ci auguriamo sia solo un unico caso, ma comunque qualcuno deve spiegare quali sono i motivi del mancato utilizzo di questi fondi. Vicende come questa testimoniano come continui a persistere anche per i fondi della nuova programmazione comunitaria 2014/2020, il rischio della perdita e del disimpegno visto che la governance è la stessa che ha gestito il comparto durante la precedente amministrazione Scopelliti ed è la stessa che ha prodotto questa situazione. Ci auguriamo non ci siano altri casi simili riferite a risorse comunitarie 2007/2013 che si rischiano di perdere per il perdurare di situazioni come questa". "Riteniamo pertanto necessario -è la conclusione incalzante di Carlo Guccione - che nella seduta di domani 3 dicembre la Giunta riferisca in Consiglio sui gravi fatti emersi in questa vicenda".

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PD, Romeo nasconde le piaghe: “Siamo uniti”. Ma Guccione lo gela: “Mezzucci”

La verità, nel PD, ha tante facce. Riprova ne è la riunione del Gruppo in Consiglio regionale che si è svolta oggi  presso la Cittadella regionale. Alla discussione hanno preso parte i consiglieri regionali Aieta, Battaglia, Bevacqua, Ciconte, Irto (presidente del Consiglio), Mirabello, Romeo (capogruppo) e Scalzo. Alla riunione ha partecipato inoltre il presidente della Regione Mario Oliverio. “L’attuale fase politica - ha dichiarato il capogruppo Sebi Romeo, introducendo i lavori - successiva all'assemblea regionale del nostro partito la cui conclusione unitaria ha aperto una nuova stagione di fermo e determinato sostegno all’azione di governo del presidente Mario Oliverio, vedrà il Gruppo consiliare compattamente impegnato in un'ottica di piena condivisione e confronto legislativo ed amministrativo, finalizzato a concretizzare sempre più l’impegno al rinnovamento delle Istituzioni regionali e della società calabrese. Indietro non si torna. Anzi - ha aggiunto Romeo – le inequivocabili discontinuità con il passato, che ha impedito alla Regione di esercitare soprattutto le prerogative della programmazione e della pianificazione seria e razionale della spesa pubblica, vanno adeguatamente supportate e valorizzate, perché sono la chiave del cambiamento per interloquire, in maniera intelligente e proficua, con il Paese e con una visione dinamica ed europeista. La Calabria si gioca una partita importante che deve riguardare tutti, perché dall’esito di questa sfida politica ed istituzionale dipenderanno le sorti del futuro, nostro e delle nuove generazioni”. I consiglieri regionali che sono intervenuti, hanno approvato le linee programmatiche e politiche del presidente del Gruppo consiliare Sebi Romeo, ritenendo che sia importante porsi l’obiettivo di un maggiore lavoro di ascolto dei bisogni dei cittadini nei singoli territori, promuovendo, al contempo, un’attività, rigorosa e sobria, di efficace comunicazione dei tanti risultati ottenuti, nei vari settori sui quali la Regione esercita le proprie competenze, in questo primo anno di legislatura. In particolare, grande soddisfazione è stata espressa per il recupero di ingenti risorse della vecchia programmazione comunitaria e per l'approvazione della nuova agenda comunitaria 2014/2020, nonché per essere stata la Regione Calabria la prima del Sud ad avere varato il Piano di sviluppo rurale. Si è ribadito, inoltre, l’impegno a tutela dei precari del bacino Lsu/Lpu, così come per i forestali e per i lavoratori della fondazione Terina, per i quali il presidente Oliverio ha rinnovato il suo impegno. All’unanimità, è stata approvata la proposta del consigliere Ciconte a favore del diritto allo studio e della ricerca. “Dopo questo incontro che ha visto il Gruppo consiliare del Pd confrontarsi col presidente della Regione - ha concluso Sebi Romeo - ne seguiranno altri con l’esclusivo obiettivo di costruire una Calabria al passo con il resto della Regioni italiane ed europee. Ringrazio i consiglieri per il loro fondamentale e costruttivo apporto, consapevole che solo attraverso un percorso unitario e coerente, potremo rispondere alle esigenze dei calabresi in maniera determinante. Il confronto rimanga il metodo democratico caratterizzante l’impegno del Gruppo, non solo per sostenere il complesso di attività messe in atto dal Governo della Regione, ma anche per essere un esempio di democrazia plurale e partecipata per tutte le altre forze politiche”. Questo il resoconto di Romeo, peccato però che, in precedenza, Carlo Guccione avesse descritto un’altra realtà: “Sono le 12.50 e la riunione del gruppo consiliare regionale del Pd, fissata per le ore 10 alla Cittadella regionale di Catanzaro, non è ancora iniziata. Alle 12 è prevista una riunione di maggioranza e alle 15.30 la seduta di commissione Bilancio a Reggio Calabria per discutere di assestamento. A voler pensar male si potrebbe ipotizzare che, con questi mezzucci, ci si vuole sottrarre al confronto e al dialogo”. L’unità, evidentemente, è un concetto relativo.

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Regione, nervi tesi in casa PD: chiesta l’urgente convocazione del gruppo consiliare

La guerra sotterranea, covata, celata, serpeggiante all’interno del PD comincia a manifestare apertamente i suoi sintomi. Con una stringata nota, che lascia spazio ad un’immaginazione che molto si avvicina alla realtà, i consiglieri regionali Giuseppe Aieta, Domenico Battaglia, Domenico Bevacqua, Carlo Guccione, Antonio Scalzo e Michele Mirabello hanno chiesto al presidente del gruppo consiliare Sebi Romeo “una urgente convocazione del gruppo consiliare con all’ordine del giorno la discussione sui seguenti punti: situazione politica attuale; seduta del Consiglio regionale prevista per il prossimo 3 dicembre”.  La firma di Guccione, poco tenero con il governatore dopo la sua estromissione dalla giunta è già un programma, ma la diffusione alla stampa di una notizia che solitamente è un’informazione interna di servizio fa presumere scossosi e mareggiate. Toccherà al presidente Mario Oliverio riportare la calma, ma non sarà semplice. Anche perchè intanto è sorta un’altra grana. “Apprendiamo dalla stampa – afferma infatti il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea (Democratici e Progressisti) - vicende inerenti la prorogatio di alcuni incarichi (si spera a titolo meramente gratuito, quantomeno) che la legge regionale demanda all'Ufficio di Presidenza del Consiglio, contro il parere scritto della Presidenza del Consiglio. Riteniamo che la vicenda sia tutta da racchiudere nello ‘smodato sentimento d'affetto’ verso gli uffici (per usare un eufemismo) da parte dell'interessata, sicuramente avallato più per inerzia ed interesse reale verso altre e più gravose vicende. É sotto gli occhi di tutti, però,  la necessità di procedere, ad un anno esatto dalle elezioni, ed all'esito di questa incresciosa vicenda, al rinnovo delle nomine politiche in capo alla Presidenza del Consiglio, oggi più che mai in netta discontinuità con il passato. Proprio per tali motivi, anche ad eliminare pesi e laccioli ulteriori per il governatore e la maggioranza di governo, riteniamo si debba procedere senza indugi e come da ordine del giorno, a tutte le nomine previste nel prossimo Consiglio del 3 dicembre. Ripetiamo -  è la precisazione finale -  nel segno della radicale discontinuità con il passato e finalmente garantendo almeno a quegli uffici il senso dell'appartenenza alla squadra che i calabresi hanno voluto premiare con la vittoria di Mario Oliverio e del centro sinistra del novembre 2014”. La matassa, dunque, si complica e non è escluso che le rivalità territoriali e di corrente, in questo trambusto, facciano la propria parte.

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Rifiuti, Guccione (PD) lancia l'allarme: "Regione rischia nuovo commissariamento"

"Aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti. La Regione Calabria è in gravissimo ritardo, rischia di essere presto esautorata dei suoi poteri ed ancora una volta commissariata dal Governo nazionale per reiterata inerzia nell'adottare i provvedimenti necessari e richiesti per uscire dalla crisi in cui versa da tempo l'intero ciclo. È urgente ed improcrastinabile che il Consiglio Regionale venga convocato ad hoc per confrontarsi sulle determinazioni da assumere per evitare che i calabresi debbano subire un'emergenza ancora maggiore in tema di smaltimento dei rifiuti". Carlo Guccione, consigliere regionale del Partito Democratico lancia l'allarme dopo che la Direzione Generale per i Rifiuti e l'Inquinamento ha sollecitato rapida una soluzione in merito al presidente della Regione Calabria Oliverio ed al Dipartimento Politiche per l'Ambiente. "Il rischio dietro l'angolo – spiega l'esponente PD - è quello di vedere ulteriormente commissariate le Istituzioni e la Politica calabresi per manifesta incapacità ed inadeguatezza rispetto ad una priorità che andava e che va invece governata con consapevolezza certo dell'emergenza ereditata ma con altrettanta consapevolezza delle soluzioni concrete ed alternative, tutte già disponibili e sul piatto, per far uscire questa terra da una vergognosa condizione di minorità su questo come, purtroppo, su altri capitoli. Serve quindi – conclude il consigliere regionale – un urgente confronto nella massima assemblea regionale perché ognuno possa assumersi le proprie responsabilità e contribuire ad indicare proposte alterative all'inaccettabile collasso definivo sulla questione rifiuti2.

Sanità, Guccione attacca Scura e il dipartimento: “Fare subito chiarezza”

“299.024 prestazioni nel 2013, 358.643 nel 2014 ed oltre 400.000 per il 2015, sulla base dei dati al 31 luglio scorso. 54.390 esami tossicologici nel 2013, 96.652 nel 2014 ed oltre 100.000 per il 2015, stimati sulla base dei soli dati al 31 luglio (oltre 55 mila). Conosce questi dati il dipartimento regionale Sanità, il cui direttore generale, espressione politica dell’amministrazione, controfirma i decreti del commissario Scura? Se sì, su quali criteri si pensa di riorganizzare il poliambulatorio ed il laboratorio di Cassano? Privare di questa eccellenza, in un’area della Calabria che più di altre patisce la carenza di posti letto per acuti, come in altri casi produrrebbe una maggiorazione dei costi al sistema sanitario regionale. Ovvero l’esatto contrario del risparmio che sulla carta si dice di perseguire. Rafforzare invece, così come noi ribadiamo, il poliambulatorio di Cassano e renderlo H24, dotato di guardia medica, esattamente come avviene in Toscana o in Emilia, significa rispettare il piano di rientro ma con applicazioni intelligenti, sulla base della conoscenza dei territori interessati”.  È, in sintesi, quanto ha ribadito stamani Carlo Guccione, consigliere regionale del PD, nel corso della conferenza stampa convocata nella sala consiliare cittadina, alla presenza, tra gli altri, del sindaco Papasso, dell’assessore alla Sanità Garofalo, del presidente del consiglio comunale Guaragna  e di diversi medici ed operatori sanitari. “Il commissario Scura – ha scandito Guccione – fa decreti senza conoscere la realtà. Ma ciò che più desta preoccupazione è che il dipartimento regionale li sottoscrive ad occhi chiusi. Ecco perché serve chiarezza, da parte del governo regionale. Non si può contestare Scura e poi, però, sottoscriverne ogni paradosso ed assurdità. Il laboratorio di Cassano ha una sua riconosciuta e documentata specificità. A fruirne è lo stesso sistema pubblico. Non solo, sulla base dei numeri di cui commissario e dipartimento farebbero bene ad entrare in possesso, per revocare e modificare le errate determinazioni assunte, basterebbe un investimento di 55mila euro per dotare l’attuale struttura di ulteriori strumenti per contribuire sensibilmente a diminuire l’emigrazione sanitaria (ammonta a 5 milioni di euro la sola spesa dell’Asp di Cosenza per le prestazioni fuori regione). Puntando ad esempio – ha aggiunto il consigliere del PD – sul disturbo alimentare, bulimia e anoressia in primis (si contano oltre 6000 i casi in tutta la regione). Rientra appieno in una riforma sanitaria efficace ed efficiente, capace di ridurre realmente i costi, il rafforzamento dei poliambulatori come quello di Cassano, anzi tutto per ridurre le file inenarrabili nei pronto soccorso determinate per oltre il 75% dei casi in modo improprio per l’assenza totale di presidi sui territori. Soprattutto nella Sibaritide (e noi conosciamo il territorio meglio di Scura e di chi lo ha preceduto!) dove il rischio di morire per assenza di posti letto per acuti è elevatissimo. La Regione Calabria – ha sottolineato – non può essere spettatrice di quanto sta accadendo. Ecco perche su questa questione apriamo una vertenza, così come faremo sull’Ospedale di Trebisacce (la cui chiusura sta determinando un aumento di costi stimato in 10 milioni di euro, secondo un recente ricerca universitaria) e sul nuovo Ospedale della Sibaritide, sul quale si è già perso un anno, senza alcuna chiarezza sul blocco dell’iter e soprattutto sull’effettiva realizzazione di questa infrastruttura strategica per quest’area della provincia di Cosenza. Il contratto – ha detto – è stato firmato un anno fa, senza l’obbligatoria e contestuale firma del protocollo di legalità da parte della società affidataria. I termini per la presentazione del progetto definitivo non sono mai partiti. Perché si continua a non essere chiari su questa vicenda? Così come non si capisce perché non si procede nella direzione della centrale unica degli acquisti che farebbe risparmiare al sistema sanitario regionale altri 3-400 milioni di euro! Il continuismo produrrà soltanto ulteriore sfiducia. Chi governa – ha concluso - ha il dovere di fare scelte chiare e concrete e di rompere con interessi, meccanismi e la mala politica del passato”.

Regione, affiorano crepe nel Pd: Guccione “azzoppa” Oliverio

Ad un certo punto, nell’Aula di Palazzo Campanella, le bretelle rosse di Carlo Guccione vibravano. Ogni parola, ogni movimento, ogni sguardo dell’ex assessore al Lavoro sembravano tradursi in tuoni e fulmini sulla testa di Mario Oliverio. In pochi mesi, due pilastri del Pd regionale sono passati dall’asse allo scontro. Plastica dimostrazione la discussione sul nuovo Por in Consiglio regionale: Guccione ha attaccato a testa bassa facendo riferimento a copiature mal riuscite dai documenti della Regione Sicilia, ad atti già inviati alla Commissione europea (con conseguente vanificazione del dibattito in Consiglio e mortificazione del ruolo dei consiglieri regionali), alla presentazione di  un emendamento per uno studio di fattibilità riguardante la mobilità nella città metropolitana di Reggio Calabria. Atteggiamenti che il governatore non ha affatto gradito passando al contrattacco e bollandoli come “strumentali”. Non c’è bisogno di commenti per rendere l’idea dello stato d’animo di Guccione: “Presidente lei non si deve permettere”, “non siamo al mercato ma al consiglio regionale”, “se lei si prende la responsabilità allora c’è da preoccuparsi” sono solo alcune delle frasi che certificano una rottura che provocherà nuovi problemi ad un partito sempre alle prese con travagli e tribolazioni. È guerra aperta, infatti, nella compagine renziana. E c’è confusione, tensione, nervosismo: le incomprensioni fra Nicola Irto e Orlandino Greco che hanno portato alla sospensione per 20 minuti della seduta sono un’ulteriore prova. Senza dimenticare i malesseri sempre più evidenti di Flora Sculco, a cui va dato atto di avere un sorprendente temperamento, ed il rientro a casa anticipato di diversi consiglieri regionali che non si sono preoccupati del rischio che la maggioranza andasse sotto (la proposta di discutere l’emendamento di Guccione è stata respinta sul filo del rasoio: 13 a 10). E poi c’è una giunta anonima, che soffre per la mancanza di legittimazione popolare e che, forse per questo, ha dato l’impressione di essere spettatrice passiva della discussione: la sensazione è che ci sia anche il timore d’intervenire e di essere accusati da una minoranza che, quasi quasi, non credeva ai propri occhi nel vedere la controparte sfilacciarsi sotto i colpi del fuoco amico. La strategia dell’uomo solo al comando vacilla a meno di un anno dalle elezioni: Oliverio alza la voce, ma è in difficoltà. I suoi ruggiti presto non basteranno a rintuzzare attacchi e richieste di chiarimenti (“strumentali” o meno) della sua stessa sponda politica.

 

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