Tassone all’attacco del centrodestra: “Regime di prorogatio bypassato, ancora nomine in fase pre-elettorale”

“Il centrodestra continua a comportarsi in maniera impropria facendo finta che si possa fare l’ordinario e lo straordinario e assumendo atteggiamenti clientelari”.

Il consigliere regionale Luigi Tassone torna a criticare la maggioranza ritenuta responsabile di “atti dal sapore propagandistico e tipici della campagna elettorale” e presenta un’interrogazione per “vederci chiaro su nomine che il buon senso avrebbe suggerito di rinviare”.

L’esponente del Pd premette che “l’emergenza sanitaria legata alla pandemia ha giustificato il differimento delle elezioni che ha portato il governo della Regione Calabria ad un ulteriore regime di prorogatio in attesa di nuove elezioni, in cui gli unici atti approvabili corrispondono ad atti urgenti ed indifferibili” e rileva che “nella seduta della Giunta regionale dell’8 maggio sono stati nominati i componenti delle Commissioni provinciali per l’esame di abilitazione all’esercizio venatorio”.

Dunque, sulla “legittimità” della seduta Tassone nutre “forti dubbi”. Da qui la richiesta formalizzata nell’interrogazione per sapere “se tali nomine rientrino nel regime di prorogatio” e “se è tata valutata la possibilità di rimandare tali procedure che non sembrano affatto indifferibili ed urgenti vista anche l’imminente tornata elettorale”.

“Bisogna essere coerenti e corretti – conclude Tassone – senza cercare di bypassare il regime di prorogatio e di approfittare del momento piegando le situazioni a proprio vantaggio”.

Regione Calabria, il centrodestra spinge per le lezioni il 14 febbraio

“In queste ore il centrosinistra, anche a causa di un’oggettiva difficoltà politica, sta tentando con manovre poco limpide di sponsorizzare un possibile posticipo delle elezioni regionali.”

E’ quanto sostengono i Capigruppo di maggioranza in Consiglio regionale, che aggiungono: “Leu-Articolo Uno sta lavorando ad una mozione per chiedere al presidente Spirlì di confrontarsi con il Comitato Tecnico Scientifico per capire se esistono le condizioni per poter andare al voto nella data del 14 febbraio.

A nostro avviso i cittadini calabresi, anche in ragione del periodo particolarmente delicato che stiamo vivendo, hanno il diritto di scegliere da chi essere governati, e di farlo al più presto.

La prematura e tragica scomparsa di Jole Santelli ha lasciato la Calabria senza una guida, occorre un passaggio nelle urne per dare alla Regione una guida politica forte e legittimata dal popolo sovrano.”

Concludono i Capigruppo di centrodestra: “Per questo motivo il Consiglio regionale si è già espresso, indicando come data delle prossime elezioni regionali il 14 febbraio. Il centrodestra unito è convinto che non ci debbano essere deroghe a quella dead line e che l’appuntamento con gli elettori debba essere assolutamente rispettato.

Rispediamo al mittente la strampalata iniziativa di Leu-Articolo Uno e riteniamo che, in assenza di particolari pericoli legati alla pandemia, i cittadini calabresi debbano essere messi, entro poche settimane, nella condizione di votare per il nuovo governatore”.

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Emergenza coronavirus in Calabria, dal centrodestra l'invito al governo nazionale a rispettare gli impegni

“Nella lotta al Coronavirus tanto si è fatto, e molto ancora si potrebbe fare, se solo il Governo centrale tenesse fede agli impegni assunti”.

Lo sostengono FI, Lega, FdI, CdL, Udc e Jole Santelli Presidente in un “dettagliato rendiconto della situazione, degli interventi effettuati - e di quelli rimasti in sospeso - nell’azione di contrasto alla diffusione della pandemia. Una ricostruzione densa di cifre e spunti, critiche e riflessioni - spiegano - contenente anche un invito a mettere in campo più incisive azioni, indirizzata al Governo, e segnatamente, al commissario straordinario per il contenimento ed il contrasto dell'emergenza epidemiologica, Domenico Arcuri”.

“Il discorso - prosegue la coalizione di centrodestra - prende le mosse dall’ordinanza a firma del vicepresidente Nino Spirlì, per l’introduzione di misure più restrittive contemplanti, tra l’altro, il divieto di spostamento (salvo comprovate esigenze) tra le 24 e le 5 e l’avvio della didattica a distanza negli istituti scolastici superiori, «a riprova della prontezza decisionale e del forte livello di prevenzione messo in campo, nonostante la nostra regione continui a risultare attualmente tra le regioni a più basso indice di contagio del Paese», si sottolinea. A seguire, la disamina delle vicende legate alla gestione dell’emergenza sanitaria, a partire dal recepimento del Decreto Rilancio, attraverso il quale la Regione Calabria ha tempestivamente irrobustito le strutture sanitarie: in terapia intensiva si è avuto un raddoppio netto dell’indice da 0,7 a 1,4, con i posti letto attualmente disponibili passati a 146, anche se si punta a far in modo che il prima possibile possano divenire 280. Un salto sin qui mancato per le vicissitudini che hanno interessato il Piano operativo Covid, per la sua attuazione dal Ministero della Salute affidato prima all’Ufficio del Commissario per la Sanità in Calabria e, successivamente, al Commissario straordinario Arcuri. Da segnalare, ancora come la definitiva approvazione del Piano da parte del Ministero sia avvenuta lo scorso giugno, con registrazione dello stesso da parte della Corte dei Conti solo a luglio e conseguente dilatazione temporale delle strategie da adottare. Non bastasse, si registrano carenza di lettini e attrezzature indispensabili per l’attivazione dei nuovi posti letto e lacune nelle assunzioni necessarie all’implementazione del personale sanitario”.

“Va altresì ricordato - rimarcano FI, Lega, FdI, CdL, Udc e Jole Santelli Presidente - come la Calabria, per via del commissariamento della sanità, nonostante le reiterate richieste del presidente Santelli, non sia mai stata annoverata tra le regioni delegate alla gestione e revisione dei suddetti piani operativi, essendo per contro, tale delega, rimasta nelle mani del Commissario Arcuri e, in veste di soggetti attuatori, delle aziende sanitarie territoriali. Ulteriori precisazioni - aggiungono - vengono fornite in riferimento ai ventilatori polmonari, «soltanto transitati attraverso la Regione: ne sono arrivati 155. Alcuni sono stati utilizzati per rimpiazzare i vecchi, ormai obsoleti. Altri, invece, si trovano ancora imballati». Disagi e ritardi vengono altresì segnalati sul versante del contact tracing. «Lo stato di tracciamento del contagio è letteralmente saltato: va immediatamente potenziato anche e soprattutto il Dipartimento di Prevenzione. La quantità di tamponi è vertiginosamente aumentata rispetto alla primavera: il numero quotidiano di test è di circa 3.000, effettuati quasi per la metà dall’A.O. Pugliese - Ciaccio, partendo dal dato iniziale che oscillava tra 300 e 400 esami giornalieri». L’obiettivo resta quello dei 5.000 tamponi giornalieri. «A tal fine - si precisa - la Regione sta provvedendo all’acquisto di 90.000 test. Si rende però necessario un sostegno in tal senso del Governo affinché si possa ottenere un incremento di questi numeri, nonché un netto miglioramento dei livelli di prevenzione, eventualmente ricorrendo anche ai test antigenici, più comunemente noti come ‘test rapidi’. Nelle more, anche per non stressare ulteriormente le strutture pubbliche, il Dipartimento Salute regionale sta provvedendo ad autorizzare alcuni privati accreditati: 3 nella Calabria meridionale, 4 nell’area centrale, 2 in quella a nord: essi potranno sottoporre ai cittadini test (a loro carico) con tariffa fissa stabilita nell’importo di 62 euro, come concordato con le altre regioni d’Italia». In coda, l’invito: Si superino lentezze e polemiche: la Calabria ha sin qui potuto contare quasi esclusivamente sulle proprie forze. Auspichiamo sinergia e collaborazione, nella consapevolezza che la sfida che impegna il Paese ed il mondo intero possa essere affrontata solo con l’aiuto e l’impegno di tutti”.

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“Uniti per Serra”, il gruppo civico di centrodestra rimarca la propria identità: “Lavoriamo per la città con i nostri valori”

“Abbiamo scelto di far parte della lista ‘Uniti per Serra’ perché bisogna mettere al primo posto il bene della città dando seguito al positivo lavoro che è stato svolto nella parte finale della scorsa consiliatura. Riteniamo che Serra San Bruno abbia bisogno di una classe dirigente competente ed affidabile e non di pericolose avventure che costituirebbero un salto nel buio”.

Il gruppo civico di centrodestra, parte costituente e cofondatrice della lista “Uniti per Serra” che si presenta ai nastri di partenza con 4 candidature (Gregorio De Caria, Giuseppe De Raffele, Jlenia Tucci e Rosina Vellone), illustra le proprie linee guida e rimarca la propria identità ribadendo che “la nostra collocazione politica è stata, è e sarà sempre nel centrodestra, nei cui valori ci riconosciamo”.

“Alle elezioni amministrative – sostiene il gruppo – tutte le liste vengono composte tenendo presente le affinità programmatiche, la capacità di lavorare insieme senza dannose frizioni per l’Ente e per la comunità, l’incisività nell’azione amministrativa e la reciproca fiducia che ci deve essere fra le diverse componenti. In virtù di queste considerazioni, abbiamo deciso di proseguire un’esperienza fruttuosa in cui abbiamo contribuito in maniera determinante al rilancio delle attività facendo concretizzare alcuni punti del nostro programma come l’apertura del Museo, l'attuazione della Strategia di sviluppo per le Aree interne e la ripresa di una serie di progetti nel campo dei servizi e dello sport”.

“Sappiamo bene – aggiunge il gruppo – che in una compagine civica ognuno ha la propria sensibilità politica, che va compresa e rispettata in un contesto di pari dignità. Ma noi siamo qui per portare avanti i nostri ideali e, con senso di responsabilità e la necessaria condivisione, gli interventi che riteniamo utili per la nostra comunità. Per quanto riguarda le Amministrazioni precedenti, noi rispondiamo di quanto prodotto da marzo 2019 a febbraio 2020, ma specifichiamo che in passato ci sono stati sindaci illuminati che hanno davvero cambiato il volto della nostra città avviando un serio processo di urbanizzazione, accesso il motore dell’economia serrese, impresso una svolta all’azione amministrativa e captato importanti risorse come quelle del Patto territoriale che hanno consentito di compiere imponenti interventi pubblici (su tutti il miglioramento del centro storico e la realizzazione della struttura polisportiva) e di far decollare diverse attività economiche private. Questo è lo spirito che ci anima: lavorare insieme per Serra San Bruno ed i serresi”.

Il Movimento nazionale per la sovranità chiede "l’unità del centro-destra per la Reggio del futuro"

Riceviamo e pubblichiamo

"È ormai indifferibile che il centro-destra unito, al quale forniamo le nostre valutazioni come elementi per una comune riflessione, riavvii con assoluta urgenza il confronto per definire la piattaforma programmatica, da sottoporre poi al dibattito cittadino e a tutte quelle forze politiche, partitiche e associative che vorranno fornire il proprio contributo alla rinascita della nostra Reggio.
Da qui bisogna partire, dalla definizione del nostro progetto per Reggio attorno a cui individuare la squadra che, con coraggio, abnegazione, amore per la nostra comunità, dovrà poi realizzarlo. Una squadra appunto e non un uomo solo al comando. Chi sarà investito dell’onore di essere il futuro Sindaco della Città dovrà essere il garante per la realizzazione del programma condiviso e capace di essere il capitano della migliore squadra da mettere al servizio della città.
Reggio, dopo i Commissari e ora con l’inadeguatezza della Giunta Falcomatà, deve riscoprire la voglia di porsi all’interno di un complessivo progetto di sviluppo e risanamento che, in questi anni, non è mai stato presentato ai reggini e che possa delineare le linee di sviluppo, l’individuazione delle scelte strategiche. Tutto ciò nonostante notevoli risorse finanziarie disponibili, ma evidentemente inutilizzate o utilizzate male e senza alcun controllo di efficacia.
La risposta strategica passerà attraverso una ritrovata “identità culturale”. Non possiamo più consentire che la soggettività, la straordinarietà e la settorialità continuino ad essere i parametri dominanti.
Bisogna costruire un progetto complessivo per la città. Per far ciò bisognerà recuperare una capacità complessiva di programmare la qualità e lo sviluppo, bisognerà avere le idee, realizzare i progetti. Idee e progetti che, nell’ambito di una programmazione d'insieme e strategica, mettano assieme tutte le risorse finanziarie disponibili nell’ambito di una più efficace e complessiva azione diffusa su tutto il territorio. Se ripartono le opere pubbliche riparte l’economia reggina. L’edilizia da sempre rappresenta il volano dell’economia di una comunità. Significa dare ossigeno alle imprese sane e garantire centinaia e centinaia di posti di lavoro. Oggi i dati sono allarmanti e desolanti per il blocco quasi totale delle attività edilizie per colpa dell’inerzia e della insipienza delle classi dirigenti politiche e burocratiche che oggi amministrano la nostra Reggio.
Bisogna porre un freno alla ormai insostenibile chiusura di tante saracinesche di attività commerciali e artigianali, tartassate da una pressione fiscale e tributaria la più alta d’Italia, anche attraverso misure straordinarie. Occorre creare le condizioni perché i nostri giovani non vadano più via, ma possano sperare di costruire il proprio futuro personale e lavorativo qui nella nostra terra. Bisogna avere la sensibilità per stare accanto alle fasce sociali più deboli e svantaggiate con adeguate iniziative a loro sostegno.
Occorrerà coinvolgere le istituzioni culturali, le associazioni imprenditoriali, di categoria, gli ordini professionali, le organizzazioni sindacali, le tante realtà di volontariato presenti nella nostra città e dovremo avere le carte in regola per poter svolgere un ruolo strategico nell’ambito del Mediterraneo.
Bisognerà pensare in grande per la Reggio Città Metropolitana.
E allora abbiamo provato a mettere in fila alcune tematiche, che vogliono rappresentare l’avvio di un dibattito che dovrà consentire nelle prossime settimane di individuare concretamente cosa intenderemo proporre ai reggini per cercare di far rinascere la nostra città. Riteniamo che il futuro della nostra comunità passi attraverso la declinazione di contenuti di alcuni ambiti specifici, quali la città turistica, quella produttiva, la cultura, le tematiche sociali, le infrastrutture e le strutture intermodali, l’edilizia pubblica e privata, la rinascita delle periferie, il patrimonio storico e archeologico, lo sport, l’ambiente unico del nostro territorio in una unità di vedute con il Parco dell’Aspromonte, la Città Metropolitana.
Dobbiamo riappropriarci della voglia di cambiamento, dobbiamo far riscoprire il gusto di pensare alla nostra città come ad una bella città, dobbiamo divenire i pensatori e gli artefici del suo sviluppo, dobbiamo alla fine riuscire ad imporre la forza della ragione, la forza delle idee, la forza dei valori".

Il Commissario provinciale Mns Ernesto Siclari

Il Commissario Città di Reggio Calabria Mns Franco Germanò

 

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Il treno di Renzi arriva in Calabria, Mangialavori (FI):  "Meglio fargli attraversare le strade provinciali"

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L’idea di attraversare l’Italia in treno non è del tutto nuova per la sua classe politica. In mancanza di idee, evidentemente, non c’è nulla di meglio che riciclare quelle passate. Altro che “Rottamazione”! Di nuovo, insomma, ben poco. A proposito della prossima visita del segretario nazionale del Pd, già presidente del Consiglio e nuovamente aspirante tale, balzano subito agli occhi alcuni dati. Il primo: per questo viaggio come mai non si è utilizzata la nuova autostrada, inaugurata proprio dall’ex presidente? Tale passaggio sarebbe stato utile per comprendere le attuali reali condizioni; ancora, evidentemente, non proprio inappuntabili. Ma vi è di più. La stazione di Ricadi, per tutta la stagione estiva non è certo stata il fiore all’occhiello della Costa degli dei. E ciò, nonostante sia stata attraversata da tanti turisti. Evidentemente, il “peso” del segretario Pd è di gran lunga superiore a quello dei tanti visitatori estivi. Ma poi, sarebbe stato utile, forse, fargli attraversare le strade provinciali, perché avesse contezza di uno dei tanti effetti collegati alla riforma dell’ente fortemente voluta dal precedente Governo. E ancora, un viaggio nell’entroterra, per fargli incontrare realtà spesso abbandonate a se stesse da una politica autoreferenziale e distante dalle esigenze di crescita e di sviluppo. Sarebbe poi utile, a proposito di treni, fare quattro chiacchiere sul gap che separa le linee ferroviarie del Sud con il resto del Paese. Ma lo schieramento politico che governa la Regione, sempre di più caratterizzato dall’immobilismo, ha ben altro cui pensare: strettissima la sua vigilanza e sovraintendenza volta ad assicurare che la stazione di Ricadi sia fulgida, per il fatal dì.

Giuseppe Mangialavori - Coordinatore provinciale di Forza Italia

 

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Vibo, Cutrullà: "Siamo davanti al peggior centrodestra che la città abbia mai avuto"

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"Siamo al paradosso. Apprendo dalla stampa come alcune sigle di partito di destra si siano riunite, annunciando che il sindaco Elio Costa e la sua giunta non siano riconducibili al centrodestra. Preme sottolineare come a riunirsi siano le stesse persone e gli stessi partiti che non solo hanno sostenuto Costa alle ultime elezioni, ma hanno guidato la città nei cinque disastrosi anni dell'amministrazione D'Agostino. Gli stessi attori che prima hanno sostenuto quella amministrazione, portando la città al dissesto finanziario, poi hanno sostenuto l'attuale amministrazione alle scorse elezioni, ed ora tentano di smarcarsi per il solo fatto di non avere uomini in Consiglio. Un interrogativo sorge spontaneo: ma questi signori si sono riuniti per programmare cosa? Abbiano il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, evitando uscite ingannevoli in danno dei cittadini vibonesi. L'amministrazione Costa ha oggi 14 consiglieri su 20 con tessere di partito o comunque dichiaratamente vicini ad ambienti di destra. In giunta 6 su 9 sono tesserati o vicini ad ambienti del centrodestra. Non possiamo più credere a chi negli anni ha distrutto attraverso una politica scellerata la nostra città, la città dove tutti noi dovremmo crescere i nostri figli. Questo centrodestra, attaccato alle poltrone e sempre pronto ad eventuali prebende, non solo non si rassegna al fatto di aver fallito da 8 anni in questa città, ma riproponendosi vuole impedirne il riscatto. Dunque siamo davanti al peggior centrodestra che la città abbia mai avuto e che oggi fugge, cercando di scaricare le responsabilità della sua pessima amministrazione. C'è voluta tanta bravura a provocare così tanti danni in così poco tempo: hanno fatto indietreggiare la nostra città, e ci vorranno anni e anni di lavoro faticoso per risanarla. Di certo a fare ciò non possono essere delegati quei partititi e sopratutto quelle stesse persone che l'hanno ridotta in questo stato".

Giuseppe Cutrullà consigliere comunale Vibo Valentia. 

Regione Calabria, chi candiderà il centrodestra?

Oliverio non sta tanto bene; e ogni tanto gli beccano un assessore, in questo caso –ora. Qualcuno del centro(destra) invoca le elezioni anticipate. Comunque, si vota tra un paio d’anni a scadenza naturale.

 Salvo incidenti, la sinistra ricandiderà Oliverio. E il centro(destra)? Che fa il centro(destra)? Chi candida? Quale Marchionne locale? Quale coniglio tirerà fuori dal cilindro?

 I precedenti non sono incoraggianti; ed ecco un riassunto:

  • Pino Nisticò, farmacologo. Cosa c’entrassero le medicine con la Regione, lo sa solo Berlusconi che lo chiamò. Rimase un paio d’anni senza effetto, e lo buttarono giù i suoi.
  • GB Caligiuri: chi l’ha visto?
  • Peppino Chiaravalloti, giudice. Vedi farmacologo. Restò in carica cinque anni senza far nulla, e si può considerare a buon diritto il peggiore della pessima lista dei presidenti della Regione. Politicamente parlando, s’intende: per tutto il resto, santo subito.
  • Pino Scopelliti, non aveva demeritato come sindaco; come presidente, si limitò al nulla. Sorvolo sulla catastrofe.

 Con queste premesse, c’è da temere per il prossimo candidato; anche perché, con l’aria che tira, è molto facile che venga anche eletto.

 Ci vorrebbero delle primarie… fermi, mica quelle cose ridicole che uno paga due euro, e magari con duemila euro piglia mille voti di sfaccendati. Dico delle serie discussioni con questi criteri:

  1. Non prima il nome (vedi coniglio, sorpresa!) e poi il programma, ma il contrario, prima il programma e poi il nome.
  2. Programma vero, non libro dei sogni di centro(destra) invece del libro dei sogni di sinistra.
  3. Succo del programma, fine dell’assistenzialismo e mano alla priduzione.
  4. Scelta delle persone non in base al mitico “porta voti”, ma secondo qualità e meriti e competenze.

 Ma state tranquilli, lettori: il centro(destra), fregandosene dei miei consigli, ci starà preparando qualche altro Giuseppe inutile e dannoso! E vincente.

  • Published in Diorama
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