Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

Tallini: "La Giunta ritiri il bando per tre direttori generali esterni"

“La Giunta regionale ritiri con immediatezza l’avviso di bando per l’incarico di tre direttori generali esterni pubblicato sul sito web della Regione, se non intende vedersi invalidare sia le procedure che le eventuali scelte”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Mimmo Tallini (Gruppo misto), che spiega: “Non si può rendere noto l’avviso pubblico, da cui decorrono i 15 giorni per presentare domanda, se la delibera di Giunta, la n. 133 del 27 aprile 2015, con cui si è deciso il ricorso all’esterno per gli incarichi di vertice di tre Dipartimenti della Regione, così come mi è stato formalmente comunicato  dalla dirigente della Segreteria della Presidenza della Giunta avvocato Francesca Palumbo, deve essere ancora perfezionata. La Giunta nella seduta del 27 aprile ha approvato una delibera generica che dovrà essere, come ha puntualizzato la stessa dirigente avvocato Palumbo, stante quanto prescrive l’articolo 9 del Disciplinare dei lavori della Giunta regionale, perfezionata con una seconda delibera senza la quale, va da sé, la procedura rimane monca ed ogni procedura vulnerabile”.  Aggiunge Tallini: “Pubblicare il bando senza che a monte vi sia una delibera definita in tutti gli aspetti, è la riprova che siamo dinanzi ad una mini Giunta di dilettanti allo sbaraglio. Se qualcuno s’illudeva che vanno lenti perché intendono fare ogni passo senza commettere errori, proprio queste sviste eclatanti dimostrano che non c’è alcuna strategia politica che ispira chi ha vinto le elezioni il 23 novembre. Qui c’è solo l’obiettivo di governare la Regione senza che nessuno li disturbi. E quel che è peggio, è che ogni atto che assumono o tende a far concorrenza alle imprese funebri o è tecnicamente sballato”. Conclude il consigliere regionale d’opposizione: “Chi non ricorda cosa asseriva il presidente Oliverio appena insediato? Diceva: nomineremo i direttori generali tutti dall’interno, per valorizzare il merito ed effettuare un risparmio di spesa. Mi sono sgolato e ho più volte,  contribuendo fin dall’inizio a far evitare altri orrori amministrativi quando si volevano indicare i direttori generali senza avviso pubblico, insistito perché si rispettassero le leggi vigenti e le procedure amministrative. Oggi prendiamo atto, alla faccia della coerenza, che per i tre incarichi che si vogliono assegnare si ricorre all’esterno, sostenendo che all’interno della Regione non vi sono professionalità idonee. Tutto ciò, non senza paradossi, perché se i nomi che la stampa già riferisce (il professor Viscomi e gli avvocati Apicella e Fatarella) dovessero essere i nomi di coloro che effettivamente ricopriranno gli incarichi di direttore generale, ci troveremmo dinanzi ad una vera e propria presa in giro delle norme e  dei calabresi”.

 

 

 

.  

 

 

 

    

 

 

 

 

 

 

Tallini: "Da Oliverio messaggi che suscitano ilarità"

“Il presidente Oliverio non sembra in grado di prendere le distanze, a cinque mesi dal voto, dai proclami elettoralistici. Forse qualcuno dovrebbe prendersi la briga di dirgli che la campagna elettorale è finita da un pezzo. E che sarebbe tempo, invece di continuare a declinare al futuro il suo impegno amministrativo, di discutere delle soluzioni dei problemi dei calabresi”. Lo sostiene il consigliere regionale del Gruppo misto Mimmo Tallini, che aggiunge: “Il presidente della Regione non perde occasione, nelle sue apparizioni in ogni luogo della Calabria per inviare messaggi che a volte suscitano persino ilarità: l’ultimo a San Mango d’Aquino, dove accanto all’onorevole Chieffallo ha lanciato una crociata contro le clientele. Tuttavia, a parte questi episodi che si commentano da sé, il punto vero è che in più occasioni e dinanzi a casi enormi che incidono fortemente sulla legalità amministrativa, la trasparenza ed il merito, il presidente Oliverio ed il suo cerchio magico hanno dato ampia dimostrazione di incoerenza. Ad incominciare dalla posizione irregolare del Segretario generale del Consiglio regionale avvocato Carlo Calabrò, tenuto al suo posto nonostante una puntuale interrogazione del sottoscritto e le mie circostanziate critiche mosse nel corso di più sedute consiliari. Alla fine, dopo un mese e mezzo per verificare la validità delle mie osservazioni - spiega Tallini - il Segretario generale è stato mandato in pensione, indicando, fintanto che non si predisporrà il bando pubblico, un facente funzioni. Sorgono spontanee alcune domande, a questo punto, dato che il Segretario generale uscente ha avuto modo, ricoprendo una funzione delicata in una posizione contrastante con la legislazione vigente, di consentire l’espulsione dal Gruppo di Forza Italia del sottoscritto e del collega Orsomarso, entrambi primi degli eletti per Forza Italia nelle circoscrizioni Centro e Nord, nonché di assumere pareri sulla costituzionalità di leggi ed altri provvedimenti amministrativi. Autorizzando più volte una posizione di prorogatio del Segretario generale che sarebbe dovuto andare in pensione fin dal 31 luglio 2014 e che alla fine si è rivelata contrastante con le leggi in vigore, non si è condizionata l’autonomia stessa del Segretario generale, invadendo, da parte della politica, la sfera d’indipendenza del vertice amministrativo del Consiglio? Certo che sì. E ancora – conclude il consigliere regionale d’opposizione - davvero, mentre si dimostra, nominando un Segretario generale facente funzioni dopo cinque mesi dal voto, che non si è stati capaci di garantire trasparenza amministrativa e tempestività nella scelta dei vertici amministrativi, si può continuamente far ricorso alle parole legalità e buona amministrazione, sperando che i calabresi non si rendano conto che questa presidenza e il suo cerchio magico agiscono improvvisando anche dinanzi a situazioni che richiederebbero massima serietà, scrupolo e programmazione? Ormai, si è capito che l’unico obiettivo di chi ha vinto le elezioni è stabilizzare l’uomo solo al comando, perché nessuno osi disturbarlo. Su Calabrò la legalità l’abbiamo ripristinata noi. E sarà sempre l’opposizione a ripristinarla su molte altre vicende”.

Tallini replica al Gruppo consiliare di Forza Italia: "Nessuna traccia del loro operato"

“Mi dispiace deludere l’onorevole Nicolò, ma nella conferenza stampa tenuta assieme alla vicecoordinatrice regionale Wanda Ferro e ai colleghi Fausto Orsomarso e Giuseppe Mangialavori non ho espresso alcun giudizio sull’attività del gruppo di Forza Italia, anche per il fatto che di questa attività non c’è traccia”. Replica così, il consigliere regionale Mimmo Tallini del Guppo misto, che aggiunge: “Ci siamo invece occupati di una questione vitale per la democrazia calabrese, la costruzione di una vera opposizione e di una vera alternativa ad un Governo regionale e ad una maggioranza di sinistra che dopo pochi mesi sono già alle corde e si dimostrano incapaci di affrontare le tante emergenze della nostra terra. Non è colpa nostra se l’opinione pubblica, la stampa, lo stesso presidente Oliverio ci percepiscono come l’unica e vera voce alternativa, come gli unici che studiano gli atti e che non hanno paura di infastidire il ‘manovratore’”. Ancora Tallini : “Il gruppo di Forza Italia, da cui siamo stati estromessi con modalità degne di un partito dell’ex Unione Sovietica, faccia la sua parte e percorra la sua strada. Noi, che a Forza Italia apparteniamo per libera scelta, andiamo avanti per la nostra, sapendo di rappresentare, come primi degli eletti nelle circoscrizioni, il consenso popolare attorno al nostro partito. All’onorevole Nicolò - conclude Tallini - che rivendica un ruolo di ‘opposizione democratica’, diciamo che, per quanto ci riguarda, non faremo alcuno sconto, né alcun favore al presidente Oliverio. Meglio il teatrino fatto con passione e a testa alta che le manovre sottobanco o l’immobilismo più assoluto”.

 

 

Interrogazione di Tallini sulla "contrattualizzazione di 10 lsu/lpu dei dipartimenti regionali"

“Il presidente Oliverio, che in campagna elettorale predicava il rispetto delle regole, ora che è al potere le viola sistematicamente”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Mimmo Tallini (Gruppo misto), secondo cui “il presidente Oliverio, l’assessore al Personale Ciconte e l’assessore al Lavoro Guccione hanno stabilizzato, al di fuori di ogni regola, dieci lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità utilizzati presso i Dipartimenti regionali, attribuendo loro una qualifica superiore a quelli precedentemente stabilizzati dalla Regione. Pesa, su questa vicenda di palese discriminazione tra lavoratori - sottolinea Tallini - il silenzio dei sindacati, pronti a sparare a zero su Scopelliti ad ogni suo atto, ma evidentemente distratti davanti alle irregolarità e alle illegittimità di Oliverio”. Il riferimento è alla “delibera numero n. 103 del 03.04.2015, recante: contrattualizzazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità utilizzati presso i Dipartimenti regionali - atto di indirizzo”. Spiega il consigliere regionale d’opposizione nell’interrogazione presentata: “Con questo atto, la Giunta regionale ha provveduto alla contrattualizzazione di 10 unità lavorative oltre i termini stabiliti dalla stessa legge n. 147/2013, termine previsto entro il 31.12.2014. Ma vi è di più. La delibera della Giunta regionale n° 103 del 03.04.2015, proposta congiuntamente dall’assessore regionale al Lavoro Carlo Guccione e dall’assessore al Personale Vincenzo Ciconte, non evidenzia nessuna istruttoria compiuta dal dirigente del Dipartimento Organizzazione e Personale, i cui pareri sono indispensabili ai fini della procedura contrattuale. A queste dieci unità, la Giunta ha attribuito nominativamente categorie giuridiche C e D, mentre tutti gli altri ex LSU-LPU stabilizzati dall’Amministrazione regionale svolgono mansioni che afferiscono esclusivamente alla categoria A e B, nonostante molti di queste unità siano in possesso di laurea in varie discipline”. Nell’interrogazione, Tallini “chiede di conoscere la disposizione di legge che permette l’inquadramento a tempo determinato nelle categorie C e D dei lavoratori LSU-LPU, dal momento che  tali unità possono essere inquadrate solo in categoria A o B; i motivi per cui non sono stati rispettati i termini di assunzione previsti dall’art. 1 comma 207 della legge N° 147/2013, ovvero stipulare improrogabilmente i contratti a tempo determinato entro il 31/12/2014 ‘secondo cui la mancata sottoscrizione del contratto entro il termine previsto costituisce causa di decadenza dal contributo e la cessazione costituisce motivo di revoca parziale del contributo’ – o eventuali deroghe concesse; i motivi per cui non risulta compiuta nessuna istruttoria da parte del dirigente del Dipartimento Organizzazione e Personale, indispensabile ai fini di qualsiasi  procedura contrattuale”. In particolare,  Tallini chiede di conoscere “i criteri di scelta dei nominativi individuati all’interno della D.G.R. n. 103 del 03.04.2015, che hanno portato all’individuazione delle 10 unità da inquadrare in categoria C e D  e se, tra i soggetti interessati, vi siano lavoratori che hanno precedentemente rinunciato alla stabilizzazione e i criteri di individuazione delle competenze in termini di funzioni e compiti, dal momento che si palesa una discriminazione tra le unità citate nella D.G.R. n. 103/2015 (cat. C e D) e quelle già stabilizzate dall’Amministrazione regionale (cat. B)”. Il consigliere regionale, infine, “visto gli evidenti vizi di legittimità riscontrati”, chiede “di procedere alla revoca in autotutela della delibera n. 103 del 03/04/2015 avente per oggetto ‘Contrattualizzazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità utilizzati presso i Dipartimenti regionali- atto di indirizzo’, configurandosi essa stessa in un vero e proprio abuso”. 

 

 

 

 

 

 

La Regione Calabria ha un nuovo statuto

Tutto fatto. E' andata come aveva previsto il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, che, finalmente, con l'approvazione del nuovo statuto, potra' completare la Giunta ed iniziare ad affrontare i problemi che affliggono la Calabria. Il Consiglio regionale ha, infatti, licenziato in seconda lettura le modifiche allo Statuto proposte dal Governatore. La riforma, già approvata in prima lettura lo scorso 20 gennaio, prevede l’eliminazione delle limitazioni sul numero degli assessori esterni, l’introduzione della figura del Consigliere delegato e l’abrogazione della figura del consigliere supplente. Critiche sono arrivate da parte dei consiglieri di minoranza Tallini e Orsomarso che hanno parlato di "riforma demagogica e negativa”, finalizzata ”a sistemare diatribe interne al Pd”. Con il nuovo statuto, ormai, in porto, nei prossimi giorni Oliverio potrebbe procedere alla nomina dei nuovi assessori.

 

Tallini e Orsomarso occupano gli uffici del commissario alla Sanità

I consiglieri regionali Domenico Tallini e Fausto Orsomarso hanno occupato gli uffici del commissario straordinario alla Sanità a Catanzaro. I 2 consiglieri regionali, con questa iniziativa, intendono manifestare il loro dissenso legato al ritardo della nomina del commissario alla Sanità. “La nostra – spiegano - vuole essere una protesta simbolica ma sostanziale al tempo stesso perché non è possibile che, dopo 100 giorni di governo regionale, manchi ancora una figura chiave in un settore strategico e delicato. Continueremo a presidiare il dipartimento, praticando anche lo sciopero della fame fino a quando non verrà garantito il funzionamento dell’ufficio del commissario alla Sanità. Abbiamo cercato di fare quello che i calabresi si aspettano, non potendo essere sempre fanalino di coda. Il problema vero – aggiungono Orsomarso e Tallini- è la dignità di una Regione puntualmente calpestata. Un principio che noi, anche al prezzo di scelte impopolari, abbiamo sempre rispettato, mettendolo al centro dell’impegno politico. Oggi – concludono - manca uno strumento fondamentale e non si possono oltre accettare annunci alla ‘Vanna Marchi’ poi smentiti dai fatti, sulla pelle dei calabresi, sempre più confusi ed indignati per il continuo impoverimento dei servizi, soprattutto, della rete ospedaliera”. 

Tallini contro Oliverio: "Logica di occupazione del potere"

“L’onorevole Magorno e il presidente Oliverio, ora che a quanto pare il Governo non intende calpestare la legge sull’incompatibilità fra Presidenti di Regione e Commissari alla sanità, dovrebbero riconoscere di aver fatto perdere alla Regione tre mesi di tempo". Lo afferma in una nota il consigliere regionale Domenico Tallini. "Dall’inizio della legislatura il presidente Oliverio - spiega l'esponente di Forza Italia -  ha tentato di tutto per occupare il settore che assorbe la gran parte del bilancio regionale. Per questa ragione, il presidente Oliverio e il Pd hanno paralizzato la Regione, fatto inciuci e tralasciato di affrontare i tanti drammi della sanità.  Non hanno mai insistito - aggiunge Tallini -  perché il Governo nominasse un commissario alla sanità, vista l’urgenza delle questioni irrisolte, ma si sono dati da fare esclusivamente perché quell’incarico andasse al presidente Oliverio. Anche qui è prevalsa la logica dell’occupazione del potere fine a se stesso.  Ma adesso  che il Governo li ha ‘delusi’, perché ha rispettato la legge - conclude Tallini - c’è da chiedersi come spiegheranno ai calabresi l’assurdità di una scelta politica che mentre ha fatto perdere tempo prezioso alla Calabria li vede tornare da Roma con un pugno di mosche in mano".

Nomine dg, Tallini: “Regione in balia della confusione burocratica”

“Il presidente Oliverio si è letteralmente incartato. Anziché imboccare subito la strada maestra, ossia l’avviso pubblico per la scelta dei nuovi direttori generali, si è inoltrato in un labirinto di delibere, normative e revoche delle revoche da cui l’Ente Regione potrebbe subire danni enormi”. È quanto afferma Domenico Tallini che entra nel dettaglio dell’operato del governatore della Calabria. “La Giunta regionale – spiega il consigliere regionale - ha prima (delibera del 27 gennaio) invocato lo spoil system, violando le previsioni della ‘riforma Brunetta’ e dichiarati decaduti i dg con decorrenza 7 febbraio, poi, resosi conto dell’errore, con deliberazione del 5 febbraio, richiamando l’accorpamento dei Dipartimenti, ha ucciso un uomo morto. Cioè ha licenziato i dg che erano già decaduti. Un magnifico esempio di linearità amministrativa. Che si completa con la paradossale indicazione dei ‘reggenti’ (delibera 11 febbraio), cui si fa ricorso, testuale nella deliberazione, ‘onde evitare che una condizione di vacatio degli stessi (i dg licenziati) possa determinare un’interruzione dell’attività amministrativa con conseguente ingente danno per l’Amministrazione’. Non so se è chiaro? Prima Oliverio crea il vuoto amministrativo, come il sottoscritto ha segnalato con un’interrogazione e nello stesso dibattito in Aula sulle linee programmatiche, poi corre a riparare i suoi stessi errori. Soltanto che la pezza è peggiore del buco. Per cui, soltanto a percorso concluso potremo dire se la Regione uscirà indenne da questo caos”. Puntualizza ancora l’esponente di Forza Italia: “sono state assunte scelte frettolose su un argomento decisivo per il buon funzionamento della Regione. Scelte caratterizzate da elementi di illiceità, visto che si violano la riforma Brunetta ed i contratti sottoscritti dai dirigenti dichiarati decaduti, esponendo l’Amministrazione al rischio di una elevata possibilità di condanna per danni di natura patrimoniale e non. L’annunciata ‘rivoluzione’ della burocrazia regionale - ad avviso del consigliere - è, dopo appena tre mesi, sostanzialmente finita in caciara. Nel giro di pochi giorni, la vicenda è diventata grave ma non seria. Infatti tra ‘facenti funzioni’ nominati dal centrodestra e ‘reggenti’ indicati dalla Giunta Oliverio, dopo l’infelice deliberazione di revoca dei direttori generali, in attesa di rimpiazzarli con i nuovi dg, l’Amministrazione regionale oggi è tutto fuorché un Ente organizzato ed efficiente. La Presidenza Oliverio non solo ha assunto deliberazioni spericolate che rischiano di provocare danni alla Regione, ma non è neppure riuscita a delineare una Regione amministrativamente operativa. Anzi, la Regione che oggi si presenta ai cittadini, è un Ente in balia della confusione burocratica. Qualcuno spieghi, per esempio, il ‘paradosso Barbaro’, emblematico delle tortuosità amministrative in atto. Che senso ha avuto revocare, per ben due volte, come direttore generale il dottor Carmine Barbaro, per designarlo, infine, come ‘reggente’? Se non andava bene come dg, ora va bene come ‘reggente’? A mio avviso - conclude Tallini - visti gli svarioni compiuti, non abbiamo più dinanzi a noi soltanto una questione tecnico-giuridica. Chi ha vinto le elezioni sulla base non di una progettualità innovativa, ma degli errori compiuti dal centrodestra, inizia a mostrare la propria incapacità ad affrontare problematiche che richiedono equilibrio istituzionale e rispetto della legislazione vigente”.

Subscribe to this RSS feed