Lamezia, Galati (FI): "No ai calunniatori, sì a Mascaro sindaco"

“Con Paolo Mascaro sindaco si avrà finalmente per la città di Lamezia Terme un concreto modello di sviluppo”. E’ quanto afferma l’onorevole Giuseppe Galati, deputato e vicecoordinatore di Forza Italia in Calabria. “Come in ogni competizione elettorale – aggiunge - è arrivato il momento del verdetto che sancirà chiaramente la volontà dei cittadini di dire no ad una riproposizione del centrosinistra alla guida della città per varie ragioni. Innanzitutto perché la sinistra dei seguaci di Speranza e affiliati ha ripercorso, in campagna elettorale, un’azione come al solito mirata a demonizzare l’avversario, ad indossare le false vesti dei paladini della giustizia e della legalità al solo scopo di celare una carenza nei programmi e nelle idee. Gli appartenenti a questa coalizione hanno invocato qualsiasi sostegno esterno pur di mettere in moto una vera e propria macchina del fango contro l’avversario. A questo punto, Pd e Sel, partito presente alla competizione sotto le vesti di una lista civica a sostegno di Sonni, ci spieghino come mai in questa campagna elettorale hanno trovato una rapidissima intesa nel calunniare l’avversario quando invece nei dieci anni di amministrazione Speranza non hanno condiviso un solo punto programmatico nell’interesse della città. Lo sviluppo di Lamezia è prioritario rispetto alle loro beghe personali, hanno avuto dieci anni per trovare una sintesi e non l’hanno fatto. I cittadini diranno chiaramente no ad una completa inefficienza amministrativa che ha caratterizzato la città di Lamezia. In questi anni, infatti, è mancato un pur minimo progetto di sviluppo del territorio, solo un’attività amministrativa sterile, priva di contenuti che non ha garantito nemmeno i servizi ordinari alla collettività. Devono decisamente andare a casa”. “Inoltre – osserva l’onorevole Galati - i cittadini diranno no ad un candidato mascherato da un profilo civico che ha attraversato e invocato l’aiuto di tutti i partiti. I cittadini hanno compreso il modo di agire di questo candidato che ha proposto programmi farlocchi per la città e fino a poco tempo fa volgeva quotidianamente le sue attenzioni verso Scopelliti e ne evidenziava gli interventi per Lamezia. Aspettiamo che ci dica a quali azioni dell’ex Governatore si riferisse”. “Personalmente dico basta – prosegue - ai tanti calunniatori che, anche sotto profili falsi, hanno usato in modo vigliacco sui social network espressioni lesive contro la mia persona. A loro non ho voluto rispondere, ma ho già tutelato la mia onorabilità con le dovute querele. Di fronte alla giustizia renderanno conto delle loro becere azioni. Tengo a precisare che il ricavato di questa mia azione legale andrà in beneficenza a favore della prossima amministrazione comunale”. “Vogliamo – conclude l'onorevole Galati - una Lamezia positiva che si proponga nell’immediato futuro con tutte le sue innumerevoli risorse umani, territoriali e storico-culturali. Per questo Forza Italia ha puntato da tempo su Paolo Mascaro, persona motivata, aperta al confronto, alla trasparenza amministrativa ed al rispetto della legalità, troppe volte calpestata da una macchina amministrativa farraginosa ed inconcludente. Programmazione e concretezza catapulteranno Lamezia in una dimensione nuova, quella che sognavamo da tempo”.

De Raffele (Fi): "L'ospedale di Serra sarà smantellato. Verso la chiusura del laboratorio analisi"

 “Quello che sta per accadere all’ospedale di Serra San Bruno è una cosa inaudita, Il laboratorio analisi sta per essere chiuso, stando a quanto previsto dal decreto 9 (così come chiaramente precisato e sancito a pag. 11 riga 9, il laboratorio verrà smantellato, le provette verranno trasportate entro 2/4 ore all’ospedale di Vibo Valentia, quindi nel caso di un attacco cardiaco entro cinque ore conosceremo il valore degli enzimi ed entro sei sapremo, eventualmente, a quale pompa funebre rivolgerci oppure, per i Serresi, sistemare eventuali rette arretrate con le congreghe”. A lanciare l’allarme, in una nota, il presidente del consiglio comunale di Serra San Bruno, Giuseppe De Raffele, per il quale “sempre nello stesso decreto, si legge nell’allegata Tabella n. 42 a pag. 34, che appena pronto il nuovo presidio sanitario vibonese i posti letto della struttura Serrese saranno azzerati per essere definitivamente trasferiti nel nosocomio del Capoluogo”. Provvedimenti che, qualora dovessero trovare attuazione, minerebbero, definitivamente la funzionalità di un ospedale, le cui attività sono già state fortemente ridimensionate negli anni passati. Insieme alla denuncia, De Raffele scaglia un duro atto d’accusa all’indirizzo  della “ nuova gestione sanitaria targata Massimo Scura” ed al “management regionale che, nei giorni scorsi, in seguito alla riunione catanzarese svoltasi alla presenza del commissario ad acta, aveva espresso parole confortanti in relazione alla sopravvivenza e al potenziamento degli ospedali di montagna, forse qualcuno, ma poi vedremo”. Ad entrare nel mirino dell’esponente di Forza Italia anche i “ responsabili zonali del PD che si preoccupano di rassicurare la popolazione comunicando sui social network che il decreto sarà modificato”. “La rassicurazione – scrive ironicamente De Raffele – nasce dal fatto che sanno già che il decreto sarà modificato perché magari sono in stretto contatto con Urbani che per adesso ha abbozzato il decreto per finta”. Se il documento dovesse essere “rettificato - spiega - il presidente del consiglio comunale - sarò felicissimo di essere smentito”. Come se non bastasse però , secondo l’esponente azzurro, ci sarebbe  un’evidente disparità con quanto previsto per il nosocomio di San Giovanni in Fiore, accomunato a quello serrese dall’essere entrambi ospedali di montagna. In particolare,  aggiunge “ ai Serresi ed agli abitanti del circondario glielo dice l’onorevole Censore che a San Giovanni in Fiore la nuova programmazione del decreto prevede che in Chirurgia Generale i posti letto saranno dieci e prima erano zero ? E che in Lungodegenza da dieci passano a quindici ?  E che, sempre a San Giovanni in Fiore, saranno previsti la Farmacia Ospedaliera, la Radiologia e la Direzione Sanitaria che prima non c’erano ?”. Le attenzioni verso la cittadina silana sarebbero il frutto di “coincidenze strane”. A questo punto De Raffele si chiede se sia “un caso che San Giovanni in Fiore sia la cittadina del Presidente Oliviero ? Ed è anche un caso che a San Giovanni in Fiore ci siano il 31 Maggio le amministrative ? Come diceva Andreotti – è la chiosa finale - 'A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca'".

Forza italia propone un referendum sul nuovo statuto regionale

Un referendum sul nuovo statuto regionale. E' quanto propone il Coordinamento regionale di Forza Italia che in comunicato stampa rende noto di ritenere "indispensabile una risposta politica ferma alla situazione di paralisi determinatasi in Regione. I vincitori - prosegue la nota - appaiono più interessati alla soluzione dei propri problemi che di quelli dei cittadini. Simbolo di ciò la revisione dello Statuto Regionale, uno strumento volto ad allargare le maglie tanto da comporre qualche dissidio attraverso la possibilità di nuove nomine ed accordi. Ciò è inaccettabile politicamente, ma consentendolo la legge è giusto che ad esprimere il proprio giudizio siano i calabresi. Il coordinatore regionale di Forza Italia Jole Santelli ed i vice-coordinatori Nino Foti, Wanda Ferro, Pino Galati e Roberto Occhiuto chiedono, pertanto, ai consiglieri eletti nelle proprie liste, di sottoscrivere il documento per la richiesta del Referendum che sarà redatto dal Partito".

Morrone e Salerno (Fi): "Romeo e Giudiceandrea guardino in casa propria"

“Il Presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Alessandro Nicolò,  ha voluto soltanto puntualizzare ciò che è patrimonio comune, consolidato e riaffermato nell’ultima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, e non fare polemica fine a se stessa, come affermano strumentalmente i consiglieri di maggioranza Giudiceandrea e Romeo. Il nostro Capogruppo ha posto un problema certamente istituzionale, afferente ad una questione di metodo e non di merito, non si comprendono, dunque, i motivi per cui il Presidente Scalzo abbia deciso di disattendere quanto confermato a margine della suddetta Conferenza – in un suo comunicato stampa – che “in questa fase di campagna elettorale … il Consiglio non si occuperà di temi sensibili sul piano politico … i lavori saranno, pertanto, destinati ad alcuni adempimenti di natura squisitamente istituzionale”. Lo affermano in una dichiarazione congiunta i consiglieri di Forza Italia, Ennio Morrone e Nazzareno Salerno. “Intendiamo, a questo punto, ribadire il nostro convincimento: la convocazione del prossimo 20 maggio non ha i caratteri di profilo istituzionale tale da poter essere motivata o giustificata”. “Chi invece tenta di alzare i toni – continuano Morrone e Salerno – anziché concorrere ad una discussione serena e proficua per stabilizzare l’attività consiliare, sono proprio i due colleghi di maggioranza, ai quali, peraltro, va riconosciuta la buona fede della prima esperienza assembleare. Detto ciò, e per tornare al nocciolo della discussione, l’Assemblea, se non per questioni di particolare urgenza, durante le campagne elettorali, non è stata mai convocata per discutere solo di mozioni o interrogazioni, argomenti sicuramente importanti, ma certamente, come riconosciuto erga omnes, di valenza politica. Che dire, allora? Che la seduta consiliare del 20 maggio è stata sollecitata dal ‘carattere’ di urgenza istituzionale? E per quali materie? Infine, invitiamo i colleghi Romeo e Giudiceandrea, che pur stimiamo, lanciatisi in maniera ‘brilliant’ – ovviamente è un eufemismo  - impropriamente ad analizzare le recenti performance elettorali di Forza Italia, a guardare in casa propria laddove certamente non si registrano condizioni di agibilità politica tali da poter far stare tranquillo Oliverio e la sua maggioranza, in un contesto in cui si evidenziano giornalmente distanze oceaniche tra la Calabria e il Governo nazionale”. 

Nicolò (Fi): "Commissariamento autorità portuale di Gioia Tauro evidenzia la frattura nel Pd"

“La decisione del governo Renzi di commissariare l’Autorità portuale di Gioia Tauro evidenzia l’ennesima, grave, frattura tra i Democratici calabresi e nel rapporto che essi hanno con il partito nazionale”. Lo afferma in una dichiarazione il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Alessandro Nicolò.“Al di là del merito stesso della nomina, ricaduta su un ufficiale della Marina Militare di indiscusse capacità – sottolinea Nicolò – rimane aperta tutta intera la natura politica del rapporto tra la Giunta regionale ed il Governo del Paese. Dietro la nomina dell’Autorità portuale di Gioia Tauro c’è un fortissimo interesse strategico per l’Italia e per la nostra regione, una partita talmente vasta da cui dipende il futuro e lo sviluppo di molti settori dell’economia nazionale. Su Gioia Tauro, infatti,  si prospettano importanti e decisivi investimenti per migliorare non soltanto le operazioni di transhipment, ma per imprimere un carattere nuovo allo scalo, aprendo davvero alla diversificazione delle attività, a partire dalla istituzione di un polo logistico in grado di stoccare e movimentare merci e manufatti in arrivo ed in partenza, in maniera più rispondente alle esigenze dei mercati europei. Se questa è la partita vera – dice Nicolò – Oliverio e la sua Giunta non possono oltre rimanere spettatori o outsider dinanzi a scelte che non tengono conto del territorio, come già accaduto per la sanità , rassegnandosi dinanzi ad una nomina che – lo dico con assoluta chiarezza – necessitava un profilo più squisitamente politico. E’ chiaro che la nomina del comandante Barbagiovanni Minciullo si è resa obbligata per la mancata proposta dei Democratici di sinistra di prospettare una candidatura che fosse di alto profilo e di comprovata esperienza e non soltanto uno dei soliti tasselli da incasellare al posto giusto, in una logica di spoil system. Di questo passo – dice ancora Alessandro Nicolò – diverrà davvero incomprensibile capire il senso della direzione di marcia di questa Giunta regionale, ancora monca e poco ‘visibile’, con un Consiglio regionale per niente coinvolto nelle discussioni sulle prospettive della Calabria, con le Commissioni stagnanti, un oblio istituzionale che rischia di ammorbare ulteriormente  i processi democratici ed allontana sempre di più l’interesse dei cittadini per la vita politica e le istituzioni. I ‘giochi’ romani – conclude Alessandro Nicolò – hanno, ancora una volta, avuto partita vinta, ma sul terreno è rimasto un altro pezzo di democrazia che deprime il desiderio di partecipazione ed allontana sempre di più la Calabria dai quei processi decisionali che possono contribuire a farle cambiare volto”.         

Tallini (Fi): "Oliverio è il presidente più immobile della storia regionalistica della Calabria"

Il Governo regionale guidato dall’on. Oliverio – che pure si era accreditato in campagna elettorale come l’uomo del fare – ha tagliato il traguardo dei cinque mesi – quasi sei dal giorno del voto – senza avere prodotto un solo atto che possa dare il senso del cambiamento.  La strategia del rinvio, del mancato confronto, delle mancate scelte e del trincerarsi sulla cosiddetta  ‘eredità negativa del passato’ fanno di Oliverio il presidente più immobile della storia regionalista della Calabria”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del gruppo misto Mimmo Tallini, annunciando il voto contrario alla manovra di Bilancio al centro dei lavori della seduta odierna.  “La decisione è stata condivisa con gli altri colleghi del gruppo misto attraverso un confronto preventivo che ci ha visto impegnati anche con le altre forze politiche del Centro destra, Forza Italia e Casa delle Libertà. D’altra parte – rilancia Tallini-, la situazione è sotto gli occhi di tutti: il presidente Oliverio è già diventato l’emblema dell’impotenza davanti ai problemi con quel suo ‘alzare le spalle’ davanti ad autentici drammi sociali: la cinica liquidazione della Fondazione Campanella; la chiusura dei poli sanitari e degli aeroporti, l’autostrada che si spezza in due mentre restiamo in attesa che le cosiddette riforme istituzionali risolvano le piccole beghe del Partito Democratico. Un decimo della legislatura è già volato via e la Calabria è ancora senza un Governo nelle sue piene funzioni; una regione guidata da una sorta di piccolo condominio che non riesce ad affrontare seriamente alcuna questione. Si decide di non decidere su tutto. L’immobilismo è diventato una filosofia di vita, quasi una scuola di pensiero, per Oliverio ed ho anche il sospetto che il presidente non consulti nemmeno il calendario mentre fortunatamente c’è ancora qualche giornalista libero che glielo ricorda, rivolgendosi agli uomini del suo staff”. Aggiunge Tallini: “L’estate è alle porte, ma manca l’assessore al turismo. Non c’è traccia di programmi, iniziative, incentivazioni per un settore che dovrebbe essere trainante. Il mondo della cultura è totalmente fermo, ma manca ancora chi possa affrontare le emergenze dei siti archeologici o programmare interventi per il turismo culturale, per i teatri, per la musica, per le lettere. Manca l’assessore all’agricoltura e sappiamo bene quanto questo comparto sia importante per l’economia calabrese. Le aziende attendono contributi, incentivi, programmi, possibilità di finanziamento, ma non sanno con chi dialogare, con chi parlare e con chi prendersela. L’agro-alimentare calabrese avrebbe dovuto essere uno dei grandi protagonisti dell’Expo e invece non sappiamo neppure se saremo in grado di sfruttare gli spazi che toccano alla Calabria”. “Tagli, sacrifici, chiusure e disoccupazione dilagante”: questa, per Tallini, la Calabria ai tempi di Oliverio. “Ed allora – aggiunge il consigliere regionale -diventa quasi superfluo parlare di bilancio povero, ingessato, senza alcuno slancio programmatorio, specchio della cultura di governo. Non vi è traccia di nuove idee in questo bilancio, ma solo indiscriminati tagli per fare quadrare i conti con inevitabili sacrifici per i cittadini e per gli Enti locali territoriali. Ed è già crollata la fiducia che l’elettorato ha troppo frettolosamente concesso ad Oliverio mentre un plauso va al vicepresidente della Giunta Ciconte che, da medico, ha saputo subito inventarsi esperto di tecnicismo di bilancio”.

Vibo, ufficializzata l'intesa fra Forza Italia ed Elio Costa

Diventa certo, dopo una fase alquanto travagliata,  il legame fra Elio Costa e Forza Italia in vista delle prossime elezioni comunali di Vibo Valentia. Di seguito i termini dell’accordo fra le parti:

- presa d’atto della coerenza del percorso già avviato nelle scorse settimane dal candidato a sindaco; 

 - condivisione dei contenuti politico-amministrativi proposti da Forza Italia, partito che, in coerenza con quanto oggi deciso sul sostegno al progetto del dottor Costa, crede ed auspica un rilancio politico amministrativo per Vibo Valentia, avendo esso stesso manifestato il proprio disagio verso la precedente amministrazione, di cui non faceva parte ed essendosi limitato a donare un appoggio esterno;

- la partecipazione alla coalizione per le prossime elezioni amministrative include solo le liste civiche come segno del progetto “Vibo Valentia prima di tutto”. Sulla base di ciò FI rinuncia alla presentazione del proprio simbolo di partito, riconoscendo la validità del progetto di rinnovamento di municipalità che, attorno al dottor Elio Costa unisce forze politiche diverse e società civile, sulla base del comune obiettivo in nome del bene della città e della buona amministrazione;

- completa autonomia nella composizione delle liste rispettando l'innovazione oltre che i requisiti di moralità pubblica e garantendo l'assenza di qualsiasi elemento pregiudiziale o pregiudizievole della condotta dei singoli candidati.

Di fatto, Costa e la compagine berlusconiana si sono divisi la strada con la seconda che rinuncia al simbolo ed il primo che non potrà mettere veti sui candidati. Viene così superato il problema della candidatura degli assessori uscenti, anche se fra questi ultimi potrebbero essere pochissimi o addirittura nessuno a voler correre insieme all’ex magistrato.

 

De Raffele (Fi): “Il rumore mediatico di Reitano dettato dalla promessa di una candidatura?”

“Cosa c’è alla base del rumore mediatico che in questi mesi sta generando Paolo Reitano? La promessa di una candidatura a consigliere o forse a sindaco?”. A chiederselo, nella sua controreplica, il consigliere comunale Giuseppe De Raffele che, in una nota, risponde alle affermazioni pronunciate dal segretario cittadino del Partito democratico. Secondo l’esponente di Fi, le “parole” di Reitano farebbero denotare, inoltre, “l’ossessione di voler deviare il discorso, di voler cancellare la precedente esperienza amministrativa del centrosinistra, come se ci fosse qualcosa da nascondere”. “Prima di fare rendiconti sull’attività politica degli altri - prosegue la nota - Reitano dovrebbe guardare in casa propria ed in particolare a quell’asse, che prima veniva definito ‘straordinaria macchina da guerra’, composto dalla coppia Censore-Lo Iacono”. De Raffele si chiede, quindi, dove sia “finita ‘l’invincibile armata’ ? Perché quella maggioranza è caduta ? Cosa fu veramente a causare quella rottura ?”. A parere dell’ex presidente del consiglio comunale sarebbero “queste le domande che da quattro anni e mezzo attendono risposte. Ma forse nemmeno Reitano conosce quei motivi e dovrebbe chiedere agli attori ed agli sceneggiatori che oggi vorrebbero continuare a dirigere, ma da dietro le quinte”. In merito alla certezze della segreteria del Pd sull’esito scontato della prossima tornata per il rinnovo del consiglio comunale, De Raffele ricorda “agli esponenti del PD che il giudizio sull’operato degli amministratori lo daranno i cittadini e non certo coloro che hanno delle pur legittime aspirazioni”. Infine, una chiosa sibillina nella quale l’esponente di Fi afferma, “nulla di personale contro Reitano, ma in politica vanno seguite tutte le vicende e tutti gli aspetti e non solo ciò che più aggrada”.

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