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Reitano (PD): Da De Raffele una polemica sterile e inutile

Botta e risposta, tra il segretario cittadino del Pd ed il presidente del consiglio comunale in pectore, Giuseppe De Raffele. Oggetto del contendere gli interventi da mettere in campo per cercare di preservare gli uffici del Giudice di pace. L’invito che Reitano,  aveva rivolto, ieri, al sindaco Rosi, affinché facesse quanto in suo potere per non perdere l’opportunità offerta dal decreto Milleproroghe con il quale sono stati riaperti i termini per avviare le procedure necessarie a cercare di salvare in extremis gli uffici del Giudice di pace, era stato, immediatamente rispedito al mittente da De Raffele che in una nota, dai toni piuttosto piccati, aveva replicato che l’amministrazione “non ha bisogno delle sollecitazioni del Pd”. Non si è fatta attendere la controreplica del segretario cittadino del Partito democratico che in un comuncato scrive: “Non sono abituato a replicare a critiche sterili, polemiche inutili o a note di dubbio gusto e livello, ma la risposta alquanto nervosa formulata dal Presidente del consiglio in pectore, fa sorgere il dubbio che lo stesso non abbia letto con attenzione la nota inviata dal sottoscritto”.  Reitano, non usa il fioretto e affonda una serie di stoccate all’indirizzo di De Raffele. “Ormai dopo quattro anni di amministrazione - scrive – il sig. De Raffele, piuttosto che lanciarsi in polemiche assolutamente pleonastiche, avrebbe dovuto tracciare un bilancio della sua attività amministrativa, degli interventi realizzati per Serra e per i cittadini perché, ad onor del vero a differenza di quanto decantato nel suo comunicato, non riusciamo a vederli. Lo stesso De Raffele dovrebbe rendere edotta la cittadinanza dei progetti che lui stesso ha seguito direttamente, come ad esempio la raccolta differenziata; oltre che utilizzare i social network per fare propaganda e dire che preferisce bere acqua dal rubinetto, dovrebbe dire che tipo di attività ha posto in essere per realizzare l’autonomia del nostro sistema idrico dalla Sorical, ma, soprattutto, dovrebbe dire oggi cosa intende realizzare e quali sono i nuovi programmi”. “ Dopo quattro anni di amministrazione – prosegue la nota - non ci possono essere alibi e non si possono richiamare esperienze concluse e già valutate dagli elettori, ma si devono tracciare bilanci dove indicare gli obiettivi raggiunti. Lo scontro tutto interno alla maggioranza serrese relativo al rimpasto di giunta ha trascinato il nostro paese nell’immobilismo totale e forse dovrebbe chiarire ai cittadini anche questo. Gli argomenti sarebbero davvero tanti e numerosi gli spunti per criticare quella che passerà alla storia come la peggiore amministrazione comunale”. Messa da parte la sciabola, Reitano, precisa: “La mia, comunque, era una nota strettamente politica che ricalcava il percorso di opposizione costruttiva che, per il bene della nostra cittadina, abbiamo sempre seguito. Opposizione che, pur nello scontro proprio del dibattito politico, non ha mai avuto simili cadute di stile. Al di là della violenza verbale e dell’attacco, francamente inefficace e inutile e del linguaggio utilizzato, assolutamente inadeguato per un Presidente del Consiglio in pectore, ribadiamo la nostra disponibilità affinché si possa trovare una soluzione positiva per la vicenda. Aspettiamo fiduciosi le mosse della maggioranza forzista e l’avvio dell’iter per il mantenimento dell’Ufficio e speriamo che, almeno questa volta, vengano rispettati i termini previsti nel decreto e chiediamo che ci sia una volontà e un impegno reale”. “Per il resto – conclude Reitano - stia tranquillo De Raffele perché tra un anno, circa, saranno i serresi ad esprimere un giudizio su di lui e su questa amministrazione e sono certo che non sarà affatto positivo.

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Giudice di pace: De Raffele (Fi), "Non abbiamo bisogno delle sollecitazioni del Pd"

SERRA SAN BRUNO - Arriva a stretto giro di posta, la risposta dell’amministrazione comunale, alla nota, con la quale il segretario cittadino del Partito democratico, Paolo Reitano, aveva sollecitato il sindaco ad intervenire per preservare la sede del Giudice di Pace. Nella replica, vergata dal presidente del consiglio in pectore, Giuseppe De Raffele, si legge: “Abbiamo sempre riconosciuto l’importanza degli uffici del Giudice di Pace a Serra San Bruno e sappiamo bene che occorre battersi fino alla fine per mantenere la sede nella nostra cittadina. Certamente non abbiamo bisogno né delle sollecitazioni né delle minacce di quel Pd che quando è stato chiamato ad amministrare la nostra città ha pensato principalmente a litigare, tanto da autodistruggersi, e ancora oggi i motivi di quello che è successo non sono del tutto chiari. Notiamo ancora una volta il classico atteggiamento della sinistra che da una parte sembra porgere la mano e dall’altra è pronta ad accusare ponendo in essere i soliti processi alle intenzioni. Stia sicuro Paolo Reitano: quello che è nelle possibilità dell’amministrazione comunale sarà fatto celermente e con determinazione. Il nostro scopo è infatti quello di dare risposte alla popolazione serrese e, proprio per questo, siamo pronti ai contributi costruttivi. Di certo, se qualcuno ha intenzione di darci delle lezioni, gli consigliamo di chiamare a raccolta i suoi compagni di partito e di coalizione e di guardarsi, tutti insieme, allo specchio”.

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Call center, i lavoratori pronti alle barricate

SERRA SAN BRUNO - Per ore alla cuffia, forse non al gelo ma certamente con il fantasma dello stress che aleggia sempre sulle loro teste. Non per uno stipendio da favola, ma per una cifra variabile non sufficiente in ogni caso a mandare avanti una famiglia. Disposti al sacrificio, non a vedere violata la loro dignità. I lavoratori del call center lavorano in un clima di incertezza e di tensione che si nota subito quando si viene a contatto con loro. Per come raccontano, la Abramo Customer Care è in pole position per acquistare il ramo d’azienda Infocontact che li riguarda da vicino. Sono una quarantina, propensi al dialogo e nello stesso tempo determinati a raggiungere il loro obiettivo: la reale continuità delle prestazioni. “L’acquirente – spiegano – ci ha fatto capire che non intende mantenere sedi periferiche come Serra e Stefanaconi. È disponibile a tenerci, ma spostandoci su Lamezia. Eventualità che non possiamo prendere in considerazione perché i costi e i disagi sarebbero così elevati da imporci, di fatto, una rinuncia. Semplicemente, non ci sembra giusto anche perché in quanto a produttività non ci possono rimproverare nulla”. La speranza è riposta nel tavolo tecnico di mercoledì al Mise, dove la ditta Abramo si confronterà con i sindacati. Incrociano le dita, nella peggiore delle ipotesi la trattativa potrebbe  “saltare”. Intanto, i lavoratori hanno incontrato nella tarda mattinata il sindaco Bruno Rosi ed il presidente del consiglio in pectore Giuseppe De Raffele che li hanno ascoltati promettendo il loro “impegno” e di attivarsi per quello che sarà possibile fare. Ma la strada – inutile negarlo – appare in salita e l’incubo è quello della materializzazione di un parallelismo con l’Italcementi di Vibo. Per questo, sono pronti a “proteste eclatanti”.

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