L’aeroporto di Sibari inserito fra le strutture strategiche per la mobilità. Graziano: “Svolta epocale”

L’aeroporto di Sibari è stato inserito nella programmazione economica del nuovo Piano dei trasporti regionale. Sarà coordinato e gestito insieme agli altri tre aeroporti calabresi. L’Assemblea regionale ha infatti approvato gli emendamenti proposti dai consiglieri Graziano e Guccione che reinseriscono lo scalo del nord-est della Calabria tra le strutture strategiche per la mobilità. “Potrebbe essere questa – ha rilevato Giuseppe Graziano - una svolta epocale per risolvere definitivamente la storica questione dell’isolamento di una delle aree della regione con maggiore potenziale economico ma, ad oggi, la più depressa e disagiata”.

Soddisfatto, dunque, il segretario questore del Consiglio regionale per l’ennesimo buon risultato raggiunto a favore del territorio della Sibaritide, del Pollino e dell’Area urbana Corigliano-Rossano e a tutto il Nord della Calabria.

“La nostra battaglia per il diritto alla mobilità – ha dichiarato Graziano -  prosegue senza sosta e con entusiasmo oggi possiamo avocare a questo comprensorio un altro buon risultato. Certo, è solo un piccolo passo nella selva dei disservizi, dei disagi e dei tagli nella quale, purtroppo, l’area ionica del nord della Calabria continua a muoversi. Dopo il paventato depennamento dell’aeroporto di Sibari dalla bozza del nuovo PRT, lo scorso 26 ottobre 2016 in Consiglio regionale invitai i colleghi di maggioranza e opposizione ad una levata di scudi affinché non si perpetrasse l’ennesimo torto a danno del comprensorio della Sibaritide, del Pollino e dell’Area urbana Corigliano-Rossano e più in generale del Nord Calabria. Così è stato – ha sottolineato il componente dell’Ufficio di presidenza - e grazie anche al collega Guccione, che con me ha voluto presentare le mozioni di reinserimento dello Scalo nel nuovo Piano, ora la speranza di un nuovo aeroporto nella Sibaritide diventa più concreta. Ci sono milioni di euro da fondi europei che potrebbero essere investiti per la concretizzazione dell’opera attraverso la nuova programmazione comunitaria. Da qui, allora, il mio invito – ha scandito ancora Graziano -, che condivido con le Istituzioni e con i cittadini della Sibaritide, affinché non si perdi altro tempo. La Regione Calabria indica subito le procedure per la realizzazione di questa infrastruttura strategica. Nel frattempo, da rappresentanti istituzioni di coscienza e che hanno a cuore le sorti del territorio, continueremo a batterci perché il diritto alla mobilità venga finalmente riconosciuto. E quindi che si possano avere lungo la litorale ionica strade sicure e ferrovie efficienti, integrate ad un sistema portuale e aeroportuale funzionante. Non chiediamo la luna – ha concluso - ma semplicemente quello che è nelle prerogative di ogni cittadino italiano”.

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Forti piogge nell’Alto Jonio cosentino, Graziano: “Dichiarare lo stato di calamità”

“Dopo la bomba d’acqua nell’Alto Jonio cosentino, il Governo regionale dichiari subito lo stato di calamità per le zone interessate dal nubifragio. Il comparto agricolo così come anche la maggior parte delle strade e delle infrastrutture della costa e delle aree montane, hanno subito danni ingenti. Buona l’attività di prevenzione avviata lo scorso anno dagli uffici regionali per mettere in sicurezza alcune aree a rischio frane, ma non sicuramente sufficiente ad evitare pericoli per la popolazione. La piena dei torrenti Ferro e Falce, che in alcuni punti sono anche tracimati, sono la testimonianza che c’è ancora tanto da fare sulla manutenzione dei fiumi soprattutto per quanto riguarda la pulizia degli alvei e la messa in sicurezza degli argini. Ancora una volta, siamo costretti a raccogliere il grido di dolore dei cittadini calabresi e degli agricoltori che hanno visto andare in fumo lavoro e sacrifici di un anno”. È quanto dichiara il segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, che, attraverso un’apposita interrogazione consiliare, chiederà formalmente al governatore Oliverio di riconoscere lo stato di calamità naturale per le zone dell’Alto Jonio cosentino a seguito dei violenti nubifragi che si sono verificati nel periodo tra il 12 ed il 20 marzo scorsi. “Nelle ultime ore – dichiara Graziano – sto raccogliendo il grido d’allarme di numerosi cittadini e agricoltori del comprensorio dell’Alto Jonio cosentino – Pollino a causa degli ingenti danni provocati dalla pioggia caduta abbondante negli ultimi giorni. Stamani ho avuto modo di constatare personalmente i disagi e le criticità emerse, soprattutto a causa delle frane e dello straripamento di alcuni torrenti che hanno invaso centinaia di ettari di terreno agricolo coltivato e diverse strade interne poderali, molte delle quali rimangono l’unica via di collegamento tra i centri abitati del versante montuoso. La preoccupazione – aggiunge il Consigliere regionale – è tanta perché la fase di allerta meteo non sembra del tutto terminata e si prevedono piogge anche nei prossimi giorni, con il rischio che i danni possano accentuarsi. Al danno materiale si aggiunge anche il danno economico dei coltivatori e produttori d’agrumi che, particolarmente nell’area di Amendolara, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Oriolo e Rocca Imperiale erano in piena attività di coltivazione di orti, vitigni e dei caratteristici limoneti autoctoni. La cui campagna è andata quasi del tutto distrutta a causa delle violenti piogge e delle grandinate. Pertanto – conclude il segretario questore – è necessario che il Governo regionale, si faccia carico dei grandi disagi e dei terribili effetti del maltempo, che purtroppo negli ultimi anni sono all’ordine del giorno in questo vasto comprensorio, e dichiari lo stato di calamità. Così da consentire, soprattutto al mondo dell’agricoltura, di poter ripartire e continuare ad essere il motore trainante dell’economia dell’area ionica cosentina”.

Riordino rete ospedaliera, “subbuglio in tutta la Calabria”

“Sanità, c’è un’intera regione in subbuglio. Da nord a sud della Calabria il Piano Scura ha messo ancor più a soqquadro un sistema assistenziale già di per sé precario e inefficiente. Questo, con gravi colpe della classe politica dirigente regionale e soprattutto del Governo nazionale che ha messo a capo della struttura commissariale una persona fuori dal contesto e dalle realtà del territorio. La riorganizzazione della rete ospedaliera, così come quella del servizio sanitario, fa acqua da tutte le parti e sono comprensibili le contestazione che nelle ultime ore si sono sollevate nei diversi territori calabresi, specie sul Tirreno cosentino. Dove i sindaci di 15 Comuni hanno chiesto che l’ospedale di Praia a Mare venga riconosciuto, al pari di altre realtà di confine, come struttura di zona disagiata e, diversamente da quanto stabilito dal piano commissariale che decurta ancora più posti letto, si provveda alla sua riapertura”. È quanto dichiara il consigliere regionale Giuseppe Graziano, auspicando che il presidente Mario Oliverio, già da domani, “nel corso della riunione dell’ufficio di presidenza, alla quale parteciperò nella veste di egretario questore del Consiglio regionale, e della conferenza dei capigruppo tracci una linea chiara e di rottura netta verso le decisioni assunte dal commissario straordinario per la Sanità, Massimo Scura, in vista della prossima Assemblea regionale. È comprensibile - afferma Graziano – l’ira di Oliverio che ha bocciato sonoramente il Piano Scura. Ma sia chiaro che ogni atto politico credibile di reazione al provvedimento commissariale sarebbe suffragato solo dalla richiesta di dimissioni del commissario stesso. Tutto il resto sarebbe melina e solo una protesta di facciata. Certo – aggiunge il consigliere regionale – è opportuno bloccare, in prima istanza, tutti i provvedimenti di riordino ospedaliero, a partire da quelli varati per l’area tirrenica. Sono state effettuate scelte cervellotiche che ledono i diritti costituzionalmente garantiti sull’assistenza sanitaria. Perché nel nuovo Piano di rientro vengono detratti impropriamente posti letto ai nosocomi e la rete di assistenza territoriale è ridotta ai minimi termini. Quando, invece, sarebbe opportuno garantire un migliore accesso al diritto alla Salute, soprattutto in quelle aree disagiate e di confine della Calabria, come l’alto Tirreno, dove una scarsa capillarità del servizio favorirebbe maggiore migrazione sanitaria verso la Basilicata e la Campania e, quindi, maggiori spese per la Regione. Ecco perché – prosegue Graziano – facendo fronte comune con i sindaci del tirreno cosentino, che lo scorso venerdì 4 marzo si sono riuniti per pianificare una forte azione di protesta contro l’attuazione del Piano Scura, nel prossimo Consiglio regionale mi farò portavoce di questo palese e diffuso malumore, chiedendo al presidente della Regione Calabria di annullare il provvedimento riorganizzativo del servizio sanitario e pretendendo – conclude il segretario questore - che il presidio di Praia a Mare venga riconosciuto come ospedale di zona disagiata, così da poter procedere all’emanazione di un decreto correttivo che ne preveda la riapertura”.

Sanità calabrese malata: bimba costretta a vivere fuori regione

"Com’è di prassi in tutte le regioni d’Italia ed in ogni Paese civile è opportuno assicurare agli ammalati gli strumenti e le risorse idonee affinché possano accedere alle cure. Soprattutto se si tratta di bambini, affetti da gravi e rare malattie. È risaputo che la Calabria, purtroppo, non ha mezzi e strumenti ospedalieri per far fronte ad esigenze e criticità cliniche particolari, ma dal momento che nella Sanità pubblica regionale, così come emerso anche da recenti indagini e statistiche, lo sperpero di risorse è massimo, è un dovere, innanzitutto morale, per le Istituzioni intervenire con decisione e senza tentennamenti, trovando le dovute soluzioni. Questo per evitare che si verifichino casi di mala gestione della sanità come quello di cui è vittima una bambina di Corigliano Calabro affetta da una grave malattia, che la costringe a risiedere quasi stabilmente fuori regione. Nel totale disinteresse delle Istituzioni regionali". È quanto chiede il Segretario questore dell’Assemblea regionale, Giuseppe Graziano, che partendo proprio dal caso clinico di una bimba originaria di Corigliano Calabro, affetta da diverse patologie, ha presentato un’interrogazione al presidente Oliverio. "Sulla salute dei cittadini non si scherza – ammonisce Graziano – a maggior ragione se ad avere bisogno di sostegno e aiuto sono i bambini. Ecco perché spero che all’interrogazione venga data repentina risposta, prima che sia troppo tardi per intervenire. Da qualche tempo seguo la dolorosa vicenda della bimba. Un caso sociale e sanitario particolare, ma simile a tante storie vere della nostra Calabria, al quale le Istituzioni regionali, purtroppo, non riescono a dare una soluzione in termini di servizi certi ed efficienti. È questa la dimostrazione che il sistema sanitario calabrese soffre di un’emorragia di servizi che il Piano di rientro, così come studiato dal Commissario Scura, evidentemente non riesce a contenere. E non vorremmo che da qui a qualche tempo ci trovassimo di fronte all’irrimediabile". "Il caso di Corigliano – precisa il Segretario Questore -  è drammatico. La bambina non è in grado di condurre una vita autonoma, non può camminare e correre, non parla, non ci vede ed è purtroppo collegata ad una macchina di ventilazione e ad una bombola di ossigeno. Oggi, dopo tanti ricoveri in diversi ospedali e tantissimi viaggi della speranza, la bambina e la sua famiglia sono costretti a rimanere a Palermo perché nella regione Calabria mancano centri specialistici pediatrici. Questa situazione – aggiunge Graziano - non solo causa enormi sofferenze alla famiglia, legate allo stato di salute della bambina, ma comporta anche grandi problemi economici perché per tutte le spese logistiche non sono stati ancora riconosciuti rimborsi. Questo, nonostante le leggi regionali prevedono i rimborsi per le spese mediche, gli spostamenti e la necessaria assistenza ma con un iter burocratico legato ad una preventiva programmazione. Pianificazione, questa, che per il caso clinico della bambina non è possibile da stabilire perché gli aggravamenti dello stato di salute non sono prevedibili. Per di più, le condizioni di salute della piccola non le consentono di affrontare in ambulanza i lunghi viaggi necessari per sottoporla alle diverse visite di controllo presso i diversi centri specialistici, sparsi in tutta Italia, in cui da tempo è seguita. Dunque, ci troviamo di fronte ad una famiglia abbandonata dalle Istituzioni regionali". "Ecco, allora, partendo da questo caso, che pur nella sua eccezionalità accomuna tanti ammalati calabresi, ho chiesto – scandisce Graziano - al presidente Oliverio di assumere provvedimenti urgenti che assicurino il diritto alla salute per tutti i cittadini e, nella congiuntura particolare, di programmare con il Dipartimento Sanità delle misure che consentano di riconoscere e rimborsare le spese affrontate dalla famiglia della bimba, ma non solo – conclude – ho chiesto anche di garantire alla bambina spostamenti con mezzi veloci, quindi con velivoli che, tramite presentazione di protocollo salvavita, possano soccorrerla ogni qualvolta ne avesse bisogno, come avviene già in altre regioni".

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Salerno: “Conferma Graziano in Consiglio regionale è una buona notizia per la Calabria”

“Il positivo pronunciamento della Corte d’Appello in riferimento all’eleggibilità in Consiglio regionale di Giuseppe Graziano rappresenta una buona notizia non solo per il centrodestra, ma anche per la Calabria che potrà continuare a contare sull’importante apporto di un uomo delle Istituzioni che fa della correttezza e della trasparenza i punti di riferimento del proprio agire politico-amministrativo”. È quanto afferma il consigliere regionale Nazzareno Salerno, ad avviso del quale, “la preparazione e la grande esperienza di Graziano sono degli utilissimi strumenti al servizio della collettività, le sue idee e la sua capacità di confrontarsi senza pregiudizi costituiscono un contributo significativo per il dibattito consiliare”. “La conferma di una figura dalle particolari doti umane quali quelle di Graziano – conclude l’esponente azzurro - non può che tradursi in uno stimolo a continuare a lavorare assiduamente nell’interesse della nostra comunità”.

La Corte d'Appello conferma: Giuseppe Graziano resta in Consiglio regionale

Giuseppe Graziano resta, a pieno titolo, in Consiglio regionale. La Corte d’Appello di Catanzaro ha disposto la sospensione del giudizio in merito alla presunta illegittimità elezione del consigliere regionale della Calabria e la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale. I Giudici, visto l’articolo 23 della legge 11 marzo 1953 numero 87, hanno dichiarato rilevante la possibilità di violazione all’articolo 51 della Costituzione. Che nelle more tutela chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive. Il quale ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro. È questo il senso del Dispositivo emesso stamani dalla Corte di Appello di Catanzaro, Prima sezione Civile. Che, recependo la tesi del Collegio difensivo di Giuseppe Graziano, composto dagli avvocati Alfredo Gualtieri, Francesco Furriolo e Federico Tedeschini, ha sospeso il giudizio della causa civile apertasi a seguito del ricorso presentato da Gianluca Gallo, risultato primo dei non eletti nella lista Casa delle Libertà in occasione delle ultime consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria. “La Corte d'Appello – ha dichiara l’avvocato Alfredo Gualtieri a nome dell’intero pool di difesa – ha accolto la tesi che abbiamo sostenuto sin dal primo grado di giudizio, emettendo una decisione che fa ‘giurisprudenza’ poiché è la prima volta, dopo tanti anni di vigenza della norma, che una eccezione di tal genere viene proposta in sede giudiziaria. Siamo soddisfatti per la decisione responsabile ed ineccepibile del Collegio Calabrese ed attendiamo fiduciosi anche il verdetto della Corte Costituzionale”. “La Corte di Appello di Catanzaro -  si legge nella ordinanza -  rileva un evidente vulnus nell'impianto normativo attualmente vigente che non garantisce, a detta dei Giudici, il pieno rispetto della parità di accesso di tutti i cittadini alle cariche elettive, secondo quanto previsto dall'art. 51 della Costituzione. Il Collegio ritiene, infatti, che il subordinare l'efficacia del'astensione lavorativa alla discrezionalità dell'amministrazione di appartenenza non garantisca i diritti degli interessati, in quanto il provvedimento di accettazione della domanda di aspettativa per motivi elettorali si sostanzia in una mera presa d'atto senza possibilità di alcuna valutazione di merito. Potrebbe accadere, in concreto, che l'amministrazione assuma il provvedimento formale oltre i termini di legge con conseguente ineleggibilità del candidato. Allo stesso modo, effetti pregiudizievoli si produrrebbero in caso di inerzia dell'Amministrazione che, per ragioni varie ed in assenza di valide motivazioni non provveda nell'immediatezza con evidente compromissione dei diritti costituzionalmente garantiti. Tali evenienze - osservano i Giudici - potrebbero essere scongiurate solo con una presentazione della domanda di astensione con un congruo anticipo rispetto alla presentazione delle liste con conseguente collocamento in quiescenza eccessivamente in anticipo rispetto alla formalizzazione delle candidature, con ciò determinandosi quella disparità di trattamento violativa dell'art. 51 della Costituzione”.

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge sui gruppi di pressione

"Mai più centri di interesse e di potere che possano creare sperequazioni tra i cittadini, tra chi produce economia e anche tra chi ha il delicato impegno, oggi, di rappresentare le Istituzioni. A tutti i livelli. Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato nella seduta odierna la Legge regionale 'Disciplina sulla trasparenza dell’attività politica e amministrativa della Regione Calabria e dei suoi enti strumentali e sull’attività di rappresentanza di interessi particolari', proposta dal Segretario questore Giuseppe Graziano, che regolamenta in modo efficace i cosiddetti gruppi di pressione. Un risultato storico che cambierà i concetti di partecipazione e amministrazione, rendendoli ancora più trasparenti. E che ciò avvenga in Calabria – dove il “sommerso” è all’ordine del giorno – dimostra che questa terra ha ancora tanto coraggio e soprattutto la volontà di riscatto utile ad ingranare la marcia e produrre nuovo sviluppo per costruire un futuro migliore alle nuove generazioni. Siamo la prima Regione in Italia ad applicare una norma essenziale che garantisce la concorrenza leale e produttiva e che potrà essere presa come modello dalle altre regioni e dal Governo centrale così da renderla ancora più efficace". È quanto fa sapere lo stesso deputato regionale Giuseppe Graziano, presidente nazionale del movimento "Il Coraggio di Cambiare l’Italia" ringraziando i colleghi consiglieri per aver sostenuto ed approvato la proposta di legge che regolamenta le lobbying. "Da oggi la Calabria – dichiara Graziano – ha compiuto un passo in avanti nella democrazia. Con l’approvazione della legge che disciplina in modo efficace e trasparente la rappresentanza di interessi particolari, si dà concretezza al concetto e all’idea di cambiamento positivo. Che auspico da tempo. Il Consiglio regionale, accogliendo con un corale e unanime consenso la mia proposta di legge del settembre scorso, ha scritto un’importante pagina di storia".  "Una società matura – aggiunge ancora il Segretario questore, spiegando le ragioni che hanno portato a proporre la legge - non può non disciplinare le attività di rappresentanza di interessi particolari, anche al fine di evitare che dietro un fenomeno naturale e di per sé lecito si annidino zone grigie, pericolose per la nostra società. Questa legge, unico caso in Italia, non si concentra solo sul Consiglio Regionale e sulle sue articolazioni interne, ma si estende alla Giunta e ai dipartimenti regionali come pure a tutti gli enti sub-regionali, favorendo così anche in tali enti circuiti virtuosi di democraticità e legalità. È sufficiente pensare ai colossali interessi che ruotano attorno alla sanità, all’ambiente, al lavoro, alle imprese, per comprendere come non era oramai possibile procrastinare l’adozione di uno strumento normativo che favorisca anche in quelle sedi la massima trasparenza nelle decisioni pubbliche". "Presentando la legge – prosegue Graziano - affermavo che la sua celere approvazione avrebbe contribuito a dimostrare con i fatti che questa Regione, ponendosi in questa materia all’avanguardia sia rispetto ad altre regioni sia rispetto allo Stato, è capace di dotarsi di regole democratiche avanzate in piena autonomia e non perché vengono imposte dall’esterno. È vero che l’approvazione di una legge non è sufficiente per vederla operare, essendo ora compito degli organi amministrativi darne celere attuazione, sulla quale vigilerà il Consiglio e, spero, la società tutta. Non di meno, posso affermare, senza timore di smentita, che il passo compiuto dal Consiglio Regionale indurrà i calabresi a riporre maggiore fiducia nelle Istituzioni. Ritengo che questa legge, tra i suoi tanti benefici che potrà offrire allo sviluppo e alla partecipazione, riqualifica concretamente nel giudizio della gente anche la struttura politico-burocratica che governa la Calabria". "E di questo – conclude - non posso che esserne orgoglioso perché la legge sulle lobbying, letta nel contesto ampio dell’opinione pubblica, rappresenta concretamente il coraggio del cambiamento".  

 

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Decreto prescrizioni mediche, Graziano: “Oliverio sospenda la norma altrimenti la Sanità rischia il black-out“

“La burocrazia di Renzi affossa la sanità. Altro che riforme e semplificazioni. Le nuove regole imposte dal Governo centrale che dettano ‘le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale’, tra tagli, restrizioni e decurtazione di diritti, genereranno un caos infinto. Sia tra gli utenti che tra i medici di base, costretti a lavorare con ricettari, prontuari e codici che sono contraddittori rispetto a quanto stabilito dal normativa. Non solo. Per le complessità insite al nuovo decreto ogni studio medico rischia di rallentare in modo paradossale le attività di assistenza. E in Calabria, come immaginabile, la situazione potrebbe assumere risvolti peggiori a causa di un sistema già di per sé in affanno e che rischia il definitivo black-out”. A lanciare l’allarme è il segretario questore del Consiglio regionale Giuseppe Graziano che, condividendo le giuste preoccupazioni poste negli ultimi giorni dalle associazioni nazionali dei medici e dei consumatori per l’ennesimo “atto capestro” del Governo Renzi, ha presentato un’interrogazione consiliare per chiedere e suggerire al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio di sospendere il decreto ministeriale del 9 dicembre 2015 in attesa di verifiche e disposizioni chiare ed applicabili. “Clamoroso al Cibali! Verrebbe da dire – sottolinea sarcasticamente Graziano – perché le ‘bugie riformiste’ di Renzi si racchiudono tutte nel decreto ministeriale ‘Condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale erogabili nell’ambito del SSN’ varato nel dicembre scorso.  Perché questa legge è l’esempio lampante della confusione gestionale che l’ex sindaco di Firenze ha posto come metodo di governo della Nazione. È inutile dire che a pagarne le peggiori conseguenze saranno le regioni del Meridione e principalmente la Calabria e i calabresi che stanno già saldando il caro scotto delle scelte nefaste di quarant’anni di regionalismo che ha affossato il comparto della Sanità. Oggi, a giusto coronamento di questa condizione di estrema precarietà, giungono anche le direttive del Governo. Infatti, alcune disposizioni contenute nel decreto sulle prescrizioni mediche sono, oggettivamente, non applicabili da un punto di vista tecnico. Basti pensare semplicemente che la modulistica ad oggi a disposizione dei medici per le prescrizioni non consente per come è fatta di seguire le norme dettate dal Decreto. Ma questo, per quanto assurdo - continua il consigliere regionale – non è l’aspetto più preoccupante. Con questo decreto viene meno un ruolo fondamentale del medico: la possibilità di fare prevenzione! Che sarà tutta a carico del paziente. Anzi, considerato che ormai è scaricata sui medici tutta la responsabilità degli esami prescritti con conseguenze pecuniarie di non poco conto, si potrebbe incrinare quel rapporto di fiducia che lega il paziente al proprio medico.  Siamo all’antitesi di un sistema sanitario nazionale equo per tutti i cittadini. E a voler pensar male anche in questo caso la spinta verso il privato per le coperture e le assicurazioni sanitarie pare proprio dietro l’angolo. Renzi ed il suo ministro – prosegue - dovranno spiegare perché come al solito il contenimento della spesa sanitaria si trasforma sempre in un danno per il cittadino. Ma aggiungo anche che la farraginosità imposta dal Decreto per le prescrizioni avrà un notevole impatto sul lavoro quotidiano dei medici, che impegnati nella ricerca di codici e sottocodici per fare una prescrizione a fine visita medica saranno costretti a sottrarre tempo prezioso per visite e diagnosi. Anche in questo caso, onde evitare lo sconquasso totale della Sanità in Calabria, la cui ripresa passa attraverso un sistema di gestione semplice e sintetico, abbiamo una soluzione. A darcela è ancora una volta la Regione Toscana che ha sospeso l’applicazione del decreto in attesa di verifiche e disposizioni più chiare e semplificative. La Calabria deve fare lo stesso. Ancora una volta, dunque – conclude Graziano – mi appello al presidente della Regione Calabria affinché, nella prossima conferenza Stato-Regioni, si faccia portavoce di soluzioni migliorative, dimostrando il coraggio di cambiare un sistema, quello della Sanità, oggi ancora più anacronistico, farraginoso ed iniquo”.

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