Decreto Calabria bis, Graziano: “La sinistra occupa militarmente la sanità calabrese”

«Decreto Calabria bis, si tratta di un’occupazione politica “manu militari” degli apparati di governo della Sanità in Calabria, da parte della sinistra. È una vergogna! Altri tre anni di inutile commissariamento del diritto alla salute, dopo che gli ultimi 13 hanno portato nel baratro tutto il sistema di assistenza sanitaria della nostra Regione costringendo i calabresi ad emigrare anche per piccole patologie. Ospedali chiusi, servizi ridotti all’osso e disorganizzazione imperante, a fronte di uno sperpero esorbitante di risorse. Questo è un sopruso politico bello e buono da parte del Ministro della Salute, che approfittando di un periodo di transizione delicato e doloroso per la Calabria, senza dimostrare alcun rispetto delle volontà della compianta Governatrice Santelli e quindi della maggioranza dei calabresi che l’avevano eletta, sta per varare un provvedimento vile che accentrerà nella figura del Commissario alla Sanità tutti i poteri di gestione. E questo solo per favorire la prossima campagna elettorale regionale del centrosinistra».

È quanto afferma il presidente del Gruppo UdC in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, che già nei giorni scorsi aveva anticipato l’emanazione di un nuovo Decreto Calabria, preoccupato dei risvolti che lo stesso potrà avere sui servizi sanitari calabresi. E oggi lancia un appello a tutti i partiti del Centro Destra per promuovere una manifestazione di protesta contro una scelta vile e oltraggiosa del Governo e del centro sinistra.

«Fare voti sui bisogni delle persone – dice Graziano – è un atteggiamento deprecabile. E purtroppo non si può leggere in altro modo la scelta del Governo e del centrosinistra che regge le sorti del dicastero della Salute. Così come dispiace e addolora profondamente che a questo gioco si siano prestati anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle che con questa mossa, almeno in Calabria, abdicano di fatto a favore del Partito democratico. La bozza del nuovo decreto è l’apoteosi del Commissariamento della Sanità nel quale vengono accentrati tutti i poteri, persino quello di tenere sottoposto il Dipartimento della Salute. Di fatto si toglie alla Regione la prerogativa, sancita dalla Costituzione, delle scelte amministrative e la volontà elettorale dei cittadini viene soppressa. Questa è la dittatura sanitaria pensata e applicata dalle sinistre per “gestire” la prossima campagna elettorale. Nonostante 13 anni di commissariamento durante i quali sono stati prodotti solo danni, che basta farsi un giro su sé stessi per toccare con mano, e un disavanzo totale che raggiunge la soglia di quasi 2 miliardi di euro».

«Il nuovo commissario – precisa il capogruppo e vicesegretario regionale vicario dell’UDC - sarà ovviamente nominato dal Ministero e quindi dalla politica che regge le sorti del Dicastero della Salute e ai servigi della figura commissariale saranno assunti 25 nuove figure professionali inquadrate nel ruolo di dirigenti e funzionari. E queste persone saranno pagate con i soldi dei calabresi che hanno già le tasse al massimo delle aliquote senza avere in cambio un servizio sanitario degno di questo nome. Non solo, a questo punto è inutile anche il riparto del fondo nazionale sulla sanità perché, almeno per i prossimi tre anni, non sarà la Regione a gestire questi soldi. È opportuno, quindi, che lo Stato si faccia carico anche di pagare le spese che si producono per la migrazione sanitaria dato che questa avviene per le palesi inefficienze del servizio assistenziale regionale provocato dai tagli indiscriminati e senza senso prodotti dal commissariamento».

«Credo che la misura sia colma. Già in queste ore – conclude - insieme al segretario regionale Franco Talarico e al segretario nazionale dell’UdC, Lorenzo Cesa, siamo in contatto con tutti gli altri partiti del centro destra per promuovere una manifestazione di protesta contro questa nuova sciagurata e vile azione di boicottaggio della democrazia innescata dalla sinistra di governo»

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Sanità, Graziano: “Pericolosa l’intenzione del governo di proporre nuovi commissariamenti”

"Emergenza sanità: siamo difronte ad un punto di non ritorno. Se lo oltrepassiamo rischiamo una crisi irreversibile e l’implosione totale del sistema salute della nostra regione.

Il Ministero della Salute, infatti, ha palesato l’intenzione di prorogare il famigerato Decreto Calabria. Se tutto questo dovesse essere confermato vuol dire che il diritto alla salute dei calabresi sarà definitivamente calpestato in nome di inspiegabili dinamiche politiche e di potere. Più di dieci anni di commissariamento della sanità ha dimostrato che non è questa la via giusta per restituire diritti ai cittadini: dal 2009 ad oggi è stato accumulato un disavanzo abnorme (perfino difficile a scrivere) senza che venissero conclusi investimenti strutturali, chiudendo ospedali e creando solo innumerevoli disservizi. Ora basta".

È l’allarme che torna a lanciare il Presidente del Gruppo Udc in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, facendo appello ai parlamentari calabresi affinché comprendano, e siano persuasivi nei confronti del ministro Speranza, l’inutilità di proseguire nello stillicidio dei commissariamenti della sanità in Calabria.

"Il Decreto Calabria – aggiunge Graziano – è stato un fallimento totale. Aver istituito la figura dei commissari anche nella direzione delle aziende sanitarie ha dimostrato come non ci potesse essere scelta peggiore. Nell’ultimo anno e mezzo ci siamo ritrovati alla guida del sistema di assistenza territoriale figure estranee all’apparato sanitario territoriale che non sono state capaci di assumere delle decisioni importanti e strategiche. Queste sono le cose cervellotiche che ha prodotto il Decreto Calabria. Palesatesi in modo ancora più grave in questa fase di emergenza coronavirus. Una confusione imperante con scelte assunte in contrasto con le direttive regionali. Come quella dei centri Covid. A Corigliano-Rossano, sulla carta, ce n’è uno che è stato dotato di uomini, spazi e strumenti che, di fatto, non è mai entrato in funzione. E stessa cosa si potrebbe dire del presidio di Cetraro".

"Allora – precisa il capogruppo regionale Udc – è giunto il momento di invertire la rotta. Confermare lo status quo, che ha messo in luce la mancanza totale di strategie, di decisioni, di scelte e di coraggio, significa decretare per sempre il fallimento della sanità calabrese. Non ce lo possiamo permettere. Il Governo regionale ed in primis la presidente Jole Santelli hanno avanzato una chiara richiesta di responsabilità al governo: restituisca alle Istituzioni elette il diritto di amministrare il diritto alla salute dei calabresi. Perché di una cosa siamo certi, peggio di quanto è stato fatto fino ad oggi è impossibile replicarlo. Ci sono idee, programmi, iniziative legislative in campo, come la riforma del sistema sanitario calabrese con la scissione delle aziende ospedaliere dalle Asp, che consentirebbero di rimettere in sesto un sistema malato e morente. Ma soprattutto, restituire il controllo alla gestione ordinaria significa far gravare le responsabilità delle scelte sulla classe politica che di tutte le decisioni che verranno assunte dovrà dare poi conto ai cittadini. Invece, per come è strutturata oggi la Sanità ognuno rimane immune da responsabilità mentre la gente continua ad andare fuori regione anche per curarsi un’unghia incarnita o, peggio, continua a morire per l’inefficienza dell’apparato di assistenza pubblica. Siamo ad un punto di non ritorno – conclude Graziano - se si oltrepassa sarà la fine".

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Vitalizi, Graziano:"Se una legge non piace alla gente è giusto che venga abolita"

«Il Consiglio regionale della Calabria ha abrogato le modifiche alla Legge Regione 13/2019 sulle rendite pensionistiche dei componenti dell’assemblea. Si tratta di un gesto di maturità da parte della politica e di ascolto delle giuste istanze dei cittadini. In sede di approvazione era stato commesso un errore di metodo e di valutazione perché non si è considerata la volontà che è e rimane il perno attorno al quale far ruotare l’attività istituzionale. Fino a qualche anno fa avremmo letto un esito diverso a questa vicenda ma oggi la società è giustamente cambiata e chi ha il compito di amministrare la democrazia deve essere portavoce delle esclusive istanze della gente».

È quanto dichiara il presidente del Gruppo consiliare Udc all’interno del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Graziano, all’esito della seduta assembleare straordinaria odierna convocata con un unico punto all’ordine del giorno proprio per abrogare le modifiche apportate alla LR 13/2019 approvate all’unanimità nella precedente seduta di martedì 26 maggio.

«Un buon politico – aggiunge Graziano - sa ascoltare il popolo. E in questi giorni il popolo ci ha detto, anche a muso duro, che quella norma con la quale si permetteva anche ai Consiglieri regionali che non avessero finito il mandato di poter accedere ad un diritto pensionistico, a fronte del pagamento della contribuzione, non era giusta. In questi lunghi giorni ne abbiamo parlato, discusso, ragionato ed è evidente che si tratta di una regola impopolare. E se una legge non piace alla gente è giusto che venga abolita. E non dico questo sventolando la bandiera del populismo ma semplicemente perché sono convinto da sempre, e la mia storia personale e politica lo testimonia, che un rappresentante dei cittadini deve stare nelle istituzioni esclusivamente per rappresentare il popolo. Può sembrare retorica ma è chiaro che non lo è. I tempi sono cambiati. La Democrazia è diventata più diretta e immediata e l’ascolto della gente deve essere alla base di ogni mandato elettivo. Io, del resto, lo faccio da sempre. Si può rimediare ad un errore? Assolutamente sì. Ed è questo che, con grande maturità, abbiamo fatto oggi. In questa storia ci ho messo la faccia in prima persona, anche più di quanto in realtà mi sarebbe spettato fare. Tutti sanno che vengo da un’esperienza politica giovanissima. E prima di entrare nel mondo delle istituzioni ho lavorato per 40 anni, vivendo del mio lavoro e portando oggi a casa una pensione che ho guadagnato sul campo. Non avrei avuto bisogno di altre indennità pensionistiche. Una cosa è certa, al netto della polemica che – ripeto – è stata giusta e condivisibile, mai prima d’ora avevamo assistito ad un gesto di così grande correttezza e trasparenza da parte della politica. Che si ravvede, più che di un errore, sull’inopportunità di fare le cose che non vuole il popolo».

PSA, Corigliano-Rossano non rischia il commissariamento. Graziano: Si blocchino le procedure amministrative

"Piano Strutturale Associato della Sibaritide, non c’è alcun rischio commissariamento. Anche in questo caso, ogni decisione in merito allo strumento urbanistico dovrà essere demandata alla nuova Amministrazione comunale della Città Corigliano Rossano. I Sindaci pro tempore soprassiedano ad ogni decisione in merito, che al momento, oltre a risultare incomprensibile, sarebbe inutile e deleteria rispetto ad una programmazione che non può non considerare una visione d’insieme, non solo del comprensorio, ma anche delle due comunità. Abbiamo tutto il tempo per ristabilire criteri e forme del PSA e renderlo realmente un piano produttivo e calzante alle esigenze della nuova conformazione territoriale e urbana, della sua economia e del suo ambiente".

È quanto dichiara il presidente nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italiapromotore e firmatario della legge regionale sulla fusione di Corigliano e Rossano, Giuseppe Graziano, intervenendo nella polemica apertasi nei giorni scorsi in merito all’adozione del nuovo strumento urbanistico, e che a riguardo ha avuto già modo di confrontarsi con il Governo e gli Uffici regionali.

"Non c’è alcun rischio commissariamento – ribadisce Graziano – né tantomeno permetteremo al commissario prefettizio, che traghetterà la Città Corigliano Rossano verso nuove elezioni, di adottare motu proprio il PSA. Si è atteso oltre dieci anni per giungere alla composizione di questo piano strategico per lo sviluppo urbanistico territoriale e non possiamo, ora, farci attanagliare dalla fretta. Perché? Si commetterebbe un peccato originale imperdonabile dal momento che il Piano non considera le dinamiche del nuovo Comune.

Che facciamo, deliberiamo uno strumento già vecchio ed inappropriato ancor prima che nasca? Certo, abbiamo oltrepassato il termine ultimo, fissato al 31 dicembre scorso, per l’adozione del PSA ma è anche vero che in Calabria sono 350 i comuni che ancora sono sprovvisti di un piano regolatore e tra questi tantissimi non hanno nemmeno avviato l’iter del nuovo strumento urbanistico. Dunque, è facile desumere che la Regione Calabria deciderà al massimo di commissariare quei comuni che sono all’anno zero nella programmazione. E non di certo Corigliano Rossano.

Atteso che nella normativa regionale è prevista anche la proroga di un anno per i comuni derivanti da fusione. Nulla – scandisce Graziano – è stato lasciato al caso, men che meno il Piano strutturale associato. Se tutto questo non bastasse a chiudere una discussione intentata ma del tutto inutile, ricordo che le ultime e preliminari osservazioni al PSA della Sibaritide da parte della Regione Calabria risalgono a tre anni fa, ovviamente non tenendo conto del processo di fusione. Osservazioni che dovranno essere riproposte ma questa volta rispetto alle indicazione che dovrà obbligatoriamente dettare la nuova Amministrazione comunale di Corigliano Rossano, sul concetto ormai reale della nuova Città.

Sono sicuro, pertanto, che il Sindaco di Rossano con opportuna ragionevolezza bloccherà – conclude il leader del CCI – ogni procedura tesa all’adozione dello strumento urbanistico.

 

Regione Calabria: Graziano in Consiglio tutto rinviato a settembre

Presunta illegittima elezione del Consigliere regionale Giuseppe Graziano, la Corte d’Appello di Catanzaro all'esito della discussione tenutasi stamane (lunedì 15) ha concesso i termini previsti dall’exArt.190 del Codice di procedura civile per il deposito delle memorie conclusionali e le memorie di replica.

Concessi, pertanto, i termini di Legge, tutto è stato rinviato a settembre.

 Dunque, al collegio difensivo, composto dagli avvocati Francesco Furriolo e Alfredo Gualtieri e dal professore avvocato Francesco Saverio Marini, la Corte ha concesso di poter depositare ulteriori memorie atte a chiarire, in modo definitivo, le accuse poste dal ricorrente, primo dei non eletti nella lista della Casa delle Libertà, che aveva sollevato la condizione di illegittimità nei confronti di Graziano.

 La decisione dei Giudici giunge dopo l’acquisizione della sentenza della Corte costituzionale, che lo scorso venerdì 10 marzo aveva dichiarata non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’Art.2, quinto comma, della Legge 23 Aprile 1981  n. 154 (Norme in materia di ineleggibilità ed incompatibilità alle cariche di consigliere regionale, provinciale, comunale e circoscrizionale, e in materia di incompatibilità degli addetti al Servizio sanitario nazionale), sollevata, in riferimento all’art. 51 della Costituzione, dalla stessa Corte d’appello di Catanzaro.

 Con questo atto - secondo la difesa di Graziano - la Corte costituzionale si era limitata semplicemente all’espletamento di una formalità tecnico-burocratica che, in nessun modo, indebolisce, scalfisce o annulla l’elezione plebiscitaria e democratica del Consigliere Graziano. La Corte Costituzionale, in buona sostanza, dopo aver valutato la documentazione prodotta dalle parti in causa e dalla Corte d’Appello di Catanzaro ha ribadito un principio chiaro: quello, cioè, che non sono eleggibili i titolari di organi individuali ed i componenti di organi collegiali che esercitano poteri di controllo istituzionale sull’amministrazione della regione, della provincia o del comune nonché i dipendenti che dirigono o coordinano i rispettivi uffici. Fermo restando che dal punto di vista giuridico, e questo lo ha evidenziato la Corte Costituzionale, non si è elisa la legge perché Graziano, essendo organico ad un Corpo di polizia, è sottoposto a leggi speciali che ordinano e disciplinano la materia in oggetto".

 

Intimidazione al sindaco di Cassono, solidarietà da Giuseppe Graziano

Il macabro episodio di violenza di cui è stato vittima il Sindaco di Cassano allo Jonio lascia esterrefatti e rafforza la consapevolezza di dover creare un fronte di difesa ampio delle Istituzioni, soprattutto quelle locali,  contro ogni forma di sopruso teso a intimidire il loro operato. Quanto accaduto all’amico Gianni Papasso è un episodio assai grave e l’ultimo di una serie infinita di atti vandalici ai danni degli amministratori del comprensorio della Sibaritide. Non abbassare la testa è l’imperativo categorico, continuando a rispondere con la forza della perseveranza e con le azioni a servizio della collettività a chi, invece, vorrebbe sottomettere l’interesse pubblico a quello privato.

È quanto dichiara il Segretario questore del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Graziano, esprimendo e attestando vicinanza e stima al Sindaco di Cassano allo Jonio a seguito del vile atto vandalico, compiuto nei giorni scorsi da ignoti che hanno preso di mira la tomba del padre.

L’ho ribadito in più occasioni – dice Graziano – è necessario adottare misure severe volte a assicurare una maggiore presenza dello Stato nel nostro territorio. Perché è con questo presupposto che si garantisce una maggiore autorevolezza ai Sindaci di amministrare senza dover incorrere in spiacevoli situazioni come quella capitata nelle ultime ore a Gianni Papasso. Il Governo – precisa - ha il dovere di proporre una serie di azioni di contrasto contro la violenza criminale dando forza e nuovi strumenti agli organi di polizia. E questo innanzitutto per tutelare il diritto alla sicurezza e alla libertà dei cittadini e, di conseguenza – aggiunge – anche per creare un’opposizione concreta ai tentativi di intimidazione volti a condizionare la vita democratica degli enti locali. A Papasso giunga la mia vicinanza e la mia solidarietà, certo che saprà portare avanti con ancora maggiore e rinnovata determinazione  il suo mandato elettorale.

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Fusione Rossano-Corigliano, disco verde in I Commissione alla risoluzione da approvare in Consiglio regionale

La Commissione “Affari Istituzionali, affari generali e normativa elettorale”, presieduta dal consigliere Franco Sergio, ha deliberato all’unanimità la risoluzione da sottoporre alla successiva approvazione dell’Aula per l’indizione del referendum consultivo da parte della Giunta regionale relativo alla fusione dei Comuni di Corigliano e di Rossano. Al centro dei lavori odierni, infatti, la proposta di legge n. 182/10 di iniziativa del consigliere Giuseppe Graziano.

“Abbiamo consumato – spiega il presidente Franco Sergio - in Commissione il passaggio che si rendeva necessario nel rispetto della scelta, tradotta in apposite delibere, dei rispettivi Consigli comunali e del Comitato Cento Associazioni  di procedere a questa fusione. Di fatto, qualora venisse confermata con il referendum la volontà popolare, nascerebbe la terza città della Calabria con un bacino di circa 80 mila abitanti. È inutile sottolineare – aggiunge il presidente Sergio - quali e quanti vantaggi, in termini di impatto innanzitutto economico con il valore aggiunto determinato da un gestione dei principali servizi sul territorio, ma anche sociale e culturale, deriverebbero da questa ipotesi di accorpamento che disegna sul territorio un percorso di cittadinanza attiva corroborato da affinità di carattere storico, civile e identitario”.

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Via libera della I Commissione al referendum per la fusione di Corigliano e Rossano

La Commissione “Affari Istituzionali, affari generali e normativa elettorale”, presieduta dal consigliere Franco Sergio, ha dato mandato agli Uffici del Consiglio regionale di predisporre la risoluzione, da approvare nella prossima seduta, per l’indizione del referendum relativo alla fusione dei Comuni di Corigliano e di Rossano che successivamente sarà sottoposto all’esame dell’Aula. 

La decisione è scaturita al termine delle audizioni di Giuseppe Geraci, sindaco del comune di Corigliano Calabro, di Stefano Mascaro, sindaco di Rossano e di Amerigo Minnicelli, rappresentante del comitato “Cento Associazioni”, sulla proposta di legge n. 182/10 di iniziativa del consigliere Giuseppe Graziano nel corso delle quali è stata approfondita la materia e ribadita, da più postazioni, la volontà politica sul progetto di fusione, pur alla luce della necessità, avanzata dal sindaco di Corigliano, di approfondire aspetti di ordine strettamente economico-finanziario. 

“Siamo sul punto - ha asserito il proponente Graziano - di riscrivere la storia dei territori calabresi all’insegna di uno sviluppo integrato sociale e culturale che, si badi bene, non è solo quello del territorio interessato, ma coinvolge tutta la Calabria. È questa la grande valenza legata alla nascita della terza città della Calabria. Con oggi si raggiunge un nuovo obiettivo. E questo grazie a quanti hanno voluto dare ulteriore impulso all’iter burocratico in atto: al presidente della prima Commissione, on. Franco Sergio, ai colleghi consiglieri Bova, Esposito e Mirabello, ai due sindaci di Corigliano e Rossano, Geraci e Mascaro, che hanno confermato la volontà deliberata dalle Assemblee civiche delle due Città, ed al Comitato delle ‘Cento Associazioni’ presieduto dall’avvocato Amerigo Minnicelli”.

“L’obiettivo - ha spiegato il presidente Sergio - è realizzare un miglioramento  e riqualificazione dei servizi erogati ai cittadini, la razionalizzazione dei costi e disegnare nuove ipotesi di collaborazione tra i territori con un sistema di sussidiarietà nello specifico sulle politiche pubbliche. Partendo da qui, le Amministrazioni comunali di Rossano e Corigliano Calabro hanno recepito le istanze delle associazioni che operano sul territorio, aprendo un dibattito che è vivo ancora oggi sull’opportunità di giungere alla costituzione di un Comune unico. Ha così preso corpo, nel tempo, un percorso di cittadinanza attiva quale momento effettivo di costruzione di una comunità vicina ai bisogni e alle priorità dei territorio, che in questo caso è stato alimentato da riflessioni di carattere storico e civile e sul piano culturale ed identitario. Sullo sfondo - ha rilanciato il presidente Franco Sergio - c’è un traguardo di grande impatto: la valorizzazione politica, amministrativa ed economica in un territorio che, considerato il suo complesso, potrà configurarsi in una vera e propria area vasta e si troverà ad accogliere una comunità di oltre 80.000 abitanti residenti”.

Successivamente, la Commissione, passando all’esame del secondo punto dell’ordine del giorno, ha audito Anna Romina Muraca, sindaco di Petronà e Maurizio Pace, primo cittadino di Belcastro in merito alla proposta di legge d’iniziativa del consigliere Arturo Bova in ordine alla modifica dei confini territoriali dei due Comuni della provincia di Catanzaro. Sul punto, il presidente Sergio ha precisato che “tecnicamente, si è impossibilitati a procedere ad una rettifica delle particelle A e B alla proposta di legge su cui i cittadini si sono favorevolmente pronunciati con il referendum del 26 giugno 2016, senza esporre la legge a rischio di impugnativa per illegittimità costituzionale”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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strettamente economico-finanziaria. “Siamo sul punto di riscrivere la storia dei territori calabresi all’insegna di uno sviluppo integrato sociale e culturale che- si badi bene- non è solo quello del territorio interessato, ma interessa tutta la Calabria. E’ questa la grande valenza legata alla nascita della terza città della Calabria”, ha asserito il proponente Graziano.   

“L’obiettivo- ha spiegato il presidente Sergio- è realizzare un miglioramento  dei servizi erogati e di disegnare nuove ipotesi di collaborazione tra i territori. Partendo da qui, le Amministrazioni comunali di Rossano e Corigliano Calabro Tìanno recepito le istanze delle associazioni che operano sul territorio, aprendo un dibattito che è vivo ancora oggi sull’opportunità di giungere alla costituzione di un Comune unico. Ha così preso corpo, nel tempo, un percorso di cittadinanza attiva quale momento effettivo di costruzione di una comunità vicina ai bisogni e alle priorità dei territorio, che in questo caso è stato alimentato da riflessioni di carattere storico e civile. Sullo sfondo- ha rilanciato il presidente Franco Sergio- c’è un traguardo di grande impatto: la valorizzazione politica, amministrativa ed economica in un territorio che, considerato il suo complesso, si troverà ad accogliere una comunità di oltre 80.000 abitanti residenti”.

Successivamente, la Commissione ha audito Anna Romina, sindaco di Petronà e Maurizio Pace, primo cittadino di Belcastro in merito  alla proposta di legge d’iniziativa del consigliere Arturo Bova in ordine alla modifica dei confini territoriali dei due Comuni della provincia di Catanzaro. 

 

 cc                                                        L’Ufficio Stampa

 

 

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