Serra, al via il progetto di alternanza scuola-lavoro per 14 studenti dell'Einaudi

“Ha preso il via nella giornata odierna presso la sede municipale situata in piazza Carmelo Tucci il progetto di alternanza scuola-lavoro per 14 ragazzi dell'Istituto d'istruzione superiore “Luigi Einaudi” di Serra San Bruno, guidato dal dirigente scolastico Antonino Ceravolo”.

E’ quanto si legge in una nota dell’Amministrazione comunale del borgo della Certosa

 “Si tratta – prosegue il comunicato - di 11 ragazzi dell'indirizzo AFM e di altri 3, dell'indirizzo CAT, collocati nei seguenti uffici:

  • Ufficio tributi
  • Ufficio elettorale
  • Ufficio europa
  • Ufficio ragioneria
  • Ufficio del personale
  • Ufficio anagrafe
  • Ufficio tecnico

L'Istituto “Einaudi”, quindi, ha inteso instaurare un rapporto di collaborazione con l'amministrazione comunale per consentire agli studenti di realizzare due percorsi formativi personalizzati presso gli uffici municipali. Da parte sua, la stessa amministrazione – guidata dal sindaco Luigi Tassone – ha manifestato la propria disponibilità ad accogliere gli studenti nella sede comunale per lo svolgimenti di tali percorsi, atti all'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro.

 Gli studenti – continua la nota - a partire da oggi, saranno impegnati per i successivi 10 mercoledì e il percorso avrà una durata di 3 ore al giorno.

 In ogni caso, l'attività di tirocinio formativo non costituisce rapporto di lavoro.

 Il progetto, infine, è frutto di un'apposita convenzione stipulata tra l'Istituto “Einaudi” e il Comune di Serra San Bruno, attraverso la quale – secondo quanto affermato dal primo cittadino – "si è inteso dare vita ad una esperienza che darà la possibilità ai ragazzi di interfacciarsi con il Comune ed, in generale, con il mondo del lavoro. Ci riteniamo soddisfatti per l'opportunità che siamo riusciti ad offrire agli studenti di acquisire nuove competenze professionali e di osservare da vicino il lavoro svolto quotidianamente dai nostri funzionari»”.

De Leo (Msi - Ft"): "Sulle politiche per il lavoro serve un'inversione di marcia"

Riceviamo e pubblichiamo

"I militanti della Segreteria Regionale del MSI-Fiamma Tricolore, come annunciato, nella mattinata di martedì 21 ha manifestato nel piazzale antistante la sede della Regione Calabria per chiedere “nuove” sulle somme dovute ai circa 2.000 giovani che hanno già effettuato il tirocinio previsto dal Progetto “Garanzia Giovani” ma, soprattutto, per chiedere una inversione di marcia nelle politiche del Lavoro della Regione, finora legate ad interventi “a pioggia”, che si configurano principalmente nell’ambito del più vetero e bieco assistenzialismo, e che devono necessariamente trasformarsi in aiuti AL Lavoro, in particolare attivando servizi al settore ed operando i necessari interventi infrastrutturali sulla rete trasportistica (strade, aeroporti, ferrovie, ma anche porti), sburocratizzazione, defiscalizzazione su occupazione e reinvestimenti.

          Nel rivendicare il merito di avere, finalmente, gettato una pietra nell’acqua stagnante della dilagante rassegnazione e sottomissione dei cittadini all’imperante malapolitica attuata dalla nostra classe dirigente – plasticamente dimostrata dalla scarsissima partecipazione alla manifestazione, lasciata alla sola presenza dei dirigenti missini nonostante le innumerevoli lamentele espresse dai giovani e dalle loro famiglie, oltreché da alcuni imprenditori che lamentano la mancata adesione al progetto proprio a causa della scarsa fiducia nella liquidazione di quanto promesso – la Segreteria Regionale Missina ringrazia gli operatori della struttura regionale che l’hanno ricevuta per illustrare e chiarire la situazione attuale relativa alla liquidazione dei fondi di “Garanzia Giovani” e per un rapporto sulle politiche del lavoro che la Regione Calabria sta mettendo in atto. 

          In merito riportiamo a chi ne fosse interessato che riguardo alle indennità per chi attende la liquidazione del dovutogli sono state già elaborate oltre 500 posizioni e si procede ormai celermente per l’elaborazione delle altre che, probabilmente, saranno elaborate entro i primi giorni di aprile mentre, tranne che per qualche decina di “casi anomali”, la liquidazione Inps potrebbe e dovrebbe essere fatta entro il prossimo mese di maggio.   Ci è stato anche assicurato che nessuna penalizzazione riceveranno i giovani per eventuali errori e ritardi burocratici imputabili all’Ente.

          Di tutto quanto sopra abbiamo preso atto e ci siamo riservati di restare attenti alla sua esatta e puntuale attuazione.

         Per quanto attiene, invece, alla situazione degli altri settori relative alle politiche sociali del Lavoro strettamente legate alle competenze regionali ci è stato illustrato che circa 1/5 del bilancio regionale “libero” viene impiegato per sostenere l’immenso arcipelago del Precariato – fatto di lavoratori che fruiscono di mobilità in deroga, ex LSU-LPU, precari cui Legge 15 e Legge 28 – che si cerca di svuotare tramite stabilizzazioni, sempre difficili nel pubblico in tempi di spending-review e qusi sconosciute nel privato, prepensionamenti oltre che tramite alcuni bandi nei settori della Giustizia, dell’istruzione e dei Beni Culturali (per un totale di circa 2.200 unità). 

          Questo è quanto. Veramente poco rispetto a quanto potrebbe essere attivato attraverso gli strumenti da noi indicati in premessa – attivazione servizi, infrastrutture, defiscalizzazione e sburocratizzazione – che sarebbero anche il segnale che i Calabresi rifiutano il clientelismo e l’assistenzialismo d’accatto e pretendono il rispetto del diritto, costituzionalmente garantito, al Lavoro rivendicando la propria Identità e Sovranità, aldilà delle appartenenze partitiche ma quale Cittadini di questa terra che non sopporterà mai più la creazione e la presenza di associazioni affaristico-clientelari come “Calabria Etica” (sic!).

          Noi, ribadiamo, saremo propositivi nella fase progettuale ed attenti in quella esecutiva, senza mancare, laddove necessario, dallo scendere di nuovo in strada a rivendicare i Diritti, agli assenti dell’altro giorno – tra i nostri e, soprattutto, tra i fragorosi assenti - il compito di finirla di lamentarsi, scollarsi dalle loro poltrone e metterci la faccia! Noi lo abbiamo fatto e lo faremo, certamente, ancora!"

Franesco De Leo - Segretario regionale Calabria Movimento sociale italiano - Fiamma tricolore

Lavoro: il Movimento sociale invita alla mobilitazione per la manifestazione di domani

Riceviamo e pubblichiamo

" La segreteria regionale del Msi-Fiamma tricolore, rompendo schemi che attanagliano ormai da anni una politica fatta dal potere nel chiuso delle segrete stanze e dall’opposizione prevalentemente sui social e farcita di 'No' e di 'Vaffa', ha chiamato a raccolta tutti i cittadini calabresi, in primis quelle migliaia di giovani direttamente interessati alla truffa innestata da “Garanzia Giovani”, per una manifestazione di protesta che si terrà nel piazzale antistante la sede del Palazzo della Regione Calabria a Catanzaro il 21 marzo prossimo dalle ore 10,30.

Dicevamo che questa dovrà essere la risposta di un popolo che rifiuta il clientelismo e l’assistenzialismo d’accatto e pretende il rispetto del diritto, costituzionalmente garantito, al lavoro rivendicando la propria identità e sovranità, aldilà delle appartenenze partitiche ma quale cittadini della nostra terra di Calabria. 

Proprio in questa ottica di lotta su un obiettivo comune, fuori da ogni logica di appartenenza partitica, ci sentiamo di invitare, anzi sollecitare, la partecipazione alla manifestazione di tutte le associazioni e gruppi politico-sociali; tutte le istituzioni ed i loro rappresentanti, in particolare i Sindaci; delle organizzazioni sindacali e delle altre associazioni di rappresentanza delle categorie produttive che oggi si scontrano quotidianamente con il problema di questa terra, bella ed amara come la definiva un Poeta. Ed a nessuno degli assenti sarà poi concesso accampare alcun alibi.

O si sta con i nostri giovani per cambiare la Calabria e dargli un futuro o si intende solo 'lucrare' vantaggi sui loro bisogni e se ne favorisce, nella concreta prassi quotidiana, la moderna emigrazione!

A ciascuno di voi la scelta. Ai cittadini calabresi il tirarne le opportune e conseguenziali decisioni".


Francesco De Leo - Segretario Regionale Calabria Movimento sociale italiano - fiamma tricolore

Lavoro: lettera aperta del Movimento sociale a Mario Oliverio

Di seguito la lettera aperta con la quale il segretario regionale del Movimento sociale fiamma tricolore si rivolge al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio

" Egregio Presidente Oliverio,

Le scriviamo perché la segreteria regionale del MSI-Fiamma Tricolore ha organizzato, per martedì prossimo 21 marzo dalle ore 10,30, un sit-in di fronte alla sede del Palazzo della Regione a difesa dei lesi diritti di migliaia di giovani calabresi che, in preda al disperato bisogno di Lavoro che attanaglia la nostra Nazione e la nostra Regione in particolare, si erano affidati al bando relativo a “Garanzia Giovani” ed hanno lavorato laddove sono stati destinati e, ad oggi, non hanno ricevuto la giusta retribuzione perché pare sia andato in pensione il Responsabile del Procedimento senza firmare i previsti atti dovuti per la liquidazione.   Noi chiediamo a Lei, egregio Presidente, se tutto ciò sia immaginabile e possibile in questa terra nel 2017?

          Ed allora saremo lì giorno 21 per chiedere risposte – davanti al Palazzo prima e, se avrà la sensibilità di riceverci per come abbiamo richiesto, a Lei direttamente poi - su questa vicenda e su come la Sua amministrazione intende affrontare e risolvere il problema dei Cittadini Calabresi: il Lavoro.

          Sappiamo che la Regione non è un ufficio di collocamento ma sappiamo pure che è l’Ente preposto a gestire le condizioni e le infrastrutture che sono necessarie a creare ed a favorire lo sviluppo delle attività produttive sul territorio, per cui Lei DEVE dare risposte in merito alle tante questioni che riguardano, in particolare, la difesa e lo sviluppo della rete autostradale, ferroviaria, portuale ed aeroportuale; dei presidi sanitari ed ospedalieri, che non possono chiudere ma devono essere razionalizzati e messi in condizione di curare i cittadini; della scuola e della ricerca, evitando la piaga della cosiddetta “fuga dei cervelli”; della difesa idrogeologica del territorio; dell’agricoltura e dello sviluppo razionale dei mestieri artigiani.

          Nessun volo pindarico né concessione al “politichese”. Solo concretezza ed azione per far sì che i nostri giovani possano scegliere di rimanere e produrre ricchezza in Calabria senza essere costretti ad emigrare al Nord o, peggio, all’estero!

          E’ pronto Presidente? Sarà pronto martedì? Noi lo speriamo perché da qui – saremo pochi, tanti o moltissimi sotto al Palazzo non importa – inizia una vera e propria lotta senza quartiere per rendere concreto ed esigibile il Diritto Costituzionale al Lavoro per la Calabria ed i Calabresi!

         Salutandola e dandole appuntamento per martedì auspichiamo prenda atto di quanto sopra e si adoperi per una fattiva risoluzione del problema".            

Lavoro nero, denunciati tre imprenditori

I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Reggio Calabria, unitamente a personale dell’ Ispettorato territoriale hanno effettuato sei accessi ispettivi in attività edili e commerciali in varie località della provincia reggina.

Nel corso dei controlli sono state verificate undici posizioni lavorative che hanno permesso di scoprire l’impiego di due lavoratori “in nero”.

Sono state accertate, inoltre, violazioni al testo unico in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, come l’installazione di ponteggi senza il rispetto delle distanze di sicurezza o l’utilizzo di attrezzature non idonee ad evitare il rischio di caduta dall’alto dei lavoratori.

In alcuni casi, gli operai non erano stati sottoposti, da parte dei datori di lavoro, alla prevista visita medica preventiva, tantomeno avevano ricevuto la necessaria formazione in materia di sicurezza sul lavoro e sui rischi connessi all’impiego di attrezzature e materiali.

In un caso è stata riscontrata, anche, la violazione dello statuto dei lavoratori con l’installazione di sistemi di videosorveglianza senza autorizzazione.

Nell’ambito delle verifiche ispettive i militari del Nil hanno proceduto a sospendere un'attività commerciale che impiegava forza lavoro “in nero” in misura superiore al 20% della forza occupata.

Complessivamente sono state contestate violazioni amministrative per ottomila euro e ammende per un importo totale di 17.500 euro.

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Vibo: lettera di Susanna Camusso consegnata la prefetto Guido Longo

"Egregio Prefetto, come Lei certamente saprà, la Corte Costituzionale ha ammesso due quesiti referendari sui temi del lavoro: per il ripristino della piena responsabilità solidale in materia di appalti e per l'abrogazione dei buoni lavoro, comunemente detti voucher. Tali quesiti, presentati dalla CGIL, sono stati concepiti a supporto della “Carta dei diritti universali del lavoro”, una proposta di legge di iniziativa popolare, di rango costituzionale, che ha lo scopo di definire un nuovo, moderno diritto del lavoro attraverso una forte e coerente semplificazione della corrente legislazione sulla materia".

Questo l’incipit della lettera scritta dal segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso, in qualità di presidente del Comitato per il Sì ai referendum sul lavoro, che questo pomeriggio è stata consegnata direttamente nelle mani del neo prefetto di Vibo Valentia, Guido Longo.

 A consegnarla, una delegazione di dirigenti sindacali formata da Luigi Denardo, segretario generale della Cgil di Vibo Valentia, Battista Platì, responsabile organizzativo, e Mimma Pacifici, segretaria regionale del sindacato. 

"La 'Carta dei diritti' è significativamente pensata per normare e tutelare qualsivoglia tipologia di lavoro, sia esso subordinato, parasubordinato o autonomo – prosegue la lettera -. La 'Carta dei diritti' ed i quesiti referendari che la accompagnano sono stati discussi ed approvati da oltre 1 milione e mezzo di iscritte e iscritti alla CGIL con oltre 42.000 assemblee nei luoghi di lavoro e nel territorio. Sono state raccolte, in loro sostegno, oltre 3 milioni di firme certificate. Una grande partecipazione di cittadini che fa bene alla democrazia. Anche per questa ragione, mi rivolgo a Lei, egregio Prefetto, affinché voglia farsi interprete presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri riguardo l'utilità che al più presto sia fissata la data del voto referendario. È infatti diritto dei cittadini conoscere con anticipo quando sono chiamati alla urne, potersi documentare e quindi decidere se e come partecipare alla consultazione referendaria. Sappiamo che il periodo nel quale si dovrà votare per i referendum coincide anche con il voto amministrativo in diverse realtà del Paese. Per questo – conclude - riteniamo che sarebbe una scelta utile per l'Italia abbinare il voto amministrativo con quello referendario: sia per il risparmio di danaro pubblico che ne deriverebbe, sia per evitare una doppia interruzione dell'anno scolastico. Certa che vorrà rappresentare all'Autorità di Governo queste nostre considerazioni ed istanze, gradisca i migliori saluti». «Soprattutto in un territorio come il nostro – ha voluto rimarcare il dirigente sindacale Luigi Denardo  - bisogna restituire dignità al lavoro, rimettendolo al centro, con più diritti e più tutele".

Il prefetto, dal canto suo, ha accolto la richiesta proveniente dal sindacato, affermando che proprio "il lavoro ed i diritti sono l’arma migliore per combattere e togliere consenso alla ‘ndrangheta".

 

Lavoro, il Comune di Fabrizia partecipa a due bandi regionali

“Con le delibere della Giunta Municipale di Fabrizia, nn. 19 e 20 del febbraio 2017, sono stati approvati due importanti provvedimenti amministrativi di partecipazione ad altrettanti Bandi Regionali aventi ad oggetto il primo: ‘Manifestazione di interesse per la presentazione di percorsi di politiche attive, rivolta dagli Enti Pubblici a favore di 15 disoccupati ex percettori in deroga da utilizzare in lavori manutentivi di pubblica utilità’; il secondo: ‘PSR Calabria 2014/2010 – Misura 8 (Forestazione) partecipazione all’Avviso Pubblico Regionale – Indirizzo di Governo al Responsabile Area Tecnica’”.

A darne notizia in comunicato è il sindaco di Fabrizia Antonio Minniti.

“Entrambi i provvedimenti  - prosegue la nota - mirano a creare occupazione a favore dei cittadini di Fabrizia, attraverso l’avvio a lavoro di 15 disoccupati provenienti dal bacino degli ex ammortizzatori sociali, e con lo scorrimento della graduatoria della misura 122 per avviare un altro cospicuo gruppo di disoccupati con le 51 giornate agricole in base al finanziamento che concederà la Regione Calabria, questa volta coperto al 100%.

L’Amministrazione comunale di Fabrizia – conclude Minniti - sempre attenta alle dinamiche lavorative, sociali ed occupazionali della comunità, non tralascia mai nulla di intentato. Consapevole che la crisi che attanaglia l’Italia, la Calabria ed il Comune si può superare soltanto in un solo modo! Creare le premesse per favorire opportunità occupazionali per quante più persone possibili a partire dai giovani che rappresentano il futuro in ogni campo ed ambito di attività”.

Il lavoro non produce più occupazione, in futuro sarà peggio

Dalle rilevazioni Istat, pubblicate pochi giorni fa, è emerso che oltre il 40 % dei giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni non ha un lavoro. Il dato, in aumento, è il più alto da giugno 2015. Complessivamente, il tasso di disoccupazione continua ad attestarsi intorno al 12 %.

Ovviamente, da più parti, sono piovute le consuete frasi di circostanza. La politica, parolaia ed inconcludente, ha detto la sua a seconda della collocazione in Parlamento. Stessa cosa dicasi per il sindacato che, nel caso della Cgil, ha chiesto un piano straordinario per l’occupazione giovanile.

Nessuno ha pensato, però, di aprire una discussione seria. Nonostante si tratti di una vera e propria emergenza, la questione è stata rapidamente archiviata. Eppure, non dovrebbe essere indifferente la circostanza che quasi la metà dei giovani non riesca a costruirsi un futuro.

Per tracciare una possibile via d’uscita servirebbe un’analisi di contesto. Bisognerebbe capire il motivo per cui l’indice di disoccupazione non accenna a diminuire. La crisi economica rappresenta, infatti, solo uno dei problemi.

Mentre il mondo cambiava, nel corso degli ultimi 20-25 anni, l’Italia è rimasta a guardare. I poli estremi dello sforzo messo in campo per affrontare mutamenti epocali, sono rappresentati da due idiozie. Da un parte, quella delle famigerate tre “I”  di berlusconiana memoria; dall’altra quella supponente e deficiente, distillata nelle espressioni “bamboccioni” e “choosy”, usate dagli ex ministri Padoa-Schioppa e Fornero per definire i giovani senza lavoro.

Si tratta di due posizioni che esprimono la comune mancanza di un approccio rispetto alle sfide poste dalla modernità. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

In questi anni, i due fattori che hanno determinato il depauperamento delle opportunità lavorative sono rappresentati dalla globalizzazione e dall’imponente automazione dei processi produttivi.

Il primo fattore è abbastanza noto. Approfittando dei bassi costi della manodopera e dei trasporti marittimi, le aziende hanno portato le produzioni in Estremo Oriente.

Il secondo fattore, quello di cui si parla meno, ha avuto ed avrà l’impatto più significativo. La quarta rivoluzione industriale è stata determinata dalla fusione dell’elettronica con l’informatica. La combinazione di questi due elementi ha permesso di automatizzare massicciamente la produzione.

Con la completa digitalizzazione dei processi si entrerà definitivamente nell’ era dell’industria 4.0. Le innovazioni permetteranno, sempre più, di realizzare prodotti di alta precisione a basso costo. Ovviamente, la gran parte delle fasi di lavorazione sarà eseguita dalle “macchine”.

Si tratta di un processo destinato a durare e a stravolgere i rapporti economici. Il mondo del lavoro che abbiamo conosciuto sparirà per sempre. Nel corso dei prossimi anni, quindi, la disponibilità di posti di lavoro è destinata a contrarsi ulteriormente.

In una ricerca, ” The Futures of the Job“, presentata al World Economic Forum è strato disegnato uno scenario tutt’altro che rassicurante. Da qui al 2020, infatti, in 15 dei maggiori Paesi al mondo, Italia compresa,  la diffusione delle nuove tecnologia porterà alla creazione di due milioni di posti di lavoro. Contemporaneamente, però, se ne perderanno sette milioni.

Tra le figure lavorative destinate a sparire non ci sono solo quelle manuali. Giusto per fare qualche esempio, esistono già robot in grado di eseguire interventi chirurgici, metropolitane senza macchinista e algoritmi capaci di scrivere un articolo di giornale.

E’ facile intuire, quindi, quali possano essere i futuri sviluppi della “robotica”. Sono destinate a venir meno o ad essere profondamente ridimensionate tutta una serie di professioni.  Nel prossimo futuro, i lavori più richiesti saranno quelli legati all’area finanziaria, al mangement, all’informatica e all’ingegneria. Accanto ai profili “alti”, sopravviveranno i mestieri più umili, dal giardiniere all’imbianchino, per i quali il ricorso alla macchina potrebbe rivelarsi antieconomico.

In uno scenario del genere, il mondo deve ripensare se stesso. In vista delle prossime sfide è necessario riscoprire l’umanesimo del lavoro. Al centro dei processi economici ci deve essere l’uomo. L’economia non può continuare ad essere concepita come una divinità azteca da alimentare compiendo continui sacrifici umani.

La politica deve, innanzititto, togliere ai tecnici ed agli economisti le chiavi del potere. In seconda battuta deve riscoprire la fonte del sapere umanistico, tanto più che il mondo che verrà non può essere determinato da grafici ed algoritmi.

A dare colore al futuro non possono che  essere i pensatori visionari, gli unici cui la storia ha consegnato le chiavi del futuro.

Articolo pubblicato su: mirkotassone.it

  • Published in Diorama
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