Guerra dei Gal, Pileggi accusa: “Inciucio Censore-Mangialavori, su questo marciume non possiamo tacere”

Ha deciso di fare parlare i fatti, le carte, le regole. Quello che nello “sviluppo” locale sono diventate da interpretare. Ma ci sono date, riunioni, scadenze. E anche storie. Tra tutte quelle degli oltre 5 milioni di fondi Comunitari destinati alla programmazione 2014-20 - misura 19 del Psr Calabria - da gestire per lo sviluppo del territorio e che sono stati “affidati” al nuovo partenariato “Terre Vibonesi”.

Paolo Pileggi, con calma, ha fatto il punto in riferimento a quella che ha definito “una battaglia per la trasparenza e la legalità”. Lo ha fatto nell’annunciare la richiesta di accesso agli atti già presentata e il ricorso al Tar, senza escludere la possibilità di bussare alla “porta” della Procura.

Perché il presidente del Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi di stare in silenzio contro “la congiura di palazzo” non ne ha voglia. Ed era un fiume in piena, questa mattina, nella sala Carbone della Camera di Commercio.

Accuse e denunce circostanziate. Così come gli atti e le delibere che avvolgono il “caso”. Quello che ruota intorno al Piano di azione locale “e Vibo è stato l’unico territorio che ha presentato due Piani”. Due, ma il vincitore è stato uno. Uno, il nuovo Gal. “E la Regione – ha affermato - l’ha fatta “grossa”. Un riferimento neanche troppo velato a quella definita come “congiura di palazzo, orchestrata sul territorio alla quale hanno partecipato rappresentanti istituzionali”. Un “inciucio” “trasversale tra Pd e Forza Italia”. I suoi esponenti locali, quindi, quelli chiamati in causa. Quanti oggi siedono in Parlamento e quanti alla Regione. Tra gli uni e gli altri, la “mano” dell’esecutivo Oliviero e, in primis, come già aveva denunciato nei giorni scorsi, il consigliere regionale delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri.

LA RIUNIONE A SANT’ONOFRIO. Quindi, è dalla costituzione del nuovo Gal – quello che ruota intorno all’onorevole Bruno Censore, un nome “sussurrato” e mai fatto ad alta voce, quanto quello di Giuseppe Mangialavori – e dalla lettera di convocazione del 28 luglio alla riunione organizzata a Sant’Onofrio che è partito Paolo Pileggi. 

Il 28 luglio, una data significativa, perché “arrivava tre giorni dopo che il nostro partenariato aveva approvato la bozza del Piano di azione locale e lo aveva trasmesso”. Una lettera considerata “lungimirante, con timbri e firme”. A fare la convocazione, il sindaco di Sant’Onofrio che annunciava la presentazione del Gal “e indipendentemente da quanto affermato da D’Acri – ha spiegato Pileggi – quest’ultimo ha partecipato a quella riunione dopo che il partenariato si era costituito secondo le regole, e non si è mai visto un arbitro che incontra una delle squadre in gara”.

Particolari, quindi, che attraversano tempo e spazi, perché “cosa è accaduto tra 28 luglio e 2 settembre” è la domanda che si è posto - retoricamente - il presidente del Cogal, prima di “incrociare” un altro particolare e, ossia, quello relativo alla determinazione del Comune di Gerocarne “che impegnava  euro, assegnando incarichi a 4 persone con un avviso pubblico del 18 agosto”. Incarico assegnato “a 4 consulenti di Cosenza con determinazione del 6 settembre”. Le stesse quattro persone “che erano anche presenti alla riunione di Sant’Onofrio”.

Tanti casi, coincidenze, vicende che “si intrecciano ma che – ha incalzato – sono fatti incontestabili. E i fatti ci dicono che non c’è stata linearità”.

LA GUERRA DELLE DELIBERE. Ergo, dopo cosa è successo? “Io – ha proseguito Pileggi – la chiamo la guerra delle delibere, con il richiamo agli ordini di scuderia da parte di Pd e Forza Italia degli uomini del partito per determinare gli atti e la costituzione dell’altro partenariato”. In tal senso, per il presidente del Cogal sono stati “eloquenti i Consigli comunali”. Perché a questo punto, con il tempo che scorreva, occorreva procedere alla revoca al vecchio partenariato per passare al nuovo, considerato che era al vecchio Cogal che avevano aderito negli anni molti dei Comuni, quelli con cui il percorso per il Piano di azione locale era stato discusso. Prima del nuovo Gal, comunque.

Così, da Gerocarne a Rombiolo, “dove è avvenuto che la minoranza ha contestato e messo in evidenza che si trattava di una diatriba interna al partito e riguardante solo la gestione dei fondi”; e anche a Spilinga “qui – ha chiosato – è successo di tutto e di più, con il Comune che aveva partecipato alle riunioni del Cogal che approvava la bozza per convocare subito dopo il Consiglio per aderire al nuovo Gal senza dare neanche la possibilità di spiegare cosa stava succedendo”.

Anche perché una domanda Pileggi in questa direzione se l’è posta: “quale strategia, quale proposta hanno valutato, come l’hanno confrontata con la nostra?”

Altro Comune, altra revoca e determina, poi, con Nardodipace, “ente sciolto per mafia, dove gestisce l’amministrazione la commissione straordinaria che ha deliberato l’adesione al nuovo Gal il 21 settembre, senza motivazioni particolari, se non che altri Comuni l’avessero pure fatto e senza valutare la nostra proposta già approvata e trasmessa anche alla stessa Commissione”.

Quindi, anche un’altra domanda: “Perché la Commissione interviene il 21 settembre?”. Anche in questo caso, una domanda retorica. “Ve lo dico io perché - ha sentenziato Pileggi – perché senza quella delibera il loro partenariato non lo avrebbe avuto”.

Questo “il marciume” sul quale, ha aggiunto, “non potevamo tacere”.

IL RUOLO DELLA REGIONE. Un percorso ad ostacoli, consumatosi in neanche un’estate. Con una proroga concessa di una settimana “guarda caso a chi aveva bisogno di tempo” e che, vede quale attore protagonista “anche la Regione”. Anche qui, quelle “date che tornano”: il 25 luglio il Cogal approva la bozza del Piano di azione locale, e dal 28 luglio parte “il meccanismo per il nuovo Gal. E 18 comuni erano nel nostro partenariato, come se uno sottoscrivesse un impegno e poi potesse dimenticarsene. Le procedure – ha ribadito – dicono che quando si forma un partenariato diverso, chi esce deve darne comunicazione al capofila”. Una regola anche per non procurare danno al soggetto che, come in questo caso, stava partecipando ad una gara. “Loro dovevano comunicarlo e così non è avvenuto. Se non quando in corsa – ha spiegato Pileggi – hanno tentato di correre ai ripari, e in questo la proroga ha aiutato solo questo Gal”. Una proroga chiesta “a quanto abbiamo saputo da AssoGal Calabria e io che ne faccio parte non sapevo nulla” e con la quale “si è consentito al nuovo Gal di sistemare le cose”.

Ma la Regione, per Pileggi, doveva preoccuparsi “di verificare i requisiti di partenza”. Non l’unica “crepa”, comunque, questa per lo stesso che, poi, ha anche spiegato di aver fatto richiesta alla Regione “il 23 settembre alle ore 17 di poter essere presente all’apertura dei plichi che riguardavano la Misura 19. E la Regione mi ha risposto che le sedute pubbliche afferiscono alla disciplina dei contratti di lavoro e non all’erogazione dei contributi come nel caso specifico”.

E sempre dito puntato contro la Regione “che non ha pubblicato neanche la graduatoria provvisoria. Perché non per questa misura mentre per le altre sì? Per me l’hanno fatto perché altrimenti sarebbe venuto fuori l’imbroglio. Noi non vogliamo l’esclusiva, ma vogliamo chiarezza e trasparenza e D’Acri stia tranquillo perché io non sparo pietre a caso”.

Vuole chiarezza, quindi, Pileggi e la pretende, “in gioco c’è il modo di utilizzare i fondi europei e stiamo valutando come fare arrivare questi elementi alla Commissione Europea dando innanzitutto un’informativa al mediatore europeo. Non dico di avere ragione ma voglio capire se i fondi devono essere usati con trasparenza. È il regolamento europeo a parlare di informazione e trasparenza. È stato così?”.

LE LINEE GUIDA. Quindi, sulle procedure è Lello Greco, esponente del Cogal, che si è soffermato “su quelle regole, linee guida, prescrizioni” che sono chiari. E che proprio lo Sviluppo locale di tipo partecipativo presuppone. Così, come i tempi, “un tempo minimo indicato tra 6 mesi e un anno come dicono le linee guida”, per predisporre il lavoro. Così come fatto dal Cogal “lo sviluppo locale lo fa il territorio con il pubblico e il privato e noi abbiamo fatto così, già il 15 novembre 2013 insieme ad un primo nucleo abbiamo siglato e definito l’accordo di partenariato”. Circa 40 incontri che si sono susseguiti “e gli ambiti di intervento lo abbiamo fatti nel marzo 2014, si tratta di 3 anni di lavoro”.

Chissà, si è domandato, forse troppo tempo. Ma, dall’altro lato, la certezza che sia stato, anche troppo poco. “Con l’incarico che hanno dato ai tecnici il 6 settembre 2016”. Così quei tempi che tornano “e i dirigenti del Dipartimento Agricoltura non potevano non sapere. E qui si tratta di trovare un soggetto idoneo a cui affidare 5 milioni di euro”. Tempi che non coincidono, molto stretti per cui dal Cogal si sono chiesti anche su quali basi “siano state fatte le scelte dei Comuni che hanno aderito”.

Quindi, è ad una riunione del 15 febbraio 2016 del Comitato di sorveglianza della Regione che ha fatto riferimento. Allora si dovevano stabilire i requisiti “e sulla Misura 19 dalla lettura del verbale emerge che  della valutazione delle capacità ed esperienze si è passati da un punteggio da assegnare pari a 6 ad 1. E alla richiesta di spiegazioni di AssoGal, non è seguita una motivazione”.

LE CONCLUSIONI. Chiarezza, quindi, su quelle che sono state considerate falle e irregolarità, quanto chiesto. Fatti e coincidenze per cui chiedono trasparenza. Lì dove lo “zampino” della politica per il Cogal sembra averci messo del suo, così come “pressioni” sono state denunciate, “ci sono state telefonate – ha spiegato Pileggi – per richiamare all’ordine e l’argomentazione era ‘o venite con noi o il tuo Comune non avrà finanziamenti’”. Tra i Comuni molti a “firma” Pd e tanti altri FI “ci sono Zambrone, Zungri, Simbario, Monterosso. È chiaro un accordo tra le parti” così come verità si è chiesta “su un possibile conflitto di interessi tra i tecnici che sono stati chiamati come consulenti e la Regione”.

Una “grande amarezza - come ha concluso Pasquale Fera – perché qui diamo gestione a chi non ha esperienza e puntini puntini capacità che non si sono mai confrontati con le problematiche del territorio”.

Questa la denuncia fatta stamane. In una sala piena di sindaci, esponenti politici. Molti del Pd, come il sindaco di Filadelfia, di San Nicola da Crissa Giuseppe Condello ma anche l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino. Un Pd diviso anche in questo caso. Per una vicenda che, comunque, sembra essere solo alle battute iniziali. Mentre lo sviluppo del territorio attende. In standby. 

Pileggi denuncia: “C’è un disegno occulto: avere Gal al servizio di una corrente politica”

“Abbiamo appreso che il sindaco di Sant’Onofrio si è reso promotore di una riunione di amministratori per costituire un nuovo Gal sulla provincia di Vibo Valentia. Fin qui nulla di strano, fermo restando che per la Provincia di Vibo Valentia, il 25 luglio scorso, un forte partenariato pubblico-privato ha approvato la strategia di sviluppo rurale da presentare alla Regione Calabria, a seguito dell’avviso pubblico del 29 giugno corrente anno”. Lo afferma il presidente del Cogal Monte Poro-Serre vibonesi Paolo Pileggi che attacca: “il fatto grave è che alla riunione, tenutasi a Sant’Onofrio stamane, ha partecipato l’O. Mauro D’Acri, consigliere regionale con delega all’Agricoltura. Una evidente scorrettezza istituzionale che va denunciata pubblicamente, invitando tutti  alla riflessione  per un comportamento che contraddice l’imparzialità dell’Istituzione Regione, nel momento in cui vi è sul territorio un confronto su opzioni diverse relativamente al ruolo e alla funzione del G.A.L. (Gruppo di Azione Locale). Il Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi, capofila del partenariato pubblico-privato, si è sempre distinto per la sua imparzialità politica e continuerà  a distinguersi, ritenendo questo comportamento condizione primaria per rappresentare tutto il territorio e i suoi interessi. A testimoniare tutto ciò, sono le decine e decine di aziende e opere realizzate per sviluppare questo difficile territorio. Non saranno adesso comportamenti non conformi quelli che sono i dettami dello sviluppo locale a farci cambiare strada dopo venti anni di duro lavoro. L’intervento dell’On. D’Acri – asserisce Pileggi - è un segnale scorretto e pericoloso, in quanto colui che deve garantire l’imparzialità gioca in una delle due squadre. È venuto allo scoperto un disegno fin qui tenuto nascosto: avere a disposizione uno strumento, appunto il Gal, al servizio della politica e più precisamente di una corrente politica. Questo disegno è stato camuffato da argomentazioni  ingannevoli e false, come il fatto che i comuni e gli enti pubblici potessero beneficiare delle risorse destinate ai territori rurali con la famosa misura 19 del PSR Calabria. Le risorse della specifica misura – precisa - sono destinate innanzitutto per far crescere il tessuto imprenditoriale  e per rafforzare l’economia locale dei territori rurali; intorno a questi obiettivi ruota la strategia di sviluppo  che il partenariato locale, di cui è capo fila il Cogal Monte Poro- Serre Vibonesi, ha elaborato in ben tre anni di lavoro. Gli enti pubblici saranno beneficiari  di altri strumenti dello stesso PSR quali i PIAR (progetti integrati aree rurali) a seguito del bando pubblico  che deve essere emanato dalla Regione Calabria. L’iniziativa del sindaco di Sant’Onofrio, inoltre, è alquanto singolare, promuove una riunione per costituire un partenariato, quando il suo stesso Comune ha deliberato l’adesione a favore di quello di cui capofila  è il Cogal  (delibera  CC n. 5 del 08/07/2014). È del tutto evidente – rileva Pileggi - che si sta rispondendo all’ordine della scuderia politica con il chiaro e dichiarato obiettivo di mettere in difficoltà la solida partnership messa in campo dal  Cogal, che  in oltre venti anni di attività ha saputo contribuire per alla crescita del nostro territorio con risultati visibili,  riconosciuti da Istituzioni e operatori locali. Facciamo appello al senso di responsabilità del presidente Oliverio  che, dall’alto della sua supervisione politica e amministrativa, garantirà sicuramente imparzialità e legalità. Siamo certi – è la conclusione - conoscendo le qualità  etiche e morali del presidente della Giunta regionale, che egli saprà vigilare, affinché tutte le parti in causa possano concorrere alla pari senza prevaricazioni o ingerenze di una certa politica dedita a soddisfare interessi di singoli”.

"Ogni nuovo giovane imprenditore agricolo calabrese riceverà 50 mila euro"

"Il settore agricolo e quello forestale rappresentano un segmento fondamentale per lo sviluppo dell’intera regione e gli sforzi per valorizzarlo della Giunta - Oliverio sono notevoli e stanno dando risultati preziosi. Ma c’è ancora tanto lavoro da fare e per poterlo fare bene occorre una sinergia costante e sistematica tra politica e territori". L’ha detto il consigliere regionale Mauro D’Acri ("Oliverio Presidente"), illustrando a Belvedere Marittimo, assieme al direttore generale del Dipartimento Agricoltura della Regione Carmelo Salvino, il nuovo Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014/2020. D’Acri e Salvino hanno preso parte all’iniziativa (in una sala gremita dell’Hotel Belvedere,) intitolata "L’Agricoltura volano dell’economia: l’agroalimentare, una risorsa per la crescita sostenibile” ed organizzata dal circolo del Pd della città (10mila abitanti circa) dell’alto Tirreno cosentino. D’Acri e Salvino hanno sottolineato che il Psr mette a disposizione della Calabria un miliardo e 103 milioni. "Somme consistenti - ha aggiunto D’Acri -e con obiettivi innovativi molto marcati, come l’insediamento di mille imprese a cura di giovani agricoltori che avranno un premio di 50mila euro, che potrebbero positivamente cambiare in pochi anni la fisionomia stessa della regione". D’Acri ha anche sottolineato che “le linee guide, pur partendo da quelle indicate dello sviluppo rurale della Comunità Europea, hanno dovuto trovare una rimodulazione all’interno di contesti variegati e di forti criticità che caratterizzano la Calabria che necessita di interventi strutturali e tecnologici rilevanti. Adesso, bisogna avere le idee chiare su quali settori è necessario intervenire, per non disperdere i fondi messi a disposizione". Per il responsabile del Circolo del Pd di Belvedere, avvocato Ugo Massimilla (capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale), intervenuto dopo una relazione di base sull’agricoltura svolta da Domenico Amoroso (esperto di statistica), "l’incontro, incentrato appositamente su un settore che ha un import-export di 58milioni di euro annui e fa da traino al prodotto interno lordo regionale, vuole essere l’occasione per avvicinare i vertici politici ed amministrativi della Regione ai territori e, nel caso, specifico, a tutti coloro che hanno interesse a sviluppare idee imprenditoriali moderne ed innovative". Massimilla, cogliendo al volo la disponibilità del direttore generale Salvino a mettere a disposizione mezzi, strumenti e conoscenze "per vincere la sfida di dare operatività concreta al Psr”, ha proposto sul tema la costituzione di un tavolo permanente dell’Alto Tirreno Cosentino con base a Belvedere.  Il Psr - ha concluso - rappresenta un’opportunità per l’attuazione di politiche di sviluppo ed è in grado di trainare interi comparti: turistico, culturale, sociale. Ma tutto ciò è possibile, se si punta sulla qualità degli interventi, sia in termini di prodotto sia d’infrastrutture ed in una logica di coesione e cooperazione tra tutti i soggetti dello sviluppo”. L’urgenza di puntare su “giovani e qualità” è stata rimarcata dal responsabile organizzativo del Pd calabrese Giovanni Puccio, che ha illustrato “i tanti risultati ottenuti dalla Giunta Oliverio, in primis - ha detto -  sull’utilizzazione dei fondi comunitari. Infatti, l’approvazione del Psr segue quella del Por, mentre si sta tentando in ogni modo di utilizzare le risorse europee che delittuosamente, visto il bisogno di lavoro che c’è in Calabria, le precedenti esperienze politiche hanno trascurato. A questo notevole impegno politico e istituzionale che si sta dispiegando, la Calabria deve saper guardare con attenzione, perché è in gioco il futuro delle nuove generazioni”. L’intervento dell’ingegnere Salvino ha mirato a spiegare alcuni macro obiettivi del Psr: “favorire il cambio generazionale nel mondo della agricoltura, dando la possibilità a 1000 giovani di avviare un’attività in questo settore; dare valore aggiunto ai nostri prodotti, accompagnando  cioè l’intera filiera dalla trasformazione alla commercializzazione sia nei mercati interni sia all’esterno;  valorizzare la localizzazione dell’intervento nelle aeree svantaggiate, con il recupero e il  mantenimento di zone ad alto rischio sia di spopolamento sia di dissesto geologico; la realizzazione d’infrastrutture tecnologiche; l’integrazione e aggregazione di tutti i soggetti coinvolti”. Tra i tanti che sono intervenuti all’incontro (moderato dal capo ufficio stampa del Consiglio regionale Romano Pitaro), il sindaco di Belvedere Enrico Granata, il docente dell’Unical Davide De Luca e l’ex assessore alla Forestazione della Regione Giuseppe Mistorni, che ha riconosciuto l’impegno della Giunta sulle specifiche questioni dell’agricoltura ed ha chiesto maggiore attenzione alla risorsa cedro". 

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Presentata proposta di legge per tutelare e valorizzare l'agro-tessile calabrese

Consta di nove articoli la proposta di legge del consigliere regionale Mauro D’Acri (Oliverio Presidente) per la tutela e la valorizzazione del patrimonio agro-tessile calabrese, ad incentivo delle attività di filiera, tra cultura, tradizione, innovazione e ricerca. Depositato presso gli Uffici della Segreteria d’Assemblea, il testo normativo - che "segue il primo contributo offerto dalla legge n. 15 del 2002 -  è diretto a salvaguardare, promuovere e valorizzare il patrimonio e le risorse agro-tessili calabresi che hanno una forte valenza identitaria, anche in termini di conservazione della memoria storica, per tramandare alle generazioni future, un bagaglio secolare di conoscenze ed esperienze. Nell’articolato si parla delle fibre naturali tradizionali del territorio calabrese, quali: seta, lana, ginestra, lino, canapa e cotone". Obiettivo del provvedimento - spiega D’Acri - "avviare e sostenere un nuovo percorso di rilancio integrato - in un’ottica di sostenibilità sociale e culturale - che attraverso la previsione di interventi pluri-ambito e pluri-fondo, attribuisca maggiore concretezza alla possibilità di sviluppo dell’intera filiera agro-tessile e dei suoi sottoprodotti. Dunque, un veicolo di innovazione e progresso socio-economico, per le PMI locali - già in essere o da costituire - che asseconda le reali vocazioni del territorio regionale". Secondo D’Acri: “La valorizzazione delle fibre naturali tradizionali, e quindi del patrimonio tessile, può essere garantita attraverso la reintroduzione colturale delle specie da fibra ed il recupero delle antiche tradizioni agricole e dei saperi che, indubbiamente, garantiscono l’utilizzo sostenibile del territorio e la tutela dell’ambiente, soprattutto in termini di rispetto delle risorse naturali e culturali locali. I riflessi attesi dall’attuazione della legge non investono solo la sfera strettamente agricola, ma si irradiano in diversi ambiti, quale volano per lo sviluppo e il rilancio delle economie locali, attraverso la promozione del manifatturiero e del turismo, nonché di altri ambiti, profit e no profit, con positive ricadute in termini di rafforzamento della coesione sociale nelle aree interne, di sviluppo e benessere sociale e di miglioramento della qualità della vita delle comunità, intese come un unico Eco Sistema complesso". Ad avviso del consigliere regionale D’Acri: "è indispensabile l’integrazione di più azioni di intervento che, attraverso un approccio innovativo - anche sotto l’aspetto metodologico-comunicativo - dispieghino effetti positivi nelle diverse fasi della filiera: nella pianificazione e strutturazione del sistema colturale e nei processi di produzione e lavorazione; nei modelli organizzativi e nei sistemi di conduzione aziendale; nella valorizzazione di prodotti, sottoprodotti; nell’adozione di misure di qualificazione e certificazione dei processi e dei prodotti; nella proposizione di azioni di marketing orientate a proporre nei mercati regionale, nazionale ed estero, produzioni di nicchia che si distinguano per qualità e innovazione; nella qualificazione e nello scambio reciproco di competenze e saperi; nei processi di ricambio generazionale e di professionalizzazione delle competenze formative; nell’adozione di pratiche e relazioni in materia di agricoltura sociale, di inclusione sociale e welfare; nella tutela dell’ambiente e del paesaggio e nei sistemi locali di presidio del territorio e per la ripresa delle aree interne; nella fruizione turistico-culturale delle risorse rurali e locali. Lo strumento individuato - conclude Mauro D’Acri - è quello della progettazione integrata, basato sull’istituzione di una rete partenariale di filiera, con forme di cooperazione e concertazione fra soggetti di varia natura, e ambiti di azione diversi, che consentano di dare risposte certe e immediate ai fabbisogni di ricerca, innovazione e scambio di know how". 

 

"Indispensabile proteggere l'olio extravergine calabrese"

E’ stata depositata nei giorni scorsi, presso la segreteria del Consiglio regionale della Calabria, una mozione sulla "protezione dell’olio extravergine di oliva", a firma dei consiglieri regionali del gruppo Oliverio Presidente Orlandino Greco, Mauro D’Acri e Franco Sergio. "La ratio della mozione - spiegano - è quella di tutelare l’olio extravergine calabrese ed in generale italiano, visti anche gli ultimi scandali dai quali emerge la costituzione di un 'cartello' che gestisce la grande commercializzazione di un presunto 'olio extravergine italo spagnolo' commercializzato con marchio 'made in Italy', allo scopo di screditare l’olio extravergine d’oliva italiano. Non esiste infatti un cosiddetto 'metodo italiano' come preparativo di olio extravergine, bensì esistono le olive italiane, ed in particolare calabresi, che contengono proprietà nutrizionali superiori a qualsiasi altre olive provenienti da altri Paesi. Con la mozione depositata - continuano gli esponenti politici - si chiede che la Regione Calabria, insieme ad altre regioni meridionali, avvii un’azione di forza per contrastare questo 'cartello' , onde evitare la distruzione dell’intero comparto della olivicoltura meridionale, vera e propria ricchezza per il benessere delle nostre popolazioni e per l’economia del Meridione. Se invece dovesse prevalere la logica del cartello internazionale, le aziende olivicole meridionali saranno costrette a dismettere gli impianti poiché sarà per loro impossibile produrre olio al costo di tre euro al chilogrammo. Purtroppo, allo stato attuale, solo una minima parte dell’olio extravergine di oliva prodotto in Calabria è imbottigliato e commercializzato da imprese calabresi e soprattutto non ne viene certificata la superiore qualità. Pertanto, con la mozione depositata - evidenziano i consiglieri regionali Greco, D’Acri e Sergio - si impegna il presidente della Regione e la Giunta regionale a promuovere un incontro con il ministro delle Politiche Agricole, possibilmente in accordo con i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno - Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia - al fine di procedere alla revoca immediata, in via cautelativa, dell’utilizzo del marchio 'made in Italy' ai soggetti denunciati dall’intelligence dell’agenzia delle Dogane; a non concedere ad altri l’utilizzo del marchio 'made in Italy' per la commercializzazione di olio extravergine di oliva che non sia prodotto 100% italiano; ad elaborare un regolamento che preveda sulle etichette la qualità e la provenienza territoriale dell’olio extravergine italiano sull’esempio di quanto avviene per i vini italiani; a porre in essere tutti gli atti conseguenti e necessari a certificare gli oli extravergine di oliva prodotti dai diversi cultivar presenti nella Regione secondo la qualità e la provenienza". "La mozione presentata - concludono - assume grande rilevanza soprattutto a seguito dell’inchiesta avviata dalla procura di Torino, e condotta proprio in queste ore dai Nas, che vede coinvolte 7 aziende italiane leader nel settore. Secondo l’accusa tali aziende vendevano olio d’oliva come extravergine quando in realtà non lo era, scrivendolo addirittura sulle confezioni. Anche su questa vicenda chiederemo che la Regione Calabria, in accordo con le altre Regioni meridionali, si costituisca parte civile nel procedimento per tutelare le aziende olivicole calabresi". 

 

Epidemia "Lingua blu": si muovono Mirabello, Sculco e D'Acri

I consiglieri regionali Mauro d’Acri (Oliverio Presidente), Michele Mirabello (Pd) e Flora Sculco (Calabria in Rete) hanno incontrato, ad Isola Capo Rizzuto, una rappresentanza degli allevatori del settore ovicaprino colpito dall’epidemia ‘lingua blu’ che, pur manifestandosi in tutta la regione, è particolarmente presente nel Crotonese. A conclusione dell’incontro si è assicurato "il massimo impegno per cercare di trovare, di concerto con la Commissione politica agricola della Conferenza Stato-Regioni, le risorse per un possibile ristoro dei danni subiti dagli allevatori". All’incontro hanno partecipato il sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno e il consigliere comunale Anselmo Rizzo. D’Acri, Mirabello e Sculco hanno ricordato che il Consiglio regionale di recente ha approvato un ordine del giorno "proprio per dare un forte segnale d’attenzione agli allevatori interessati dalla Bluetongue, la malattia infettiva nota in Italia con il nome di lingua blu”. L’ordine del giorno, proposto dal presidente della terza Commissione consiliare Mirabello, "prevede– ha sostenuto il consigliere regionale - anche una strategia di rilancio dell’intero settore: Crotone e la sua provincia, sono caratterizzati da una massiccia presenza di allevamenti ovini che rappresentano un’importante realtà produttiva nota in tutta Italia anche grazie al pecorino crotonese che ha da poco ottenuto il riconoscimento da parte dell’Unione Europea della denominazione di origine protetta (Dop)". D’Acri ha affermato che “La Giunta regionale è al lavoro per predisporre, di concerto con i Dipartimenti Salute e Agricoltura, un piano che individui i focolai di lingua blu nel territorio della provincia di Crotone e nel resto della regione". Sculco ha sottolineato che "nelle condizioni date, visto che l’epidemia rischia di collassare un sistema produttivo assai prezioso, sia per il mancato reddito che per i costi di smaltimento delle carcasse, è urgente intervenire con le necessarie risorse per sostenerlo adeguatamente. Provvedendo, nel contempo, ad elaborare un piano di prevenzione per gli anni a venire, in modo tale da non farsi trovare impreparati". I tre consiglieri regionali, infine, hanno posto l’accento sui problemi di smaltimento delle carcasse. E riferito che "l’imminente apertura dei bandi del nuovo Psr, consentendo la creazione di micro filiere e rendendo più agevole l’accesso ai fondi comunitari, restituirà nuova vitalità ad un comparto così importante. L’impegno della Regione, pertanto, è stato e sarà, di concerto con l’Associazione degli allevatori e con i singoli allevatori con i quali il dialogo è costante, serrato e vigile. Dobbiamo far crescere questo segmento della nostra economia e non vogliamo assolutamente che i danni provocati dall’epidemia lo penalizzino fino a strozzarlo".

D'Acri: "Bene l'accelerazione di Oliverio sull'ospedale di Cosenza"

“L’accelerazione imposta dal presidente Oliverio per la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza rappresenta la risposta adeguata ad una condizione di difficoltà estrema che riguarda i pazienti ed anche chi vi lavora con un impegno che va certamente lodato”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Mauro D’Acri (Oliverio presidente) che aggiunge: “Negli ultimi mesi, abbiamo letto ed ascoltato tante polemiche perché, come è arcinoto, la sanità è settore complesso e difficile ma poi, alla fine di tutto ed al di là di schermaglie politiche che, lo confesso, poco comprendo e per nulla mi appassionano, ciò che rimane è la richiesta dei calabresi e dei cosentini di avere una sanità efficiente e strutture civili, moderne e sicure. Esprimo dunque il mio pieno plauso per la scelta del presidente Oliverio – rilancia D’Acri - perché  l’avvio  di tutte le procedure tecnico-amministrative necessarie alla progettazione e realizzazione del nuovo presidio ospedaliero è il percorso corretto; vada per aggiustamenti ed interventi manutentivi ma la situazione attuale richiede risposte definitive”.

 

Incontro fra D'Agostino, D'Acri e Confagricoltura per discutere dello sviluppo del comparto primario

Nel quadro della nuova programmazione del  Piano di Sviluppo Rurale 2013 - 2020, il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco D’Agostino e il consigliere regionale Mauro D’Acri hanno incontrato, nella mattinata di oggi, una delegazione di Confagricoltura – Reggio Calabria per discutere e approfondire le misure previste  per lo sviluppo del comparto agricolo calabrese, con particolare attenzione all’agricoltura della provincia reggina. I rappresentanti dell’organizzazione di categoria, nel corso dell’incontro, hanno evidenziato le criticità che ancora permangono nel comparto primario dell’area reggina e, nello specifico, della Piana di Gioia Tauro, sottolineando la necessità di tutela e valorizzazione delle coltivazioni di maggiore pregio presenti nell’area. Particolare attenzione, in questa ottica, è stata posta sulle colture ortofrutticole di qualità come, ad esempio, il kiwi che oggi rappresenta una delle produzione di qualità e a più alto reddito. Nel corso dell’incontro è stata posta una attenzione particolare alle misure a superficie, in modo specifico a agli interventi previsti per i pagamenti agro – climatici – ambientali (ACA) evidenziando la necessità di tenere nella debita attenzione, all’interno del nuovo PSR 2013 - 2020, le colture di particolare significato storico ambientale per il territorio come gli oliveti secolari. All’incontro con il vicepresidente del Consiglio  Francesco D’Agostino e il Consigliere Mauro D’Acri, hanno preso parte il direttore di Confagricoltura – Reggio Calabria Angelo Politi, il vicepresidente Rocco De Marco, i consiglieri Luigi Scolaro e Salvatore Adornato. Presente anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Cittanova Girolamo Marchese. Il consigliere Mauro D’Acri, dopo aver ascoltato con attenzione le istanze dei rappresentanti di Confagricoltura – Reggio Calabria, ha sottolineato “l’importanza della nuova metodologia utilizzata per l’applicazione dei piani di filiera integrati, in particolare nell’ambito delle manifestazioni di interesse che sarà avviata dalla Regione. Attività che saranno precedute da una serie di incontri territoriali con gli agricoltori per dare la massima e più corretta informazione sull’applicazione delle diverse misure previste dai nuovi fondi strutturali per il settore agricolo. Già nelle prossime settimane  - ha proseguito D’Acri - sarà importante avviare un proficuo confronto con le organizzazioni di categoria e i produttori direttamente sui territori, al fine di definire un’idea strategica per l’agricoltura nella Piana a partire dalle peculiarità specifiche e dalle reali esigenze dei produttori”. Il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco D’Agostino, a riguardo, ha chiesto massima attenzione nella definizione della nuova programmazione e attuazione del PSR Calabria, ribadendo “la necessità di cambiare passo sui temi dell’agricoltura nella Piana di Gioia Tauro. Negli anni – ha sottolineato ancora D’Agostino – quest’area è stata abbandonata a se stessa, vittima di una politica che non ha saputo cogliere le potenzialità offerte dalla Comunità Europea per lo sviluppo di settore. La nuova programmazione 2013 - 2020 dovrà superare gli errori del passato rilanciando la produzione agricola di qualità come motore di crescita e occupazione per l’intero territorio”. 

 

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