Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 992

Tenta di stuprare e rapinare due prostitute: inseguito e arrestato

I Carabinieri hanno colto sul fatto e tratto in arresto un giovane di venticinque anni che stava tentando di rapinare e stuprare due prostitute di nazionalità straniera. L'increscioso episodio si è verificato a San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. Nato in Gambia, il cittadino africano è stato catturato al termine di un inseguimento dai militari dell'Arma che si sono resi conto di quanto stava accadendo mentre erano impegnati ad espletare un servizio di pattugliamento del territorio.  Sono state le vittime a riconoscerlo come responsabile. 

"La Spallata", l'orgoglio di Destra Popolare: "Popolo reggino di nuovo in piazza"

"A tre anni esatti dalla pugnalata alle spalle inferta alla Città, leggasi scioglimento del Consiglio Comunale e successivo commissariamento, il popolo reggino - scrivono in una nota Giuseppe Guarnaccia ed Antonio Virduci, rispettivamente presidente e portavoce di Destra Popolare - ha scelto di ritrovarsi di nuovo in piazza e cominciare finalmente a fare quadrato, consapevole che più in basso di così Reggio Calabria non può scendere. Uomini, donne e… bambini, è stato ironicamente sibilato da qualcuno, ma a questi personaggi, costretti a mordersi la lingua circa i numeri dei presenti in piazza, dopo le loro beffarde quanto incaute previsioni della vigilia, ampiamente smentite dal colpo d’occhio offerto, vogliamo dire che Destra Popolare in primis è orgogliosa di aver fatto accorrere le proprie famiglie sabato sera. Famiglie vere, che lottano ogni giorno in una città sempre più asfissiata da una crisi economica e morale in verità globale, ma certamente resa ancora più complicata a queste latitudini da una scellerata condotta politica di chi ci avrebbe dovuto governare secondo i principi del buon padre di famiglia, per mutuare i termini utilizzati dal sindaco pro tempore". "Di esempi, purtroppo, ne abbiamo a iosa in soli dieci mesi di governo della città da parte del Pd e molti di questi - ricordano i due rappresentanti di Destra Popolare - sono stati puntualmente sviscerati nel corso del vibrante dibattito svoltosi sabato sera in piazza. Chi ha inteso usare la cultura della Legalità come uno strumento di attacco politico piegato a logiche di parte è stato chiamato, proprio davanti a Palazzo San Giorgio, a spiegare alla Città come in un solo anno l'amministrazione comunale abbia posto in essere atti irregolari se non addirittura illegittimi, ad iniziare dalla vicenda che ha visto l'occupazione di stanze e scrivanie del Municipio da parte di chi esercita funzioni di staff del sindaco, senza averne alcun titolo all'arrogante atto di affidamento del Miramare in spregio alle più elementari regole di trasparenza ed imparzialità degli atti pubblici; tutto come se fosse cosa e casa propria. Potremmo continuare con l'elencazione di tante altre vicende, fatti che sabato le voci in piazza hanno richiamato,  ma ve n'è una che per la sua importanza meriterebbe un capitolo a sé: la nomina del comandante dei vigili urbani, vicenda iniziata con le dimissioni del dottor Romeo, indiscusso professionista nelle forze dell'ordine che ha lasciato dignitosamente un corpo di polizia municipale che pare sia divenuto panacea di diatribe e discussioni sull'agire dell'Ente; a seguire la tentata nomina del dottor Militello, già insolita nella forma visto che Falcomatà usa la radio per formalizzare volontà amministrative, e nell'immediato cassata dal Senatore Molinari, membro della commissione antimafia che la bolla subito come 'censurabile' per delle irregolarità nell'azione di polizia amministrativa che avrebbero visto coinvolto lo stesso dirigente voluto dal sindaco. Queste alcune delle grandi azioni di trasparenza che il primo cittadino dovrà spiegare alla Città. In conclusione, un doveroso ringraziamento a tutti i nostri militanti che, bandiere al vento, hanno contribuito al successo indiscusso della manifestazione, nonché ad Enzo Vacalebre, 'scintilla' di questa 'spallata'. Un’altra indiscussa verità che è uscita fuori dall’appuntamento di Piazza Italia è che gli assenti hanno sempre torto". Pertanto, - termina Destra Popolare - al netto di Lucio Dattola e Massimo Ripepi, consiglieri comunali di (presunto) centrodestra compresi!

 

"La Spallata", il commento sprezzante di Castorina (PD) tra insulti e rivendicazioni fantasiose

"Più che una spallata è sembrato un memorial di rottami della destra reggina che ha finito per accontentare solo i nostalgici e gli appassionati dell'archeologia politica. A quasi un anno dall'inizio del nostro mandato questo festival dell'ipocrisia è stato il nostro miglior sondaggio''. E' quanto dichiara il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale Antonino Castorina il giorno dopo la manifestazione organizzata dalla destra cittadina. Un mix d insulti assortiti che il giovane esponente democrat utilizza per commentare "La Spallata", il raduno dei simpatizzanti del centrodestra svoltosi sabato pomeriggio a Piazza Italia, davanti al Palazzo Comunale di Reggio Calabria. ''Se le spallate sono queste - è il giudizio sprezzante di Castorina - consiglio ai nostalgici del braccio teso, che pensano di essere ancora in trincea, di organizzarne più spesso. Neanche l'aiuto postumo dei soliti amici ha potuto salvare la faccia a questa sconclusionata carica dei 101. Le loro sono facce che i reggini hanno imparato a conoscere bene negli ultimi dieci anni e che hanno determinato lo sfacelo che la città ancora oggi sta pagando. Una chiamata alle armi, senza generali, che si è rivelata un flop nonostante tutti i big decaduti siano corsi ai ripari mettendo mano agli impolverati elenchi telefonici pur di rimpolpare le loro sgangherate truppe''. ''Facendosi vedere in giro - insiste con inusitata sicurezza il capogruppo PD a Palazzo San Giorgio- non fanno che rafforzare la bontà della nostra azione amministrativa". Castorina, interrompendo per un attimo la sfilza di offese, si lancia in una avventurosa rivendicazione dei risultati "miracolosamente" ottenuti dall'Amministrazione Falcomatà nel corso del primo anno di consiliatura. "In appena dieci mesi - argomenta - siamo già riusciti a riparare i danni che hanno causato". "Forse dimenticano - riprendendo il filo della rabbiosa reazione - lor signori lo scenario post bellico nel quale hanno ridotto Reggio, ad un passo dal default finanziario e con l'onta del commissariamento. Quella stessa piazza che ieri ha ospitato il festival della demagogia, appena un anno fa era teatro di proteste per migliaia di persone, che proprio a causa delle scelleratezze della destra, hanno rischiato seriamente di perdere il lavoro. Reggio questo lo ricorda bene, tanto da aver relegato questi signori negli scantinati più bui del museo della politica''. Con uno stop and go degno di miglior fortuna, Castorina trova lo spazio per dipingere i contorni di un quadro ispirato al surrealismo: ''Oggi che la città è libera dalle macerie, finalmente ha iniziato a respirare l'economia è uscita dal baratro, il centro come le periferie sono stati disseppelliti dai rifiuti e tornano alla normalità attraverso servizi moderni, efficienti e soprattutto economicamente sostenibili. Abbiamo inaugurato un modus amministrativo che è diventato un vanto in tutta Italia. E ce ne accorgiamo soprattutto nel rapporto instaurato con le massime istituzioni governative, con le quali finalmente la città dialoga alla pari, senza il rapporto di vassallaggio al quale i reggini erano abituati ai tempi della destra''. ''Ciò che ci preoccupa piuttosto - termina da dove aveva iniziato il rappresentante del Partito Democratico - è che il festival dei reduci ci mette di fronte ad un'opposizione fortemente divisa, fragile e disarticolata. Mentre la città lavora per la ripresa, questi signori si limitano ad inveire in piazza senza portare uno straccio di proposta. Ma d'altronde non possiamo fargliene una colpa, se in dieci anni sono riusciti a distruggere Reggio, figuriamoci se possono progettare qualcosa adesso che la nostra comunità li ha spazzati via dalla scena politica''.

"La Spallata", Destra per Reggio: "E' tempo di assumere ruoli a difesa della città"

"Nei momenti di grande difficoltà e di degrado sociale, quando la politica che ha responsabilità di Governo appare incapace e distratta da interessi di parte, la Democrazia indica nella partecipazione popolare la via maestra da percorrere a tutela della Comunità. E' il messaggio lanciato da Destra per Reggio all'indomani de "La Spallata", l'adunata di piazza che ha messo assieme tutte le realtà del centrodestra reggini. "Destra Per Reggio - si legge in una nota - ha condiviso con gli altri Movimenti politici la manifestazione in Piazza del 10 ottobre, di fronte al palazzo del Municipio, insieme ai tanti che hanno voluto testimoniare come dalla voglia di riscatto sociale e di Verità possa e debba rinascere la speranza della Comunità reggina. I due temi fondamentali rispetto ai quali, in meno di un anno, la sinistra cittadina è riuscita ad aggravare ancor di più la situazione rispetto ai commissari rimangono quelli della tassazione insostenibile che grava sulle famiglie e sulle aziende produttive e la perdita dei finanziamenti cui si associa il  blocco delle opere pubbliche. Sul fronte fiscale è stato acclarato di come bloccando la dismissione del patrimonio e la definizione dei condoni edilizi il comune abbia rinunciato a recuperare fondi per circa 90 milioni che rappresentano risorse finanziarie tali da colmare il disavanzo ed consentire di attenuare il carico fiscale per i reggini".  "A questa insipienza - scrive Destra per Reggio - si associa la supponenza di un sindaco che, pur facendo pagare profumatamente i servizi, pensa di risolvere il problema del degrado che i residenti vivono quotidianamente, con slogan ed improvvisazioni di circostanza, ignorando la mancanza completa di manutenzione e di pulizia dei quartieri che, soltanto per gentile concessione del 'dominus', raramente usufruiscono di sporadici interventi. Purtroppo sempre sulla scia di questa incapacità amministrativa e miopia politica si è consumata la perdita di oltre 100 milioni di stanziamenti pubblici destinati ad opere strategiche, un danno quello del definanziamento che ha riguardato il Decreto Reggio, le opere per il risparmio energetico il Piano della Mobilità, il progetto di avanguardia urbana di intubata della stazione ferroviaria che avrebbe consentito di restituire il fronte mare alla Città e ricongiungere il lungomare con il cantiere del Parco lineare sud, quest’ultimo fermo da tre anni. Un danno aggiunto quello dei cantieri fermi e dei progetti annullati, dalle aste del Calopinace al ponte tra Gallico e Catona, alla caserma Duca D'Aosta oggi luogo di delinquenza e rifugio dei disperati come la Caserma ex 208 opera epocale dell' amministrazione di centrodestra. Tutto fermo; in compenso il primo cittadino ha ben pensato di annunciare l’annullamento di un 'opera simbolo nell’ area del Mediterraneo: il WaterFront ed il museo del mare, già finanziati per oltre 50 milioni. Tutte azioni a danno della Città e che rischiano di pregiudicare nei fatti quella conquista del Centro Destra di governo che è la Città Metropolitana, unica vera prospettiva per quel futuro a cui la Comunità reggina non può rinunciare; si è detto senza timore di smentita che anche su questo siamo in colpevole ritardo di ben due anni, con pregiudizio di milioni di finanziamenti cui Reggio ancora non può accedere. Prenda atto chi siede in Consiglio comunale che, dopo tre anni di commissariamento politico, la misura è colma e la presenza di centinaia di cittadini, coinvolti dai movimenti militanti e non da personaggi che rappresentano il potere o le prebende, lo dimostra in modo inequivocabile". "E’ tempo per il Centro Destra - secondo Destra per Reggio - di assumere ruoli e responsabilità a difesa di Reggio, continuando sul percorso tracciato e condiviso con la testimonianza della folla in piazza che ha rivendicato quel risarcimento che il Governo nazionale deve ad una Città sofferente e penalizzata, prima da un commissariamento ed ora da un’amministrazione incapace di interpretare i bisogni e le aspettative della Comunità".  

 

"La Spallata", Marcianò: "Abbiamo dimostrato che a Reggio la Destra è viva"

"Rivendicare a gran voce la delusione di una comunità e chiedere maggiore impegno ad un’amministrazione comunale che, nel suo primo anno di attività, si è contraddistinta per inerzia, deludendo una città in crisi". Commenta così  Michele Marcianò, segretario questore del Consiglio provinciale di Reggio Calabria, l'esito de "La Spallata", la manifestazione che sabato pomeriggio ha riunito a Piazza Italia, associazioni, comitati, movimenti e partiti di centrodestra. "Ritrovarci in 700 ai piedi di Palazzo San Giorgio - afferma Marcianò - dimostra come la destra a Reggio sia viva, pronta ad interpretare le istanze prioritarie provenienti dal territorio. Quella di ieri è stata una serata importante: da un lato, infatti, ha plasticamente rappresentato la dimensione di un contenitore politico quale è il centrodestra capace, anche se all’opposizione, di aggregare, stimolare, incoraggiare.  Dall’altro, inoltre, ha fatto emergere come, in un momento storico in cui l’antipolitica rischia di dilagare, i cittadini possano ritrovarsi e sposare le iniziative di movimenti e partiti quando questi viaggiano sullo stesso binario. E’ infatti di primaria importanza poter constatare che la destra reggina rimanga sempre punto di riferimento per quella parte di comunità che non si arrende e non demorde, e che al contrario vuole contare nei processi di sviluppo. Era importante, anzi fondamentale, far sentire la voce di una cittadinanza “provata” da due anni di commissariamento e adesso sedotta e abbandonata dal centrosinistra: una cittadinanza soffocata da una tassazione esasperata e non più sostenibile, rispetto alla quale nessun provvedimento è stato assunto dall’amministrazione comunale a tutela delle famiglie reggine". "Questa amministrazione - secondo il consigliere provinciale - ha infatti l’obbligo, poiché chiamata a governare, di attuare quelle azioni, come la dismissione del patrimonio edilizio comunale avviata dalla giunta Arena, che porterebbe nelle casse comunali circa 70 milioni di euro. Così come ha il dovere di spiegare perché ingenti risorse stanziate per la nostra città siano andate perdute a causa dell’inerzia di questa amministrazione (tra tutte il definanziamento del Decreto Reggio e le opere per il risparmio energetico).  Ma quella di sabato è stata una giornata importante anche per portare alla luce le scelte sbagliate di Sindaco e Giunta, tra tutte la volontà di eliminare il progetto “Waterfront”, vera innovazione per la nostra città sulla quale Falcomatà ha deciso di non puntare, vanificando con un colpo di spugna idee e speranze per un futuro ancor più moderno nella nostra città. Un’amministrazione che non riesce a dare risposte in termini occupazionali: basti pensare ai lavoratori delle società miste, lasciate in un limbo senza risposta, o agli appalti dei lavori pubblici fermi e “congelati” che non permettono all’economia cittadina di “muoversi” liberando risorse e, dunque, offrire posti di lavoro.  Ma soprattutto è opportuno che, qualcuno da palazzo San Giorgio, dia segnali positivi sul processo di costituzione della Città Metropolitana, eredità importantissima lasciata dalla nostra coalizione politica e dall’amministrazione Scopelliti, capace di conquistare una vera e propria chance di sviluppo per la città: opportunità che ha bisogno però di essere sfruttata con professionalità e capacità e non certo affidata all’improvvisazione. Il centrosinistra ha il dovere di amministrare con una progettualità ed una programmazione che, ad oggi, stentano ad emergere". E’ invece obiettivo del centrodestra - termina il consigliere Marcianò - quello di continuare a lavorare solo ed esclusivamente con lo sguardo rivolto alle continue istanze del territorio, con caparbietà e fierezza, al fine di continuare ad essere punto di riferimento politico non solo dei nostri elettori, ma di tutta quella parte di città stanca e delusa da promesse non mantenute

 

"La Spallata", Reggio Futura: "La gente ha individuato nella Destra un punto di riferimento"

"La manifestazione di Piazza Italia assume un significato alquanto netto alla luce dell'importante partecipazione popolare che essa ha registrato in un momento in cui riempire le piazze è pura utopia a causa del diffuso senso di sfiducia - si legge in una nota diffusa da Reggio Futura - impadronitosi della gente, rimasta ormai priva di reali ed affidabili punti di riferimento. Ed assume particolare pregnanza che a Reggio Calabria la gente abbia  con atti concreti individuato nella Destra un punto di riferimento, proprio adesso che la città fa i conti con le devastazioni provocate da decisioni politiche del governo centrale rispetto alle quali non è ammissibile la svogliata ed acritica tolleranza delle istituzioni territoriali. Ed al di lá di fantomatiche svolte fatte di politiche clientelari finalizzate a premiare colleghi di studio, parenti, affini, compagni di selfie ed amici di 'apericena', in perversa continuità con la tendenza dei tempi in cui la città era dolente, ieri, davanti a Palazzo San Giorgio, la Destra, nella quale si riconosce il sentire popolare, ha posto il problema politico del risarcimento che Reggio Calabria ha tutto il diritto di vedersi riconosciuto da uno Stato patrigno". "Un messaggio, questo, forte e chiaro, ieri solo strillato con la forza della disperazione, ma che - auspica Reggio Futura - sarà costantemente alimentato per la consapevole riaffermazione di un irrinunciabile profilo identitario, oggi scalfito da pochezza, pressappochismo e autoreferenzialitá della attuale classe 'dirigente' cittadina. In un percorso ispirato dall'araba Fenice, si accenderanno nuove scintille che, in tempi brevi, ravviveranno salvifiche fiamme di rinascita!

"La Spallata", il giorno dopo: cosa ha detto la manifestazione del centrodestra

Erano pochi, molti di meno di quanto si sperasse o si temesse, a seconda dei punti di vista. No, erano tanti, molti di più di quanto si sperasse o si temesse, a seconda dei punti di vista. La querelle sul numero di persone presenti davanti a Palazzo San Giorgio da associazioni, movimenti e partiti di centrodestra fieramente oppositori dell'Amministrazione Falcomatà è materia che può appassionare soltanto la folta schiera di coloro che hanno scarsa dimestichezza e familiarità con le dinamiche della Politica e non sapendo armeggiarne gli arnesi essenziali si sfoga discettando di alchimie matematiche. Quello che resta della manifestazione ideata ab origine da Enzo Vacalebre, presidente di Alleanza Calabrese, è, invece, una messe di contenuti, alcuni di segno positivo, altri meno, da cui partire per dipanare un ragionamento di prospettiva che sappia andare oltre la quantità di partecipanti. Detto per inciso, e proprio per non lasciarsi affogare dalla volgare diatriba aritmetica, indipendentemente da quanti fossero i reggini accorsi in piazza, ci si trova comunque di fronte ad un successo in un periodo storico in cui un qualsiasi esponente politico "ufficiale" a queste latitudini faticherebbe anche solo a riunire quattro amici al bar per un aperitivo chic. Come già anticipato in occasione della conferenza stampa di presentazione dell'evento, nessuno fra i soggetti politici aderenti riteneva di poter e di dover assumere un ruolo diverso rispetto a quello della sirena che, cominciando ad echeggiare per le strade, avverte del pericolo e dell'emergenza. Immaginare altro sarebbe stato ingenuo e potenzialmente foriero di un effetto boomerang ingeneroso nei confronti dell'impegno profuso dagli stessi promotori dell'iniziativa. Partendo da questo assunto, forse, sarebbe stato più opportuno scegliere un titolo meno evocativo, ma ugualmente efficace, de "La Spallata" perché è al suo più stretto significato che gli avversari si sarebbero appigliati, come è puntualmente accaduto nelle ore successive e come era prevedibile che fosse. La galassia del centrodestra, e non solo a Reggio Calabria, sta vivendo, peraltro con molte evidenti difficoltà, una fase di transizione e di metamorfosi in cui il rischio maggiore è costituito dalla permanenza in mezzo al guado. Scegliere fra populismo e liberalismo, fra lotta e governo, è un'urgenza che si appalesa in modo chiaro nella città dello Stretto come a Roma, a Milano come in Sicilia. La momentanea uscita di scena di Giuseppe Scopelliti ha lasciato in loco uno stuolo di orfani, esattamente come l'abbandono sostanziale di qualsiasi ruolo attivo da parte di Silvio Berlusconi ha sancito un'implosione le cui schegge impazzite stanno ancora vagando senza avere trovato una collocazione precisa. La cartina di tornasole, sia pure in un ambito limitato come quello di un incontro pubblico locale, è data dalla assenza di quasi tutti i consiglieri comunali che sono stati eletti per sedere sui banchi di centrodestra. Ad eccezione di Lucio Dattola e Massimo Ripepi, nessuno ha sentito la necessità ed il dovere di intervenire. Un gesto che, sul piano squisitamente politico, non può essere minimizzato tanto abnorme è il suo significato simbolico gravido di effetti a partire da oggi. Un atto grave, da qualunque angolazione lo si voglia osservare, perché se quella di ieri doveva essere la scintilla in grado di accendere il fuoco di un percorso comune, la mancata presenza della gran parte dei rappresentanti istituzionali dell'opposizione ne mette in dubbio anche il ruolo stesso. Una sorta di autodelegittimazione incomprensibile che, probabilmente, ha reciso, in maniera definitiva, il legame tra la base e quella che avrebbe dovuto essere la sua longa manus fra gli scranni di Palazzo San Giorgio. Se e quando l'azione di contrasto ad una maggioranza, di qualsiasi colore, si canalizza all'esterno dei luoghi deputati, il pericolo di radicalismo velleitario è sempre dietro l'angolo ed è questa la colpa maggiore in capo agli eletti di centrodestra che sabato pomeriggio hanno scelto di disertare. A maggior ragione che non è chi non veda un grado di insoddisfazione galoppante nei confronti dell'Amministrazione Falcomatà. Sostenere il contrario è, molto semplicemente una menzogna che non rende il giusto  merito alle (poche) persone fisiche capaci e ricche di passione politica che pure appartengono allo schieramento della maggioranza di centrosinistra. Gli errori commessi nel primo anno di consiliatura sono tanti e sarebbe qui inutile tornare ad elencarli tutti, ma se sono stati così marchiani nella loro somma ingenuità o presunzione è anche in virtù di un'accondiscendenza eccessiva da parte di chi, per preparazione ed intelligenza, si può, a buon motivo, sedere parecchi gradini sopra la media di una squadra assai deficitaria. In un contesto generale così sconclusionato ha, quindi, gioco facile, ad imporsi una figura come quella di Massimo Ripepi che, prescindendo dalle posizioni, ha la forza, personale e strutturale, di esprimere con nettezza posizioni buone per infiammare la piazza. E' stato così anche sabato pomeriggio nella circostanza designata per rappresentare, coram populo, il dissenso rispetto agli strafalcioni contestati agli attuali amministratori. Terminato il raduno, rimane, in ogni caso, la coscienza, in seno ai fautori della dimostrazione pubblica, di aver centrato l'obiettivo della vigilia. E' un  punto di partenza. Se basterà sarà solo il futuro prossimo a dirlo. In fondo, se la frase che in poche parole racchiude il senso pieno dell'adunata in Piazza Italia è quella urlata da Vacalebre: "Reggio muore di fame e loro se ne fottono", lo spazio sociale da riempire di contenuti e risposte ha confini di ampiezza siderale. Le forze politiche, esistenti o di là da venire, che lo sapranno colmare, conquisteranno il Santo Graal della fiducia consapevole nascosta fra le pieghe di un'opinione pubblica sempre più rabbiosa, sempre più  disincantata. 

Svincolo San Leo, l'impegno di Ruvolo: "Urgente chiudere una vergognosa pagina di pessima gestione"

"Ritengo non sia più procrastinabile la risoluzione dell'annosa problematica relativa allo svincolo di San Leo oggetto di continui allagamenti con seri rischi per l'incolumità di persone/cose e continui esborsi per le già esangui casse comunali a titolo di risarcimento del danno".  A porre la questione affinché sia trovata una rapida, quanto efficace, soluzione è Antonio Ruvolo, capogruppo del Partito Socialista Italiano in seno al Consiglio Comunale di Reggio Calabria.  "Ho formalmente chiesto - rivela l'avvocato Ruvolo - al Presidente della Commissione Assetto del Territorio', ingegner Giuseppe Sera, una urgente convocazione dell'organismo e di tutti i soggetti interessati. Con lo stesso e l'assessore agli Lavori Pubblici, Angela Marcianò abbiamo già avuto modo di discutere della situazione dello svincolo di San Leo e siamo concordi sulla necessità che la problematica vada affrontata anche attraverso l'apertura di un tavolo tecnico permanente. E' oramai palese che gli interventi di manutenzione ordinaria non siano sufficienti. Gli errori progettuali, l'inedia delle precedenti amministrazioni ed i beceri interessi di 'bottega', non possono ricadere su un'intera comunità e su quanti percorrono, ignari del grande pericolo, quel tratto di strada".  "Solo una fortunata casistica  ha finora registrato danni a cose e non a persone, ma non possiamo sempre affidarci alla fortuna". Nella mia qualità di consigliere comunale - annuncia Antonio Ruvolo - ma anche di delegato alla Protezione Civile, porrò tutta la mia attenzione affinché sia chiusa questa vergognosa pagina di pessima gestione amministrativa".

 

Subscribe to this RSS feed